Quantcast
Channel: Massoneria e Nuovo Ordine Mondiale – Lo Sai
Viewing all 457 articles
Browse latest View live

Simbologia della Bandiera Tricolore Italiana

$
0
0

Simbologia della Bandiera Tricolore Italiana Lo Sai

di Anticorpi.info

Secondo una comune credenza, la bandiera tricolore italianaincluderebbe il verde per simboleggiare le nostre praterie, ilbianco come simbolo dele nevi perenni delle Alpi, ed il rossoin memoria dei caduti nelle innumerevoli guerre di cui il territorio italiano fu teatro, fino all’unità della nazione.

Quando Carducci parlò il 7 gennaio 1897 a Reggio Emilia per celebrare il primo centenario della nascita del Tricolore, fece riferimento a tale simbolismo elementare, adatto ai non iniziati:

«Sii benedetta! benedetta nell’immacolata origine, benedetta nella via di prove e di sventure per cui immacolata ancora procedesti, benedetta nella battaglia e nella vittoria, ora e sempre, nei secoli! Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all’ Etna; le nevi delle alpi, l’aprile delle valli, le fiamme dei vulcani, E subito quei colori parlarono alle anime generose e gentili, con le ispirazioni e gli effetti delle virtù onde la patria sta e si augusta: il bianco, la fede serena alle idee che fanno divina l’ anima nella costanza dei savi; il verde, la perpetua rifioritura della speranza a frutto di bene nella gioventù de’ poeti; il rosso, la passione ed il sangue dei martiri e degli eroi, E subito il popolo cantò alla sua bandiera ch’ ella era la più bella di tutte e che sempre voleva lei e con lei la libertà»

La nascita del tricolore nella storiografia ufficiale.
Secondo la storiografia ufficiale il tricolore italiano nacque nel 1794, giorno in cui due studenti bolognesi: Giovanni Battista De Rolandis e Luigi Zamboni, tentarono una sollevazione contro il potere assolutista austriaco che opprimeva la loro città da quasi 200 anni. Come emblema di quella rivolta i due scelsero la coccarda della rivoluzione parigina, e per un fatto identitario e distintivo rispetto ai colori francesi avrebbero deciso di scambiare l’azzurro con il verde.

Di certo c’è che il 18 maggio 1796 a Milano i colori di questa coccarda furono accettati da Napoleone, il quale consegnò alla Guardia Civica milanese, alla Legione Lombarda e alla Guardia Nazionale una bandiera a strisce verticali, verde bianca e rossa.

Colori di Milano.
Ed è tale ufficializzazione napoleonica milanese che induce altre fonti ad escludere che i colori della bandiera italiana abbiano qualcosa a che fare con la rivoluzione francese.Secondo tali fonti, in realtà il bianco e il rosso furono scelti in quanto appartenenti allo stemma di Milano ed il verde in quanto colore delle guardie civiche di Milano.
Simbolismo esoterico.
La storica bandiera francese usata dai rivoluzionari nel 1789, da cui secondo la tesi appena descritta deriverebbe il nostro tricolore, a sua volta racchiuderebbe la sapienza dell’esoterismo massonico borghese.
Qual’è allora il significato simbolico del vessillo francese?

Anche qui esistono due livelli esegetici. Nel primo abbiamo il Tricolore che rappresenta il triplice obiettivo perseguito da qualsiasi popolo miri ad avere Giustizia, Uguaglianza e Fraternità, mezzi senza i quali non ci può essere Dignità, Democrazia, Prosperità. Insomma semplici luoghi comuni per anime candide.

Nel secondo livello i tre colori del vessillo francese celebrano la cosiddetta ‘sapienza dei pochi’, richiamando la ricerca attuata per raggiungere la pietra filosofale e quindil’apoteosi. Questa ricerca in termini massonici si chiama Opera. L’Opera consiste nella continua ricerca del distacco dalle cose materiali (simbolicamente chiamata fase del piombo), per raggiungere lo status di esseri divini (chiamato simbolicamente fase dell’oro).
Questo iter dalla materialità all’apoteosi è simbolizzato da tre colori: il nero, il bianco ed il rosso.
Il colore nero, che contraddistingue la fase del piombo, nella bandiera francese fu sostituito dal blu in quanto l’iridescenza del nero al sole lo fa apparire blu. Il bianco è il colore di transizione; ci si abbiglia in bianco quando si abbandona una fase per aprirne un’altra. L’esempio più evidente è il matrimonio in cui la sposa lascia il nubilato per divenire moglie. Il colore rosso è quello che mostra la maturità dell’evento. E’ il colore del fuoco vivo che fonde i metalli e forgia gli strumenti per renderli più duri e resistenti agli attacchi.
Ma allora come mai nella bandiera italiana il blu sarebbe stato sostituito dal verde? Perché nelle correnti esoteriche mediterranee il verde simbolizza l’origine del tutto,particolare riscontrabile in tutte le bandiere dì influenza islamica. Fonte

Ed il cattolicesimo?
Franco Cardini, storico cattolico ha pubblicato un articolo su Avvenire – quotidiano della CEI – nel gennaio 1997. Il pezzo si intitolava: Ombre sul tricolore.

Cardini nota che: “i tre colori della nostra bandiera sono (insieme con il violaceo e il nero) alla base della liturgia cattolica: bianco, verde e rosso figurano fin dal medioevo come rispettivi simboli delle tre virtù cardinali: fede, speranza e carità.”

Ipotesi dantesca.
Nel corso del suo spettacolo al Festival di Sanremo del 2011, a cui era stato invitato in occasione del 150º anniversario dell’Unità d’Italia per tenere una lezione sull’Inno di Mameli, Roberto Benigni ha ricondotto la nascita del Tricolore a Giuseppe Mazzini, che sarebbe stato ispirato da alcuni versi della Divina Commedia (1320).

Nel 30° canto del Purgatorio, infatti, quando alle soglie del Paradiso Virgilio affida l’Autore a Beatrice, questa appare a Dante vestita con un velo candido, cinta di ulivo, il mantello verde e la veste rosso acceso. I tre colori simboleggerebbero le virtù teologali cristiane: verde-speranza; bianco-fede; rosso-carità (fonte)

Beatrice e la sapienza rosacrociana.
Secondo alcune fonti la figura di Beatrice nella Divina Commedia impersonerebbe la sapienza rosacrociana. Dante stesso sarebbe appartenuto ai Rosa-Croce (linklink) e dato che verde bianco e rosso sono i colori con cui Dante vestì Beatrice, ecco che la bandiera italiana rappresenterebbe un tributo all’antico ordine. La sigla RC apposta sui primi tricolori italiani, ufficialmente significante: Repubblica Cisalpina, si dice fosse anch’essa un omaggio occulto alla società dei Rosa-Croce.

Simbolismo astrologico.
Come si è visto, sembra che il simbolismo del tricolore non possa ricondursi ad una derivazione univoca.

“Proprio per le valenze polisemiche delle simbologie dei colori ci ha meravigliato il fatto che in tutti gli scritti apparsi in occasione del bicentenario del tricolore italiano, che abbiamo avuto occasione di leggere, ma anche nelle voci di dizionari o enciclopedie o in pubblicazioni vessillologiche, nessuno noti il collegamento che si potrebbe fare con icolori trifunzionali a Roma, dei quali parla più volte il Dumézil: essi guarda caso (ma il caso esiste?) sono il Bianco, il Rosso e il Verde.

“Le speculazioni esplicative di questi antichisti sono molteplici e intrise di pseudo-filosofia e di astrologia, ma una di queste, conservata da Giovanni il Lido, De mens. IV, 30, si riferisce a delle realtà romane e afferma che questi colori, che sono quattro, in epoca storica erano inizialmente tre (albati, russati, virides) in rapporto non solo con le divinità JupiterMars Venus (quest’ultima solo apparentemente sostituita a Flora) i cui valori funzionali sono evidenti (sovranità, guerra, fecondità), ma anche con le tribù primitive dei Ramnes, Luceres e Titienses”.
“Tirando le somme, volenti o nolenti, possiamo affermare che nel tricolore italiano sventolano i colori trifunzionali indoeuropei e romani. Forse inconsapevolmente, ma realmente, il tricolore italiano costituisce la sintesi rappresentativa dell’unità nella diversificazione delle componenti sociali ed etniche, tradizionalmente intese, formatrici dell’Urbe e della nazione italica.” (fonte)

Simbologia della Bandiera Tricolore Italiana Lo Sai


Nella massoneria italiana entra il primo maestro venerabile di colore

$
0
0

Nella massoneria italiana entra il primo maestro venerabile di colore Lo Sai

14 genn – “Paul Dongmeza entrerà nella storia del Grande Oriente d’Italia come il primo maestro venerabile di colore”. E’ quanto si legge su www.grandeoriente.it, il sito della Massoneria di Palazzo Giustiniani, dove si spiega: “Alla cerimonia del suo insediamento alla guida della Loggia Enzo Paolo Tiberi (1325) di Perugia che si terrà il 30 gennaio e alla quale è prevista la partecipazione di numerosi Liberi Muratori provenienti da varie regioni d’Italia, è stato invitato anche il Gran Maestro, Gustavo Raffi”.

“Sarò davvero onorato se verrà -ha detto Dongmeza in un’intervista che sarà pubblicata sul prossimo numero della rivista ‘Erasmo’, organo ufficiale del Goi- la sua presenza è importante perché questo evento fa parte integrante della sua eredità, è una testimonianza del suo mandato, il frutto del lavoro che ha svolto in questi anni in nome dell’uomo. E lavorare in nome dell’uomo sarà sempre anche il mio primo obiettivo”.

“Arrivato in Italia dal Camerun nel 1982 -spiega ancora il sito del Goi- Dongmeza si è laureato in Economia e Commercio. È presidente della Casa delle Culture Africane dell’Università per stranieri di Perugia e dell’Associazione Umbria Africa, onlus attiva nella promozione dell’inclusione sociale dei migranti e alla quale si deve l’organizzazione di due appuntamenti di grande richiamo nazionale e internazionale: ‘La Giornata di memoria e riflessione contro la schiavitù’ – all’inaugurazione nel 2007 vi partecipò il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano- e gli Stati Generali dell’Immigrazione”.

Fonte: http://www.imolaoggi.it/2014/01/14/nella-massoneria-italiana-entra-il-primo-maestro-venerabile-di-colore/

cam

Nella massoneria italiana entra il primo maestro venerabile di colore Lo Sai

Diabolica Follia – Marina Abramovic e Lady Gaga: L’arte dell’occulto

$
0
0

Diabolica Follia – Marina Abramovic e Lady Gaga: L’arte dell’occulto Lo Sai

- di Emanuele Fardella - 

Lady Gaga & Co – Sulla scia di Marina Abramovic  

Usa, New York – Il Lato Oscuro della Musica, Rubrica di Emanuele Fardella – Marina Abramovićè un modello, una specie di identità ideale, per moltissimi artisti. Rappresenta, in particolare, una figura di notevole influenza per Lady Gaga che si è sottoposta ai suoi metodi sciamanici, dichiarando che “utilizzerà le tecniche apprese per stupire il pubblico nel suo prossimo tour“. In un ritiro, qualche giorno fa, fuori New  York, l’artista avrebbe istruito Lady Gaga con una serie di esercizi rivolti a rafforzare la consapevolezza di se, sia fisica che mentale. Un video, che ha fatto il giro della rete, ritrae la celebre cantante alle prese con esercizi sensoriali ed esoterici. Le scene sono inquietanti. La vediamo camminare nuda su un prato verde, distesa su un pavimento mentre emette strani suoni, indossare delle corna gialle, oppure sempre senza veli si siede su di un cristallo e lo culla. Scene apparentemente senza senso ma che per Marina Abramovic rappresentano “pura arte“.

La Guida        

La Abramovic è quindi considerata una sorta di guida spirituale per Lady Gaga ma anche molti altri artisti del mondo della musica. Molti sono coloro che si rivolgono a lei, come il rapper milionario Jay Z, che ha chiesto la collaborazione della performer serba per promuovere il suo nuovo disco. Il cantante ha eseguito ininterrottamente per sei ore uno dei brani contenuti nell’album, Picasso Baby in una sorta di rito ossessivo ed estenuante dai contorni occulti. Ad accompagnarne la performance (avvenuta dal vivo) c’era appunto Marina Abramovic, che ha utilizzato i movimenti del corpo per interagire con la canzone. La Abramovic – ribadisco – è considerata una fonte di ispirazione per molti artisti del mondo della musica e dello spettacolo. Viene definita la “Grandmother della Performance Art” che per 40 anni ha usato il suo corpo come mezzo artistico.

Chi è Marina Abramovic?    

Ne abbiamo tanto sentito parlare… Ma chi è Marina Abramovic? Cerchiamo di conoscerla meglio. In decenni abbiamo visto Marina impegnata in performance lunghissime ma di impatto destabilizzante sul fruitore:  prove dure da sopportare per lei, sia fisicamente che psicologicamente. Prove autolesioniste al punto da sfiorare la tortura. La ripetitività e la tipologia delle azioni scelte evadono completamente dal normale susseguirsi di azioni quotidiane di un essere umano, diventano rituali in una sfida che impone al corpo una severissima disciplina. In alcune performance si rivela con chiarezza laconnessione con riti satanici, pratiche e credenze di varia natura. Per questo Marina amplia le connotazioni naturaliste con formalizzazioni sovrapposte estrapolate dall’ascetismo, dallameditazione Vipassana, dall’esoterismo e dalla storia. La sacralità delle cose, la loro storia, i poteri e le virtù, secondo l’artista sono essenze riscontrate non solo in entità soprannaturali (demoni o spiriti) ma anche in oggetti artificiali o naturali ai quali è attribuito un significato simbolico particolare (fonte: E. Durkheim, Le forme elementari della vita religiosa, Moltemi Editore, Roma 2005, p. 28.). Coltelli, sangue, fuoco, pistole, corpi nudi, serpenti, ossa, scheletri, conformano materialmente i desideri e le inquietudini di Marina Abramović e ci trasmettono le sue aspettative, i suoi fantasmi e le sue speranze, che sottolineano con evidente adesione lo sfondo luciferino.

La bizzarra collaborazione con Hermann Nitsch      

Le performance di Marina non sono un esibizionismo normale e comune, ma un esibizionismo paradossale, mistico, in cui l’artista e il pubblico stesso prendono parte di un lussureggiante, diabolico,osceno sabba del peccato nel quale l’erotismo diventa una pratica trascendentale, un conturbante patto erotico-mistico. Le sue esecuzioni sono profondamente escatologiche in cui il corpo fisico viene trasformato in una presenza spirituale, ossia in un’imponente assenza, ossessiva e persistente. L’artista ha collaborato anche con Hermann Nitsch nel 1975 in una performance che sembrava una specie di rito satanico: sdraiata su una barella di legno, nuda e con gli occhi bendati, mentre Nitsch le versava sangue di pecora sulla pancia e tra le gambe.

Vogliamo chiamarla Arte?  

Vogliamo chiamarla Arte? Abramovic ha spiegato che dietro ogni performance c’è una preparazione fisica e spirituale: fra le prime procedure da affrontare c’è quella che lei chiama “clean the house”, ovvero “prenditi cura del tuo corpo”. Questa comporta, per lei e i suoi allievi, svegliarsi prestissimo, mai alla stessa ora per evitare la routine, uscire nudi dal letto ed esercitarsi in luoghi poco confortevoli, molto caldi o molto freddi, affrontare cinque giorni consecutivi di digiuno e di silenzio, accumulare il rancoredovuto alle tante privazioni e poi liberarsene con esercizi di respirazione, dilatare e accelerare il tempo muovendosi lentamente o velocemente nello spazio, meditare ed esercitarsi a separare l’anima dal corpo per abituarsi all’idea che esso diventi pubblico, esposto agli sguardi indagatori dei visitatori che si aspettano di recepire in modo chiaro il messaggio di cui i performers si fanno carico. Possiamo nascondere qualsiasi cosa dietro la parola “arte” esponendola come fosse un capolavoro?

 Figlia di una Diabolica Follia        

Tra le performance più rappresentative di Marina Abramovic, che sembrano essere delle vere“esecuzioni” di rituali a sfondo satanico-masochista dove il piacere sessuale è sempre più legato al dolore fisico, ricordiamo Rhythm 0 (1974) durante la quale l’artista decise di non fare nulla e vedere cosa il pubblico avrebbe fatto a lei. Rimase immobile per sei ore e disse agli spettatori che potevano manipolarla in qualsiasi modo volessero, utilizzando uno dei settantadue oggetti sparsi su un tavolo, tra cui lamette, coltelli e una pistola carica con un proiettile. Passarono circa tre ore prima che il pubblico arrivò all’inevitabile passo di spogliarla: gli spettatori potevano davvero farle qualsiasi cosa e lei non si sarebbe opposta in alcun modo. La performer venne spogliata, ferita, il suo corpo umiliato, la carne lacerata. Gli uomini presenti le si avvicinarono, le scrissero sui seni nudi, le succhiarono il sangue dai numerosi tagli procurati dalle lamette, la toccarono, qualcuno le mise in mano la pistola carica, poggiandole il dito sul grilletto. Fu il caos. In un miscuglio perverso quanto inedito di arte, vita e morte, fu lei stessa a divenire un oggetto tra gli oggetti… Figlia di una diabolica follia che si impossessò ben presto come un morbo dei presenti dinnanzi a quell’insano ed umiliante spettacolo.

 Nelle grinfie di Satana

Un altra performance al limite del masochismo è Lips of Thomas, svoltasi nel 1975, quando l’artista praticò atti di autolesionismo come l’incisione di una stella a cinque punte sul proprio ventre utilizzando un rasoio. Dopodiché la Abramovic, completamente nuda, cominciò a fustigarsi, disegnò sulle pareti il simbolo del pentacolo rovesciato (utilizzato nelle messe nere) e infine si distese su una croce composta di blocchi di ghiaccio e, mentre un getto d’aria calda diretta sul suo ventre faceva sanguinare la stella incisa, il resto del corpo cominciò a gelare. Gli spettatori intervenirono togliendola di forza dallo stato di congelamento. Ma chiediamoci:tutto questo è forse arte? Non è piuttosto satanismo e disprezzo della sacralità della vita umana allo stato puro? Beh, a voi la scontata risposta!

 In Silenzio per 700 ore  

Nel 2010, l’artista, durante la retrospettiva The Artist Is Present, si sedette al centro di una sala, per due mesi interi, restando immobile e in silenzio per oltre 700 ore, e i visitatori si alternarono sedendosi di fronte a lei, instaurando un rapporto di tipo energetico e mentale, semplicemente guardandosi, senza mai toccarsi. Molti di questi scoppiavano in lacrime; non si è mai capita la motivazione. L’esibizione ebbe un successo enorme, con file chilometriche e spesso di intere notti per accaparrarsi la possibilità di sedere di fronte all’artista. Addirittura furono avviati studi scientifici per tentare di capire per quale motivo la reazione della stragrande maggioranza del pubblico fosse quella di piangere.

 Il Metodo Abramovic  

L’ultima sua performance risale al 2012 quando presentò a Milano il Metodo AbramovichUn metodo che consiste nel trasformare le persone in oggetti: è il pubblico a esibirsi. Ad ogni visitatore, infatti, viene chiesto di donare sei ore del suo tempo per vivere un’esperienza multisensoriale: un metodo magnetico e sciamanico dove le regole per la buona riuscita sono assai rigide. Secondo testimonianze di chi ha vissuto in prima persona questo metodo, al termine della follia collettiva i protagonisti delle prove si sono ritrovati con un senso di irritazione e irrequietezza piuttosto marcato. Il nocciolo è tutto in una domanda: “Cos’è arte? Fin dove arriva l’arte?” Ognuno ha una personale risposta. Io davvero non vedo arte in questo miscuglio estremo di azioni autolesionistiche a sfondo satanico. Il proprio corpo va rispettato e non tagliuzzato al fine di creare “arte”. L’arte è ben altra cosa. Se si vuole esprimere qualcosa di forte e di importante non è necessario arrivare ad atti estremi. Ciò  è palese! Ma a parte tutto,  il Metodo Abramovic sembra essere distante dalle pratiche masochistiche in senso stretto, racchiudendo in sé tanti elementi esoterici che – come abbondantemente documentato - sembrano non promettere nulla di buono…. per usare un eufemismo. Più che rappresentazione di arte, il Metodo Abramovic sembra un insieme di pratiche di stregoneriaE gli adepti di questa arte nera… oggi si chiamano pure “cantanti”… o meglio: “star internazionali”. Cui prodest?

Fonte: Qui Europa

Diabolica Follia – Marina Abramovic e Lady Gaga: L’arte dell’occulto Lo Sai

Come i Rockefeller hanno riprogettato la donna

$
0
0

Come i Rockefeller hanno riprogettato la donna Lo Sai

l Premessa

Il femminismo è un eccellente esempio di come il mega-cartello dei Rockefeller usi il terribile potere dei mass media (ossia la propaganda) per controllare la società. In appena quarant’anni, molte donne hanno perso il contatto con i loro istinti più naturali. Di conseguenza, la famiglia è nel caos più completo, la depravazione sessuale è rampante e i tassi di natalità sono precipitati. Mi soffermerò soprattutto sul ruolo della famiglia Rockefeller, ma prima vorrei ricordare che per la donna lamore è un atto istintivo di abnegazione. Essa si dona al marito e ai figli, e realizza sé stessa vedendoli crescere e ricevendo il loro amore, il loro rispetto e la loro gratitudine.

femministeLa donna compie questo sacrificio supremo per un solo uomo che la curerà teneramente e che provvederà alla sua famiglia. Gli uomini vogliono adempiere istintivamente a questa responsabilità. Questa è l’essenza del contratto eterosessuale (vale a dire il matrimonio): il potere femminile in cambio del potere maschile espresso come amore. Il sesso è il simbolo di questo legame esclusivo.

donna_liberataIl matrimonio e la famiglia non possono essere per tutti, ma sono il cammino naturale per la maggior parte delle persone. Il femminismo ha abituato le donne a rifiutare questo modello come «un vecchio stereotipo antiquato e oppressivo», anche se esso riflette i loro istinti più naturali. Uno scrittore britannico ha riportato una conversazione tra due giovani donne che ha sentito per caso:«Oggi tutti gli uomini sono degli incapaci», ha detto una di loro. «Sì», ha risposto l’altra. «Il guaio è che non si sono svegliati nemmeno davanti al femminismo. Non capiscono che noi abbiamo bisogno che essi siano più virili, e invece hanno tirato i remi in barca». Ma che razza di logica è questa? Se le donne sono meno femminili, perché mai gli uomini dovrebbero essere «più virili»? Gli uomini non sono stati progettati per entrare in competizione con le donne. Essi hanno bisogno di affermarsi mediante l’accondiscendenza e la fede di una donna. Quando donne li sfidano continuamente, gli uomini sfuggono al matrimonio e alla famiglia. Ai nostri tempi, l’amore e il matrimonio sono stati screditati, e le donne non hanno niente da dare in cambio se non il sesso. E così molte sono innaturalmente ossessionate dal loro aspetto fisico e offrono pateticamente il loro corpo a tutti i pretendenti. L’amore permanente non è basato sul sex appeal di una donna, sulla sua personalità o sulle sue conquiste. Esso è basato sull’abnegazione. Noi amiamo le persone che ci amano.

l Il grande ritratto: il cartello dei banchieri 

Molte persone non capiscono che il femminismo è un indottrinamento di massa perché non riescono ad identificare l’esecutore di questo piano, i mezzi e il motivo per cui viene realizzato. Recentemente, Aaron Russo (1943-2007), il produttore di molti film della cantante-attrice Bette Midler e di America: From Freedom to Fascism («America: dalla libertà al fascismo»; 2006), è riuscito ad identificare tutti e tre gli elementi di questa macchinazione. Mentre tentava di arruolare Russo nel Council on Foreign Relations (un organismo mondialista che lavora per edificare un Nuovo Ordine Mondiale), Nicholas Rockefeller gli confidò che la sua Fondazione di famiglia aveva creato il mito della liberazione della donna usando il controllo esercitato dai mass media come parte di un piano a lungo termine per asservire lumanità. Inoltre, Rockefeller gli rivelò che avevano progettato di inserire un chip sottocutaneo a tutta la popolazione. Se cercate digitate su Google le voci «Rockefeller Foundation» e «Women’s Studies» troverete mezzo milione di link a siti o pagine web che parlano di questo argomento. La scopo segreto perseguito dal femminismo è la distruzione della famiglia, in quanto essa interferisce con il lavaggio del cervello praticato nei giovani. Gli scopi secondari di questa operazione includono lo spopolamento e l’innalzamento delle tasse. Distogliendo gli uomini dal loro ruolo di mariti e padri si destabilizza anche la famiglia. Un drastico cambiamento di paradigma è necessario per dare un senso al mondo. I Rockefeller sono parte del potentissimo cartello privato bancario che tra l’altro controlla anche i mass media, la difesa, i grandi colossi farmaceutici e altre lucrose attività. Per proteggere il loro monopolio di credito e la loro ricchezza, essi stanno istituendo una polizia di Stato mondiale (il cosiddetto «Governo Mondiale»), e si sono serviti dell’attacco fittizio dell’11 settembre come pretesto per condurre una guerra senza fine 2. Nelson Rockefeller parlò a Russo di questo piano un anno prima dell’attacco alle Torri Gemelle. Il poeta francese Charles Péguy(1873-1914) ha scritto: «Tutto comincia nel campo della fede e finisce in quello della politica».

aaron_russoamerica_freedom_from_fascismnicholas_rockefellerIl cartello bancario ha bisogno di una filosofia per giustificare il suo tentativo di incatenare l’umanità. Questa filosofia è il satanismo. Il cartello controlla il mondo attraverso una rete di società segrete collegate alla Massoneria e al giudaismo internazionale (Bnai BrithAnti-Defamation LeagueAmerican Jewish Committee e movimenti sionisti). Il vertice occulto della piramide è noto come gli Illuminati. La cultura occidentale moderna è essenzialmente massonica. Basata sul luciferismo, la Massoneria insegna che è l’uomo e non Dio a determinare la realtà (naturalmente, i massoni devono annullare le leggi naturali e spirituali per affermare il loro controllo). Essi hanno notato che le persone sono creature malleabili e insicure che preferiscono credere a ciò che viene detto loro piuttosto che fidarsi della propria ragione o delle loro percezioni. Così, ad esempio, i mass media promuovono con successo i valori dell’omosessualità, i quali sono in stridente contrasto con i nostri istinti naturali.

l mass media sradicano lamore

Ogni sfaccettatura dei mass media (i film, la televisione, i giornali, la musica, la pubblicità e i notiziari) viene usata per l’indottrinamento e per il controllo sociale allo scopo di asservire i popoli. Esiste un collegamento tra ciò che accadde nella Russia comunista e quello che sta succedendo nell’America odierna. In entrambi i casi il potente cartello bancario sta affermando il suo controllo totalitario. La funzione dei mass media è di impedire che la gente prenda coscienza di questa scalata al potere da parte dell’Alta Finanza e dell’imminente guerra che gli Stati Uniti vogliono scatenare contro l’Iran. Attualmente, essi stanno usando come diversivo la bufala del riscaldamento globale. Per distruggere la famiglia, i mass media hanno convinto le donne che esse non possono fare assegnamento sul contratto eterosessuale. Myrna Blyth è stata capo-redattore del Ladies Home Journal dal 1981 al 2002. Nel suo libro Spin SistersHow the Women of the Media Sell Unhappiness - and Liberalism - to the Women of America (2004), essa ha scritto che i mass media hanno venduto alle donne «una brillante carriera esattamente nello stesso modo in cui le loro dalle madri hanno venduto loro il ruolo di “casalinga felice”» 3. Gli Illuminati hanno minato gli istinti naturali delle donne ripetendo sino alla nausea i seguenti mantra:

myrna_blyth

spin_sisters

  • betty_friedanNon ci si può più fidare degli uomini. Prendendo ad esempio ciò che la rete televisiva Lifetime Network propina alle sue ascoltatrici, la Blyth conclude che «tutti gli uomini sono 1) canaglie infedeli; 2) mostri insolenti; 3) fottuti disonesti; 4) tutte queste cose messe insieme. Per contro, le donne sono [...] delle ciniche spietate che trionfano nonostante l’uomo delle caverne tenti di farle restare al loro posto» 4.
    • Le donne sono vittime a causa del loro sesso. La Blyth afferma che i mass media trasmettono «un messaggio chiaro e tondo. Per il solo fatto di essere donne, siamo vittima nelle nostre vite private, sul lavoro e nella società considerata nel suo insieme» 5.  Dunque, le donne devono alimentare in sé stesse un senso di ingiustizia, di diritti e di ribellione. La stessa tattica è stata usata per manipolare gli ebrei, i neri, i lavoratori e i gay

    • Le donne dovrebbero essere più egoiste«La liberazione e il narcisismo sono diventati una sola cosa», dice la Blyth. Libertà ora significa «avere più tempo per sé stesse, fare shopping da sole o forse con le amiche, ma assolutamente senza il marito e i figli [...]. Articoli infiniti predicano il nuovo vangelo femminista nel quale sentirsi appagate è una parte importante per sentirsi donne sane ed equilibrate» 6.

    • Il sesso devessere slegato dallamore e dal matrimonio. Riviste come Glamour e Cosmopolitan spingono le giovani donne a «fare apertamente l’occhiolino agli uomini fin dal loro primo appuntamento e ad essere atletiche a letto. Non si deve parlare né di matrimonio né di famiglia» 7. Queste donne non possono avere abbastanza fiducia in un uomo al punto da concedergli il loro amore.

butta_via_bambinoLautorealizzazione si raggiunge in una carriera di successo e non nel matrimonio e nella famiglia. L’attivista femminista Betty Friedan (1921-2006) pontificò a suo tempo: «Le rimunerazioni sociali per un lavoro sono critiche per una donna che ha il senso della dignità e un’opinione rispettosa di sé stessa». Infatti, osserva la Blyth, «la maggior parte del lavoro è profondamente mediocre» 8. (Non sto dicendo che le donne non possono avere un lavoro, ma solamente che non dovrebbero essere fuorviate se desiderano farsi una famiglia).

cosmopolitan_glamour

Così, molte donne sono diventate schizofreniche perché tentano di conciliare i loro istinti naturali con esortazioni continue a fare l’opposto. Il naufragio – famiglie distrutte e persone problematiche – è sotto i nostri occhi. Allo stesso tempo, riviste come Playboy inviano un messaggio simile agli uomini. «Tu non hai bisogno di sposarti per fare sesso. Il matrimonio e i figli sono una seccatura».

l Conclusione

creazione_adamo_evaQuesta ininterrotta propaganda mediatica è una forma organizzata di lavaggio del cervello. La società è stata totalmente sovvertita dal grande cartello bancario, che si serve di una sètta satanica – la Massoneria – come di uno strumento privilegiato. La maggior parte dei massoni ignora la verità, ma i detentori dei mass media la conoscono benissimo. Un tempo si usava dire che«l’americano è tutto maternità e torta di mele». Solo i satanisti desiderano devastare la maternità. Lungi dal conferire potere alle donne, il femminismo le ha mascolinizzate. Esso le ha spogliate di un ruolo sicuro e onorato e le ha ridotte ad oggetti sessuali e a lavoratrici facilmente rimpiazzabili. I luciferini promuovono la ribellione perché si rifiutano di accettare tutto ciò che è naturale e che conduce alla felicità. Come il loro simbolo – Lucifero – essi vorrebbero sconfiggere Dio. La dedizione di una donna verso suo marito e i suoi figli è un’immagine dell’amore di Dio. Ecco perché i banchieri devono distruggerla a tutti i costi.

Fonte: Centro San Giorgio

Come i Rockefeller hanno riprogettato la donna Lo Sai

Simbologia in Batman Arkham Origins

$
0
0

Simbologia in Batman Arkham Origins Lo Sai

di Andrea Bellia -

Da wikipedia:

Batman: Arkham Origins è un videogioco del 2013 sviluppato da Warner Bros, Games Montreal basato sul supereroe dei fumetti della DC Comics, Batman.

Come potete notare dall’immagine sottostante, nel gioco ci sono diverse simbologie che appaiono durante la missione secondaria del “Ricercato Anarky”.

BatmanOrigins

Da wikipedia:

Anarky (in italiano letteralmente “anarchia”), il cui vero nome è Lonnie Machine, è un personaggio dei fumetti creato da Alan Grant e Norm Breyfogle pubblicato dalla DC Comics. Creato in origine come avversario di Batman destinato ad apparire solamente in una storia, avrebbe dovuto essere un giovane violento e intelligente pronto a uccidere per una causa importante; l’editor Dennis O’Neil spinse gli autori a cambiare l’impostazione del personaggio, che diventò quindi un giovane violento, ma non un assassino. I temi delle sue storie sono per la maggior parte di natura politica e filosofica.

Infatti nel videogioco questo giovane ragazzo (Anarkye i suoi scagnozzi dicono delle cose molto interessanti, vi lascio al video:

 

Come potete notare dal minuto 01:52 si parla del denaro (cioè cita esplicitamente il problema del signoraggio bancario) e poi continua dicendo che la TV ci incatena e ci rende schiavi, come fa capire esplicitamente anche questa immagine:

BatmanOrigins 2013-12-31 19-16-24-237

 

Mentre da 12:00 inizia la simbologia che vi ho già mostrato nelle foto in alto proseguendo con un discorso a 15:44 interessante ascoltate.

In questo gioco hanno inserito questi argomenti e questa simbologia per fare propaganda e screditare le opinioni dei cosiddetti “complottisiti” che da anni trattano questi temi. I produttori del gioco inserendo questi contenuti contribuiscono a fare allontanare le persone e i giovani da questi temi, facendoli passare come fantasia o fantascienza quando invece sono problemi reali e chiari da capire. Il “complottismo” non esiste viene solo definito tale perché è una realtà che non si conosce.

Lo sai che la verità la chiamano “complottismo” così tu non ci credi?

Simbologia in Batman Arkham Origins Lo Sai

Fuori uno: espulso dai Gesuiti prete progressista a favore del sincretismo massonico

$
0
0

Fuori uno: espulso dai Gesuiti prete progressista a favore del sincretismo massonico Lo Sai

I Gesuiti cambiano: espulso prete progressista

di Massimo Introvigne

La scorsa settimana la Compagnia di Gesù ha espulso uno dei suoi più noti esponenti negli Stati Uniti, l’attivista progressista padre John Dear. Padre Dear ha ricevuto due separate notifiche, una da parte del Preposito Generale della Compagnia di Gesù, padre Adolfo Nicolás, che cita la sua «ostinata disobbedienza», e una dalla Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica della Santa Sede. La stampa statunitense si chiede se Papa Francesco, che conosce il caso, farà un tentativo personale per riportare nell’ovile la pecorella smarrita. Non è impossibile, ma la situazione appare complicata.

Già tre anni fa l’arcivescovo della sua diocesi di residenza, Santa Fe nel New Mexico, aveva sospeso a divinis Padre Dear, il quale dunque ora – espulso dai Gesuiti – rimane un sacerdote cattolico ma non può esercitare lecitamente il suo ministero. In una durissima dichiarazione pubblicata il 7 gennaio Padre Dear scrive che è improbabile che un vescovo americano lo accolga e rimuova gli effetti della sospensione e che al momento «non è sicuro che resterà un prete».

Padre Dear rimane uno degli autori più popolari nel mondo cattolico progressista americano. I suoi libri dominano le classifiche nelle librerie cattoliche. Dear è soprattutto noto per il suo pacifismo radicale. È stato arrestato 75 volte negli Stati Uniti per atti di boicottaggio e proteste illegali contro l’Esercito, le accademie militari, la guerra in Afghanistan, la guerra in Iraq, e per il suo supporto a gruppi radicali palestinesi, compresi alcuni accusati di atti terroristici. La sua violenza verbale contro lo Stato d’Israele va molto al di là delle legittime critiche che altri possono formulare nei confronti del governo israeliano, e ricorda piuttosto la retorica dell’ultra-fondamentalismo islamico.

Lo scontro con la Compagnia di Gesù e la Santa Sede non è tuttavia avvenuto sul tema del pacifismo, ma su quello della disobbedienza sistematica alle direttive dei superiori su dove Dear deve risiedere e a quali manifestazioni ed eventi è opportuno che partecipi. Tra le materie del contendere c’è la partecipazione del gesuita a manifestazioni critiche nei confronti della Santa Sede e dei vescovi di Pax Christi U.S.A. e di Call to Action, un’organizzazione ultra-progressista le cui posizioni sono agli antipodi del «Catechismo della Chiesa Cattolica» in materia di omosessualità, riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali e adozioni da parte di coppie dello stesso sesso.

Nell’ambito delle manifestazioni di Call to Action, Padre Dear ha anche richiesto «una campagna di un milione di lettere per chiedere al Vaticano l’ordinazione delle donne». Com’è noto, si tratta di una questione che – come ha confermato Papa Francesco – non è oggetto di legittima discussione nella Chiesa Cattolica. «Il sacerdozio riservato agli uomini, come segno di Cristo Sposo che si consegna nell’Eucaristia, è una questione che non si pone in discussione», ha scritto Francesco nell’esortazione apostolica «Evangelii gaudium».

Dear tiene anche ritiri – a pagamento – insieme a monache buddhiste in discussi centri zen, i cui programmi vanno molto al di là del legittimo dialogo interreligioso e tendono a presentare Gesù Cristo come uno dei tanti maestri di saggezza della storia dell’umanità, favorendo l’equivoco e il sincretismo.

La dichiarazione del 7 gennaio è, da questo punto di vista, disonesta, perché Padre Dear lascia intendere di essere stato punito esclusivamente per le sue posizioni ultra-pacifiste – che certamente, nella loro radicalità unilaterale, contraddicono a loro volta il «Catechismo della Chiesa Cattolica» – ma non parla di altre questioni che lo hanno messo in urto con la gerarchia cattolica in materia di ordinazione delle donne, omosessualità e sincretismo tra le religioni.

Naturalmente – e sfortunatamente – i religiosi che la pensano come Padre Dear negli Stati Uniti sono migliaia, e qualcuno potrebbe chiedersi perché la Santa Sede abbia deciso d’intervenire in questo singolo e specifico caso e non in altri. Probabilmente si è tenuto conto del fatto che Padre Dear è un autore molto letto e un volto noto della televisione statunitense, per cui era particolarmente urgente chiarire che, quando si esprime, non parla a nome della Chiesa Cattolica. Qualche conservatore ha scritto che una rondine non fa primavera e che il bicchiere di un’azione incisiva volta a disciplinare i religiosi ribelli americani rimane mezzo vuoto. Lo penso anch’io. Ma meglio mezzo vuoto che vuoto del tutto. E chissà che la rondine non sia un preannuncio di primavera.

Fonte

Fuori uno: espulso dai Gesuiti prete progressista a favore del sincretismo massonico Lo Sai

USA: Masonichip – Programma Massonico per L’Identificazione dei Bambini [PROVE e FOTO]

$
0
0

USA: Masonichip – Programma Massonico per L’Identificazione dei Bambini [PROVE e FOTO] Lo Sai

-Davide Consonni-

Chiunque legga il titolo dovrebbe ritenere che l’articolista viva una realtà parallela, costruita in anni di paranoia compulsiva. Perfino l’articolista in questione, cioè io, preferirebbe che fosse così: un’irrazionale e stupida paranoia.

Invece no, la realtà stravolge la fantasia, concretizza i più cupi scenari, dimostra l’essenza di ciò che è, prescindendo dalle ingenue credenze del comune sentire e percepire.

La promozione di programmi di identificazione di bambini  da parte di obbedienze massoniche, negli Stati Uniti, è ormai una realtà affermata. Ogni stato confederato ha il suo programma massonico per la promozione e la somministrazione di kit per l’identificazione di bambini.  Così scritto rischio di passare ulteriormente per pazzo, per paranoico. Nessun problema.

Esistono, negli Stati Uniti, decine di siti internet che promuovono la somministrazione di kit per l’identificazione di bambini.

Così sembro più credibile? Ma sarà vero?

TRISTEMENTE E’ TUTTO VERO.

images (1)

[da qui in poi i grassetti sono tutti cliccabili, contengono i link alle fonti]

Passiamo alla triste ed incontrovertibile dimostrazione di quanto appena affermato. Partiamo da qualcosa di soft.

Perfino Wikipedia possiede una pagina dedicata al Masonic Child Identification Programs (CHIP)

Sentite cosa afferma la pagina wiki:

“Massonica Child Identification Programmi (CHIP) è una iniziativa benefica delle logge massoniche del nord america per facilitare l’identificazione e il recupero dei bambini scomparsi . Programmi CHIP sono supportati monetariamente dalla Gran Loggia, e sono gestiti da volontari provenienti da logge subordinate, nonché da forze dell’ordine e professionisti del settore dentistico

I programmi CHIP permettono ai genitori l’opportunità di creare un kit di identificazione per il loro bambino, a titolo gratuito. Il kit contiene una scheda di impronte digitali, una descrizione fisica, un video, disco computer o DVD del bambino, una impronta dentale, e un campione di DNA. Lo scopo del kit è quello di fornire informazioni critiche per il pubblico e per l’applicazione della legge nel caso in cui un bambino scompaia. Il programma è stato lodato dal Centro Nazionale per bambini scomparsi e sfruttati.

La videocassetta o DVD, oltre a catturare l’aspetto e la voce, include domande mirate verso gruppi di età del bambino e può aiutare a trovare bambini che potrebbero mancare per altri motivi oltre a sequestro.

Il programma massonico Child ID è stato fatto riferimento per statali e locali forze dell’ordine come modello per la creazione di questo servizio. La differenza tra CHIP massoniche e gli altri è che le agenzie di polizia municipale e di diritto in genere mettono tutti i dati raccolti (comprese le impronte digitali) in un database. Il Child ID programma massonico opera con la massima riservatezza, con tutti i dati su computer portatili rimuovere da sistemi subito dopo che i dati DVD è stato scritto. Se un DVD o un video si perde da un genitore o tutore, possono semplicemente avere un altro creato gratuitamente frequentando un altro evento massonico Child ID” [FONTE CLICCABILE]

images (3)

Ora che ci è più chiaro in cosa consiste questo Programma Massonico per l’Identificazione di Bambini proseguiamo con le evidenze.

Quella che segue è una citazione presa direttamente dal sito Masonichip.orgil sito web nazionale statunitense del programma massonico identificativo:

“Siamo lieti di annunciare che a partire dal 1990 le nostre Grandi Logge e le loro locali costituenti locali logge massoniche hanno:Generato oltre 1,5 milioni di “Pacchetti ID Completo” di bambini per i genitori e condotto oltre 15.000 eventi divulgatici e promozionali in America, ciò ha aumentato la consapevolezza dei pericoli che affrontano i bambini e sul come evitarli” [FONTE CLICCABILE]

mason-chip2

Non vi sentite un po’ più sicuri anche voi? Non vorreste anche voi che vostro figlio fosse monitorato da una Gran Loggia massonica?

Proseguiamo con un’altra citazione direttamente dalla home del sito web Masonichip.org:

Ogni anno, dal 1 aprile – 15 giugno alla National Center for Missing & Exploited Children in partnership con il Masonichip International si tiene la Campagna PRENDERE 25Quest’anno sfidiamo gli adulti a prendere 25 minuti per parlare con un bambino, adolescente o giovane adulto sulla sicurezzaPartecipano logge massoniche del Nord America nel conseguimento dell’attuale sfida di 5000 bambini … 25 minuti alla volta.” [FONTE CLICCABILE]

t300-mechipbanners

Per chi volesse sapere in cosa consiste la campagna PRENDERE 25, VISITI QUESTA PAGINA .

Qui di seguito potete visitare il sito ufficiale della campagna massonica PREDENRE 25.

Visitando quest’altra pagina dello stesso sito masonichip.org potrete, oltre a comprendere in cosa consiste la campagna PRENDERE 25, scaricare diversi volantini che illustrano come convincere e sensibilizzare dei bambini o degli adolescenti sul problema della sicurezza e delle possibili soluzioni promosse da Masonichip. Volantini come QUESTO, o QUESTO.

helpingbanner

Proseguiamo scoprendo come si può partecipare al Programma Massonico per l’identificazione dei Bambini, cito sempre il sito web nazionale del movimento:

“Iniziative MasoniCHIP sono uniche intraprese da ogni singola giurisdizione massonica, o “Gran Loggia”, che ha competenza su tutti i “regolamenti massoni” in una determinata area geografica, come uno Stato o Provincia. Ogni Gran Loggia decide autonomamente il livello al quale può dedicare risorse e volontari necessari per operare la sua iniziativa Masonichip. Ognuno deve decidere la natura e la portata ed individuare elementi da includere nei pacchetti per i genitori in occasione degli eventi. La Gran Logge di New York e del Massachusetts, due delle prime giurisdizioni “massonica Child ID” i cui programmi risalgono al 1990 e al 1996, rispettivamente, hanno entrambi pubblicato un manuale che rende facile i diversi passaggi” [FONTE CLICCABILE ]

images (2)

Come potete leggere nella citazione precedente esiste un manuale chiamato “MYCHIP manual”, pubblicata la SESTA edizione nel 2005, in cui vengono sintetizzati tutti gli accorgimenti necessari per realizzare un efficiente ed operativo Programma Massonico per l’Identificazione di Bambini”, il manuale può essere scaricato a QUESTO LINK.  [SCARICA ANCHE QUI]

Quella che segue è una riproduzione del frontespizio del manuale del Masonichip Program

mochip

Ora, dopo aver sommariamente introdotto il Programma Massonico per l’Identificazione dei Bambini, passiamo alle diverse giurisdizioni statali. Ebbene si. Come avete potuto leggere nelle citazioni precedenti esiste un programma masonichip per ogni stato degli USA che desiderasse attuarlo. Quindi esistono diverse giurisdizioni per ogni stato che ha voluto iniziare un Programma Massonico per l’identificazione infantile. Tenterò di proporre un censimento che non ha intenzione di essere completo ed esauriente, tenterò di fare un elenco delle Gran Logge Massoniche statali che promuovono un programma Masonichip.org. in uno degli stati confederati USA.

Infatti come potete verificare QUI la questione Masonichip ha coinvolto tutte le obbedienze massoniche nord americane e centro americane: “Gran Logge delle Province del Canada, degli Stati degli Stati Uniti d’America, tra cui il Distretto di Columbia e Puerto Rico, gli Stati del Messico, e l’americano-canadese Gran Loggia di Germania”.

Qui di seguito una lista delle Gran Logge Massoniche statali che hanno avviato un Masonichip Program:

-Partiamo con la gran loggia che da più tempo pratica questo programma: La Gran Loggia del Missouricliccando potete visitare il sito web del Programma Massonico d’Identificazione per Bambini promosso dall Gran Loggia del Missouri.
Qui di seguito potete visitare il loro calendario colmissimo di eventi in programma.
Qui di seguito potete inoltre verificare che hanno perfino aperto la possibilità di organizzare eventi nel 2015!

Proseguiamo con:

- La Gran Loggia del Connecticut

- La Gran Loggia della Pensylvania

- La Gran Loggia del Nebraska

- La Gran Loggia Massacchussetts

- La Gran Loggia del South Dakota

- La Gran Loggia del Maine

- La Gran Loggia del Kansas

- La Gran Loggia della Florida

- La Gran Loggia della Georgia

- La Gran Loggia della Virginia

-La Gran Loggia del Maryland

-La Gran loggia del Michigan

-Gran Loggia di Washington

Come potete verificare qui di seguito anche in CANADA sono attivi Programmi Massonici per l’Identificazione dei Bambini: [FONTE CLICCABILE]


download (3)

Credendo di aver dimostrato a sufficienza l’esistenza di un vastissimo programma internazionale per l’identificazione tramite DNA di migliaia di bambini da parte di diverse Gran Logge Massoniche, ora vi mostrerò altri articoli di giornalisti e blogger che si preoccuparono e scrissero di incresciosi eventi come quelli appena descritti.

Per esempio è utilissimo leggere questo articolo di Amy McPherson, avvocatessa statunitense, pubblicato sull’Huffington Post, ne riporto uno stralcio:

“Allora, perché mai è un gruppo massonico esclusivo di raccolta del DNA dei nostri figli, con il supporto della polizia e del governo attraverso gli Stati Uniti e il Canada?

Tu li conosci come MasoniChip , o forse siete stati indotti a credere che fosse uno Stato e di sforzo provinciale destinate a proteggere i più piccoli. Hanno creato fiere, creare partenariati con le forze dell’ordine e anche sforzano di distribuire i loro servizi attraverso sistemi scolastici pubblici nordamericani.

In Massachusetts questo programma Massone è stato promosso da CBS News dai gradini del funzionario State House e comprendeva il loro cane poliziotto, per coincidenza di nomeMason . Reporters riuscito solo per citare il cenno privato a quelli che promuovono lui o che il governo aveva poco a che fare con esso”  [FONTE CLICCABILE]

 

Passiamo velocemente a citare quest’altra storia, tutta statunitense. Sull’onda dei programmi d’identificazione infantile fu introdotto, l’anno scorso, un programma per il tracciamento di migliaia di studenti della Middle School di San Antonio, per mezzo di un chip RFID, a causa delle proteste fu interrotto. [FONTE CLICCABILE]

chip10_014.172164624_std
[Nell'immagine qui sopra un bambino sta subendo il processo identificativo]

CONCLUSIONE

Tenterò di trattenermi confidando nella diplomazia e nell’autocontrollo. Dal 1990 è attivo un programma internazionale che punta a identificare quanti più minori possibile su territorio Nord Americano. Questi tipo di identificazione non è tracciabile dal punto di vista satellitare, non si tratta di un’identificazione tramite chip sottocutanei (rfid), ma si tratta di un’identificazione tipica di quelle riservate agli arrestati ed ai carcerati: impronta dentale, dna, impronte digitale, registrazione vocale ecc. Faccio notare che in Italia la procedura identificativa per gli arrestati verte e si limita a delle semplici impronte digitali e ad una semplice fotografia.
Dovremmo tutti domandarci, non avendo la presunzione di rispondere immediatamente,
“è veramente per la sicurezza delle famiglie che la massoneria statunitense, con l’aiuto del governo e di diverse istituzioni, anche mediatiche, sta identificando migliaia di infanti?”

download (2)

QUI DI SEGUITO POTETE AMMIRARE PARTE DEL PROCESSO IDENTIFICATIVO CHE OGNI BAMBINO DOVREBBE SUBIRE SECONDO LA MASSONERIA STATUNITENSE:  

image002

MOCHIP Child ID

 

USA: Masonichip – Programma Massonico per L’Identificazione dei Bambini [PROVE e FOTO] Lo Sai

Iniziazione, esoterismo e luciferismo nella Massoneria del Grande Oriente d’Italia

$
0
0

Iniziazione, esoterismo e luciferismo nella Massoneria del Grande Oriente d’Italia Lo Sai

di padre Paolo M. Siano, FI

[Fonte Cliccabile]

1. Illuminismo e naturalismo nella Massoneria del Grande Oriente d’Italia (GOI)

Nel 2005 la Massoneria italiana del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani (GOI) ha sontuosamente e superbamente celebrato il suo bicentenario di fondazione (1805-2005). Sono anni ormai (precisamente dal tempo del post-Concilio Vaticano II) che il GOI esce cautamente “allo scoperto” (ma senza rinunziare del tutto al suo aspetto “segreto”, o “riservato”) mediante iniziative culturali tese a dare al pubblico profano un’immagine pulita della Massoneria, per cui la Massoneria (e in particolare quella del GOI) non avrebbe nulla a che fare con affarismi illeciti, cospirazioni a danno dello Stato e della Chiesa, e né tanto meno con il satanismo … La Massoneria sarebbe una Istituzione per l’Uomo e con l’Uomo, finalizzata al progressivo miglioramento del singolo massone e dell’umanità, mediante modalità adogmatiche ed esoteriche.
Ho l’impressione che l’accettazione di tali “auto-certificazioni” mas-soniche spieghi, in sostanza, l’atteggiamento socialmente benevolo che laici di Destra e persino cattolici mostrano attualmente nei confronti della Massoneria.
Il giornalista Claudio Lindner scrive (nel 2002): «In Italia tra i principali promotori di interpellanze e interrogazioni parlamentari a sostegno dei diritti dei massoni c’è sempre stato il senatore Mar-cello Pera, ora presidente di Palazzo Madama» .
Pera ha più volte denunciato il laicismo ed il relativismo diffusi in Europa a livello socio-politico e persino teologico. Tuttavia, lo stesso Pera non è riuscito a sfuggire del tutto all’insidia relativistica allorché ha proposto all’allora cardinale Ratzinger (come soluzione per un rinnovamento cristiano europeo) una religione cristiana civile, ossia una religione cristiana non confessionale costituita da po-che verità accettabili da tutti, dunque senza dogmi scomodi. Ovviamente Ratzinger non ha accolto tale proposta sottolineandone la impossibilità .
Passando al mondo cattolico, segnalo don Rosario Francesco Esposito (sacerdote paolino filo-massone) che in un suo libro, riguardo presunte concordanze tra Chiesa e Massoneria, scrive (nel 1987) di essere a conoscenza del fatto che massoni militano in gruppi cattolici organizzati, massoni dirigono gruppi diocesani e regionali di laici impegnati, nell’Azione Cattolica, nello scoutismo; in alcuni casi, massoni collaborano con Vescovi alla stesura di documenti e Lettere Pastorali e anche nella guida di istituzioni cattoliche e miste, nella gestione di Istituzioni scolastiche, ospedali, cliniche, opere caritative e filantropiche…
Segnalo anche «voci autorevoli del mondo cattolico» censite da Massimo Introvigne il quale, in un suo libro, dopo aver affermato la inconciliabilità tra Massoneria e Chiesa Cattolica, scrive in conclusione:

«[…] Ma questa ferma posizione dottrinale non impedisce a voci autorevoli del mondo cattolico di esprimere perplessità e riserve quando parlamenti e governi emanano leggi e misure amministrative anti-massoniche che sembrano mettere in pericolo i prin-cipi generali della libertà di associazione che costituiscono un elemento irrinunciabile della dottrina sociale della Chiesa» .
Bisogna riconoscere che nel loro processo di “trasparenza” i massoni presentano onestamente due elementi fondamentali della loro cultura rituale-simbolistica-filosofica: si tratta dell’Illuminismo e dell’esoterismo . Lo studio attento di quei due elementi permette di riconoscere che la incompatibilità tra Massoneria (GOI) e Chiesa Cattolica è profonda, intrinseca e permane a livello di princìpi.
Non temo di esagerare se affermo che, nel suo essere ed operare, la Massoneria del GOI vive uno stato permanente di complotto contro la Chiesa Cattolica . Infatti, il GOI non fa mistero di propagare una cultura laicistica fondata sull’assoluta indipendenza della ragione umana dai dogmi religiosi e soprattutto da quelli della Chiesa Cattolica la quale, dal punto di vista massonico, avrebbe la pretesa dogmatica di avere tutta la Verità . Sul fondamento del razionalismo illuministico, i massoni del GOI possono facilmente edificare una cultura laicistica i cui contenuti corrispondono in pieno con quelli dell’attuale Sinistra politica e della Rosa nel Pugno (Radicali , Socialisti…), ossia: separazione radicale tra Stato e Chiesa, scuola laica aconfessionale , secolarizzazione sociale (ossia massima autonomia dell’etica, della politica e della ricerca scientifica dalle Religioni e quindi dalla Dottrina Sociale e Morale della Chiesa Cattolica), tutela e liberalizzazione del divorzio , massima libertà scientifica e di sperimentazione sugli embrioni , fecondazione artificiale , diritto all’aborto , diritto (o dovere!) alla contraccezione , diritto all’esercizio sessuale dell’omosessualità , PACS (“matrimoni” omosessuali e coppie di fatto) detti anche DI-CO (Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi) …
Il secolarismo o laicismo massonico promosso da massoni (e vertici) del GOI è palese . E anche quei massoni del GOI che fanno professione di essere “cristiani” e che (più o meno apparentemente) sembrano distaccarsi da tale laicismo aggressivo, non possono però non sottomettersi a quel soggettivismo filosofico-religioso-etico di cui la Cultura Massonica è intrinsecamente e in-delebilmente caratterizzata .
Nell’Editoriale del numero 4/2000 di Hiram (rivista del GOI), il Gran Maestro Raffi ha condannato il tentativo cattolico (di cosiddetti “integralisti”) di illustrare (e riscrivere) la storia del Risorgi-mento in senso anti-massonico. Raffi rivendica «a pieno titolo» il contributo massonico al Risorgimento italiano e alla «costruzione di uno Stato laico e moderno». La Massoneria difende «la tradizione laica risorgimentale» e sin da quell’epoca si è impegnata in un «ambizioso progetto di secolarizzazione» della società italiana. A conclusione del suo discorso, Raffi afferma:

«Per questi motivi i massoni, che si sono posti da sempre l’obbiettivo della laicizzazione e modernizzazione del Paese, sa-ranno sempre in prima fila per difendere l’esperienza risorgimentale, che si cementò sul vincolo strettissimo fra sentimento nazionale, spinta modernizzatrice e forte visione laica della civiltà, e sa-ranno fieri avversari dell’integralismo cattolico e delle forze disgregatrici che, da qualunque versante politico provengano, tenteranno di minare la democrazia e il laicismo nel nostro Paese» .

Il laicismo massonico propone una visione della vita e del mondo (in tedesco: si direbbe Weltanschauung) immanentistica o naturalistica. Ed è ovvio che il naturalismo laicistico può facilmente indulgere non solo alla ricerca dei piaceri carnali ma persino ad una sorta di “culto” per il nudismo, per il sesso, per gli organi della riproduzione umana…
Su Rivista Massonica del 1910 (GOI), il massone Dunstano Cancellieri (GOI) esaltava il libero «Pensiero», «Caino» e il «Fallo» (cioè l’organo sessuale maschile), contro «Jehovah», contro Abele e contro la verginità, quest’ultima reputata dal Cancellieri «sterile ed oziosa» .
A proposito della iniziazione al 3° grado (e della relativa leggenda di Hiram), Cancellieri scrive che il Massone iniziato Maestro (cioè che ha vissuto la leggenda di Hiram nell’iniziazione al 3° grado) comprende che «nulla si crea ma tutto si genera in Natura» . Inoltre, al Maestro Massone, «la lugubre cerimonia iniziatica dimostra che il male ed il bene, la morte e la vita, la corruzione e la ge-nerazione non sono forze antagonistiche ma elementi reciproci di conservazione del Cosmo, e soltanto a noi sembrano inconciliabili causa la limitazione della nostra coscienza» .
La Gran Loggia di Rito Simbolico Italiano (RSI) è riservata a coloro che sono già Maestri Massoni del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani (GOI). Sul website del RSI leggiamo un commento di Roberto Ascarelli (defunto) alle due colonne del portico del Tempio di Salomone e quindi della Loggia Massonica. Ascarelli, ebreo, Gran Maestro del RSI e Gran Maestro Aggiunto del GOI, è stato uno dei protagonisti dell’ambiguo dialogo avvenuto dopo il 1969 tra ecclesiastici cattolici (don Rosario Esposito…) e dignitari massoni (Giordano Gamberini…). Ascarelli afferma che le due colonne del portico della Loggia massonica, Jakin e Booz [Boaz], corrispondono rispettivamente all’organo sessuale maschile e a quello femminile. Inoltre, Ascarelli spiega che invertendo cabalisticamente i due termini (Jakin e Boaz), essi corrispondono invece all’organo sessuale maschile e al coito sessuale .
Nel 1975 l’editrice massonica Atanòr (di Roma) pubblica l’edizione italiana del libro La Symbolique Maçonnique (La Simbo-logia Massonica) di Jules Boucher e nel 1998 la ripropone in ristampa anastatica. Nel 1943 Jules Boucher (1902-1955) entra nel-la Grande Loge de France (GLDF) e giungerà al 33° grado del Rito Scozzese Antico e Accettato (RSAA) del Supremo Consiglio connesso alla GLDF. Nel lavoro dell’edizione italiana di quest’opera del Boucher, si è particolarmente distinto il massone italiano Ivan Mosca (amico di Jules Boucher) . I Cataloghi Atanòr (1999-2005) presentano l’opera del Boucher in questi termini:

«Questo testo del Boucher presenta in modo ampio ed esaurien-te il simbolismo massonico nelle sue diverse articolazioni e in ri-ferimento ai gradi di apprendista, compagno e maestro. In esso tutti i simboli vengono interpretati alla luce del pensiero e della tradizione esoterico-massonica» .

Ecco alcune idee interessanti contenute in quest’opera del Boucher 33°:
a) L’iniziazione massonica integra il candidato all’Egregoro della Loggia; egregoro: entità prodotta dalla Loggia; con tal nome si indicavano gli Angeli (ribelli) che giurarono sul Monte Hermon, secondo quanto riferisce il Libro di Enoch .
b) Le cerimonie rituali massoniche sono «vere operazioni magiche» .
c) Le due colonne del portico della loggia massonica (Jakin e Boaz), rappresentano le forze opposte e necessarie l’una all’altra: maschile-femminile, attivo-passivo, costruttivo-distruttivo… Inoltre, mediante una lettura cabalistica, i nomi delle due colonne massoniche (Jakin e Boaz) sono rispettivamente interpretati come: «il coito» e «l’organo fecondatore, il fallo» .

Circa tale «simbolismo sessuale», Boucher aggiunge:

«Tale etimologia non mancherà di impensierire certi pudibondi repressi e quei cattolici retrivi che sono ancora persuasi [...] che la Massoneria, anticamera dell’Inferno e Sinagoga di Satana, è una scuola di stupro e depravazione. Non dobbiamo cercare di farli ricredere, ma semplicemente dobbiamo ripetere la celebre sentenza: “Tutto è puro per i puri” e conservare con fermezza l’aspetto magnificamente creatore (diremmo quasi: demiurgico) di questo simbolo» .

Sul conto di Jules Boucher, il massone Natale Mario Di Luca (GOI) scrive che fu «attivo partecipante del circolo occultista de-nominato Grand Lunaire, dedito alla magia nera e al satanismo» .
Anche il massone Luigi Sessa (GOI e 33° grado del RSAA) spiega che le colonne del portico della Loggia massonica (Jakin e Boaz), attraverso un gioco di inversioni letterali, segni cabalistici e letture cabalistiche a rovescio, rappresentano (soprattutto al 2° gra-do di Compagno d’Arte e al 3° grado di Maestro Massone) l’organo sessuale maschile («Mascolinità», «Fallo») e quello femminile («Cteis», «Femminilità»), dunque «l’Armonia degli Opposti», «Equilibrio universale», l’«Eterno Mascolino» e l’«Eterno Femminino» che sono nella Divinità… Sessa spiega che è al Terzo Grado di Maestro che il massone scopre il simbolismo sessuale «nella più pura dimensione spirituale», ossia nella Divinità creatrice…

2. Iniziazione ed esoterismo nella Massoneria del Grande Orien-te d’Italia (GOI)

Con questo studio voglio approfondire qualche aspetto interessante dell’altra nota vitale della Massoneria del GOI, ossia l’esoterismo. I contenuti dell’esoterismo massonico offrono – a mio avvi-so – i motivi più profondi e veritieri dell’incompatibilità tra Chiesa e Loggia e spiegano anche il perché di tanta ostinazione massonica nella promozione irrinunciabile del laicismo.
Il massone Angelo Sebastiani (GOI) afferma che «in pratica l’esoterismo è un orientamento spirituale che si fonda su dottrine a carattere segreto e che è trasmesso oralmente dal Maestro a pochissimi discepoli eletti» . Sebastiani, con onestà intellettuale, ri-conosce che «interessarsi all’esoterismo in Massoneria, significa perseguire gli studi delle scienze occulte» . Scopo delle dottrine esoteriche è trasformare l’uomo, farlo passare dal piano umano a quello divino… .
L’art. 5 della Costituzione della Massoneria del Grande Oriente d’Italia afferma:
«La Comunione Massonica Italiana segue il simbolismo nell’in-segnamento e l’esoterismo nell’Arte Reale» .
La Massoneria non è solo scuola di laicismo (ovvero razionali-smo illuministico), ma è anche o soprattutto una associazione ini-ziatica ed esoterica, costituita da gradi e riti di iniziazione. Già al primo grado (Apprendista), la Massoneria – attraverso il ruolo cen-trale del Presidente di Loggia («Maestro Venerabile» o «Maestro di Loggia») – pretende di trasmettere al candidato «la Luce Massonica». L’iniziato massone muore al mondo profano e rinasce alla vita massonica. Nel gergo massonico si dice che l’Iniziazione Massonica (nel Gabinetto di Riflessione) realizza la «morte iniziati-ca» , «morte simbolica» , «morte mistica» , o addirittura «suicidio metafisico» .
Tra i Massoni del GOI ci sono coloro che affermano (e coloro che, per lo meno, lasciano chiaramente intendere) che le azioni rituali massoniche (es. “squadratura” del Tempio, “Catena d’Unione”, posizione rituale… iniziazione ai tre gradi fondamentali di Apprendista-Compagno-Maestro Libero Muratore) sono autentici riti magici che intendono sacralizzare l’ambiente della Loggia, trasformare l’uomo, elevarlo sul piano divino, divinizzarlo . In ogni caso, il carattere intrinsecamente magico dei riti massonici si evince dall’esame oggettivo della ritualità massonica, a prescindere dalle “interpretazioni” dei singoli massoni. Per comprendere meglio la magia rituale massonica (la cui essenza filosofica è la soggettivistica volontà di potenza), si consideri il soggettivismo religioso che permea la Loggia. I lavori rituali massonici si svolgono A Gloria del Grande Architetto dell’Universo (GADU). Il GADU è per i massoni «il simbolo iniziatico» , l’ideale “trascendente”, ciascuno libero di interpretarlo secondo la propria fede o credenza (dunque: soggettivismo religioso)… . La Loggia è il luogo in cui i massoni, oltrepassando dogmi ed autorità religiose, entrano in rapporto col GADU (soggettivisticamente inteso) e ricevono (o pretendono di ricevere) luce, coscienza, effluvi spirituali (ma solo i massoni preparati e motivati ne usufruiscono…). I Maestri Massoni del GOI, esperti di esoterismo, non fanno fatica a intendere panteisticamente il GADU come una Forza Cosmica di cui essi sarebbero una scintilla consustanziale…

Nel rituale del grado di Maestro Massone del GOI, datato Roma 1880, durante l’inaugurazione di un Tempio massonico, il corteo guidato dal Maestro Venerabile entra in loggia portando «il fuoco sacro». La «stella fiammeggiante» è posta sul trono del Venerabi-le, il quale, scendendo dal trono e rivolto verso la stella dice:
«Luce misteriosa e divina, fuoco sacro, anima dell’Universo, principio eterno del mondo e degli esseri, simbolo del G.∙.A.∙. ri-schiara il nostro spirito, illumina i nostri lavori, fortifica i nostri animi ed infondi in noi il fuoco vivificante della Massoneria!» .
Durante il funerale massonico, la Loggia è parata in lutto. Il Ma-estro Venerabile rivolge tra l’altro la seguente orazione al Grande Architetto dell’Universo: «G.∙.A.∙.D.∙.U.∙. forza infinita, fuoco venerato che tutto ciò che vive fecondi, immutabile origine d’ogni trasformazio-ne, fa che il nostro Fr.∙. possa vivere eternamente con te come ha vissuto con noi» .
Il simbolismo della Luce è un leitmotiv fondamentale e costante in Massoneria. I Maestri Massoni portano la Luce, la trasmettono ai neofiti e agli altri massoni… La Massoneria si presenta come un Culto di Luce-Fuoco (Lichtkult, direbbero i massoni di lingua tede-sca). Con grande pompa vengono celebrati Solstizi ed Equinozi…
Il Gran Maestro Gustavo Raffi afferma che l’investitura a Gran Maestro:

«È il frutto spirituale di una convergenza iniziatica, realizzata sot-to l’egida della Luce, che culmina e si perfeziona nel momento della trasmissione all’eletto dei poteri sacrali, gerarchici e tradi-zionali ad opera dell’ex Gran Maestro» .

Dal punto di vista massonico, l’investitura a Gran Maestro com-porta «una trasmissione gerarchica di poteri in nome della Luce» .
Raffi sottolinea «la centralità del Rituale»:

«Per questo, vogliamo ricordare e ribadire che il Rituale non solo è ciò che segna la nostra appartenenza – il nostro tratto distintivo – ma ciò che ci fa seguaci della Luce. Senza il Rituale non esi-steremmo, senza il Rituale i nostri atti, i nostri gesti, le nostre in-segne sarebbero ingranaggi senza vita, parole senza effetto, atti privi di senso. Sarebbero i movimenti inconsulti o, comunque, pro-fani di un grande corpo dotato di una vita meccanica, materiale, ma non spirituale. Il Rituale – specchio della Luce – è la linfa vitale che anima la Comunione: è la parola che crea, trasforma e perfe-ziona l’iniziazione» .
Il Grande Oriente d’Italia prevede un Rituale della Festa delle Rose (o di San Giovanni Battista) per celebrare il Solstizio d’Estate, insieme ad amici profani. È un rituale di ispirazione drui-dica (così è precisato dalla dotta introduzione al suddetto Rituale). Ad un certo punto della Cerimonia, il Maestro Venerabile dice:

«Il Fuoco di San Giovanni è il simbolo della Luce. È il Fuoco co-smico che è all’origine di ogni vita, materiale e spirituale. Il Fuoco crea dunque la vita: la sostiene, la conserva e la distrugge. Ma distruggendola, da sempre vita ad un nuova vita. Il Fuoco è in tutto: è nel sole, nei pianeti e nell’uomo. Esso è negli animali, nel-le piante e nei minerali» .

Il Rituale della Festa delle Rose denota una religiosità ed una mistica panteistica ed animista, gnostica, in cui l’elemento cristiano (es.: il riferimento a san Giovanni Battista) è solo esteriore e co-munque da intendersi sempre in modo indipendente da qualsiasi dogma ecclesiastico. La ritualità massonica deve essere sempre letta nel contesto mètadogmatico, soggettivistico ed antidogmatico della “sapienzialità” (o “filosofia”) massonica.
Il carattere quasi-sacramentale (o, per meglio dire, magico) del culto massonico alla Luce, traspare anche dal Rituale per la Festa della Luce o di San Giovanni d’Inverno (27 dicembre). I Massoni del GOI sono avversi ai dogmi cattolici (inclusi quelli cristologici). Il loro Cristo ed il loro san Giovanni Evangelista è solo un riferimento essoterico (cioè esteriore) che essi, esotericamente (interiormente) “riempiono” di contenuti magico-occultistici.
Poco prima dell’inizio della Festa della Luce, il Maestro Vene-rabile (MV) dice: «Sia illuminato lo spazio di questo Tempio con il fuoco proveniente dall’alto dell’Oriente. La sua luce, che proviene dall’Uno eterno, ci completi e ci illumini nel lavoro che ci avviamo a compiere» .
Il MV chiede al 1° Sorvegliante di Loggia perché ci si raduna in quell’occasione. Il 1° Sorv. risponde: «Perché il Solstizio d’Inverno è il simbolo della rinascita spirituale attraverso i riti d’Iniziazione; è la fine del regno delle tenebre, la rinascita del sole invitto e il trion-fo della Luce» .
Durante la cerimonia (aperta anche ai profani, amici o parenti di massoni), con l’estinzione delle Luci è raffigurato il dominio delle Tenebre sulla Terra. Mentre nella Loggia regna l’oscurità ed il «si-lenzio assoluto» (solo il braciere all’Oriente è acceso), il 1° Sorve-gliante di Loggia dice «lentamente e solennemente»:
«Lassù, nella lontananza dell’Oriente, una luce ardente annun-cia nuova vita» . Quindi le Luci sono ritualmente riaccese e ritorna la “gioia”…
Quindi si celebra con “gioia” il ritorno della Luce… Al termine del-la ritualità, il MV chiede che ora è. Il 1° Sorv. risponde che «le luci dell’esterno sono da tempo spente». E il 2° Sorv. aggiunge : «Ma, invincibile, rimane in noi la Luce interiore»; al che, il MV replica: «Portiamo questa luce con noi, a beneficio del mondo intero» .
Anche di recente, il Gran Maestro del GOI (Gustavo Raffi) ha ribadito che al momento dell’Iniziazione, i massoni ricevono la «Luce Iniziatica», la «Luce della Verità». Raffi mostra simpatia verso la «Tradizione Ermetico-Iniziatica» . Il «Patrimonio Iniziati-co» custodito dai Liberi Muratori si riallaccia anche a «l’insegnamento sapienziale del grande Ermete» (Ermete Tri-smegisto).
Gustavo Raffi spiega che la Massoneria, nata nel secolo XVIII, custodisce sia un patrimonio iniziatico ed esoterico («il pitagori-smo, l’ermetismo alessandrino del II e del III secolo …, l’alchimia, la Qabbalah, la gnosi, il templarismo, i Rosa-Croce, la teurgia, la magia rinascimentale e le tradizioni greco-romana ed egizia»), sia un insieme di idee della filosofia liberale inglese del sec. XVII e dell’Illuminismo del sec. XVIII .
Pertanto la magia fa parte dell’ossatura della Ritualità Massoni-ca, ne costituisce la “linfa vitale” e l’essenza; insomma, la magia è intrinseca al Rito Massonico, già nelle Massonerie regolari, già nei primi tre gradi amministrati da Grandi Orienti o Grandi Logge e nel caso specifico, parliamo del Grande Oriente d’Italia. Poi, i Masso-ni, soprattutto col Terzo Grado di Maestro, possono approfondire ulteriormente teorie e prassi magiche, in sistemi massonici detti “Alti Gradi” oppure in gruppi paramassonici che ufficialmente non sono massonici ma di fatto constano (esclusivamente, o almeno in gran parte) di massoni.

Ora, nell’ambito della magia teorico-pratica, la sessualità può avere un ruolo assai importante. La magia sessuale (o alchimia in-terna) pretende di condurre l’adepto/a all’immortalità, al conse-guimento, qui in terra, del corpo di gloria, dunque la propria auto-redenzione o auto-divinizzazione. Le varie tecniche di magia ses-suale (Arcana Arcanorum), o alchimia interna, sono trasmesse da antiche tradizioni gnostiche, tantriche, alchemiche e hanno trovato praticanti e trasmettitori tra adepti o cerchie interne dei seguenti gruppi massonico-esoterici :
a) l’Ordine Egizio o Rito Egiziano, fondato dal celebre mago e massone Giuseppe Balsamo detto il Conte di Cagliostro (1743?-1795), frequentatore di ambienti magici napoletani del Settecento. Nella Napoli della metà del Settecento l’interesse per l’occulto, l’alchimia e la magia erano notoriamente coltivati dal Gran Maestro della Massoneria locale, Raimondo di Sangro, principe di San Se-vero (1710-1771). Certamente Cagliostro è stato promotore di tecniche di magia sessuale (gli Arcana Arcanorum o Scala di Na-poli) .

b) Riti massonici egittosofici di Misraim e di Memphis, nati nel secolo XIX e che tra XIX e XX secolo hanno conosciuto varie combinazioni e scissioni a catena (Rito di Misraim, Rito di Mem-phis, Riti di Misraim e Memphis, Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraim…). Si tratta di Riti (Corpi di Alti Gradi) massonici di ma-gia evocatoria egiziana, cabalistica, alchemica, ermetistica, in-somma, terreno propizio per la trasmissione e la prassi degli Arca-na Arcanorum .
c) Fratellanze Miriamiche, seguaci delle dottrine del mago Giu-liano Kremmerz, alias Ciro Formisano, nato a Portici nel 1861 e morto a Beausoleil (Francia) nel 1930. Kremmerz fondatore della Fratellanza Terapeutica Myriamica fu cultore di ermetismo egizia-no e di magia sessuale . Intorno al 1920, al Kremmerz (con Vin-cenzo Soro, Arturo Reghini e altri) fu chiesta collaborazione dal massone Ciro Alvi (GOI), fondatore e dirigente della celebre editri-ce massonico-esoterica Atanòr .
Le dottrine kremmerziane hanno avuto ed hanno ancora se-guaci tra i massoni del GOI e del RSAA giustinianeo e anche di al-tre Obbedienze massoniche .
Il massone Natale Mario Di Luca ha rilevato, circa Kremmerz, che «al suo insegnamento ermetico, si richiamano ancora, in tutto o in parte, numerosi membri del G.O.I., del R.S.A.A. e delle varie massonerie “egiziane”» .
Il massone Di Luca (già Presidente del Collegio Circoscriziona-le dei Maestri Venerabili delle logge del Lazio, GOI) ha citato i no-mi di alcuni massoni del GOI che, tra la prima e la seconda metà del secolo XX, hanno avuto la passione per il lavoro esoterico. Di Luca afferma che, in quel periodo, nell’ambito del GOI, il «lavoro iniziatico» è stato «riservato a gruppi largamente minoritari ed éli-tari» . Dunque i gruppi massonici magico-occultisti sarebbero mi-noritari, da un punto di vista “sociologico” (che fa comodo ai masso-ni per “scaricare” all’occorrenza i Fratelli più occultisti dinanzi all’opinione pubblica e soprattutto cattolica), ma da un punto di vista qualitativo, sarebbero gruppi “élitari” (e non marginali!) ossia custo-di dell’autentico “patrimonio” sapienziale della Massoneria.

d) Ordini martinisti (dediti alla magia secondo la tradizione teur-gica di Louis-Claude de Saint-Martin, un mago e massone del Set-tecento). I martinisti italiani del sec. XX (divisi in vari gruppi anta-gonisti) si considerano gli eredi dei “martinisti napoletani” (ossia dei discepoli del celebre Elifas Levi, ex suddiacono cattolico, oc-cultista francese del sec. XIX) attivi nel secolo XIX: Nicola Speda-lieri, Giustiniano Lebano (che vedremo più avanti), Pasquale De Servis, la cui “eredità” confluisce nella magia di Giuliano Krem-merz . Nel primo Novecento, i martinisti italiani si dividono in al-meno due gruppi, ciascuno legato ad esponenti delle due principali Massonerie italiane dell’epoca: un Ordine Martinista è legato ad un massone del GOI e 33° grado RSAA di Palazzo Giustiniani (Adolfo Banti, di Ancona); l’altro Ordine Martinista è legato invece ad e-sponenti del RSAA “scismatico” detto di Piazza del Gesù (nato da una scissione dal GOI, nel 1908) che fu presieduto da Vittorio Ra-oul Palermi 33° (successore di Saverio Ferra 33°, iniziatore dello “scisma”) .
Il massone e martinista Gastone Ventura scrive che agli inizi del Novecento, martinisti entravano nelle logge del GOI e vicever-sa. Ad esempio: nel 1910, Dunstano Cancellieri, (GOI e 18° grado del RSAA) entrò nel Martinismo; nel 1922, entrò nel Martinismo anche Adolfo Banti 33° (RSAA di Palazzo Giustiniani, e quindi membro del GOI). Altri celebri massoni martinisti: Ciro De’ Conca, Arturo Reghini, Giordano Gamberini, Umberto Gorel Porciatti 33° .
e) Chiese gnostiche, tra cui:
1- la Chiesa Gnostica d’Italia (nata nel 1945 e guidata da im-portanti esponenti del GOI e del RSAA: Giordano Gamberini 33°, Mario De’ Conca 33°, William Anceschi, Carlo Gentile…);
2- la Ecclesia Gnostica Catholica (ECG): nasce negli ambienti dell’OTO di Theodor Reuss (membro di un Rito di Memphis e Mi-sraim); annovera tra i suoi membri Aleister Crowley; subisce vari scismi… e prevede una messa gnostica .
3- la Chiesa Gnostica Italiana (Loris Carlesi, Francesco Brunelli, Luigi Furlotti…) .
4- la Ecclesia Gnostica Spiritualis, di Michel Bertiaux (OTO, OTOA, Rito massonico di Memphis e Misraim ).
f) sistemi “neo-templari” di magia cerimoniale: l’Ordo Templi O-rientis (OTO) e l’Ordo Templi Orientis Antiqua (OTOA) .

Tra i massoni italiani ci sono stati (e probabilmente ci sono tut-tora) massoni membri di vari gruppi magico-esoterici sopra segna-lati, ad esempio:
- Giustiniano Lebano (1832-1909): avvocato napoletano, risor-gimentale, massone e dignitario del GOI, della Società Teosofica, del Rito di Memphis (di Giambattista Pessina) e poi dei Riti di Memphis e Misraim uniti (da Giuseppe Garibaldi, eroe del Risor-gimento, già Gran Maestro del GOI, 33° grado del RSAA). Lebano conobbe il massone Giosué Carducci (GOI), il cui «Inno a Satana» lo ispirò a comporre un «Padre Nostro satanico» (“componimento” massonico ed anticlericale). Lebano fu uno degli “eredi” napoletani degli interessi magico-occultistici di massoni settecenteschi quali Raimondo di Sangro e Cagliostro. Il famoso Kremmerz/Formisano entrò in contatto anche con Giustiniano Lebano .
- Marco Egidio Allegri (†1949): 33° grado del RSAA giustinia-neo , martinista, membro del Rito di Misraim e Memphis.
- Adolfo Banti (di Ancona), membro del GOI, membro del Su-premo Consiglio del 33° grado RSAA giustinianeo (almeno dal 1908) , nel 1922 fu iniziato all’Ordine Martinista da Marco Egidio Allegri 33° .
- Tito Signorelli (1875-1958): veneziano, pastore evangelico, sopraintendente della Chiesa Metodista Episcopale d’Italia, iniziato massone nel 1924, diventò Luogotenente Sovrano Gran Com-mendatore (LtSGC) del Supremo Consiglio del 33° grado del RSAA della Massoneria Unificata Italiana (nel periodo della se-conda guerra mondiale, dal 1943) e dal 1946 al 1949 fu Sovrano Gran Commendatore del RSAA di Palazzo Giustiniani . Fu in col-legamento col Rito del Misraim e Memphis di Allegri e diede licen-za a Mario De’ Conca 33° di ricevere il grado 33.·.95.·. del Rito di Memphis amministrato da Allegri. In una lettera ad Allegri, Signo-relli spiega che molti massoni del RSAA giustinianeo sono membri del Rito di Memphis .
- Alberto Russo-Frattasi: avvocato barese (assai legato a Giu-liano Kremmerz), membro del Supremo Consiglio del 33° grado RSAA giustinianeo (già in epoca pre-fascista), fu uno dei principali ricostruttori del GOI in Puglia, dopo il 25 luglio 1943 .
- Mario De’ Conca (1901-1970): figlio di un ex-sacerdote cattoli-co, Mario De’ Conca è stato membro del GOI, 33° grado RSAA giustinianeo, e dal 1945 (quando era già alto dignitario del RSAA) membro del Martinismo e del Misraim e Memphis (di Marco Egidio Allegri) , dal 1948 vescovo della Chiesa Gnostica d’Italia e fino al-la morte (senza rinunciare al suo “bagaglio” gnostico-massonico) fu unico rappresentante legittimo in Italia della Chiesa Vecchio-Cattolica di Utrecht.
- Giovanni Pica: chirurgo napoletano, membro del GOI (forse: Loggia I Figli del Vesuvio di Torre Annunziata – NA), Sovrano Gran Commendatore del Supremo Consiglio del 33° ed ultimo grado RSAA di Palazzo Giustiniani dal 1967 al 1976, e membro di uno dei filoni napoletani della Fratellanza Myriamica di Giuliano Kremmerz .
- Francesco Brunelli (1927-1982): medico e psicanalista peru-gino, massone del GOI, martinista e fondatore dell’Antico Ordine Martinista Tradizionale, vescovo della Chiesa Gnostica Italiana, è stato tra i (ri)fondatori in Italia dell’Antico e Primitivo Rito di Mem-phis e Misraim, che dagli Anni ’80 (sino al presente) fa parte dei Riti (Corpi di Alti Gradi) a cui possono accedere i Maestri Massoni del GOI. Brunelli ha avuto un ruolo importante nella Massoneria perugina a partire dagli Anni ’70. Dell’APRMM, Brunelli riprende la linea massonica delle successioni: Garibaldi-Degli Oddi-Yarker-Reuss-Teder-Bricaud-Chevillon-Dupont-Ambelain (tutti massoni che hanno trasmesso il Rito di Memphis e Misraim, un Rito di Alti Gradi massonici contenenti: magia, ermetismo, alchimia, gnosi, e riferimenti al Tantrismo) .
- Carlo Gentile (1920-1984): insegnante pugliese, massone dal 1945, dal 1966 ha ricoperto alti incarichi nel GOI (Gran Maestro Aggiunto e, nel 1979, Gran Maestro Onorario del GOI), 33° grado RSAA giustinianeo (dal 1968) , 33.·.66.·.90.·. grado dell’APRMM di Brunelli , martinista, sacerdote della Chiesa Gnostica di Carle-si-Brunelli…
Eccetto che per Brunelli e per i kremmerziani, degli altri non so se siano rimasti operativamente affascinati dalla magia sessuale (o «magia trasmutatoria», come la chiamava Brunelli ). Il men che si può dire è che in quegli ambienti esoterici non era, e non è diffi-cile acquisire e praticare tali conoscenze (o gnosi)… .
Intorno agli anni Ottanta del secolo XX, il massone Alberto Mo-scato (GOI e RSI) risulta a capo della sezione italiana dell’Ordo Templi Orientis, un ordine magico para-massonico fondato tra la fine del secolo XIX e gli inizi del XX, da massoni di area anglosas-sone (Karl Kellner 33°, Theodor Reuss 33°). L’OTO è aperto a uo-mini e donne, segue gradi massonici e pratica magia sessuale di ti-po tantrico, per realizzare l’Androgino perfetto, sotto gli auspici del «Baphomet, Capro Ineffabile», «Teschio Barbuto» o «Satana» .
In uno studio che ho consultato on-line nel 1999, è precisato che l’OTO di Moscato († 2006) ha instaurato rapporti benevoli col GOI e circa 10 membri dell’OTO sono (o sono stati) massoni .
Nel 1998, la Bastogi Editrice Italiana pubblica un libro di Alberto Moscato (per la collana “Biblioteca massonica”) sull’Ordo Templi Orientis (OTO). Questo gruppo di magia (potenziato e diretto dal celebre mago inglese Aleister Crowley dal 1922 al 1947) fonde gli insegnamenti di: Chiesa Cattolica Gnostica, RSAA, Illuminati, ecc… .
In questo libro, Moscato (massone e Agente Capo dell’OTO in Italia) afferma che il lavoro iniziatico nell’OTO (aperto a uomini e donne) mira alla formazione dell’«Androgino», la trasformazione dell’iniziato in Androgino (ricomposizione in lui delle energie ma-schile-femminile), il risveglio del potere serpentino, o il Serpente del tantrismo (la «Kundalini»), energia divina posta nel Mulhadara Chakra (alla base della colonna vertebrale). La magia dell’OTO vuole risvegliare questa energia e permettere all’iniziato di riap-propriarsi dell’antica divinità che ha perduto in seguito alla caduta edenica .
Moscato scrive che nell’OTO si pratica «Tantrismo», o «Magia Sessuale» , «Orgia Rituale» o «Orgia Sacra», da intendersi – spiega lui – non come depravazione sessuale, bensì come ceri-monia in cui si ricorre a simbolismi sessuali, pur senza praticarne gli atti . Tuttavia, poi il Moscato esalta l’atto sessuale (tra uomo e donna) compiuto con fini iniziatici, cioè allo scopo di formare l’Androgino e divinizzarsi. Egli definisce tale atto sessuale come «Atto Sacro», «Sacramento» ; insomma si tratta di vera e propria magia sessuale.
Moscato sottolinea troppo la “sacralità” dell’Orgia e la vuol puri-ficare, scagionandola dalle accuse di perversione sessuale mosse dai “profani”. Questo tentativo vale sulla carta e in teoria, ma nella prassi, conoscendo la fragilità dell’uomo dinanzi a certe passioni (e parliamo dell’uomo senza la grazia di Dio, che cerca anzi di auto-divinizzarsi), riteniamo che è praticamente impossibile resistere a certi impulsi…
Inoltre, Moscato, il cui nome iniziatico nell’OTO è Baphomet, pubblica, in Appendice al suo libro, il Rituale 729, rituale di invocazio-ne preparato da Baphomet-Moscato per Cavalieri e Dame dell’OTO. In questo rituale, «il Mago» invoca «Baphomet» chiamandolo «Aqui-la, Pellicano, Satana», «Teschio barbuto», «idolo bifronte», «andro-gino archetipo di perfezione», «Capro Ineffabile», «vita inestinguibi-le». Nella cerimonia, il mago pronuncia formule attraverso cui egli si dona a Baphomet (il suo nome è invocato anche dagli altri presen-ti), e desidera essere abitato da lui ed essere suo strumento. Nel rituale si accenna anche a: a) «l’Eucaristia per la comunione con Baphomet»; b) un’«Ostia» che il mago impregna col suo sangue; c) la consumazione dell’«eucaristia», dopo la quale, «esplode libe-ra e gaia la gioia degli astanti» .

La magia sessuale attira dunque l’interesse e il beneplacito an-che di massoni regolari. Oltre al caso del Dr. Moscato c’è anche quello del Dr. Giuseppe Schiavone, anch’egli membro del Grande Oriente d’Italia (GOI), membro del RSAA di Palazzo Giustiniani . Nel suo libro L’androgino, Schiavone descrive (con competenza e approvazione) la magia sessuale quale via per giungere alla per-fezione e beatitudine iniziatica .
Tra i massoni del GOI, legati (almeno intellettualmente e affetti-vamente) al mondo della magia gnostica e sessuale (OTOA, Cor-rente 93…), possiamo annoverare (a partire dagli Anni ’80) anche i calabresi Giuseppe M. S. Ierace e Aurelio Palmieri (di Locri), animatori della rivista esoterica Sixtrum (iniziata nel 1980) . Altri massoni del GOI legati (almeno di recente) a Sixtrum (secondo quanto emerge dal N° 2/2005, di Sixtrum ), con funzioni dirigen-ziali (qui indicate) e/o di articolisti:
- Mariano Luigi Bianca , già legato alle Edizioni Atanòr di Ro-ma (che, almeno dal 2005, editano anche Sixtrum), e fino al 2002, direttore responsabile delle riviste del GOI: Massoneria Oggi e poi Hiram; direttore responsabile di Sixtrum.
- Michele Greco (di Cosenza) , almeno nel periodo 2001-2002 è stato Presidente del Collegio Circoscrizionale dei Maestri Vene-rabili della Calabria all’Obbedienza del GOI ; direttore di Sixtrum.
- cav. Aurelio Palmieri (vice-direttore e capo redazione).
- Arturo Pacinotti: Presidente del Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Toscana (GOI) .
- Alberto Samonà (scrive anche su Hiram, rivista del GOI).
- (Avv.) Ernesto D’Ippolito: massone cosentino, 33° grado del RSAA di Palazzo Giustiniani , Presidente Emerito degli Ordini Forensi della Calabria e (dal 2003) Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani (GOI) .
- Ovidio La Pera: (massone fiorentino).

La rivista Sixtrum ha evidenti interessi per la magia sessuale. Sul website di Sixtrum si trova un articolo di Giuseppe M.S. Ierace (del 2002) che recensisce, in modo implicitamente positivo, l’opera Earth-Inferno dell’occultista Austin Osman Spare, esperto di magia sessuale “selvaggia”. Pansessualismo e magia nera costituiscono il cardine del pensiero e della vita di Spare, contenuti anche in E-arth-Inferno .

3. Luciferismo-satanismo culturale tra i Massoni del Grande Oriente d’Italia

Sulla base di prove documentarie (illustrate in questo mio stu-dio), oso asserire che in ambienti e personaggi assai distinti della Massoneria del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani (GOI), sussiste un certo satanismo-luciferismo di matrice razionali-stica e gnostico-esoterica. Intendo parlare di un luciferismo o sata-nismo culturale o “filosofico”, quale traspare da scritti di massoni. Non posso dire con certezza matematica (di cartesiana memoria) che ci sono massoni del GOI dediti anche a pratiche apertamente sataniche (es.: Messe Nere al Diavolo, orge e profanazioni di ostie consacrate…). Tuttavia, dinanzi alle prove della esistenza di un lu-ciferismo culturale (filosofico-esoterico) in prestigiosi ambienti massonici, lo studioso “profano” (cioè non massone) non fa “pec-cato” se sospetta che accanto alla teoria possa esserci (negli am-bienti su indicati) anche un certo tipo di prassi…
Dalla metà del secolo XIX fino ai nostri giorni, l’Inno a Satana del massone Giosué Carducci (il quale giunse al 33° ed ultimo grado RSAA) gode di una discreta simpatia tra i Maestri Massoni (non di rado insigniti anche di Alti Gradi, es. nel RSAA) che consi-derano Satana quale simbolo della Natura e della Ragione, della Luce massonica, del Libero Pensiero, e del Progresso contro il presunto “oscurantismo” dei dogmi della Chiesa Cattolica Roma-na, la quale (dal punto di vista massonico) pretenderebbe di pos-sedere tutta la verità.
Inoltre, il Satana carducciano può essere interpretato – dai Massoni – come la «Intelligenza demiurgica» («il re del convito») che ha fatto e congiunto cielo e terra, sole-luna, maschile-femminile, superiore-inferiore… principi opposti che anche la Mas-soneria vuole unire… .
Il Diavolo, dal punto di vista massonico, può essere anche in-terpretato come la manifestazione dell’Assoluto (per cui nella Dua-lità, dunque nel Male, si manifesterebbe l’Unità!) , ovvero come una tendenza ciclica ed eterna di involuzione (o deviazione) neces-saria dell’Assoluto, secondo idee di matrice panteistica, induistica e guénoniana.
Per i Maestri Massoni esperti di scienze iniziatico-esoteriche (ed insigniti di Alti Gradi, es.: RSAA), Lucifero può essere (è) non solo il simbolo della Luce massonica, della ribellione ai dogmi cat-tolici , ma anche lo Spirito di Luce, di vita, di libertà quasi demi-urgo o creatore del mondo , il «Portatore di Luce» (essere per-sonale o energia impersonale e cosmica, stato mentale illuminati-vo a cui giungono gli Iniziati) , lo Spirito divino della Gnosi e della Luce che (volontariamente o costretto dal Destino oppure dal mal-vagio Demiurgo Adonai, ossia il Dio Creatore venerato dai Cattoli-ci…) scende nelle Tenebre della Materia terrestre (l’Inferno), alla maniera del Lucifero dantesco, e con il quale l’Iniziato massone deve confrontarsi, incontrarsi, in certo qual modo assimilarsi nella ricerca/trasmissione della Luce Massonica e nella discesa agli in-feri (morte mistica, morte iniziatica), tappa necessaria per risalire alla Luce… .
«Lucifero» (o il «Diavolo») è interpretato, dai Maestri Massoni, anche come un Principio magico necessario per conoscere e per arrivare a Dio, alla Luce… , o come una forza magica che può contribuire ad aiutare l’iniziato massone nel suo processo di perfezio-namento («Grande Opera») alchemico , oppure simbolo dell’uomo (l’Iniziato) che giunge a compimento dell’opera di Alchimia esoterica e, illuminato, penetra e conquista le tenebre .
Il Serpente della Genesi (talora chiamato esplicitamente dai massoni anche coi nomi di «Lucifero», «Diavolo», «Satana») rappre-senta l’agente o il principio (personale o impersonale) che porta all’uomo (Adamo ed Eva) la Conoscenza-Libertà-Luce-Progresso… .

3.1. I Massoni, Giosué Carducci e Satana

Nel 1869, il Bollettino del Grande Oriente d’Italia pubblica il te-sto completo dell’Inno a Satana del massone Carducci sotto lo pseudonimo di Enotrio Romano . È interessante osservare che la Legge esoterica dell’Unione degli Opposti risalta anche nell’Inno a Satana del Carducci, generalmente (e superficialmente) inteso come semplice protesta razionalistica e anticlericale. Ma in effetti non vi mancano gli spunti gnostico-esoterici, poiché Carducci chiama Satana:
«de l’essere principio immenso/ Materia e spirito/ Ragione e senso» , lasciando intendere una certa conciliatio oppositorum.
Nel 1874, in un contesto anticlericale e razionalista, la Rivista della Massoneria Italiana (RMI) del Grande Oriente d’Italia, diretta da Ulisse Bacci (all’epoca 30°, ma più tardi 33° grado RSAA) , pubblica alcuni articoli in cui è presente l’elogio massonico nei confronti di Satana .
In uno di quegli articoli, un anonimo massone (Ulisse Bacci?) lamenta che i Massoni sono calunniati ed accusati di adorare il Diavolo . Tuttavia, a proposito del Satana elogiato dal poeta massone Giosué Carducci, l’anonimo giornalista scrive: «Se, come disse il poeta, Satana è il nume vindice della ragione, i Liberi Mu-ratori, sono lieti che il saggio spirito presieda e informi le loro adu-nanze» .

Il numero di novembre-dicembre 1896 della RMI, dedica alcune pagine al Congresso antimassonico di Trento (settembre 1896) . L’anonimo giornalista massone si sofferma tra l’altro sulla relazione antimassonica di un sacerdote tedesco, «il dott. Schewarz» . Costui afferma che i massoni praticano «il culto dell’umanesimo» , «i massoni al principio divino, quindi sostituiscono, il principio u-mano; sono nemici della rivelazione divina» ; «secondo i masso-ni al posto delle rivelazioni divine subentra la ragione (Ma benis-simo! proprio così! diciamo noi)» . Poi, il dott. Schewarz accusa i massoni di spingersi nel «culto satanico». Egli cita «l’Inno a Sata-na del Carducci» e si rifà all’autorità di Leo Taxil… . L’oratore te-desco propone di creare a Roma un centro dell’antimassoneria la cui opera dovrebbe venir appoggiata dalla stampa e anche in Ger-mania si dovrebbe creare una stampa antimassonica… .
L’anonimo massone commenta il discorso del dott. Schewarz lasciando ironicamente trapelare di condividere non solo il culto umanistico della Massoneria, ma anche, in sostanza, «l’Inno a Sa-tana del Carducci» . Di per sé, c’è una logica armonia tra l’umanesimo massonico e l’Inno a Satana del Carducci. Se per Sa-tana si intende il Libero Pensiero opposto ai dogmi cattolici, (e non il diavolo cornuto), allora è inevitabile che il Satana carducciano piacerà ai massoni umanisti, e anche a quelli cosiddetti “atei”…
Nel corso di una solenne cerimonia massonica presso la loggia romana “Rienzi”, svoltasi il 2 febbraio 1909, il massone Oratore di Loggia ha tenuto un discorso a un nuovo iniziato. La Rivista Mas-sonica ha riportato quel discorso, in cui l’oratore massone ha detto tra l’altro:

«La massoneria non è una religione, appunto perché non ammet-te dogmi, ma rispetta tutte le fedi ragionevolmente sentite e since-ramente professate. La formula del Grande Architetto dell’Universo, che le si rimprovera, come un equivoco o un assur-do, è la più larga e onesta affermazione dell’immenso principio dell’essere, e può personificare così il Dio di Giuseppe Mazzini come il Satana di Giosuè Carducci: Dio, sì, ma fonte d’amore, non d’odio; Satana, sì, ma genio del bene, non del male» . L’anonimo massone scrive tra l’altro: «La lotta fra la Massoneria e la chiesa è lotta tra la luce e le tenebre» .

Desidero far notare che l’espressione «immenso principio dell’es-sere», impiegata dall’oratore massone per indicare la natura di ciò che si predica con la formula massonica di «Grande Architetto dell’Universo», è la stessa espressione con cui Carducci apre l’In-no a Satana: («A te, de l’essere/ Principio immenso/ Materia e spirito/ Ragione e senso [...] Te invoco o Satana,/ Re del convito») e con la quale, ovviamente, il poeta indica Satana medesimo.
Anche negli Anni ’50, abbiamo testimonianze di massoni che elogiano (in modo implicito o esplicito) l’Inno a Satana del Carduc-ci: il Satana carducciano è simbolo della Natura e della Ragione , che i Massoni del GOI (chi più esplicitamente, e chi meno) oppon-gono ai dogmi della Chiesa Cattolica ritenuta retrograda e oppres-siva della coscienza umana.
Nel discorso per il cinquantenario della morte del massone Gio-sué Carducci, il Gran Maestro del GOI, Umberto Cipollone, dimo-stra di sapere bene che con l’Inno a Satana Carducci cantò «la forza vindice della ragione» , e quindi quel Libero Pensiero tanto caro ai massoni del GOI.
Nel 1971, la Rivista Massonica pubblica un paio di articoli del massone Carlo Gentile sul rituale del primo grado massonico di Apprendista. Gentile spiega la ritualità massonica in senso magico usando una terminologia filosofico-esoterica non facilmente com-prensibile.
Il trono del Maestro Venerabile (M.V.) in Loggia si eleva su tre gradini. Scrive al riguardo il Gentile: «Tre sono i mondi (divino, umano, inferico) con i quali l’iniziato si pone in rapporto ed esercita la propria azione (invocatrice, mediatrice, evocativa)» . In Loggia vi è un’ara coperta di azzurro, che è «la sintesi delle forze umane e delle energie cosmiche» .
Gentile spiega che l’antica formula massonica God and the Square (Dio e la Squadra) ha un importante significato speculativo poiché essa indica che «la massoneria è unità di celeste e di ter-reno, di divino e di umano, di alto e di basso (la Tavola Smeraldina dichiara che la circolarità della Vita manifesta i miracoli della Uni-tà)» .
Circa questa formula massonica (God and the Square), scrive ancora il massone Gentile:

«La formula DIO e la SQUADRA si ritrova allora nella unione di URANO e DEMETRA, cioè nell’atto supremo della espressione della Vita, nelle nozze cosmiche che il Fr. Giosué Carducci, con perfetta ritualità massonica, ha tradotto in poesia, cantando «l’imene arcano» o il sorriso della Terra e del Sole, al cui mo-mento egli può invocare la Intelligenza demiurgica, il «re del con-vito» (Inno a Satana)» .

Leggendo l’Inno a Satana, notiamo che quel «re del convito», magnificato dal Carducci, è proprio Satana .
Gentile spiega che il Maestro Venerabile è «guida illuminante» dei lavori di Loggia poiché egli ha come dote «la mediazione degli opposti» . Nella Loggia, il M.V. ha il trono all’Oriente, proprio «come il Sole, che quando disfa, rigenera. È il senso cosmico di Civa» , cioè Shiva, il dio induista della morte-rigenerazione…
Nel seguito di tal articolo, Carlo Gentile spiega che lo scopo dei lavori massonici è «EDIFICARE TEMPLI e SCAVARE PRIGIO-NI» , per «IL BENE E IL PROGRESSO DELL’UMANITÀ» . La tesi dell’unione degli opposti ed il carattere luciferico-tenebroso dell’iniziazione massonica sembra proprio adombrato nelle se-guenti affermazioni di Gentile: «Sappiamo del resto che le antiche iniziazioni ricevevano il supremo suggello nelle cripte (interiorità della Pietra, discesa della FORZA-LUCE tra le tenebre: templi e prigioni, virtù e vizi si toccano)» .

Le tesi sopra esposte del Gentile sono da lui ribadite in un libro dal titolo Alla ricerca di Hiram (19771). Ne ho consultato l’edizione del 1980, pubblicata dalle Edizioni Bastogi di Foggia e dedicata ad Ennio Battelli (all’epoca Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia) e recante la prefazione alla 1ª edizione (quella del 1977) scritta da Giordano Gamberini (già Gran Maestro del GOI) .
Nel dicembre 1978, la Rivista Massonica propone le meditazio-ni esoteriche (piuttosto astruse e non facilmente comprensibili ad una prima lettura) scritte da un certo Emmanuel sul tema Simboli-smo, diabolismo e Bibbia . Emmanuel afferma che la Bibbia è usata in Massoneria non come libro di narrazioni storiche, ma co-me un simbolo (simbolo = unità, sintesi) . Egli ipotizza che il pro-tagonista della Bibbia sia il Demiurgo, o Urizen, il Creatore descrit-to dal poeta William Blake . La Bibbia è caratterizzata dal conflit-to tra gli uomini e Dio (il malvagio Demiurgo) e solo quando «il Dio – Demiurgo o Satana che sia» si farà «Uomo», allora gli uomini lo vinceranno uccidendolo e saranno liberi .
Dalle parole del massone Emmanuel si deduce che se il Dio bi-blico Creatore è malvagio (Demiurgo), allora il suo avversario (il Serpente della Genesi) sarà benefico agli uomini…
È molto interessante leggere anche le tesi illustrate dal masso-ne Eugenio Bonvicini (membro del GOI, e forse all’epoca, già 33° grado del RSAA) in un libro del 1978, poi riproposte in un suo libro del 1994.
Bonvicini rigetta le accuse di «Luciferismo», «Satanismo» e «messe nere» mosse ai massoni del 33° grado della Massoneria; secondo Bonvicini si tratta delle menzogne del famigerato Leo Ta-xil (†1907). Poi, a proposito del «preteso Luciferismo» massonico, Bonvicini accenna alla polemica suscitata dal celebre Inno a Sata-na di Giosué Carducci (massone del GOI dal 1862, e dal 1888, 33° grado RSAA): Bonvicini sembra proprio condividere il serio commento del sacerdote Bino Bellomo («al riguardo il sacerdote cattolico Bino Bellomo seriamente commenta:…») il quale precisa che Satana, per i Massoni, non è il demonio tenebroso che si im-magina il volgo “ignorante” (e cattolico) ma è «il libero pensiero», la «Ragione» e la «Natura» demonizzate dalla Fede cattolica e dalla Chiesa Romana .
Inoltre il massone Bonvicini insegna che la Massoneria perse-gue il concetto «gnostico» di ricerca interiore del giusto e del vero, la Massoneria vuol portare l’uomo alla massima liberalizzazione mentale e spirituale, al di là dei dogmi .
Bonvicini spiega che il Maestro Venerabile (Maestro Massone presidente della Loggia) è «concettualmente, il portatore della Lu-ce, della Tradizione» , ossia quella massonica…
E allora, dico io, perché non definire il Maestro Venerabile quale novello Lucifero (portatore di luce)? Bonvicini scrive che il Lavoro Rituale Massonico non è collegabile con «qualsiasi pratica di Lucife-rismo, Magia Nera, ecc., intesa come evocazione degli “Spiriti del male”», in quanto la Massoneria vuole il Bene dell’Umanità… .

Tuttavia, dalle stesse parole del Bonvicini 33°, deduciamo che se il massone interpreta Lucifero (o Satana) come Libero Pensie-ro, Ragione e Natura, di carducciana memoria, allora si può parla-re di Luciferismo massonico…
Se, come scrive Bonvicini, il massone può interpretare libera-mente il simbolismo massonico , allora egli è libero di vedere nel Maestro Venerabile il Lucifero (il portatore di Luce) che porta il Li-bero Pensiero, ossia la Luce Massonica. Tra i contenuti della Luce (o Conoscenza) massonica, illustrati dal Bonvicini, troviamo: la «morte-rinascita iniziatica» o «“discesa agli Inferi” nel centro della Terra» (al 1° Grado di Apprendista, nel c.d. Gabinetto di Riflessio-ne, simbolo dell’oscuro Centro della Terra, dove, simbolicamente, il candidato giunge per ritrovare la Luce…) , il congiungimento degli opposti (Luce-Tenebre, maschile-femminile, bene-male…) , la «più completa liberalizzazione dell’uomo da ogni sudditanza spi-rituale, dogmatica o teologica» …

A proposito di Satana è interessante notare anche quanto ha scritto Armando Corona in un discorso pronunciato durante la sua Gran Maestranza nel GOI (1982-1990). Il Gran Maestro Corona sottolinea che all’inizio l’uomo non era schiavo poiché seguiva la «religione naturale» con i ritmi della «natura», adorando anche il sole e la luna. Poi sopraggiunse la «religione rivelata», che impose condizionamenti all’uomo e in Italia la religione è quella Cristiana, con i suoi precetti. Allora la Massoneria è intervenuta a favore dell’uomo il quale non ha più voluto essere «schiavo» della religio-ne rivelata . Accennando poi a vari Massoni che dal Settecento al Novecento hanno contribuito al “progresso” umano e laico, il Gran Maestro Corona cita anche Giosué Carducci:

«[...] Sapete che il Carducci scrisse “L’Inno a Satana” sempre demonizzato dalla Chiesa. Egli, però, rispondendo a una lettera del Fr. Quirico Filopanti che gli chiedeva spiegazioni sul valore e sul significato dell’Inno a Satana, scrisse: Ma io non sono scetti-co, io amo e credo. Ho scritto l’inno a Satana perché la Chiesa demonizza la natura e la ragione sotto forma di satanismo che io ritengo, invece, parti nobili della mia anima, perciò ho magnificato Satana, per magnificare la ragione e la natura» .

Con queste parole, il Gran Maestro Corona ha indubbiamente apprezzato il Satana carducciano, sia pure inteso come simbolo della natura e della ragione mortificate (secondo i Massoni) dal dogma cattolico. Lo sfondo laicistico e antidogmatico (anticattolico) di un tale pensiero (carducciano e coroniano) permette però, in ogni caso, di parlare di un certo satanismo massonico, sia pure in-teso, almeno, in senso culturale, laicistico o razionalista.
Nel numero di gennaio 1989 la rivista Hiram pubblica un artico-lo del massone Aldo Chiarle il quale espone una sintesi sul Convegno Diabolos, dialogos, dàimon tenutosi a Torino nel 1988. In quel convegno si è anche discusso dei rapporti tra Satana e Massoneria, e si è affermato, ovviamente, che si tratta di fantasie del famigerato imbroglione Leo Taxil. A parte questo, il massone Chiarle (in chiusura del suo articolo) dimostra però una certa sim-patia (sia pure goliardica) verso il Diavolo. Scrive il Chiarle:

«A questo punto – lo confessiamo – questo povero Diavolo, co-me tutte le minoranze indifese e timidamente appese alla ragione umana, ci sta davvero più simpatico di prima. Gli auguriamo per-tanto un anno nuovo un po’ meno… infernale» .

Nel gennaio 1990, la rivista massonica Hiram pubblica una Sin-tesi filosofica del simbolismo massonico. Si tratta di una conferen-za del massone Adelchi Borzi letta alla Loggia “La III Italia”, il 7 gennaio 1923 .
Borzi spiega di voler illustrare con tale conferenza il «valore fi-losofico» e la «sintesi logica del pensiero massonico» . I simboli del Tempio massonico rappresentano «le Leggi della Natura» , scrutate da secoli dagli adepti delle Scuole iniziatiche. La Masso-neria si collega a quel mondo iniziatico in cui si insegnavano «i più grandi Misteri della Natura» .
Borzi scrive che dall’analisi della Natura, gli antichi Iniziati per-vennero ai concetti di «Unità» e di «dualità», concetti che sono e-spressi dall’attuale simbolismo massonico . Circa il concetto di «Unità», il massone Borzi afferma che il Tempio massonico è il simbolo dell’Universo, l’Uno-tutto, l’«Unità sintetica» che si manife-sta in modo dinamico nella divisibilità, nella dualità.
Cito testualmente:

«Il Tempio è l’emblema del Tutto Assoluto nella sua solitudine asso-luta. Questa Unità assoluta non può rimanere in riposo ma tende a disgregarsi in molteplicità e la pluralità, a sua volta tende a fondersi nella Unità. Questo è il supremo meccanismo cosmico» .

Il concetto di dualità rappresentato dalle 2 colonne del Tempio massonico, esprime la manifestazione dell’Unità Assoluta. Scrive Borzi:

«L’Assoluto Unico per divenire un individuo distrugge la sua o-mogeneità e si differenzia in parti; l’Infinito si limita nel finito, l’in-determinato nel determinato, l’Assoluto nel relativo, l’Essere nel non-Essere, lo Spirito nella Materia, l’attivo nel passivo, il positivo nel negativo, il bene nel male, l’azione nella reazione, Iddio nel diavolo. La chiave di ogni dualità è appunto l’antitesi, e la chiave di ogni manifestazione è la dualità. Come si potrebbe pensare ad un effetto senza la sua causa, ad un oggetto esistente senza una causa della sua esistenza?» .

Sul concetto di dualità qui esposto, scrive ancora il Borzi:

«Le due colonne che stanno alla porta del Tempio rappresentano questo concetto. Esse, come tutti i simboli di Loggia, sono dei termini che servono a risolvere il grande problema della natura, spiegando tutti i misteri dell’antagonismo, sia naturale che reli-gioso e rappresentando la lotta generatrice del principio attivo contro il principio passivo, del maschile contro il femminile. Infatti secondo la Legge di Natura: “il principio passivo deve resistere all’attivo e questo deve sedurre e sottomettere l’altro.” Gli antichi iniziati dicevano che: “il principio attivo cerca il principio passivo, il pieno ama il vuoto, la gola del serpente attira la sua coda e gi-rando su sé stesso fugge e si insegue.[...]» .

Dall’analisi dell’articolo del massone Borzi (1923), riproposto dalla rivista del Grande Oriente d’Italia nel 1990 (sotto la Gran Ma-estranza di Corona), si evince una certa rivalorizzazione positiva del diavolo, in virtù della legge esoterico-iniziatica della dualità: l’Assoluto si manifesta, limitandosi in 2 princìpi opposti: bene-male, attivo-passivo, Iddio-diavolo… 2 princìpi opposti, attraverso cui si manifesta l’Assoluto… Gli iniziati antichi e i Massoni comprendono questa legge…
Il massone socialista Aldo Chiarle 33° (dal 2004, Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani) ha elo-giato l’Inno a Satana del Carducci in un articolo pubblicato dal giornale Avanti! (24 luglio 2005) e ripubblicato nel Bollettino di in-formazione del GOI. In quell’articolo Chiarle scrive che «l’opera carducciana è la più alta espressione dei principi e del pensiero della massoneria» . Ecco il brano del Gran Maestro Onorario Chiarle, che più ci interessa:

«Ma il carme che meglio riflette e sintetizza il pensiero massoni-co è indubbiamente l’“Inno a Satana”, contro cui si scagliò in furi-bonde polemiche il clericalume becero e astioso, come irriveren-te e blasfemo, mentre è, un alto e nobilissimo grido di prometeica liberazione, rivendicazione dei diritti della coscienza e del pensie-ro, voce di quella religione naturale e razionale che Bovio e-spresse filosoficamente. E l’intimo senso pagano che pervade il canto si ritroverà vent’anni dopo nella più perfetta delle Odi Bar-bare “Alle fonti del Clitunno” che ben fu detto un nuovo e più completo “Inno a Satana”, sereno e sicuro quale si conveniva alla trionfante virilità del poeta» .

In modo trionfante, Chiarle cita alcuni versi dell’Inno a Satana del Carducci: «“gitta i tuoi vincoli – uman pensiero – e splendi e folgora – di fiamme cinto – materia innalzati – Satana ha vinto”» .
Nell’ottobre 2006, il bollettino del GOI, Erasmo Notizie, segnala un altro articolo di Aldo Chiarle sul Carducci, pubblicato su l’Avanti! del 25 settembre 2006, in occasione del centenario (1906-2006) dell’assegnazione del Premio Nobel al Carducci, definito «cantore del nostro Risorgimento». Cito gli apprezzamenti di Chiarle verso il Carducci massone e verso il suo Inno a Satana. Il testo che riporto è simile a quello già pubblicato dal Chiarle nel luglio 2005:

«[…] Si può senza tema di smentita affermare che l’opera car-ducciana è la più alta espressione dei principi e del pensiero del-la Massoneria: un grande amore per la patria, una sana filosofia fondata sulla ragione, un pagano sentimento della natura e un ardente anelito verso la giustizia. Questo è lo spirito che dominò la sua mente. Ma il cardine che meglio riflette e sintetizza il pen-siero massonico è indubbiamente “L’inno a Satana”, contro cui si scagliò in furibonde polemiche il clericalume becero e astioso, additandolo come blasfemo e irriverente, mentre è un alto e nobi-lissimo grido di liberazione, di rivendicazione dei diritti della co-scienza e del pensiero, voce di quella religione naturale e razio-nale che Bovio espresse filosoficamente. È l’intimo senso paga-no che si ritroverà vent’anni dopo nella più perfetta delle odi Bar-bare, “Alle fonti del Cliturno”» .

3.2. I Massoni, la Gnosi, l’unione degli opposti (luce-tenebre, bene-male…) e il demoniaco

Ci sono testimonianze esplicite di Maestri Massoni (specialmente quelli insigniti di Alti Gradi) che sostengono la teoria esoterica della unione degli opposti-contrari la quale conduce a (o suppone) una sorta di “divinizzazione” e necessità del Male e del Demoniaco.
Ulisse Bacci 33°, nel primo volume del suo Il Libro del Massone italiano (1908) – più volte pubblicizzato dallo stesso autore persino negli Anni Venti, dalle righe della Rivista Massonica (la rivista del GOI) – spiega vari simboli e riti massonici: le due colonne del por-tico del tempio massonico, e il pavimento della loggia, formato da piastrelle bianche e nere, sono simboli dell’alternarsi e dell’unità degli opposti-contrari (luce-tenebre, bene-male, verità-errore, ecc.), l’uno necessario all’altro, dalla cui unione – sottolinea il Bacci – è generata la Vita. Questa complementarietà/armonia/unione degli opposti è ben figurata dal numero tre («numero della luce») e dal Delta massonico con l’occhio al centro, che troneggia in Loggia . Il Bacci sottolinea il culto solare-naturalistico presente in Massone-ria, attraverso simboli (es. rosa-croce) e ritualità . Ad esempio, illustrando vari simboli massonici, Bacci scrive che «il serpente, che si piega su sé stesso e si morde la coda, è l’emblema delle ri-voluzioni solari, e, in altri termini, dell’eternità» .
Con l’iniziazione massonica, il candidato deve lavorare per compiere su di sé una trasmutazione simile a quella alchemica . E il Serpente (o Drago) alchemico che si morde la coda (Ourobo-ros), simboleggia l’Unità assoluta, «l’Uno il Tutto» da cui proviene tutto e a cui tutto ritorna. Questa «unità assoluta» è «il nulla», è «l’abisso», «la notte», «il caos» è il «tutto-nulla» e «l’ente non en-te» dei Cabalisti .

Nel 1971, la Rivista Massonica pubblica un articolo del masso-ne Giorgio Jonas sul simbolismo e la filosofia del Capitolo Rosa-Croce (la loggia che amministra il 18° grado del Rito Scozzese An-tico e Accettato), il cui scopo è – recitano i rituali – la «emancipa-zione dell’umanità» attraverso «la conoscenza» o «gnosi». La rosa indica il segreto e la croce, l’immortalità . Jonas spiega che la ro-sa si collega al simbolo del labirinto che è simbolo del mondo della morte e degli Inferi (nonché del grembo materno e terrestre) da cui sorge la nuova vita . Secondo la leggenda, al centro del labirinto si svolgevano scene carnali tra il Minotauro e la regina. Nel Me-dioevo, il Minotauro al centro del labirinto è simbolo dell’inferno e del demonio. Il labirinto è anche simbolo dei Massoni medievali costruttori di cattedrali. Il centro del labirinto è chiamato dagli al-chimisti androgino, rosa, città, centro alchemico . La rosa corri-sponde al labirinto . La croce è antichissimo simbolo di sessuali-tà (maschile+femminile) . Jonas spiega inoltre, che la rosa sulla croce (simbolo massonico) è «l’espressione dello amore intero, come sesso e come sentimento spirituale» . E il centro della ro-sa-labirinto posta sulla croce? A cosa corrisponde? Risponde il massone Jonas: è “luogo” di «sacralità» in cui si trova «tutto»: «colpe», «incubi», bramosie, il Divino degli Ebrei, «l’ostia consa-crata per i cristiani», la «carnalità del Minotauro», ecc… Jonas po-ne la possibilità di sbagliare come intrinsecamente costitutiva della libertà . Il massone Jonas pone la mèta della filosofia massonica-rosacrociana nella trasmutazione alchemica ed illuministica dell’uomo, totalmente libero da dogmi e «repressioni teocratiche» .

Nel 1973, la Rivista Massonica pubblica l’articolo di G. Pilaz, mas-sone della loggia “Dante Alighieri” di Ravenna, riguardante il simboli-smo del serpente. Pilaz presenta positivamente il serpente come «il simbolo della vita», «l’UNO-TUTTO» . Il serpente che si morde la coda formando un cerchio (l’Ouroboros = serpente che si morde la coda), simboleggia l’unione degli opposti (vita-morte, luce-tenebre, maschile-femminile…), «il principio dualistico dell’assoluto», l’eternità ed il perpetuo autogenerarsi della natura . Il serpente, nel mondo ebraico-cristiano, è invece simbolo del male . Pilaz osserva ancora:

«Riassumendo: il serpente, seppure nelle diverse e contrarie in-terpretazioni, ha sempre simboleggiato l’elemento energetico che partecipa al processo perenne della vita, lo spirito divino che vi presiede, la materia prima» .

Il massone A. Monaldo Monaldi (GOI e RSI) ha scritto che la Massoneria ha in gran conto la tradizione alchemica, condividen-done simboli, metodi e princìpi. L’Alchimia vuole dare all’iniziato la capacità, dunque il potere di conoscere, agire sulle leggi dell’evoluzione dell’uomo nei piani spirituale-morale-fisico e di diri-gere le leggi che regolano l’evoluzione del cosmo. Tra i concetti base dell’Alchimia è quello della Grande Opera che corrisponde a: il «tutto panteistico», il G.A.D.U., il Superiore e l’Inferiore, la Mani-festazione… La Grande Opera ha due aspetti inscindibili (opposti, ma in realtà UNO), chiamati con vari nomi: Fisso e Volatile (termini alchemici), Yin-Yang (termini taoisti), J e B (le due colonne mas-soniche del portico della Loggia), il 2 (o Diade), «Dio e Diavolo – senza le valenze morali di questa coppia» .

In un convegno massonico svoltosi a Roma nel novembre dell’anno 2000, il massone Claudio Bonvecchio ha presentato alcune analogie tra la Gnosi e la Massoneria . La Gnosi rifiuta ogni dogmatismo e tende verso l’irrazionale, coltiva il magico e ricerca una sincretica «complexio oppositorum», ossia congiunzione degli oppo-sti. Tra i gruppi di tendenza gnostica: catari, cabalisti, rosacrociani, alchimisti, ermetisti… La Gnosi vuole riportare l’uomo a quella per-fezione divina anteriore alla sua Caduta. Il mondo sarebbe stato crea-to – secondo gli gnostici – da un dio malvagio (che in genere si identi-fica nel Dio dell’Antico Testamento). L’uomo deve scoprire in sé la Gnosi – scintilla divina di conoscenza che è già in lui – per poter ritor-nare nella totalità del divino (Pleroma). La Gnosi comprende due vie: 1) quella «ascetica», «mistica», «ascensionale»; 2) quella «ctonia» (cioè infera), passionale, «discensionale», spesso accusata di es-sere trasgressiva, licenziosa, immorale .
Bonvecchio spiega che il percorso simbolico offerto dalla Mas-soneria presenta tracce gnostiche. Il Grande Architetto dell’Uni-verso è un simbolo che evoca il mistero del divino che può essere considerato sia come persona che come non persona. Anche la Massoneria vuole guidare l’uomo alla «Luce», «alla vera Cono-scenza». Il Maestro Massone (3° grado) si identifica a Hiram, pas-sa attraverso la «morte rituale» e risorge «a nuova vita»; egli fa così l’esperienza della Luce o pneuma (spirito). Come gli gnostici, i Massoni distinguono regno della Luce (gli iniziati) e regno delle te-nebre (i profani). Il Massone che ha raggiunto la condizione pneu-matica-spirituale, è superiore al mondo terreno, appartiene ormai al divino (il Pleroma), e perciò può camminare sul pavimento mas-sonico, passando tra gli scacchi bianchi e neri. Il vizio – secondo gli iniziati – è la profanità, il mondo creato e la virtù iniziatica consi-ste nel capovolgere ciò che è male .
Nei giorni 1-3 marzo 2002, a Firenze si è svolto un convegno dal titolo Sulla soglia del Sacro: Esoterismo ed Iniziazione nelle grandi religioni e nella tradizione massonica, promosso dal Grande Oriente d’Italia (GOI). Nella Prefazione al volume che raccoglie gli Atti del suddetto convegno, l’avv. Gustavo Raffi, Gran Maestro del GOI, sottolinea che il Convegno ha voluto occuparsi di temi quali esoterismo ed iniziazione, in genere deformati da «ciarpame oc-cultistico e irrazionalistico». Tuttavia, nonostante tali “buone inten-zioni”, Raffi lascia intravedere il carattere magico dei rituali masso-nici, poiché ammette che essi «aprono quindi la soglia di una di-mensione “altra”, esoterica perché volta a investigare una realtà diversa da quella profana, quindi iniziatica» .
In quel convegno fiorentino, lo studioso (e massone) Claudio Bonvecchio analizza i princìpi dell’iniziazione e dell’esoterismo. L’iniziazione offre all’uomo la possibilità di scoprire la sua vera i-dentità di essere «totalità» unito al tutto, «con-creatore del mon-do», e a entrare in contatto con «esseri soprannaturali» (es.: «il di-vino») . L’esperienza iniziatica consiste nello scendere «nel buio della tenebra primordiale», per poi «risalire alla visione della luce uranica» . L’esperienza iniziatica ed esoterica è «l’esperienza della morte iniziatica, della morte simbolica» . L’iniziato («in ogni dimensione iniziatica ed esoterica») deve scendere negli ìnferi, «nel buio dell’inconscio» per scoprire «le immagini archetipiche delle Madri», ossia le «forze pulsionali o istintive» che sono «datri-ci di vita» («la vita infatti è pulsionalità, desiderio inconscio e incon-trollabile di movimento, di generazione e rigenerazione») ma – spiega ancora Bonvecchio – esse possono dare anche «la morte», la «dissoluzione» o «unione indistinta con il tutto». Bonvecchio spiega che tali concetti iniziatici sono illustrati da «Mefistofele» (il demonio) a Faust, nella celebre opera goethiana (Faust) . L’iniziato deve reintegrare tali «Madri» nella propria coscienza su-periore . Dal punto di vista iniziatico-esoterico, la morte «è la ve-rità della vita», mentre la vita, per i non iniziati, è morte .
L’accostamento tra la discesa di Faust nel regno infero (o infer-nale) delle Tre Madri (generatrici di morte-vita) e la discesa agli in-feri offerta dall’iniziazione massonica (processo di morte-rinascita) non è una novità del massone Bonvecchio, ma è stata già messa in evidenza da Giuliano Lazzani in un articolo su Hiram (rivista del GOI) di circa 20 anni prima .
Sembra però che il massone Michele Cianciulli sia stato il pri-mo a descrivere su una rivista massonica (L’Acacia Massonica, rivista del GOI dal 1947 al 1952) l’esoterismo delle Tre Madri nel Faust goethiano . Cianciulli sembra disprezzare Mefistofele, «il diavolo», «Satana metafisico», tutto «immerso» nella «Materia», nello «scetticismo», nelle «negazioni», incapace di elevarsi alle co-se dello Spirito come invece Faust… . Tuttavia il massone Cian-ciulli mostra una oggettiva e magica simpatia per il Diavolo. Infatti è Mefistofele che dà a Faust «una piccola chiave», «un mezzo sicu-ro ed infallibile per forzare il regno delle Madri», regno che è «in-ferno». Solo così Faust può scendere sicuro e indenne «nel più profondo del più profondo abisso», al cospetto delle Madri… Quel-la piccola chiave – spiega Cianciulli – è «il simbolo del sapere di-venuto saggezza e della saggezza divenuta forza e servita da una volontà, fortemente e lucidamente operante!». Ed è il Diavolo che dà quella chiave a Faust!
Chi sono le Tre Madri per Goethe: «il principio creatore», visto come Femminino, che crea, distrugge e rigenera in una «eterna metamorfosi degli esseri». Per Cianciulli si tratta di manifestazioni dell’Assoluto .
Ora, dall’insieme di queste interpretazioni esoterico-massoniche del Faust goethiano (Mefistofele e le Tre Madri) comprendiamo che la Massoneria (come Mefistofele) dà al massone (Faust) la chiave per discendere negli inferi (il regno infernale delle Madri) e speri-mentare la morte-rinascita iniziatica …

Nel corso della Gran Loggia del GOI nel 2001, Antonio Panaino (membro del GOI) ha sostenuto che l’homo religiosus è homo ne-cans (l’uomo religioso è uomo che uccide) per cui l’uccisione o sa-crificio rituale di una vittima (anche umana) costituisce l’evento-esperienza che fonda il sacro e che accomuna il Cristianesimo agli antichi culti sacrificali pre-cristiani… Anche il Terzo Grado di Mae-stro Massone è basato sulla «morte iniziatica», o «immolazione» simbolica dell’iniziato, messa in atto dai Maestri di Loggia . Dalle parole di Panaino si comprende che l’omicidio rituale o sacrificio umano, dunque, fonda il sacro!
Alla medesima Gran Loggia del 2001, Umberto Galimberti (ateo dichiarato) afferma che il sacro è «il tremendo, il devastante, lo scatenante, il furioso, il folle», è «follia» che «talvolta può esplode-re» e che il mondo greco presentava nella tragedia del dio Dioniso (divorato dalle donne invasate e orgiastiche). Il Cristianesimo (con l’Incarnazione di Cristo) avrebbe invece operato una desacralizza-zione o secolarizzazione ponendo dei recinti al sacro. Addirittura Galimberti sostiene che il Cristianesimo sarebbe «principio di atei-smo». Ma l’ateo Galimberti non sta con il Cristianesimo . Insom-ma, il sacro includerebbe anche il demoniaco, il male…
Di questo parere sembra essere anche Mariano L. Bianca, già Direttore Responsabile – poi Vice Direttore – della rivista Masso-neria Oggi (rivista del GOI dal 1994 al 1999), poi Direttore Re-sponsabile di Hiram (rivista della Massoneria del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani dal 1999-…) fino al 2002 , e (almeno nel 2002) Direttore Responsabile di Arkete, rivista di esoterismo-sacralità-gnosi pubblicata dall’editrice massonica Atanòr (di cui Bianca è anche Direttore editoriale nel periodo 1999-2005 ).

Nel 1999, le Edizioni Atanòr (legate a uomini del GOI: Bianca, Natale Di Luca…) pubblicano un volume dal titolo Il Tempio. I luo-ghi del sacro a cura di Mariano L. Bianca che ne scrive anche la Prefazione. Bianca definisce il sacro quale «l’universo-dimensione del sovrumano, trascendente o immanente (o divino) rispetto all’uomo e alla natura, e dei valori supremi» . Pertanto «il sacro è riferito a ogni forma di religiosità e di religione» .
Quel volume, curato da Bianca, include anche uno studio di Mi-chele Del Re sul tempio satanista. Nei vari «satanismi», Satana non è solo «anti-dio» (in opposizione al Dio giudeo-cristiano) ma è anche «altro-dio», per cui nei riti satanici si ha una miscela di «dis-sacrazione» (es. di luoghi di culto cristiano) e «sacralizzazione» (luogo trasformato magicamente in “tempio” satanico) .
Quel volume curato dal massone Bianca offre un approccio so-ciologico o fenomenologico allo studio della religione e della reli-giosità. In ogni caso esso mostra oggettivamente che (agli occhi del massone Bianca) anche il Diavolo fà parte del Sacro…

Sul numero 2/2003 di Arkete è pubblicato un interessante arti-colo di Mariano Bianca sul sacrificio umano e sul cannibalismo ri-tuale . Bianca illustra due tipi di motivazioni del sacrificio umano (cannibalico o non): a) motivazioni manifeste; b) motivazioni pro-fonde.
Le prime si suddividono in motivazioni: «economiche» (canni-balismo alimentare), «sociali e psico-sociali» (vittima = sfogo e ri-direzione dell’aggressività del gruppo; sacrificio umano = omicidio fondatore o ristabilitore, o equilibratore dell’ordine sociale), «magi-co-religiose» (sacrificio umano = mezzo per collegarsi al sacro-divino e manipolarlo) . Invece le motivazioni profonde (cioè fon-danti quelle manifeste) si distinguono in bio-etologiche (il sacrificio placa l’aggressività insita nell’uomo, mantiene l’armonia nel grup-po) e antropologiche. Circa queste ultime, Bianca spiega che nell’uomo (Homo Sapiens sapiens) è presente «la possibilità omi-cidiale»; inoltre, il sacrificio umano, «all’interno di un rituale sacro», trova «legittimazione-giustificazione». Esso è compiuto per control-lare la vita e la morte e per superare i limiti dell’esistenza umana. La vittima assume su di sé la morte individuale e collettiva e, in tal modo, (la vittima) dispensa la vita a coloro che la sacrificano . Inoltre, Bianca spiega che «nella complessa struttura paleoencefa-lica» dell’uomo risiede la tendenza a uccidere che viene limitata al minor danno possibile dall’attuazione del sacrificio umano .
A mio parere, l’articolo del Bianca, non è soltanto una trattazio-ne scientifico-antropologica del sacrificio umano, ma presenta an-che una personale simpatia-giustificazione-legittimazione di tale pratica da parte dello stesso prof. Bianca. Questi presenta la ten-denza all’omicidio come insita nella natura dell’uomo e il sacrificio umano è – secondo le riflessioni del Bianca – il mezzo per rendere tale tendenza distruttiva il meno dannosa possibile.
Oltre tal articolo è bene anche considerare un recente libro del Bianca, recensito proprio in quello stesso numero di Arkete, nella rubrica Recensioni (da Paolo Piccari) a pag. 71. Si tratta di L’oltre e l’invisibile. Meditazioni iniziatiche . Mariano Bizzarri, nella sua prefazione al libro, afferma la necessità di superare, andare «ol-tre» «l’infausto dualismo» (ossia «finito-infinito, bene-male, mate-ria-spirito, razionale-irrazionale») . Altra prefazione al sopracitato libro del Bianca, è scritta da Natale M. Di Luca, il quale afferma che la «deificazione od indiamento» iniziatica implica la «morte simbolica», la «discesa ad inferos» .
Il massone Bianca interpreta in chiave ermetistica il simbolismo del pavimento del Tempio massonico. Il bianco e il nero del pavi-mento e la volta della Loggia fanno riferimento alla via ermetistica del salire e scendere, di cui si fa riferimento negli scritti ermetistici: salire più alto di ogni altezza, scendere più basso di ogni profondità. Questa via spirituale-esoterica implica che l’Iniziato-massone, se vuole salire più in alto, debba necessariamente scendere sempre di più «nel mondo degli ìnferi» del suo io, entrare in contatto con le forze ed i mostri tellurici, superare ogni limite .
Bianca spiega che l’Iniziato («guerriero dell’oltre»), ad imitazione del dio (es. Odino), sacrifica se stesso («iniziazione sacrificale»), si rigenera con la morte, entra nel regno dei morti per acquisire la sa-pienza, compie «l’estremo sacrificio» che è «ribaltamento di ciò che si è». La via iniziatica conduce a «superare ogni limite e porsi nell’al di là di ogni cosa» .
L’Iniziato deve sprofondare sempre più in basso, giungere alla fine della «burella» (dove forse troverà il «Graal»), nel «ghiaccio occulto» dove si trova il «sangue caldo». Nel «ghiaccio oscuro» l’Iniziato potrà accedere al «mondo ctonio». La penetrazione o sprofondamento metafisico nell’occulto, nel mondo degli ìnferi («burella», «ghiaccio occulto», «mondo ctonio», «sangue caldo») implica il contatto – spiega Bianca – con agenti tellurici («demoni tellurici») capaci di guidare l’Iniziato …
A conclusione del suo inquietante libro (pregno di misticismo demoniaco o luciferino), il massone Bianca parla de «l’oscuro Ven-ditore di Mele» che accompagna sempre l’Iniziato facendolo spro-fondare sempre più giù e poi tirandolo sempre più in alto, per poi precipitarlo… Quel «Venditore di Mele» è «l’oscurità che immerge e trasforma» l’Iniziato… .
La «burella» e il «ghiaccio occulto» nel cui abisso l’Iniziato deve sprofondare (e incontrare i «demoni tellurici») richiama ovviamente l’Inferno dantesco, nel cui profondo centro c’è «Lucifero» (Inferno, cantico XXXIV). E, anche se Bianca non lo scrive espressamente, il misterioso «Venditore di Mele» ricorda indubbiamente il Diavolo o Serpente della Genesi che iniziò Adamo ed Eva al “frutto proibito”…

In un suo articolo su Hiram N° 3/2002, Bianca afferma che il primo e centrale carattere della speculazione massonica attiene alla sfera iniziatico-esoterica e a proposito dei «caratteri della via iniziatica», Bianca rinvia al suo libro L’oltre e l’invisibile. Meditazio-ni iniziatiche .
È interessante notare che sul numero 4/2002 di Hiram, nella rubrica Esoterismo e pensiero massonico, Antonio D’Alonzo illu-stra alcuni contenuti fondamentali della poesia di William Blake (1757-1827), autore inglese affascinato dalla teosofia di Jacob Bo-ehme (1575-1624). Blake è contro la morale razionale. Il suo «im-moralismo energetistico» anticipa, per certi versi, quello di Nie-tzsche. In Blake è importante la dottrina della unione dei contrari: il “negativo”, «il Male», inteso come «Energia» attiva, è il vero moto-re del progresso; il Male è necessario al Bene… Blake espone tali teorie nella sua opera Il Matrimonio del Cielo e dell’Inferno in cui condivide il punto di vista del «Diavolo», al quale fa dire: «Senza Contrari non c’è progresso. Attrazione e Ripulsa, Ragione e Ener-gia, Amore e Odio sono necessari all’umana esistenza». Dunque, per Blake, il Bene è passività, mentre il Male è attività. Nell’opera suddetta, il poeta inglese enumera (con evidente approvazione) Proverbi Infernali di “saggezza satanica” pronunciati dal Diavolo… D’Alonzo osserva che in Blake, come nel «Tantrismo», troviamo il gusto della «trasgressione reiterata e sistematica», ritenuta capace di rovesciare e trasformare il negativo in positivo e dunque in «Libera-zione». Insomma, Blake elogia la ribellione prometeica-faustiana-satanica-infernale .
È davvero interessante trovare un articolo come quello di Alon-zo (sopra citato) su una rivista massonica nella rubrica riservata all’«Esoterismo e pensiero massonico»!

Su Hiram N° 3/2003, ancora nella rubrica Esoterismo, troviamo un interessante studio di Ezio Albrile esperto di gnosticismo antico e moderno . Albrile spiega che lo gnostico non accetta questo mondo materiale; esso sarebbe stato prodotto da una entità mal-vagia (il «Demiurgo gnostico», «Demiurgo omicida» o “Creatore”). Lo gnostico è alieno dal mondo e dalla trascendenza, vive insom-ma quell’angoscia espressa dalle categorie esistenzialistiche di Martin Heidegger. Il mondo è una prigione ed è abitato da entità demoniache. Lo gnostico cerca la salvezza e mediante una illumi-nazione superiore egli scopre il suo vero io, la sua vera natura di-vina e luminosa, oscurata e imprigionata nella materia corporea. Anche se non approvate da tutti gli gnostici, tuttavia nell’ambiente gnostico non è impossibile pervenire a «oscure pratiche di magia sexualis» (es. «tantrismo») che manifestano il disprezzo per il corpo-prigione e per l’ordine fisico-morale “creati” dal malvagio «Demiurgo». Albrile spiega che la presenza di ritualità gnostiche trasgressive «anche nella cultura contemporanea è elevata: predi-letti sono i luoghi più inusuali» . Dottrine gnostiche si trovano an-che nel film Inferno, di Dario Argento (1980). In quel film è ripresa l’idea gnostica delle Tre Madri (entità femminili demoniache), le tre sataniche ipostasi della Morte: l’architetto di Londra, Varelli avreb-be costruito una dimora a ciascuna di esse (Friburgo, Roma e New York). Nell’ultima abita la più giovane e la più terribile: Mater Te-nebrarum. Nel film, Varelli le chiama anche «le Sorelle […] le Gra-zie […] le Furie». Le dimore infernali delle Tre Madri ricordano le dimore filosofali dell’alchimista Fulcanelli, sul cui nome è ricalcato quello di Varelli .
Albrile illustra quella che nel mondo culturale e letterario gnosti-co costituisce una pedagogia alla rovescia ossia

«uno stratagemma luciferico: anatematizzare per affascinare […]. Lucifero attende, gioioso, negli abissi… L’adepto stregonico in questo senso si associa elettivamente al Princeps tenebrarum e, nella familiarità con esso, vive in una condizione di soddisfaci-mento, traendone i poteri malefici […] e sovversivi, oggetto della glorificazione mondana» .

In quello studio, Albrile cita anche un’opera gnostico-esoterica (Mémoirs du sang) la quale, in apparenza, condannerebbe la magia sessuale demoniaca, ma in realtà la promuove. Albrile spiega che «al centro dell’opera dei démoni» – e quindi degli gnostici che si de-dicano alla praxis o culto – è «la manipolazione dello sperma, veico-lo dell’essenza luminosa» .
Nella ricerca gnostica, «mente e sessualità» (gnosi intellettuale e magia sessuale) sono «aspetti complementari di una ricerca infi-nita da non confondere con il fine auspicato», ossia la riconquista di «un Paradiso perduto». Albrile riconosce che qualora si ha la «sovrapposizione» tra tali «veicoli» (ossia «mente e sessualità») ed «il fine auspicato», allora «il risultato trascina l’adepto verso il basso, verso quella dimora alchemica che si è trasformata in un sacello infernale» .
Ed io, a questo punto, mi chiedo: come fa uno gnostico masso-ne o non massone (pieno di odio verso la creazione, verso le leggi morali di questa vita fisica-morale, verso il Dio Creatore, verso i Dogmi cristiani) a resistere all’impulso veemente di scendere verso il basso… verso i sacelli infernali?
Anche in questo caso è interessante notare che lo studio di Al-brile è stato pubblicato su di una rivista massonica, alla rubrica Esoterismo.

Il Gran Maestro Gustavo Raffi ha sottolineato che i Massoni so-no «Iniziati e Testimoni della Luce», «soldati della Luce» contro le Tenebre dell’intolleranza. I Massoni sacralizzano il Tempio Mas-sonico e nel corso dei Lavori rituali si manifesta «la Luce spiritua-le», la «Gnosi Muratoria», «la Luce Iniziatica». Il Maestro Massone può sperimentare «la possibilità di ricongiungere gli opposti» («complexio oppositorum»), unendo l’uomo e il cosmo. Il Maestro Massone è «libero da dogmi, imposizioni e catene materiali» .
Su Hiram N° 2/2004, il massone Claudio Bonvecchio ripropone la dottrina (neo-)gnostica della conciliazione degli opposti. Egli spiega che le Religioni e le Istituzioni Iniziatiche, tra cui la Masso-neria, cercano la Luce… La Luce splende nelle Tenebre… Occor-re entrare (o scendere) nelle Tenebre per vedere brillare la Luce… Occorre entrare in contatto con l’Ombra (le Tenebre che sono den-tro di noi) ed integrarla (assorbirla) coscientemente in noi… Bon-vecchio attinge alla psicologia di Jung, tutta ispirata da motivi gno-stici ed alchemici. Però, Bonvecchio non dice che per Jung l’Om-bra è rappresentata dal Diavolo… Bonvecchio sottolinea che non bisogna eliminare l’Ombra ma «integrare l’Ombra» in noi («accettazione delle tenebre») perché è dalla «unione degli oppo-sti» (Luce-Ombra) che si raggiunge il «fine ultimo, la Luce», la «to-talità»… E tale è il sogno degli «Alchimisti», «Kabbalisti», «Ma-ghi», «Illuminati» . La Massoneria si presenta come dispensatri-ce di Luce…
Bonvecchio sa bene che la Massoneria vuol guidare il profano verso la Luce … Anche se Bonvecchio non lo dice espressamen-te, però è chiaro che al Maestro Massone compete la qualifica di «“lampadoforo”, ossia un portatore di Luce» , frase che Bonvec-chio usa in altro contesto, ma che – alla luce di tutto l’articolo del Bonvecchio – si addice bene all’autocoscienza massonica. Forse, più che “lampadoforo”, Bonvecchio avrebbe potuto scrivere più chiaramente “lucifero”…

Nello stesso numero di Hiram, il massone Alberto Samonà spiega i significati esoterici della Menorah, il candelabro a 7 brac-cia usato nella Loggia dei Maestri Massoni (o Camera di Mezzo). I Maestri Massoni trasmettono la Luce (o «Tradizione»). La «luce centrale» del candelabro massonico rappresenta la «Luce Origina-ria dell’increato», in cui si ha la «riunificazione degli opposti nel Principio, nella Fiamma primordiale», di cui le altre 6 fiamme sono emanazioni. La «luce centrale» del candelabro rappresenta «Sa-turno», il cui metallo corrispondente è il Piombo. Ma «Saturno è Seth», ossia «la nuda terra», «la pietra che è l’uomo stesso». Sa-turno è «l’Unica vera luce» . Samonà non lo dice, ma gli esperti di esoterismo sanno bene che Saturno corrisponde a Satana… .

Su Hiram N° 3/2004, Dario Banaudi illustra alcuni concetti ini-ziatici e massonici legati alla figura del Labirinto: l’Iniziato, guidato da «Arianna, arachné tessitrice» (Banaudi non lo dice, ma ara-chné, in greco = RAGNO) deve intraprendere il viaggio iniziatico nel Labirinto, ossia «la discesa agli inferi», nel «centro segreto e oscu-ro, grembo della madre terra, del chaos primigenio» («ventre», «Madre», «spirale», «utero») .
La Donna-Terra è associata al «serpente», che è anche simbo-lo del «viaggio al centro della terra», de «l’infinito», «il processo continuo dell’Universo che crea se stesso». Inoltre – spiega Ba-naudi – il serpente è legato anche «alla trasmissione della cono-scenza»: il Serpente «si presenta avvolto a spirale attorno all’al-bero della conoscenza del bene e del male, per offrire ad Eva il frutto dell’albero, e, attraverso di lei, consegnarlo all’uomo» . Come il simbolo del Serpente anche il Labirinto comprende gli op-posti (bene-male…) . Il «centro del labirinto» corrisponde a «l’albero della conoscenza del bene e del male, l’albero del serpen-te» . Il Labirinto è associato anche al Re Salomone e Banaudi scrive che il Santo dei Santi al centro del Tempio salomonico è «il luogo della conoscenza del bene e del male, il luogo della coinci-denza degli opposti» .
Dunque, dire che l’Iniziato deve entrare nel simbolico labirinto, vuol dire che l’Iniziato deve entrare simbolicamente negli Inferi (o Madre-Terra) e nel Serpente per congiungere gli opposti…

Dopo aver trattato di principi importanti dell’esoterismo masso-nico (unione dei contrari, discesa agli Inferi, luce dalle tenebre e dal caos, vita dalla morte…) passiamo ora ad un romanzo noir, su alchimia e satanismo, intitolato Il Quadro dei delitti. Un’indagine del Principe di San Severo (2006) e pubblicizzato nella rubrica I testi che leggiamo del website della Loggia Har Tzion – Montesion N° 705 di Roma (GOI). L’autore del libro è Nathan Gelb (1962-…), ebreo askhenazita residente a Boston (USA). Gelb, che apprezza molto il website della suddetta Loggia Montesion, è massone e cultore di alchimia esoterica la quale mira a realizzare il Rebis, l’androgino, che unisce in sé gli opposti… . Il libro tratta di uno spietato serial killer (assassino seriale) cultore di alchimie perverse, templarismo, sodomia, satanismo… Alla fine il detective (il Princi-pe Di Sangro, massone ed alchimista) scopre che l’assassino è Bernabé De Grâce, omosessuale all’età di dieci anni, poi ex novi-zio benedettino , poi alchimista, assassino, consumatore di dro-ghe inebrianti , quindi capo misterioso di una setta templare, so-domita , cannibale, cultore di Baphomet, l’androgino e demonia-co idolo la cui venerazione fu rimproverata ai Templari…
Dietro questo romanzo è possibile scorgere dei principi iniziati-ci… Sebbene, nel romanzo, Bernabé sia condannato alla morte ed al disprezzo, però mi sembra che oggettivamente egli sia una figu-ra importante da un punto di vista esoterico… Infatti Bernabé co-niuga alchemicamente in sé i contrari : luce-tenebre , bene-male, vita-morte, maschile-femminile, “investigatore”-assassino, amore-odio, bellezza-malvagità, alchimista “bianco” (discepolo di Upupa , vecchio mago-alchimista, filantropo, “cattolico”, consu-matore di droghe “iniziatiche”…) – alchimista “nero” (sadico neo-templare)…
Nel romanzo, anche il detective alchimista non è tanto lontano intellettualmente da Bernabé: per il Principe di San Severo, Cristo e Satana sono entrambi figli di Dio… l’Uno la mano destra e l’altro la mano sinistra di Dio… . Nel romanzo, anche Gelb tenta di rea-lizzare una unione alchemica degli opposti: unisce in amicizia il Papa e il massone detective, il dogma cattolico e l’alchimia esote-rica… Alcuni principi alchemici: dalla putrefazione nasce la vita, dal letame esce fuori la pietra filosofale che gli alchimisti “pii” i-dentificano con il Cristo… .
Alla fine del suo romanzo, Gelb condanna Bernabé rimprove-randolo di non aver capito bene l’Alchimia, di averla interpretata troppo rozzamente… La vera Alchimia sarebbe quella perseguita da «Rosacroce» e «Liberi Muratori» …

Gelb definisce il sito internet della Loggia Montesion N° 705 (GOI) «un faro di luce» . Ora, nei Quaderni di Simbologia Muratoria, curati da Ivan Mosca 33° (†2005, Gran Maestro Onorario del GOI, SGC O-norario del RSAA) e consultabili on-line su quel website massonico, vi è una relazione su La Magia, in cui è scritto che il Massone deve pa-droneggiare la Legge del Binario o della Polarità, ossia deve Conosce-re e Amare le Forze Opposte (del Cielo e dell’Inferno), deve esser ca-pace di praticare la «Teurgia» e la «Demonurgia» (o «Magia Nera»), per cui (è scritto nella suddetta relazione, consultabile on-line): «Per conoscere Dio, insomma, non si deve odiare Lucifero» .
A questo punto, le rassicuranti e ingenue distinzioni di Gelb tra alchimia “correct” ed alchimia perversa non mi persuadono tanto… Se il massone (così insegna quel «faro di luce» della Loggia Har Tzion-Montesion N° 705 – GOI !) deve sapere unire Cielo-Inferno, Magia Bianca-Magia Nera, Dio-Lucifero, allora non sarà forse pos-sibile giungere ad unire anche i due tipi di alchimia? 2=1?…
Inoltre, la passione iniziatica per la Morte, gli Inferi e il Delitto (simbolico), è evidente nella ritualità di morte simbolica del Terzo Grado di Maestro Massone: il Maestro di Loggia (o Maestro Vene-rabile), deve impersonare il Re Salomone (detective divino…) e anche il brutale Assassino di Hiram… Senza l’assassinio simboli-co, il massone non diviene Maestro Hiram, non diviene Architetto, non diviene “divino”… Tale passione iniziatica cresce negli Alti Gradi, dove cresce lo studio e la pratica dell’occultismo .

3.3. I Massoni, la discesa agli Inferi, l’Inferno di Dante e Lucifero

Nel pensiero iniziatico-massonico è una costante la tesi della ne-cessaria (e incessante) discesa agli ìnferi (adombrata nel rituale massonico, in cui si dice che i massoni si riuniscono in Loggia «per scavare oscure e profonde prigioni al vizio»), del necessario contat-to con il vizio, il male, per ascendere sempre più alla Luce… Al Pri-mo Grado di Apprendista Massone, l’adepto entra nel Gabinetto di Riflessione (uno stanzino tutto nero con simboli di morte…), simbolo della discesa nel ventre della terra, agli Inferi (o Inferno).
Ulisse Bacci 33° spiega che nell’iniziazione al primo grado massonico – come negli antichi misteri di Eleusi – il candidato è condotto in una luogo oscuro, la camera di riflessione, simbolo del-la discesa agli inferi («discesa all’Averno»), in se stessi, nell’«a-bisso delle tenebre», discesa necessaria per raggiungere «la lu-ce»; in essa vi sono simboli alchemici e mortuari e in essa il candidato si prepara alla «morte simbolica» , poiché – spiega l’autore – egli deve «morire alla vita profana, per rinascere in una forma superiore di vita» .

In genere, in ambiente massonico si collega tale discesa inizia-tica alla discesa di Dante nell’Inferno… . Nel poema dantesco, il corpo di Lucifero è conficcato al centro della terra, e il centro, nel linguaggio esoterico, è il luogo dove i contrari si conciliano in un’unità superiore .
Il massone Emilio Servadio commenta la frase rituale pronun-ciata dal 1° Sorvegliante di Loggia all’inizio dei lavori rituali: i mas-soni si riuniscono in Loggia «per scavare oscure e profonde pri-gioni al vizio» . Cosa è il vizio a cui si riferisce il rituale massoni-co? Servadio dice che non si tratta del vizio inteso in ambito profa-no: es. abitudini discutibili (es. il fumare) o comportamenti deviati (omosessualità, tossicodipendenza…) . Si tratta invece del «vizio metafisico» («forza avversa», «il male», «il peccato»), «alterità» iniziatica collegata inscindibilmente alla «virtù» . Il vizio è rappre-sentato da «Satana» .
Infine, Servadio spiega che sulla via iniziatica, «“l’incontro” con le oscurità e gli aspetti terrorizzanti del “vizio”» è «una tappa ne-cessaria e condizionante» che ricorda la discesa di Dante nel buio dell’Inferno (ìnferi, tenebre) necessaria per raggiungere il Paradiso e la Luce. La discesa nel buio, negli ìnferi («angosciante presa di contatto con quella che vorrei chiamare la “metafisica del vizio” sin nelle sue più profonde propaggini»), è – per il massone Servadio – «condizione necessaria per la successiva “risalita”» .
Nel giugno 1972, la Rivista Massonica pubblica un commento esoterico alla Divina Commedia, scritto dal massone Giuseppe M. S. Jerace . Costui presenta Dante come un Iniziato e assimila l’iniziazione al viaggio dantesco nell’oltretomba. Come Dante, an-che l’Iniziato deve compiere «una discesa agli inferi» che è neces-saria per raggiungere «gli stadi superiori dell’essere» . La disce-sa all’Inferno è necessaria per realizzare la «metamorfosi» o «tra-sformazione» e per quanto riguarda questa mèta iniziatica, Jerace fa riferimento a vari personaggi della letteratura iniziatica, tra cui anche Hiram .

Nel poema dantesco, il corpo di Lucifero (e precisamente la parte corporea corrispondente alle anche) è situato al centro della terra (ossia il punto equidistante tra i due poli della circonferenza terrestre), a cui corrisponde, pertanto, il punto più basso dell’Inferno (IX° ed ultimo Cerchio) . Inoltre il centro, nel linguag-gio esoterico, è il luogo dove i contrari si conciliano in un’unità su-periore . Jerace osserva anche che nei gruppi occultistici satanici la mèta del superamento degli opposti si realizza attraverso la conquista della Luce, il superamento e la conoscenza delle tene-bre, dunque del male .
Infine, Jerace sostiene una certa somiglianza tra il passaggio di morte-resurrezione che Dante compie attorno al «corpo di Lucifero» (posto nel centro dell’Inferno, luogo, in cui, dal punto di vista esote-rico, si realizza la coincidenza degli opposti) e la cerimonia iniziati-ca-massonica in Camera di Mezzo (la Loggia al Terzo Grado di Maestro Massone), ossia la cerimonia di iniziazione al Terzo Grado di Maestro Massone, in cui l’iniziato scavalca la bara dove poi sarà posto per identificarsi al mitico Hiram, morto e risorto.
Il centro della Terra (ossia l’Inferno), quale “luogo” in cui si con-giungono e si risolvono gli opposti, la necessità benefica della disce-sa all’Inferno per la risalita alla Luce, l’analogia tra il passaggio di Dante attraverso Lucifero (al centro dell’Inferno) e la morte-resurrezione del Maestro Massone sono idee già espresse dal mas-sone ed esoterista René Guénon, idee che costituiscono il contenuto appropriato ed autentico dell’esoterismo racchiuso nel Terzo Grado di Maestro Massone .

Nel numero 4/1996 di Massoneria Oggi (rivista del GOI dal 1994 al 1999), nella rubrica Esoterismo e Pensiero Massonico, Giuseppe Cognetti (Università di Siena) illustra il pensiero di René Guénon circa la discesa agli ìnferi o il processo di «dissoluzione» e «perversione» in cui si trova la modernità. Secondo la filosofia induista, la modernità si sta dirigendo verso il Kali Yuga, tappa di distruzione-putrefazione a cui seguirà immediatamente il rovescio benefico ed un’epoca luminosa. Cognetti spiega che nel pensiero iniziatico, ermetico-alchemico (vedi la “Tavola di Smeraldo”), shivai-sta-induista, taoista (Yin-Yang, ossia l’unione degli opposti), jun-ghiano e anche guénoniano, la tappa oscura, negativa e malefica (Kali Yuga, ovvero discesa agli Inferi, contatto con l’Ombra, con il Negativo) è in realtà positiva e necessaria («positività profonda») per avere un nuovo ciclo benefico. Cognetti spiega ancora che si tratta della dottrina esoterica dell’unione dei contrari o analogia dei contrari dove l’uno si converte nel suo opposto (il basso diventa alto, ecc.), dottrina che, riconosce Cognetti, supera la logica razio-nale e tradizionale fondata sul principio di non-contraddizione .
La tesi guénoniana, della discesa necessaria per ogni risalita, esprime bene, afferma Cognetti, «tutti i miti iniziatici», in cui la morte è nello stesso momento una rinascita. Citando (con appro-vazione) A. Silesio, Cognetti scrive che «se non si gusta l’Inferno, non ci si può elevare al Paradiso» e aggiunge: «Solo ab chao ordo, solo post tenebras lux, attesta l’esoterismo occidentale, e gli fa eco, nella tradizione orientale, il motto taoista fan ts’ing fou ming, “ro-vesciare la confusione, restaurare la pace”» .

Cognetti illustra ancora la dottrina iniziatica (occidentale e o-rientale) dell’analogia dei contrari (recepita da Guénon) afferman-do  come Guénon , che nel XXXIV Cantico dell’Inferno dante-sco, dopo aver raggiunto il corpo di «Lucifero», al centro della Ter-ra («il punto di massimo allontanamento dalla luce principiale»), si ha la repentina risalita verso la Luce; similmente, Shiva, il divino distruttore nel pantheon induista, in realtà distrugge per rigenerare e preparare un nuovo ordine .

Si tratta, in effetti, di teorie esoteriche già riscontrabili nella ini-ziazione al Primo Grado massonico (il candidato entra nel Gabi-netto di Riflessione = simbolica discesa agli inferi) e al Terzo Gra-do di Maestro Massone (Leggenda di Hiram), in cui le Tre Luci di Loggia (MV, 1° Sorv. e 2° Sorv.) fanno la parte degli Assassini di Hiram il quale rappresenta la Luce, il Giusto, l’Innocente… L’Inizia-to può arrivare a comprendere la necessità benefica della presen-za del male, della morte, del demoniaco… Alla luce di tali teorie fondamentali nell’esoterismo (o esoterismi) coltivato filosofi-camente-simbolicamente-ritualmente nella e dalla Massoneria re-golare, comprendiamo che tutto ciò che porta al Kali Yuga diviene necessario… Il male, il disordine sociale, morale, sessuale… tutto diviene acceleratore verso il Kali Yuga, verso la discesa nel pro-fondo degli abissi incontro a Lucifero attraverso il quale (passaggio necessario) si avrà l’ascesa alla Luce…
Si tratta di teorie davvero infernali!
A questo proposito, ho scoperto che in un articolo su Rivista Massonica del 1969, il massone Ugo Poli dava una giustificazione esoterica al movimento di contestazione globale e giovanile scop-piato nel 1967. La rivoluzione giovanile e sessuale ebbe uno dei suoi ideologi nel filosofo di Sinistra, Herbert Marcuse, il quale – spiega Poli – contestava la società contemporanea accusandola di essere troppo autoritaria e repressiva. Il massone Poli sosteneva che le cause esoteriche di quella contestazione globale erano da cercarsi nel passaggio epocale dall’Era dei Pesci a quella dell’Ac-quario. Ogni Epoca, o Era, o ciclo, ha un inizio ed una fine. Ogni ciclo è una Manifestazione dell’Assoluto. L’Era dei Pesci è stata dominata dall’autorità, dal paternalismo ecclesiastico e civile, dal Cristianesimo, dalla sofferenza e dalla rinunzia ai piaceri della vita. L’Età Acquariana (iniziata il 5 febbraio 1962) sarà invece dominata dallo spirito collettivo, da un nuovo «ordine mondiale», dal supe-ramento delle religioni dogmatiche in una «nuova religione mon-diale», dalla gioia della vita, dall’Amore… .
Alla luce di tali teorie esoteriche, tutti i fermenti contestatori (caos, anarchia, sessualità orgiastica…) diventano inevitabilmente manife-stazioni necessarie e positive del Divino immanentistico-panteistico… anche il Male, le orge sessuali, le rivoluzioni… tutto sarebbe divino!
Ecco a quali assurdità può condurre questo pensiero esoterico.

Bene in linea con la causalità esoterica della “contestazione”, si trova lo spirito trasgressivo della Chiesa di Satana. Su Rivista Massonica del 1972, il massone Giuseppe M.S. Jerace dava noti-zia dell’esistenza della Chiesa di Satana di Anton S. La Vey, il quale praticava i suoi riti infernali alla luce del sole. Jerace si chie-de allora: «un altro segno della sopraggiunta Età dell’Acqua-rio?» . Nel pensiero di La Vey:

«Satana rappresenta l’oscura, misteriosa forza della natura, re-sponsabile di ciò che la scienza e la religione non hanno sotto controllo, né sono in grado di spiegare. […] Nella Chiesa di Sata-na si combattono le repressioni e le inibizioni, le ipocrisie e le ba-nalità delle religioni comuni. Il Satana di La Vey è crudamente realista, egoista, brutale» .

Un articolo di Giorgio Rocchi, pubblicato da Rivista Massonica nel 1977, fa capire al lettore perspicace che il Diavolo, dal punto di vista massonico, può essere anche interpretato come la manifesta-zione dell’Assoluto (per cui nella Dualità, dunque nel Male, si mani-festerebbe l’Unità!), ovvero come una tendenza ciclica ed eterna di involuzione-manifestazione necessaria dell’Assoluto, secondo idee di matrice panteistica, induistica e guénoniana .

(Continua)

——–
NOTE:

Sigle di alcuni importanti Ordini massonici e termini massonici (in lingua italica).
GM = Gran Maestro (presiede una Grande Loggia o Grande Oriente).
GOI = Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani.
MM = Maestro Massone o Maestro Muratore, o Maestro Libero Muratore.
MV = Maestro Venerabile (presiede una Loggia).
RSAA = Rito Scozzese Antico Accettato (è in tutto il mondo). Il Supremo Consi-glio Madre RSAA è in USA.
SGC = Sovrano Gran Commendatore (presiede il Supremo Consiglio del 33° e ultimo grado RSAA).
1° Sorv. = 1° Sorvegliante di Loggia.
2° Sorv. = 2° Sorvegliante di Loggia.
UGLE = United Grand Lodge of England (Gran Loggia Unita d’Inghilterra).
Cf. S. MORAVIA, Il “mostro” in tivù: la massoneria è amicizia, satana non c’entra, in Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno III, N° 16, 30 settembre 2001, Roma, p. 9.
C. LINDNER, Il risveglio della Massoneria, (“Sette” – “Il Corriere della Sera”, 18 luglio 2002), in Rassegna stampa di Erasmo Notizie, Bollettino di informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno IV, N° 13-14, 15-31 luglio 2002 p. 18 (15-18).
Cf. M. PERA – J. RATZINGER, Senza radici. Europa, relativismo, cristianesimo, i-slam, Mondadori, Milano 20055 [20041], pp. 5-45, 73-95, 108-112. Il giornalista Vittorio Messori ha fatto notare che la religiosità proposta da Pera è “in odore” di Massoneria [cf. V. MESSORI, «Religione civile»: impossibile senza fede, (“Corriere della Sera”, 14 dicembre 2004), in Rassegna Stampa di Erasmo Notizie, Bolletti-no d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno VI, N°21-22, 15-31 dicembre 2004, Società Erasmo, Roma, p. 22].
Ho appreso che di recente, don Rosario Francesco Esposito, in palese contra-sto con la Santa Sede, si è fatto iniziare alla Gran Loggia d’Italia – Palazzo Vitel-leschi (GLDI). La cerimonia iniziatica è stata presieduta dal Gran Maestro Luigi Danesin 33°, alla presenza di circa 400 massoni. Con questo atto (gravemente peccaminoso), don Esposito ha voluto “dimostrare” ciò che va predicando da an-ni, ossia la conciliabilità tra l’essere cattolico (prete) e l’essere massone. Addirittu-ra, don Esposito ha ricevuto il Terzo Grado di Maestro Massone, con tanto di grembiule e fascia indossati sul suo clergyman… (cf. A. CUSTODERO, Il sacerdote che si è fatto massone, in Il Venerdì di Repubblica, N° 987, 16 febbraio 2007, Supplemento de la Repubblica, Roma, pp. 36-37).
Cf. R. F. ESPOSITO, Le Grandi Concordanze tra Chiesa e Massoneria, Nardini Editore, Firenze 1987, p. 387.
M. INTROVIGNE, La massoneria, Editrice ElleDiCi, Leumann (Torino) 1997, pp. 56-57. Se ho ben capito, ci sono dei cattolici che difendono la libertà di associazione dei Massoni appellandosi al diritto civile e anche alla Dottrina Sociale della Chiesa. Mi permetto di dire che i Massoni non hanno certamente bisogno dell’aiuto di noi cattolici per difendersi. Quei cattolici contrari a misure governative contro l’associazionismo massonico, temono che tali norme (antimassoniche) potrebbero poi essere estese dallo Stato laico (o laicista) anche alle associazioni cattoliche e religiose (cf. R. L. ZA-NINI, Un posto in Loggia, in Avvenire, domenica 18 maggio 1997). Ma, in tal modo, non si rischia, forse, di divenire acquiescenti al modo di ragionare di laicisti e Massoni, i quali appunto vogliono mettere su totale parità (socio-politica) Massoneria e Chiesa Cattolica? Forse, questi cattolici a favore dell’associazionismo massonico non sono capaci di difendere la peculiarità dell’associazionismo cattolico e di far capire (a politi-ci, giudici, ecc.) che i Cattolici non possono essere trattati allo stesso modo dei Mas-soni e che i Massoni non possono pretendere di esser trattati come la Chiesa Cattoli-ca? Non dimentichiamo che l’associazionismo massonico (sia per principi che per prassi) non è affatto equiparabile a quello cattolico. Chi ignora cosa sia davvero la Massoneria, e cosa sia la Chiesa Cattolica, mette facilmente sullo stesso piano le due Istituzioni difendendo anche l’associazionismo massonico. Inoltre, la difesa pro-massonica patrocinata persino da cattolici (pur ispirati da nobili ideali) aiuta oggetti-vamente i Massoni ad infiltrarsi e a restare ben inseriti nelle istituzioni civili e religiose. Credo che quei “difensori” cattolici partano dal presupposto che la Massoneria sia in-nocua e non complotti affatto contro la Chiesa… A questo punto tali cattolici (zelanti per la dottrina sociale e per la libertà di associazione) potrebbero logicamente spin-gersi anche a sostenere la difesa della libertà religiosa e di associazione per i satani-sti, purché questi, pur celebrando il Diavolo, non uccidano alcuno… In effetti, una le-gislazione laicista anticlericale (“alla francese”) o liberale (“all’inglese” o “all’america-na”) è basata oggettivamente su principi comuni alla Massoneria (soggettivismo religioso ed etico, secolarismo, separatismo Chiesa-Stato…) e perciò può mettere tutti sullo stesso piano (sia nel bene che nel male, sia nella difesa che nella persecuzio-ne): Chiesa Cattolica, Massoneria, Chiese di Lucifero… proprio come avviene nei liberali USA. Certamente gli Stati “alla francese” tendono maggiormente a perseguitare i cattolici che non i massoni. Certamente, in un contesto democratico “all’americana”, c’è libertà di spazio e di azione anche per la Chiesa Cattolica (ma fino a che punto?). Comunque, anche nella democrazia “all’americana” trionfa il punto di vista massonico, anche se i Governanti si dichiarino ufficialmente non massoni o poco simpatizzanti per le Logge massoniche. Vedi il caso della povera ammalata Terry Schiavo, la cui morte (2005) è stata, in effetti, decretata dalla maggioranza della Corte Suprema USA, dinanzi al cui verdetto (2001), persino il Presidente Bush (pro-life, filo-cattolico) non ha potuto far nulla. Questo prova che (contrariamente a quanto asserito da alcuni ambienti cattolici) gli USA non sono affatto gli Asburgo del XXI secolo ed il modello politico americano non è affatto il nec plus ultra della libertà, poiché esso, i-spirato ad un secolarismo tinto di religiosità, è in realtà chiuso ad accogliere in pienez-za la Dottrina Sociale della Chiesa. La Massoneria americana (super-patriottica) non permetterà mai che negli USA trionfi il punto di vista dogmatico (in etica e religione) della Chiesa Romana… Stimo e rispetto il popolo americano che è padrone di gover-narsi come vuole, mentre esprimo il mio dissenso verso quei laici e cattolici italiani che vorrebbero importare in Italia il separatismo tra Chiesa e Stato made in USA col pretesto che esso è più innocuo di quello “alla francese”.
Cf. C. MODIANO, Influenza dell’Illuminismo e del Controilluminismo sulla Masso-neria settecentesca e al giorno d’oggi, in Hiram, Rivista del Grande Oriente d’Ita-lia, N° 3/2002, pp. 35-42.
Tra sociologi e studiosi cattolici, c’è chi, “dogmaticamente” e superficialmente, relega le “teorie sul complotto massonico” nel campo della mitologia, del folklore urbano e della paranoia… In realtà, sin dal 1717 (nascita della Massoneria mo-derna) esiste davvero un macro-complotto massonico (includente vari “micro-complotti”): ossia creare una nuova Società, un nuovo Uomo, assolutamente in-dipendenti dal Dogma cattolico. Ciò lo si deduce chiaramente dall’analisi filosofica e teologica di Costituzioni e rituali massonici.
Cf. A. COMBA, Attualità di Lutero, in Hiram, organo bimestrale del Grande O-riente d’Italia – Palazzo Giustiniani, N° 6, Dicembre 1983, p. 148 (148-149); cf. L.I., Il Grande Oriente d’Italia festeggia i suoi duecento anni al servizio del Paese, in Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, N° 7-8, 15-30 aprile 2005, p. 2.
In una recente intervista, il Gran Maestro del GOI, Gustavo Raffi ha rimprovera-to la Chiesa Romana di partire «dal presupposto di avere la verità in tasca» [Raf-fi: “Qui stiamo crescendo”, (“il Resto del Carlino” – Pesaro, 21 gennaio 2007), in Rassegna Stampa di Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Orien-te d’Italia, Anno VIII, N° 1-2, 15-31 gennaio 2007, Roma, p. 20].
Cf. [G. GAMBERINI], Laicismo, in Hiram, organo mensile del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, N° 2, Aprile 1980, Società Erasmo, Roma, p. 36.
Sui contatti e simpatie tra ambienti massonici e Sinistra partitica (es. PCI, PSI, DS): cf. M. GASPERETTI, Lo storico: tanti massoni tra i Ds, intervista ad Aldo A. Mola (“Corriere delle Sera”, 29 dicembre 2004), in Rassegna Stampa di Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno VI, N° 1-2, 15-31 gennaio 2005, p. 12.
Il 16 settembre 2006, il Direttore di Radio Radicale, Massimo Bordin, ha parte-cipato alla Tavola Rotonda organizzata dal GOI, sul tema Attualità della questio-ne laica nell’Italia di oggi. C’è piena sintonia tra il laicismo dei Radicali e quello massonico del GOI (cf. Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande O-riente d’Italia, N° 17-18, 15-31 ottobre 2006, pp. 7-8).
Cf. G. RAFFI [Gran Maestro del GOI], Il diritto alla felicità, in Hiram, Rivista del Grande Oriente d’Italia, N° 2/2003, pp. 13-14.
Cf. U. LENZI, Del carattere e della coscienza massonica, in Lux, Bollettino del Su-premo Consiglio dei 33.·. (Palazzo Giustiniani), N° 1, gennaio 1924, Roma, p. 12; cf. [Anonimo], La Chiesa di fronte al divorzio, in Rivista Massonica, organo del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, N° 1, Gennaio 1967, pp. 3-7; cf. N. PESVELOSSI, La prima proposta di legge nella nuova legislatura italiana. L’introduzione del divorzio in Italia, in Rivista Massonica, N° 8, Agosto 1968, pp. 341-347. Lino Salvini, Gran Ma-estro del GOI (1970-1978) ha sostenuto l’introduzione del divorzio in Italia; così ha scritto il massone (GOI) Aldo Chiarle: A. CHIARLE, Lino Salvini – Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (1970-1979), Bastogi Editrice Italiana, Foggia 2002, pp. 25-26, 104-105. Nel 1968 Lino Salvini era vice-presidente dell’Unione Nazionale Italiana dei Centri per l’Educazione Matrimoniale e Prematrimoniale.
Cf. Il Fuoco di Prometeo nella ricerca di Galileo. La libertà di ricerca scientifica, in Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, N° 16, 30 set-tembre 2001, pp. 2-3; cf. A. MANTOVANI, La dignità non è negli embrioni (“Il Sole 24 Ore”, 22 giugno 2003) in Rassegna Stampa di Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno V, N° 15-16, 15-30 settembre 2003, p. 14.
D. MINERVA, Perché dico 4 volte sì (“L’Espresso”, 20 aprile 2005), in Rassegna Stampa di Erasmo Notizie, Bollettino di informazione del Grande Oriente d’Italia, N° 7-8, 15-30 aprile 2005, p. 35.
Cf. A. TRAMONTANO [GOI-33° RSAA], La Massoneria quale io la vidi, Publisicula Editrice, Palermo 1993, pp. 17-25. Il numero 7-8/2006 di Erasmo notizie (bolletti-no di informazione del GOI), alle pp. 42-47 ha riportato integralmente il colloquio tra il Cardinale Carlo M. Martini e il biologo Ignazio Marino, pubblicato su L’Espresso 27 aprile 2006. Secondo il Card. Martini, scienza (laicista) ed etica cristiana possono concordare su temi quali: fecondazione artificiale, aborto, cellu-le staminali, adozione da parte di single, uso del preservativo per malati di Aids, eutanasia. È ovvio che le posizioni del Card. Martini, poiché contrarie alla Dottrina della Chiesa Cattolica, hanno trovato consenso tra i Massoni del Grande Oriente d’Italia che non si sono lasciati sfuggire l’occasione pubblicando quel colloquio.
Cf. C. BALACCO GABRIELI 33°, La missione del RSAA nel contesto dinamico del futuro – 44a Conferenza Europea dei Sovrani Grandi Ispettori Generali, in Logos, Pubblicazione periodica a cura dell’Ispettorato Regionale del Lazio RSAA [Rito Scozzese Antico e Accettato], N° 2 – 2001, Roma (P.zza del Gesù, 47), pp. 33-34.
Cf. Sconfiggere l’intolleranza, in Erasmo Notizie – Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, N° 6, 15 giugno 2000, p. 2; cf. A. CHIARLE, La libertà anzitutto (“Avanti!”, 14 febbraio 2007), in Rassegna Stampa di Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno VIII, N° 3-4, 15-28 febbraio 2007, p. 32.
Cf. Pacs e scuola statale, le scelte dei massoni, (“Corriere della Sera” 2 aprile 2006), in Rassegna Stampa di Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, N° 7-8, 15-30 aprile 2006, p. 32; cf. anche l’articolo di CHIARA SARACENO, Il Respiro d’Oltretevere, (“La Stampa” 10 gennaio 2007), in Rassegna Stampa di Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Orien-te d’Italia, Anno VIII, N° 1-2, 15-31 gennaio 2007, p. 37. In genere i Massoni dei GOI (e i loro vertici) sono contrari al Concordato del 1929 tra Stato italiano e Chiesa. I Massoni auspicano anche in Italia un completo separatismo tra Stato e Chiesa con la supremazia del primo sulla seconda. In ogni caso, i Massoni non sopportano che la politica e la società civile siano conformate all’insegnamento etico-sociale della Chiesa Cattolica. Seguire i dettami della Chiesa, sarebbe, per i Massoni, fonte di regresso per l’Italia, per l’Europa, per la democrazia, per l’uo-mo… (Laicità, costituzione e società civile (Tavola rotonda – Gran Loggia GOI, 2006), in Erasmo notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, N° 7-8, 15-30 aprile 2006, pp. 15-18).
Cf. S. RODOTÀ, Se la Chiesa sfida la Costituzione (“la Repubblica”, 14 febbraio 2007), in Rassegna Stampa di Erasmo Notizie – Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno VIII, N° 3-4, 15-28 febbraio 2007, pp. 32-33; cf. Sì ai Dico dal 67% dei cattolici, (“la Repubblica”, 15 febbraio 2007), in Rassegna Stampa di Erasmo Notizie, N° 3-4, 15-28 febbraio 2007, p. 35.
Su Hiram del 1985, Severino Briccarello pretende di difendere dall’accusa di blasfemia il famigerato film di Godard, Je Vous salue Marie, in cui tra l’altro si ve-dono, in realtà, vere e proprie blasfemie: la Madonna tutta nuda, la Madonna che affronta la gestazione come qualsiasi altra donna, la Madonna che si ribella al suo stato di maternità voluto da Dio (addirittura ella accusa Dio di essere «un vampiro») …!!! Per Briccarello quel film è «una vera forma d’arte» e l’unico pec-cato di quel film «è quello di far pensare» (Cf. S. BRICCARELLO, Il vero “peccato” è quello di far pensare, in Hiram, organo del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giu-stiniani, N° 3, Giugno 1985, Roma, pp. 74-75).
Relativismo etico e religioso, progetto di un governo mondiale (ovvero globaliz-zazione ispirata ovviamente dagli ideali massonici), naturalismo misterico (che congiunge la Madre Terra, di pagana memoria, e san Francesco d’Assisi!) sono i contenuti culturali ribaditi in un foglietto pieghevole (di provenienza massonica) che illustra i temi dell’XI Convegno della Massoneria Toscana (con la presenza del Gran Maestro Gustavo Raffi), tenutosi a Firenze il 12 febbraio 2005 e pro-mosso dal Collegio dei Maestri Venerabili della Circoscrizione Toscana (Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani), sul tema I Valori Universali e la riforma dell’ONU. Quel pieghevole mi è stato gentilmente fatto recapitare da una persona che ha partecipato a quel Convegno massonico fiorentino.
G. RAFFI, Una provocazione inaccettabile. Il Risorgimento da riscrivere, in Hi-ram, Rivista del Grande Oriente d’Italia, N° 4/2000, in http://www.grandeoriente. it/riviste/hiram/2000/04editoriale.htm, pp. 5, (24-04-2006).
Cf. D. CANCELLIERI, Genesi storica del Real Segreto e sua importanza nei vari Riti massonici, in Rivista Massonica, anno XLI, N° 1-2, gennaio 1910, Roma, p. 12 (9-17).
D. CANCELLIERI, Genesi storica del Real Segreto e sua importanza nei vari Riti massonici, in Rivista Massonica, anno XLI, N° 1-2, gennaio 1910, Roma, p. 15.
Ivi, p. 15.
Cf. R. ASCARELLI, Le Colonne, da IDEM, Scritti e discorsi, Gran Loggia di Rito Sim-bolico Italiano 1971, in www.ritosimbolico.net/archivio/archivio_16.html, sito visitato il 02 gennaio 2006. Ecco il brano di Ascarelli: «Il mondo, per il suo futuro, e cioè nel-la sua eternità, ha bisogno di procreare. Il «iod» ebraico, che corrisponde grosso modo all’J di Jachin, è il simbolo del sesso maschile; il «Bed », che corrisponde grosso modo al B di Booz, corrisponde al simbolo femminile, perché Bed significa casa, da cui l’idea di ricettacolo, caverna, utero. Se vogliamo ancora una curiosa conferma magica di questa interpretazione e teniamo presenti unicamente le con-sonanti, ben sapendo che in ebraico non si scrivono le vocali, e scriviamo Jachin con un «caph» (c duro) e un «nun» (n), e leggiamo a viceversa, troviamo che il nun ed il caph sono il segno scritto del coito e della copula, mentre scrivendo il Bed (b) e il Zain (z) e li leggiamo a viceversa, abbiamo il segno scritto dell’organo fecondato-re, il fallo (il leggere al contrario è comune dell’interpretazione magica cabalistica). Ecco dunque rivelato nel simbolo delle colonne il segreto della continuità del mon-do, il meraviglioso mistero che tutte le menti occupa e che nessuna mente fino ad oggi ha saputo risolvere, il mistero della generazione e della fecondità, su cui pog-gia il nostro universo e che dobbiamo tener presente anche nella costruzione del Tempio ideale che si protende con la nostra opera, nel futuro eterno».
Cf. EDITRICE ATANOR, Prefazione all’edizione italiana, in J. BOUCHER, La Simbo-logia Massonica, Atanòr, Roma [1975], [Ristampa anastatica, Atanòr, Roma 1998] pp. XI-XII. Per conoscere l’anno della prima pubblicazione della edizione italiana di quest’opera del Boucher [1975]: cf. N. M. DI LUCA, L’opzione occultisti-ca e magica nell’esoterismo massonico, in M. BIANCA – N. M. DI LUCA (a cura di), Le radici esoteriche della Massoneria. L’arca vivente dei simboli, Prefazione di Gustavo Raffi, Atanòr Editrice, Roma 2001, p. 207, nota n. 54.
Atanòr – Catalogo 1999, p. 39; Atanòr – Catalogo 1999/2000, p. 39; Atanòr – Ca-talogo 2001, p. 54; Atanòr – Catalogo 2003, p. 54; Atanòr – Catalogo 2005, p. 54.
J. BOUCHER, La Simbologia Massonica, pp. XX-XXII, p. XXII, nota, n. 13.
Cf. ivi, p. 77, nota n. 67.
Cf. ivi, pp. 140-144.
Cf. ivi, p. 186, nota n. 16.
Ibidem.
N. M. DI LUCA, L’opzione occultistica e magica nell’esoterismo massonico, p. 207, nota n. 54.
Cf. L. SESSA, I simboli massonici. Storia ed evoluzione, Bastogi Editrice Italiana, Foggia 2001, p. 204.
A. SEBASTIANI, Simbolismo e linguaggio segreto nella Tradizione Massonica, Presentazione di Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Her-mes Edizioni, Roma 2000, p. 56.
Ivi, p. 66.
Cf. ivi, p. 63.
R. CHISSOTTI [GOI, 32° RSAA, 33° APRMM], Moderno Dizionario Massonico, Bastogi Editrice Italiana, Foggia 2001, art. Esoterismo, p. 191.
N. D’ANGLAR, La palingenesi conseguita attraverso la morte mistica, idea centrale dei Misteri Massonici, in Lumen Vitæ [Rivista del GOI, 1954-1959], Anno I, N° 7, luglio 1954, Roma, p. 20 (18-24); cf. D. DEL BINO, La morte mistica dell’iniziato, in Hiram, organo del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, N° 9, Settembre 1987, pp. 276-279; A. SEBASTIANI [GOI], La Pietra Grezza. L’esperienza iniziatica nella Massoneria, Hermes Edizioni, Roma 2000, pp. 49-53; L. SESSA [GOI], I sim-boli massonici. Storia ed evoluzione, Bastogi Editrice Italiana, Foggia 2001, p. 120, nota n. 214; G. RAFFI [GOI], Il diritto alla felicità, in Hiram, Rivista del Grande Orien-te d’Italia, N° 2/2003, p. 14; cf. R. RITORTO, La Luce Massonica, in IDEM, Tavole massoniche, vol. 3, Luigi Pellegrini Editore, Cosenza 2001, p. 45 (39-46); R. RITOR-TO, il Gabinetto di Riflessione, in IDEM, Tavole massoniche, vol. 3, p. 95 (89-96).
U. BACCI, Il Libro del Massone Italiano, vol. I, Roma, nel Solstizio d’Estate dell’Anno della Luce 0009081 [19081], Edizione riservata ai Liberi Muratori, p. 250; IDEM, Il Libro del Massone Italiano, (volume unico), Editrice Vita Nova, Roma, nel Solstizio d’Estate nell’Anno della Luce 0009222 [19222], Edizione riservata ai Massoni, p. 134; A. SEBASTIANI [GOI], La Pietra Grezza. L’esperienza iniziatica nella Massoneria, p. 49.
A. CORONA, Equinozio d’Autunno, in Hiram, organo del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani, N° 5-6, Ottobre-Dicembre 1985, Roma, p. 134; A. SEBASTIANI [GOI], La Pietra Grezza. L’esperienza iniziatica nella Massoneria, pp. 49, 55; R. CHISSOTTI [GOI], Moderno Dizionario Massonico, art. Morte mistica, p. 366.
MASSONERIA ITALIANA – GRANDE ORIENTE D’ITALIA – PALAZZO GIUSTINIANI (a cura di), Quaderni di Simbologia Muratoria, Quaderno N° 3 – Il Gabinetto di Riflessio-ne [Roma 1977], p. 36 (40-42); V. SERINO [GOI], I viaggiatori del Tempio: simboli e ritualità della loggia massonica, in M. L. BIANCA (a cura di), Il Tempio. I luoghi del sacro, Atanòr Editrice, Roma 1999, p. 139.
S. BARBAGALLO, Sapere, Volere, Osare, ma Tacere, (R.L. «Giustizia e Libertà» n. 804, Or. di Catania), in MASSONERIA UNIVERSALE – GRANDE ORIENTE D’ITALIA – PALAZZO GIUSTINIANI, Formazione del Massone nella Loggia per la sua proiezione nel mondo contemporaneo, Atti del Convegno – Or. di Taormina, 14-15 maggio 1980, Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Sicilia, Palermo 1981, p. 88; W. FUOCHI, Forma – Pensiero Agente (R.L. «Giustizia e Libertà» n. 804, Or. di Catania), in MASSONERIA UNIVERSALE – GRANDE ORIENTE D’ITALIA – PALAZZO GIU-STINIANI, Formazione del Massone nella Loggia per la sua proiezione nel mondo contemporaneo, Palermo 1981, pp. 98-99; cf. R.L. “ARS REGIA”, I Lavori in Log-gia, (Ia Parte), in Hiram, organo del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, N° 2, Febbraio 1988, Soc. Erasmo, Roma, pp. 53-56; R.L. “ARS REGIA”, I Lavori in Loggia, (IIa Parte), in Hiram, organo del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giusti-niani, N° 3, Marzo 1988, Soc. Erasmo, Roma, pp. 88-91; cf. P. ROBERTI, Iniziazio-ne “maschia” o “isiaca”, in Hiram [GOI], N°10, Ottobre 1988, p. 272. Il massone Riccardo Chissotti (GOI, 32° grado RSAA, 33° grado APRMM) scrive che il pote-re del Maestro Venerabile di conferire i tre fondamentali gradi massonici, è «un potere di natura magica, conseguito attraverso la consacrazione alla massima carica dignitaria della Loggia» [R. CHISSOTTI, Moderno Dizionario Massonico, Ba-stogi Editrice Italiana, Foggia 2001, art. Magia, p. 318 (317-318)]; cf. M. GRAZIANI, L’iniziazione massonica, Bastogi Editrice Italiana, Foggia 2006, pp. 13-24, 53-54, 61-64, 77-78. Sul carattere magico dei lavori rituali massonici («morte-rinascita» del Maestro Massone, «Reintegrazione nello stato edenico primordiale» quale obiettivo della Maestrìa Massonica) vedi anche U. POLI, Gli stati di coscienza nell’operatività massonica, in Hiram, rivista massonica, organo mensile del Gran-de Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, N° 4, Agosto 1980, p. 112 (110-112).
La Costituzione del Grande Oriente d’Italia, art. 2, in www.grandeoriente. it/Archivio/costitutio.htm (04 gennaio 2004); R. CHISSOTTI, Moderno Dizionario Massonico, art. Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, p. 255.
Così scrive il Gran Maestro del GOI, Gustavo Raffi: «Il G.A.D.U. rimane solo un concetto generale ed universale che la Massoneria non può né deve determinare, perché di per sé inesprimibile e indefinibile nel contesto di un’istituzione che si pone come luogo di incontro di diversità. Questa entità divina e suprema rappre-senta pertanto un concetto centrale, che deve essere interpretato direttamente da ciascun fratello, secondo la propria libera coscienza e la sua fede» [G. RAFFI, Alcu-ne riflessioni a proposito del Grande Architetto dell’Universo - Editoriale, in Hiram, Rivista del Grande Oriente d’Italia, N° 4/2002, Società Erasmo, Roma, p. 5 (3-12)].
Rituale e catechismo del Terzo Grado simbolico di Maestro Libero-Muratore coi rituali per la inaugurazione di un Tempio, per la installazione di un Loggia, per i Lavori funebri, Roma 1880, p. 29. Nei suddetti rituali si fa esplicita menzione del Grande Oriente d’Italia. All’inizio della processione massonica all’interno del Tempio, alla domanda «Cosa venite a fare Voi in questo Tempio», il Maestro Ve-nerabile risponde: «Noi veniamo a compiere l’opera, ed a consacrarlo alla G.∙.D.∙.G.∙.A.∙.D.∙.U.∙. alla virtù ed alla verità. Portiamo il fuoco sacro» (ivi, pp. 27-28). Accendendo, a Oriente (nel Tempio), il primo candelabro a tre luci, il Vene-rabile dice: «Che queste tre fiamme misteriose possano illuminare con la loro lu-ce i profani che avranno accesso a questo Tempio, e facciano loro apprezzare la grandezza e la santità dei nostri lavori» (ivi, pp. 28-29). Il 23 luglio 1863 è inaugu-rato a Firenze un nuovo Tempio massonico in via Vigna Nuova n° 19. Il verbale di Loggia offre dettagli interessanti sul simbolismo della Luce nella inaugurazione del Tempio, che confermano quanto sopra riportato dal rituale massonico del 1880: «[…] Scoperta poscia dal Fratello Maestro delle Cerimonie, la Stella Lucen-te, il Venerabile sceso dal Trono, invoca che la sua luce, simbolo venerato del G.·.A.·. illumini il nostro spirito, i nostri lavori ed i nostri cuori, e infonda nelle ani-me il fuoco vivificante della Franca massoneria» [cit. da (Anonimo), Storia della Loggia massonica fiorentina “Concordia” (1861-1911), Grafica Bertieri e Vanzetti, Milano 1911, p. 66. Si tratta di opera massonica].
Rituale e catechismo del Terzo Grado simbolico di Maestro Libero-Muratore coi rituali per la inaugurazione di un Tempio, per la installazione di un Loggia, per i Lavori funebri, Roma 1880, p. 41. In senso piuttosto panteista, il rituale prevede che il MV dice anche questa frase: «[…] In presenza di questi tetri colori o del lugubre silenzio di morte che qui domina, ricordiamoci o Fratelli che dalla corruzione nascono i profumi e le bellezze della vita: che la morte non è che l’iniziazione ai misteri di una vita secon-da, e che nulla si disperde o si estingue nella natura» (ivi, pp. 41-42). In quel rituale massonico (1880) è precisato che il rito funerario massonico chiude «all’alba», perché «come l’astro che nasce disperde le tenebre della notte così la speranza che il nostro F.∙. riposi nel grembo del G.∙.A.∙.D.∙.U.∙. dissipa ogni nostro dolore e cambia in giubilo il nostro pianto» (ivi, p. 44). I conoscitori di scienze esoteriche sanno bene che all’alba splende il pianeta Venere, detto dagli antichi romani Lucifer…
G. RAFFI, Magistero e Ritualità, in Erasmo notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno V, N° 5, 15 marzo 2003, p. 2.
Ibidem.
Ibidem.
Rituale per la Festa delle Rose – O Rituale di San Giovanni Battista – S. Gio-vanni d’Estate – da eseguirsi il 24 Giugno –, in Loggia Montesion N° 705 (GOI), www.montesion.it/_tavole/_Rituali/Rituale_delle_Rose.htm (website visitato il 17 ottobre 2006); cf. Rituale per la Festa delle Rose, in R. CHISSOTTI, Moderno Di-zionario Massonico, pp. 496-497.
Rituale per la Festa della Luce – O Rituale di San Giovanni Evangelista – S. Giovanni d’Inverno – da eseguirsi il 27 Dicembre –, in Loggia Montesion N° 705 (GOI), www.montesion.it/_tavole/_Rituali/Rituale_della_Luce.htm (website visitato il 17 ottobre 2006); cf. Rituale per la Festa della Luce, in R. CHISSOTTI, Moderno Dizionario Massonico, p. 495.
Rituale per la Festa della Luce, in www.montesion.it/_tavole/_Rituali/Rituale della_Luce.htm.
Ibidem.
Cf. ibidem.
Cf. G. RAFFI, Per un rinnovato impegno umano, civile ed esoterico: riflessioni sul magistero e la vita iniziatica, in Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno IV, N° 12 – 30 giugno 2002, Roma, pp. 2-3.
Ivi, p. 3.
Cf. G. RAFFI, Prefazione, in M. BIANCA – N. M. DI LUCA (a cura di), Le radici eso-teriche della Massoneria. L’arca vivente dei simboli, Atanòr Editrice, Roma 2001, p. 9; cf. anche G. RAFFI, Via esoterica, partecipazione sociale e comportamento morale (allocuzione del Gran Maestro Gustavo Raffi, 8 aprile 2001, a chiusura della Gran Loggia del 2001), in Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno III, N° 7-8, 30 aprile 2001, p. 2 (pp. 2-4).
A seconda dei vari gruppi o teorie magiche, la magia sessuale può includere una varietà di perversioni: auto-erotismo (masturbazione), spermatofagia, sodomia (anche eterosessuale), ritenzione del seme (secondo le “tecniche” del Tantrismo induista o buddista)… Nel mondo gnostico non è rara la tesi della identità o “consustanzialità” tra il seme virile e la luce… Per cui l’idea (ossessiva!) di trasmissione della Luce all’interno dei gruppi maschili gnostici e magici può tradursi, operativamente, in per-versioni sessuali (sodomia, spermatofagia). La magia sessuale comprende due orien-tamenti ben distinti (almeno in teoria): l’uno che prevede esercizi ascetici assai rigidi per il controllo dei sensi e l’esercizio magico-sessuale; e l’altro indirizzo che invece elogia apertamente una sessualità orgiastica… Questo, nella teoria, ma forse nella pratica (a causa della concupiscenza umana) il confine tra i due indirizzi è assai più labile di quanto si creda. Nella cultura gnostica si ha l’unione di erotismo ed ascesi; scopo dell’ascesi gnostica è il superamento di questa condizione terrena e delle sue leggi morali. La mitologia gnostica, in genere, offre la contraddizione di ritenere l’erotismo sia l’elemento fondamentale della formazione del mondo e sia il mezzo per annientare il mondo, ritenuto essenzialmente malvagio poiché opera di un “dio” mal-vagio. Su queste tesi e sulla identità-consustanzialità gnostica tra luce (divina)-fuoco (cosmico-divino)-sperma virile, secondo antichi testi gnostici e manichei (dell’antichità pre- e post-cristiana) e secondo moderne forme di “gnosi”: cf. E. ALBRILE, Desiderare la Luce, in Zenit, sito di cultura massonica e esoterica, diretto da Maurizio Nicosia [GOI], http://www.zen-it.com/symbol/desiderareluce. htm website visitato il 12 novem-bre 2006. Ezio Albrile è un rinomato studioso di gnosi antica e moderna.
Sulla realtà della magia sessuale all’interno di ambienti magici, gnostici e mas-sonici (le cosiddette massonerie “di frangia”) sopra elencati, sono molto importan-ti gli studi di Massimo Introvigne: cf. M. INTROVIGNE, Il cappello del mago. I nuovi movimenti magici, dallo spiritismo al satanismo, Sugarco Edizioni, Milano 19952 [19901], pp. 18-19, 164-173, 231, 249-252, 267-287, 303-305. Il Dr. Massimo In-trovigne è cauto ad evitare generalizzazioni ed afferma che non si può dire che tutti gli adepti di tali gruppi esoterici qui elencati, e quindi tutti i gruppi, giungano a praticare forme di magia sessuale (cf. M. INTROVIGNE, Il cappello del mago, p. 19). In ogni caso, ci rendiamo conto che si tratta di ambienti oggettivamente assai propizi per tali Arcana Arcanoruim, per cui gli “spiriti forti” (uomini e donne) pos-sono giungere a eseguire tali alchimie interne…
In data 18 giugno 2003, l’Agenzia Stampa della Gran Loggia d’Italia-Palazzo Vitelleschi (GLDI), ha comunicato che nel Solstizio d’Estate (dell’anno 2003), a San Leo (località in cui Cagliostro è morto impenitente, prigioniero del Sant’Uffi-zio), il Sovrano Gran Commendatore Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia-Palazzo Vitelleschi (GLDI), Luigi Danesin avrebbe conferito post-mortem il 33° ed ultimo grado della Gran Loggia d’Italia (GLDI) al Conte di Cagliostro. Per “assenza forzata” del Cagliostro, il Danesin 33° avrebbe consegnato la bolla del 33° grado al sindaco di San Leo (www.granloggia.it sito internet della GLDI, visi-tato il 3 novembre 2006). Luigi Pruneti 33°, LtSGC della GLDI, ha elogiato Ca-gliostro, «Libero Muratore», vittima della «intolleranza» e lo ha annoverato tra i «martiri del libero pensiero». Pruneti ha ricordato il dovere dei massoni: combat-tere per il trionfo della «luce» contro le «tenebre» [cf. L. PRUNETI, Solstizio d’Estate, Anno 6003 V.L., in Officinæ, Trimestrale internazionale di attualità, sto-ria e cultura esoterica, Anno XV, N° 3 Settembre 2003, Roma, EDIMAI (Edizioni Massoniche d’Italia – Gran Loggia d’Italia-Palazzo Vitelleschi), pp. 12-13 (8-13)].
Cf. M. INTROVIGNE, Il ritorno della magia, Editrice Ancora, Milano 20023 [19951, 19982], pp. 105-133.
Per notizie preziose sull’Ordine Egizio di Cagliostro e l’intricata storia dei Riti di Misraim e Memphis: cf. F. BRUNELLI (a cura di), Rituali dei gradi simbolici della Massoneria di Memphis e Misraim, Edizioni Bastogi, Foggia 1981, pp. 37-61. L’89° grado del Rito di Misraim è caratterizzato dalla magia eonica, ossia l’adepto entra in contatto con gli «eoni» o «spiriti»; l’adepto riceve la «illuminazione» dall’«eggregoro»; la parola di passo dell’89° grado di Misraim è «Uriel», che vuol dire «fuoco di Dio», nome dello spirito angelico con cui gi Iniziati comunicano (cf. F. BRUNELLI (a cura di), Rituali dei gradi simbolici della Massoneria di Memphis e Misraim, pp. 41-42).
Alcune tecniche di coppia (uomo-donna) teorizzate dal Kremmerz: spermatofa-gia, sodomia, ritenzione del seme… (cf. M. INTROVIGNE, Il cappello del mago, pp. 303-305). Kremmerz ebbe discepoli soprattutto a Bari e a Roma.
Dopo la morte di Ciro Alvi (Todi 1872 – Castelfidardo 1944), l’Editrice Atanòr (iniziata a Todi e poi trasferita a Roma nel periodo 1911-1920) rinacque grazie al figlio Ercole (anch’egli massone). Nel 1962 Ercole morì e sua moglie, Anna, ne proseguì l’attività editoriale (cf. F. INDRACCOLO, I 70 anni dell’Atanòr, in Hiram, Or-gano mensile del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, N° 6, Dicembre 1980, Roma, p. 186).
Ad esempio, nel 1962, nella rubrica «Istruzione Massonica», il periodico di un gruppo massonico italiano, avverso al GOI, riporta il Credo di Giuliano Kremmerz. Cito alcune frasi: «Io credo nella Morte principio di vita nuova. Così credo nell’Uno che tutto in sé contiene: moto, forma, forza, intelligenza, bene, amore e morte. Cre-do nell’ascesa dell’uomo all’Uno infinito, nella Legge universa di ciò che fu, che è, che in eterno sarà» [G. KREMMERZ, Credo, in Acta Italica Muratoria, N° 7-9, Lu-glio-Settembre 1962 E.·.V.·., Anno VI, Periodico mensile di Alta Cultura Massoni-ca, Massoneria Universale Moderna di R.S.A.A., Gran Movimento d’Italia, Taran-to, p. 81 (80-81). Il Direttore di quella rivista era Terenzio Lo Martire e il redattore capo responsabile, John Pine].
N. M. DI LUCA, La Massoneria. Storia, miti e riti, Atanòr Editrice, Roma 2000, p. 215, nota n° 47. La Loggia romana Montesion N° 705 è una loggia massonica di ricerca esoterica (all’obbedienza del GOI) e tra i suoi membri c’è interesse per il pensiero kremmerziano (www.montesion.it/_esterni/_Kremmerz/_Kremmerzp/ Kremmerzindex.htm (website visitato il 9 novembre 2006).
N. M. DI LUCA, La Massoneria. Storia, miti e riti, p. 181.
Cf. M. INTROVIGNE, Il cappello del mago, p. 229. Tra i martinisti italiani del sec. XX elencati da Introvigne, segnalo i massoni: Marco Egidio Allegri, Adolfo Banti, Arturo Reghini (33° grado RSAA di Piazza del Gesù), Gabriele D’Annunzio (poe-ta, 33° grado RSAA di Piazza del Gesù), Vincenzo Soro, Umberto Gorel Porciatti (33° grado RSAA, di Piazza del Gesù), Luigi Furlotti (GOI), Carlo Gentile, Fran-cesco Brunelli.
Cf. [Anonimo] Nell’Ordine Martinista, in Rassegna Massonica, Ufficiale per gli atti della Gran Loggia Nazionale A.L.A.M. d’Italia e del Supremo Consiglio dei 33.·. del Rito Scozzese Antico ed Accettato per l’Italia e le sue Colonie, Anno XIII, N° 6-7, Giugno-Luglio 1923, pp. 28-30.
Cf. G. VENTURA, Tutti gli uomini del Martinismo, Editrice Atanòr, Roma 1978, pp. 61-62, 65, 73-75.
Cf. M. INTROVIGNE, Il ritorno dello gnosticismo, Sugarco Edizioni, Carnago (Va-rese) 1993, pp. 140-145.
Cf. ivi, pp. 160-175. Gli ambienti dell’ECG attingono anche alle dottrine empie e blasfeme del cavaliere Georges Le Clémént de Saint-Marcq, capitano del Genio militare, spiritista, alto dignitario della Massoneria belga (Grande Oriente del Bel-gio) il quale nel 1906 fonda la Ligue de la Réforme Morale par la Vérité, che ha per organo il giornale Le Sincère da cui prese il nome il suo movimento Le sincé-risme. In un volumetto intitolato L’Eucharistie (1928), il massone Le Clémént de Saint-Marcq interpreta l’Eucaristia cristiana come un rito di magia sessuale che Cristo avrebbe trasmesso e praticato agli apostoli… Solo così Le Clémént de Saint-Marcq riesce a comprendere il senso della comunione al corpo e al sangue di Cristo… E tale rito (secondo l’empio e scostumato massone Le Clémént de Saint-Marcq) sarebbe trasmesso dai preti e nei conventi…. (cf. M. INTROVIGNE, Il ritor-no dello gnosticismo, pp. 156-160). Ho personalmente constatato che quell’empio libro di Le Clémént de Saint-Marcq è tra le letture consigliate dal website della Loggia Montesion N° 705 (GOI) di Roma.
Cf. M. INTROVIGNE, Il ritorno dello gnosticismo, pp. 177-184.
Cf. ivi, pp. 190-195.
L’XI° ed ultimo grado dell’OTO comprende magia omosessuale maschile, at-traverso cui avviene la consacrazione episcopale gnostica … (cf. M. INTROVIGNE, Il ritorno dello gnosticismo, p. 171). Oltre che nell’XI° grado OTO, la magia omo-sessuale maschile (sodomia) è anche nel XIV° grado OTOA (cf. P.-R. KÖNIG (a cura di), Der OTOA-Reader, ARW-Hiram Edition, München 1994, p. 56, pp. 114-116). Peter Robert König è XI° grado dell’OTO e XVI° dell’OTOA.
Cf. M. INTROVIGNE, Il cappello del mago, p. 299, p. 301.
Cf. G. VENTURA, I Riti Massonici di Misraïm e Memphis, Casa Editrice Atanòr Roma [1979?] (19751), p. 112.
Cf. A. A. MOLA, Storia della Massoneria italiana dalle origini ai giorni nostri, Bompiani, Milano 1999, p. 331, nota n° 49.
Cf. M. INTROVIGNE, Il cappello del mago, p. 229.
Cf. L. SESSA, I Sovrani Grandi Commendatori e breve storia del Supremo Con-siglio d’Italia del Rito Scozzese Antico ed Accettato – Palazzo Giustiniani dal 1805 ad oggi, Bastogi Editrice Italiana, Foggia 2004, pp. 107-116.
Cf. G. VENTURA, I Riti Massonici di Misraïm e Memphis, p. 150, nota n° 5.
Cf. N. M. DI LUCA, La Massoneria. Storia, miti e riti, Atanòr Editrice, Roma 2000, p. 181, p. 222, nota n° 113. Natale Mario Di Luca (medico legale, docente univer-sitario a La Sapienza di Roma, Maestro Massone del GOI) scrive che «al movi-mento kremmerziano aderirono non pochi dirigenti di spicco della massoneria giustinianea, quali gli avvocati baresi Giacomo Borracci ed Alberto Russo-Frattasi, il medico pugliese (ma trapiantato a Roma) Giovanni Bonabitacola e, dopo la caduta del fascismo, il chirurgo Giovanni Pica (sovrano gran commenda-tore del R.S.A.A. dal 1967 al 1976)»: (ivi, p. 148).
Cf. G. VENTURA, I Riti Massonici di Misraïm e Memphis, p. 137. Nel 1945, allor-ché fu ricevuto nell’Ordine Martinista e nel Rito di Misraim e Memphis di M.E. Al-legri, De’ Conca 33° era Gran Guardasigilli del Supremo Consiglio 33° RSAA di Tito Signorelli 33 LtSGC. All’epoca, Marco Egidio Allegri 33° era Comandante dell’Aeropago (assemblea dei massoni del 30° grado Kadosh del RSAA) del Ve-neto (cf. G. VENTURA, I Riti Massonici di Misraïm e Memphis, p. 137). In una lette-ra del 1945 a Signorelli 33°, Allegri 33° scrive che a Venezia, sin dall’epoca fasci-sta c’era «una intima unione» tra i dirigenti del RSAA e quelli del Rito di Memphis (ibidem).
Cf. N. M. DI LUCA, La Massoneria. Storia, miti e riti, p. 181, p. 223, nota n° 121.
Cf. F. BRUNELLI (a cura di), Rituali dei gradi simbolici della Massoneria di Mem-phis e Misraim, Edizioni Bastogi, Foggia 1981, pp. 57-69. Sui contenuti dell’APRMM: cf. ivi, pp. 63-69. L’APRMM si definisce un Rito «spiritualista» (ivi, p. 63). I gradi dell’APRMM dal 34° al 90° («massoneria ermetica o occulta») ammettono «il la-voro filosofico occulto il più avanzato ed il più sublime» (ivi, p. 64): alla luce di quanto illustrato sinora sull’APRMM, credo sia facile individuare nell’espressione appena citata un chiaro riferimento alla magia operativa.
Circa gli incarichi di Carlo Gentile nel GOI e il suo massimo grado (il 33°) nel RSAA: cf. C. GENTILE, Alla ricerca di Hiram. I tre gradi della Massoneria, Altair – Collana di Studi Esoterici, Edizioni Bastogi, Foggia 1980, 4a pag. di copertina.
Circa Carlo Gentile e l’APRMM: Quaderni di studio N°1, in Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraim, in www.memphismisraim.it/B3.htm 13 dicembre 2002). Ho rivisitato quel website nel novembre 2006 e purtroppo la pagina era stata rimossa, però, l’ho stampata quando la visitai nel lontano 2002. In quel qua-derno di studio è riportata una relazione (stampata on-line in 17 pagine, A4) di Carlo Gentile 33.·.66.·.90.·. sui rapporti tra alchimia e massoneria.
Cf. M. INTROVIGNE, Il ritorno della magia, p. 126.
Il 90° grado APRMM (Sublime Principe, Sublime Patriarca, Maestro della Grande Opera) conserva gli Arcana Arcanorum di Cagliostro: cf. Struttura opera-tiva, in ANTICO E PRIMITIVO RITO DI MEMPHIS E MISRAIM, in http://www.memphis misraim.it/A4.htm, sito visitato il 13 dicembre 2002 (ho stampato e conservato quelle pagine).
Cf. A. MOSCATO, L’Albero della Vita, gli Elementi, i gradi massonici “azzurri” ed i quattro mondi, in L’Acacia, N° 1, gennaio-agosto 1997, Gran Loggia di Rito Sim-bolico Italiano [RSI], Roma, pp. 25-30. Il RSI è riservato a Maestri Massoni del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani (GOI).
Cf. A. MOSCATO, Ars Gratia Artis. Il Libro dell’Arte Regale. Dall’OTO di Crowley alla Loggia di Khem dell’OTO italiano, Bastogi Editrice Italiana, Foggia 1998, pp. 144. L’OTO pratica un rituale di invocazione di Baphomet, l’energia magica a cui ogni mago (dell’OTO) si consacra («consacrazione»). In quel rituale, «Baphomet» è invocato anche con i seguenti nomi: «Padre Mitra […], Satana […], Teschio Barbuto […], Capro Ineffabile» (ivi, pp. 131-137).
Cf. P. L. ZOCCATELLI, L’Ordo Templi Orientis in Italia: storie e significati, in CE-SNUR – CENTER STUDIES ON NEW RELIGIONS, in: http://www.cesnur.org/testi/ oto.htm, sito internet visitato il 12 ottobre 1999.
Cf. Frater Religo Libertas, Prefazione, in A. MOSCATO, Ars Gratia Gratis. Il Libro dell’Arte Regale. Dall’OTO di Aleister Crowley alla Loggia Khem dell’OTO italia-no, Bastogi Editrice Italiana, Foggia 1998, pp. 9-15. Al termine della Prefazione, questo membro dell’OTO indica il proprio nome iniziatico (Frater…) è la sua quali-fica di «3° (G.O.I.), III° (O.T.O.), Rettore Magnifico del “Collegio di Set” della Log-gia di Khem/ OTO» (ivi, p. 15). Dunque, questo membro dell’OTO è anche Mae-stro Massone (3° grado) del Grande Oriente d’Italia (G.O.I.).
Cf. A. MOSCATO, Ars Gratia Gratis, pp. 21-60, 81-91.
Ivi, p. 20, pp. 32-34
Cf. ivi, pp. 72-80. Curioso osservare che lo stesso Moscato sconsiglia «quasi del tutto» ai suoi adepti (anche a quelli più “preparati”, più capaci di auto-controllare le loro passioni…) di compiere cerimonie collettive di «Orgia Rituale», poiché «durante l’intensità isterica dell’Orgia» è facile scivolare in forme di «ma-gia nera» (cf. ivi, p. 75).
Cf. ivi, pp. 104-107. Il maiuscolo è del Moscato.
Cf. ivi, pp. 131-137. In particolare, pp. 135-137.
Nel 1991, Schiavone risultava insignito del 31° grado RSAA (cf. Quarto Semina-rio R.S.A.A. – “Gli stati interiori di coscienza e le catene d’unione, in Tempio Scoz-zese, a cura di Ispettorato RSAA per Puglia e Lucania – Collana R.S.A.A. – Nuova Serie, Bollettino semestrale a cura del Supremo Consiglio del R.S.A.A. (Palazzo Giustiniani), Anno II, N° 4 – Luglio-Dicembre 1991, Roma, p. 41. Giuseppe Schia-vone (almeno nel 2004) risultava tra i membri del comitato di redazione del website del Supremo Consiglio del 33° ed ultimo grado del RSAA: www.ritoscozzese /comitato.htm (9 gennaio 2004). Purtroppo, (tra il 2005 e il 2006), il sito del RSAA giustinianeo è stato modificato, per cui, nell’attuale versione (2007), non compare più il nome dei membri del Comitato di Redazione. Suppongo che dal 1991, ad og-gi, Schiavone abbia fatto “carriera” e sia giunto al 33° grado.
Cf. G. SCHIAVONE, L’Androgino tra realtà e mito, Bastogi Editrice Italiana, Fog-gia 1998, pp. 84-101.
Negli Anni ‘80 del secolo XX, Ierace risulta legato all’OTO di Solomon-Phallos-Naaos-Lucifer I, nome iniziatico del massone triestino Nevio Viola 33° (massone del 33° grado di RSAA, di non so quale Obbedienza, e anche membro di OTO, OTOA, Memphis e Misraim…) e al suo circolo esterno: Corrente 93-Società Pan-sofica per la Nuova Era. In un suo documento del 1986, Ierace vanta l’apparte-nenza a vari Ordini iniziatici, tra cui: OTO, Memphis e Misraim, Ecclesia Gnostica Spiritualis… (P.-R. KÖNIG, Das OTO-Phänomen. 100 Jahre Magiche Geheimbün-de und ihre Protagonisten von 1895-1994. Ein historisches Aufklärungswerk, ARW, München 1994, pp. 254-255). Peter-R. König è lui stesso membro dell’OTO e OTOA… Su Rivista Massonica (rivista del GOI, dal 1966 al 1979), e su Hiram (rivista del GOI, dal 1980 al 1994), troviamo articoli di Ierace.
Sui legami di Palmieri con l’OTO, Corrente 93 e la rivista Sixtrum: cf Gruppi di magia cerimoniale – Gruppi crowleyani, in CESNUR, Center Studies on New Reli-gions, in http://www.cesnur.org/religioni_italia/m/magia_cerimoniale_02.htm, websi-te visitato il 6 novembre 2006. Una lettera di Nevio Viola (Presidente Onorario di Corrente 93) del maggio 1982 ad Aurelio Palmieri (Presidente Nazionale di Cor-rente 93, Locri) è riprodotta in P.-R. KÖNIG, Der OTOA-Reader, ARW, München 1994, p. 43 non numerata. Alla pagina precedente (p. 42), di quel libro del König, vi è una lettera di Nevio Viola («Frater Solomon-Phallos-Naaos-Lucifer I») del maggio 1982, con le sue qualifiche massoniche e iniziatiche: Gran Maestro dell’OTO per l’Italia, «33°- Sovrano Grande Ispettore Generale di tutti i Riti Scoz-zesi», Ordini di Misraim e di Memphis, Ecclesia Gnostica Cattolica Latina, Rito Antico e Primitivo di Memphis e Misraim…
Di recente (18 maggio 2006), sul website di Sixtrum (www.prometeolocri.net) ho letto la presentazione alla rivista Sixtrum, di Aurelio Palmieri, il quale spiega che la rivista è curata «dai Fratelli Liberi Muratori calabresi». Palmieri ringrazia, per la colla-borazione, i massoni Michele Greco e Aldo Chiarle (entrambi del GOI). Palmieri au-spica «l’incondizionato appoggio» dei «Fratelli della Comunione calabrese» (e, dai vari indizi, non può non trattarsi che del GOI). Palmieri ringrazia anche i massoni di altre Obbedienze italiane, in particolare quelli di Palazzo Vitelleschi (GLDI). Al termine dell’articolo del Palmieri (www.prometeolocri.net/ 2002/sistrum.htm), si vede un sigillo esoterico su cui è scritto Fraternitas Rosicruciana Antiqua. Dal manuale di Introvigne, sappiamo che si tratta di una Fraternitas interessata anche alla magia sessuale. La FRA è stata fondata da Arnold Krumm-Heller (1876-1949), massone, gnostico, OTO. Ad un ramo della FRA si sarebbe legato anche Michal Bertiaux (OTO, OTOA, mas-sone Memphis e Misraim, gnostico…), e al Bertiaux fu legato Nevio Viola, “collega” massonico-esoterico di Aurelio Palmieri (cf. M. INTROVIGNE, Il cappello del mago, p. 196-197, 282-287). Quindi, sembra che Palmieri sia legato anche alla FRA.
Nel numero 2/2005 di Sixtrum è pubblicata la lettera di un ermetista kremmerziano che si firma Michael e che raccomanda la magia sessuale: il coito eterosessuale qua-le via per unirsi al femminile che è in sé (la propria “Maria”, secondo il Kremmerz) e che è rappresentato dalla partner dell’atto sessuale (MICHAEL, Lettera ad un ermeti-sta, in Sixtrum, Rivista di studi Esoterici Iniziatici Massonici, N° 2, Equinozio d’Autunno, Settembre 2005, Editrice Atanor [Roma], Cosenza, pp. 56-58 (51-58).
Mariano Bianca è massone del GOI: cf. Erasmo Notizie, Bollettino d’informa-zione del Grande Oriente d’Italia, N° 13-14, 31 luglio 2001, pp. 2, 4, 6.
Dall’Editoriale di Michele Greco su Sixtrum N° 2/2005 (pp. 9-10) si deduce che Greco sia membro del RSAA, per lo meno 30° grado RSAA; infatti, egli fa allusio-ne ad un rito previsto al 30° grado RSAA: «Con l’abbattimento delle Colonne ab-biamo superato simbolicamente tutti i contrasti del dualismo?» (ivi, p. 10). Scopo dei massoni del RSAA: «“angelicarsi” nella Luce» (ivi, p. 10).
Su Michele Greco: cf. Notizie dalla Comunione, in Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno III, N° 13-14, 31 luglio 2001, p. 6; cf. Notizie dalla Comunione, in Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno IV, N° 5, 15 marzo 2002, p. 3.
Cf. Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno IV, N° 2, 31 gennaio 2002, p. 4.
Cf. Quarto Seminario R.S.A.A. – “Gli stati interiori di coscienza e le catene d’unione, in Tempio Scozzese, a cura di Ispettorato RSAA per Puglia e Lucania – Collana R.S.A.A. – Nuova Serie, Bollettino semestrale a cura del Supremo Consiglio del R.S.A.A. (Palazzo Giustiniani), Anno II, N° 4 – Luglio-Dicembre 1991, Roma, p. 45.
Sulla qualifica massonica di Ernesto D’Ippolito: cf. [Locandina], MASSONERIA UNIVERSALE – COMUNIONE ITALIANA – GRANDE ORIENTE D’ITALIA – PA-LAZZO GIUSTINIANI – CONSIGLIO MAESTRI VENERABILI – REGGIO CALA-BRIA, 1805-2005 “Massoneria: fonte di ricchezza spirituale ed intellettuale dell’uo-mo”. 200 anni di storia del Grande Oriente d’Italia – il contributo ed il ruolo dei mas-soni calabresi, Reggio Calabria, 11 dicembre 2005, ore 16,30. Palazzo Cedir, Sala “G. Versace”. Con il patrocinio di Comune di Reggio Calabria, Provincia di Reggio Calabria, Presidenza Consiglio Regionale della Calabria.
Cf. G. S. M. IERACE, Heart Inferno, in Sixtrum, in http://www.prometeolocri.net/ 2002/heart.htm (website visitato il 17 maggio 2006). Quasi al termine di quell’ar-ticolo di Ierace, vi è un’immagine tantrica: un uomo e una donna (forse induisti) in atto sessuale. Ciò fa capire meglio il legame di Sixtrum con ambienti di magia gnostico-sessuale…
Cf. Enotrio ROMANO [G. CARDUCCI], Inno a Satana, in Bollettino del Grande O-riente della Massoneria in Italia, vol. II, anno III, fasc. VII-XI, settembre-dicembre 1867/gennaio 1868, Firenze 1869, pp. 330-334; [Anonimo], Il segreto, in Rivista della Massoneria Italiana, Anno V, N° 9, venerdì 1 maggio 1874, Roma, pp. 1-3; CURTIUS, Il movimento religioso, in Rivista della Massoneria Italiana, Anno X, N° 17, Roma 15 settembre 1879, p. 265; D. ORANO, Pel centenario di Giordano Bru-no. 17 febbraio 1600 – 17 febbraio 1900, in Rivista della Massoneria Italiana, An-no XXXI, N° 3-4, 15-28 febbraio 1900, Roma, pp. 43-46 (p. 46); U. BACCI, Alla Massoneria Italiana, in Rivista della Massoneria Italiana, Anno XXXV, N° 3-6, febbraio-marzo 1904, Roma, p. 46; cf [Anonimo], Per una iniziazione nella R.·. Loggia “Rienzi”, in Rivista Massonica, Anno XL, N° 1-2-3-4, 28 febbraio 1909, Roma, p. 44; cf. NARDI, Il pensiero Civile di Giosué Carducci, in Rivista Massoni-ca, Anno LIV, N° 8, ottobre 1924, Roma, p. 183; U. LENZI, Ai Liberi Muratori d’Italia (discorso pronunciato all’assemblea delle logge italiane nell’assumere la Grande Maestranza dell’Ordine, 20 marzo 1949), in L’Acacia Massonica, Anno III, N° 2-3, febbraio-marzo 1949, p. 37, ristampa anastatica, Edizioni Bastogi, Foggia 1986; LUMEN VITAE, Nel cinquantenario della morte di Giosué Carducci libero mu-ratore, in Lumen Vitae (rivista del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani dal 1954 al 1959), Anno IV, N° 2, Febbraio 1957, Roma, p. 47-48 (41-54); T. VENTU-RA, Carducci umanista-massone, in Lumen Vitae, Anno V, N° 8-9, Agosto-Settembre 1957, pp. 277, 282-283 (274-286); CRIZIA, Solitudine e attualità di Gio-sué Carducci, in Lumen Vitae, N° 10, Ottobre 1957, p. 347 (344-349); A. CHIARLE, Il massone Carducci cantò il Risorgimento (Avanti!, 25 luglio 2005), in Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno VI, N° 14, 31 luglio 2005, Società Erasmo, Roma, p. 19. Il massone Tommaso Ventura definiva il «Satana» carducciano: «superbo principe della Natura e della Ragione» (T. VENTURA, Carducci umanista-massone, in Lumen Vitae, N° 8-9, Agosto-Settembre 1957, p. 277).
C. GENTILE, Sul rituale di Apprendista, in Rivista Massonica, organo mensile del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, N° 9, Novembre 1971, vol. LXII – VI° della nuova serie, Roma, p. 501; C. GENTILE, Alla ricerca di Hiram. I primi tre gradi della Massoneria, Prefazione di Giordano Gamberini (19771), Altair – Colla-na di Studi Esoterici, Edizioni Bastogi, Foggia 1980, pp. 19-20.
Cf. G. ROCCHI, Il Diavolo, in Rivista Massonica, organo mensile del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, vol. LXVIII – XII° della nuova serie, N° 2, Febbraio 1977, Roma, pp. 90-98; cf. A. BORZI, Sintesi filosofica del simbolismo massonico [Conferenza letta il 7 Gennaio 1923 alla R.L. “LA III ITALIA”], in Hiram, organo del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, N° 1, Gennaio 1990, Soc. Erasmo, Roma, pp. 21-24.
Cf. D. CANCELLIERI, Genesi storica del Real Segreto e sua importanza nei vari riti massonici, in Rivista Massonica, anno XLI, N° 1-2, gennaio 1910, Roma, p. 16; cf. F. INDRACCOLO [GOI E RSAA], Per non confondere Satana con Lucifero, in L’Incontro delle genti, rivista di scienze, lettere e arte [ma in pratica, è rivista di cultura massonica, legata alla Massoneria di RSAA detta “di Palazzo Giustinia-ni”], N° 2, Aprile-Giugno 1989, p. 12. Francesco Indraccolo (GOI e RSAA) mani-festa simpatia per «Lucifero», non il Lucifero=diavolo sulfureo (secondo quanto insegna il dogma cattolico), ma il Lucifero=Satana carducciano, «il Lucifero caro ai laici e coloro che tendono a razionalizzare tutti gli stati di coscienza», «il portatore di luce», «la Stella del mattino», simbolo della massonica «ricerca della Luce».
Cf. [Anonimo] Inno alla Luce, in Rivista Massonica, anno XLI, N° 19-20, di-cembre 1910, Roma, p. 468. L’intero inno è a pp. 468-469. Questo Inno alla Luce è datato Verona 27 gennaio 1911; in effetti a p. 433 di questo numero di Rivista Massonica è precisato che esso è uscito in ritardo, dunque non nel dicembre 1910, ma almeno nel gennaio-febbraio 1911. Perciò è stato possibile pubblicare su tal numero di dicembre 1910 il suddetto inno luciferino massonico datato 1911.
F. BRUNELLI, Principi e metodi di massoneria operativa, Bastogi Editrice Italia-na, Foggia 1994 [19821], p. 85.
G. DI NARDO, La religione antroposofica dell’Io nell’antico Egitto- Parte II, in L’Acacia Massonica, anno II, N° 2, febbraio 1948, Roma, ristampa anastatica, Edizioni Bastogi, Foggia 1986, p. 46; IBIDEM, in L’Acacia Massonica, anno II, N° 3, marzo 1948, Roma, [Foggia 1986], p. 82; IBIDEM, Parte I, in L’Acacia Massonica, anno I, N° 5-6, novembre 1947, Roma, [Foggia 1986], p. 130; IBIDEM, Parte II, in L’Acacia Massonica, anno II, N° 4, aprile 1948, Roma, [Foggia 1986], pp. 115-116; C. GENTILE, Tradizioni mediterranee: Eleusinia, in Rivista Massonica, organo mensile del Grande Oriente d’Italia – Palaz-zo Giustiniani, N° 11, Novembre 1970, p. 548. Sull’Inferno dantesco in chiave e-soterico-massonica: cf. G. COGNETTI, Post tenebras Lux, in Massoneria Oggi, rivista del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, Anno III, N° 4, Agosto-Settembre 1996, Roma, pp. 29-34.
V. VANNI, Il Diavolo. XVa Lama dei Tarocchi, in http://www.nea-agorà. com/modules.php?name=News&file=article&sid=3, 5 pagine, website visitato il 20-12-2003 e nel marzo 2005. Ho visitato di nuovo quel sito nel dicembre 2006, ma purtroppo esso è stato rinnovato e l’articolo di Vanni sul diavolo è stato rimos-so. Provvidenzialmente lo stampai e ancora lo conservo. Altro elogio massonico su «Lucifero»: cf. [I. MOSCA], La Magia, Studi Muratori – Seconda Accademia Te-orico-Pratica di Operatività Muratoria [Quaderni di Simbologia Muratoria], Oriente di Caldaro giorni 1, 2 giugno 1975, in http://www.montesion.it/_tavole/Quaderni/ _quaderni_simbologia/_accademia2/magia.htm, website visitato il 10 marzo 2005; A. SAMONÀ, La via della psicologia sacra secondo i Tarocchi, in Hiram [GOI], N°4/2005, p. 93. Vittorio Vanni, Ivan Mosca 33° [†2005] e Alberto Samonà sono massoni del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani. Vanni e Samonà si riferiscono al «Diavolo», invece Mosca 33° preferisce parlare di «Lucifero».
Così scrive Paolo Pisani (massone): «Quasi in una sorta di universale energia, in cui buono e cattivo non si distinguono, la carta de “Il Diavolo” mostra come l’iniziato debba saper captare ogni corrente e domare le impetuosità. Un impegno per realizzare la Grande Opera attirando la cooperazione di tutto quello che può essere d’aiuto»: P. PISANI, Rinvenibile anche nei Tarocchi il simbolismo massoni-co, in Hiram, Rivista Massonica, Organo bimestrale del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, N° 5, Ottobre 1983, p. 135.
M. NICOLOSI, Jung, l’alchimia e oltre, in Hiram, Rivista del Grande Oriente d’Italia, N° 1/2005, p. 58.
Cf. R. FOLENGO, La redenzione del diavolo, in Lumen Vitae, [rivista del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani], anno I, N° 7, luglio 1954, Roma, p. 8; cf. W. ANCESCHI, La vera storia dei figli della luce, in Lumen Vitae, [rivista del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani], anno III, N° 7, luglio 1956, Roma, pp. 226-228; M. SEGRÈ, Il Peccato di Adamo, in Lumen Vitae [rivista del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani], anno VI, N° 7, luglio 1959, Roma, pp. 206-212; C. GENTILE, Evoluzionismo scientifico ed evoluzione iniziatica, in Rivista Massonica, organo mensile del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, Vol. LXIX – XIII° della nuova serie, N° 4, Giugno 1978, Roma, p. 261; V. TARTAGLIA, Il Cammino Iniziatico. Massoneria e Luce, Bastogi Editrice Italiana, Foggia 1995, p. 114; F. FERRARA, Dalle tenebre alla Luce, Edizioni Walter Brenner, Cosenza 20022, pp. 26-28; M. BONINI, L’eredità Gnostica, in Atti Quatuor Coronati n° 3 – Le Tavole del 2002, Circolo di Corrispondenza della Quatuor Coronati in associazione con la R.L. Quatuor Coronati 1166 all’Or. di Perugia – Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani (Roma), Perugia 2003, p. 167.
Cf. E. ROMANO, Inno a Satana, in Bollettino del Grande Oriente della Massone-ria in Italia, vol. II, anno III, fasc. VII-XI, settembre-dicembre 1867/gennaio 1868, Firenze 1869, pp. 330-334. In questo stesso fascicolo del Bollettino, è pubblicato un articolo conto il Papato (cf. ivi, pp. 324-330).
Cf. E. ROMANO, Inno a Satana, in Bollettino del Grande Oriente della Massone-ria in Italia, Firenze 1869, p. 330.
In quell’anno, il massone Bacci risulta insignito del 30° grado del RSAA: cf. Notizie massoniche della comunione, in Rivista della Massoneria Italiana, anno V, N° 9, venerdì 1 maggio 1874, Roma, p. 8.
[Anonimo], Perseveriamo, in Rivista della Massoneria Italiana, anno V, N° 8, mercoledì 16 aprile 1874, Roma, pp. 1-3; [Anonimo], I Figli della Luce, in Rivista della Massoneria Italiana, N° 14, giovedì 16 luglio 1874, Roma, pp. 1-3; [Anoni-mo], I Figli delle Tenebre, in Rivista della Massoneria Italiana, N° 15, sabato 1 agosto 1874, Roma, pp. 1-3.
Cf. [Anonimo], Il segreto, in Rivista della Massoneria Italiana, anno V, N° 9, venerdì 1 maggio 1874, Roma, p. 1. L’intero articolo è a pp. 1-3.
Ivi, p. 3.
Cf. [Anonimo] Il Congresso antimassonico di Trento, in Rivista della Massoneria Italiana, Anno XXVII, N° 17-20, Novembre-Dicembre 1896, Roma, pp. 308-311.
Ivi, p. 309.
Ivi, p. 310.
Ibidem.
Ibidem. Il commento tra parentesi ed in corsivo è dell’anonimo massone auto-re di quell’articolo.
Cf. ibidem.
Cf. ibidem.
«Ma questo dottore, che aveva così ragionevolmente, splendidamente parlato nel suo esordio della Massoneria, e che giunge perfino a declamare l’Inno a Sa-tana del Carducci, c’è da scommettere qualsiasi cosa che è una brava persona, forse un giovane generoso, che ragioni, interessi speciali hanno obbligato a con-cludere il suo discorso in modo ben diverso dalle intime convinzioni» (Ibidem).
[Anonimo], Per una iniziazione nella R.·. Loggia “Rienzi”, in Rivista Massonica, anno XL, N° 1-2-3-4, 28 febbraio 1909, Roma, p. 44 ( 41-48). Il grassetto è mio. Con poche e anonime righe (forse di Ulisse Bacci 33°?) è introdotto «il discorso che noi siamo lietissimi di riprodurre nelle colonne della Rivista perché in forma piana e lucida costituisce la sintesi dei principi e dell’opera della Massoneria» (ivi, pp. 41-42), ossia il discorso sopra menzionato, tenuto presso la Loggia “Rienzi”. Dal 1905, la Rivista della Massoneria Italiana (rivista diretta da Ulisse Bacci 33°, massone del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani) ha preso il nuovo no-me di Rivista Massonica, ancora sotto la guida del Bacci 33°.
Ivi, p. 45.
Cf. U. LENZI, Ai Liberi Muratori d’Italia (discorso pronunciato all’assemblea del-le logge italiane nell’assumere la Grande Maestranza dell’Ordine, 20 marzo 1949), in L’Acacia Massonica, Anno III, N° 2-3, Febbraio-Marzo 1949, p. 37, ri-stampa anastatica, Edizioni Bastogi, Foggia 1986; cf. LUMEN VITAE, Nel cinquan-tenario della morte di Giosué Carducci libero muratore, in Lumen Vitae (rivista del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani dal 1954 al 1959), Anno IV, N° 2, Febbraio 1957, Roma, p. 47-48 (41-54); cf. T. VENTURA, Carducci umanista-massone, in Lumen Vitae, Anno V, N° 8-9, Agosto-Settembre 1957, pp. 277, 282-283 (274-286); cf. CRIZIA, Solitudine e attualità di Giosué Carducci, in Lumen Vi-tae, N° 10, Ottobre 1957, p. 347 (344-349).
Cf. U. CIPOLLONE, Giosué Carducci massone, Discorso tenuto in Bologna per il 50° anniversario della morte (16 febbraio 1957), Tipografia Portosalvo, Napoli, p. 19. Carducci ebbe a dire che quando fu indetto il Concilio Vaticano I (8 dicembre 1869), i giornali democratici e massonici a Palermo, Firenze e Spoleto ristampa-rono l’Inno a Satana (cf. ivi, p. 7).
C. GENTILE, Sul rituale di Apprendista, in Rivista Massonica, organo mensile del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, N° 9, Novembre 1971, vol. LXII – VI° della nuova serie, Roma, p. 498 (497-508).
Ivi, p. 499. Il corsivo è del testo.
Ivi, p. 501.
Ibidem. Il maiuscolo è del testo.
«[...] a te disfrenasi / il verso ardito,/ te invoco, o Satana, / re del convito»: E. ROMANO [G. CARDUCCI], Inno a Satana, in Bollettino del Grande Oriente della Massoneria in Italia, vol. II, anno III, fasc. VII-XI, settembre-dicembre 1867/gennaio 1868, Firenze 1869, p. 330 (330-334). Nel 1967, a Bologna, in occasione del sessantesimo anniversario della morte del massone Giosué Carducci, si sono svolte cerimonie massoniche di commemorazione. Tra i partecipanti: il Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico e Accettato e l’allora Gran Mae-stro del Grande Oriente d’Italia (Giordano Gamberini). Carducci fu iniziato mas-sone nel 1862 e giunse anche al 33° grado del R.S.A.A. Nel medesimo Notiziario è precisato che per il triennio 1967-1969 la Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia ha rieletto Gran Maestro Giordano Gamberini. Inoltre, Carlo Gentile è sta-to eletto 2° Gran Sorvegliante del GOI (cf. Notiziario, in Rivista Massonica, orga-no mensile del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, N° 3, Aprile 1967, pp. 110-111).
C. GENTILE, Sul rituale di Apprendista, in Rivista Massonica, organo mensile del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, N° 9, Novembre 1971, p. 502.
Ibidem.
C. GENTILE, Sul rituale di Apprendista, in Rivista Massonica, organo mensile del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, N° 10, Dicembre 1971, vol. LXII – VI° della nuova serie, Roma, p. 558 (557-565). Il maiuscolo è del testo.
Ivi, p. 559. Il maiuscolo è del testo.
Ibidem. Il maiuscolo è del testo.
Scrive il Gamberini: «La Massoneria [...] viene costruita dal rituale e soltanto dal rituale. Essa è la risposta che l’umanità attende senza conoscere, da secoli contorcendosi nel letto di dolore del drogato, con intorno i fantasmi multicolori del-le ideologie» (G. GAMBERINI, Prefazione alla prima edizione (1977), in C. GENTILE, Alla ricerca di Hiram. I primi tre gradi della Massoneria, Altair – Collana di Studi Esoterici, Edizioni Bastogi, Foggia 1980, p. 10. L’intero testo del Gamberini è a pp. 9-10). Interessante leggere il curriculum massonico del Gentile, riportato in 4ª pagina di copertina: massone dal 1945, elevato al 33° ed ultimo grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato e dal 1969 ha ricoperto le cariche di Gran Sorve-gliante, Grande Oratore e Gran Maestro Aggiunto della Massoneria di Palazzo Giustiniani, cioè il Grande Oriente d’Italia.
Cf. EMMANUEL, Simbolismo, diabolismo e Bibbia, in Rivista Massonica, organo mensile del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, Vol. LXIX – XIII° della nuova serie, N° 9, Dicembre 1978, Roma, pp. 551-561.
Cf. ivi, pp. 553-554.
Cf. ivi, p. 556.
Ivi, p. 557.
Cf. ivi, pp. 556-557.
Cf. E. BONVICINI, L’esoterismo massonico, in AA.VV., La Libera Muratoria, a cura di Claudio Castellacci, prefazione di Giordano Gamberini, SugarCo Edizioni, Milano 1978, pp. 205-206 (203-243); cf. E. BONVICINI, Massoneria moderna. Sto-ria – ordinamenti – esoterismo – simbologia, Bastogi Editrice Italiana, Foggia 1994, p. 185.
Cf. E. BONVICINI, L’esoterismo massonico, pp. 204, 212-213, 228-240; cf. E. BONVICINI, Massoneria moderna, pp. 213, 220.
E. BONVICINI, Massoneria moderna, p. 257.
Cf. ivi, p. 202.
Ivi, p. 219.
Cf. ivi, pp. 250-254.
Cf. ivi, p. 222.
Ivi, p. 220.
Cf. A. CORONA, Il Laicismo: La mentalità laica dei massoni nella storia dell’u-manità, (Discorso del Gran Maestro pronunciato il 14 gennaio 1986 alla R.L. Voltaire – Firenze, dinanzi a numerosi massoni di tutta la Toscana) in Hiram, or-gano del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, N° 2, Febbraio 1986, Soc. Erasmo, Roma, pp. 47-50.
Ivi, p. 50.
Alcune notizie sulla carriera massonica di Aldo Chiarle: «Iniziato nel ‘45 nella Massoneria Clandestina, confluì nel ’46 nella Massoneria Unificata e poi nel Grande Oriente d’Italia. Della Massoneria Unificata è stato Gran Segretario e, dopo il 1966, ottenuto il 33° grado del R.S.A.A., membro effettivo del Supremo Consiglio, Gran Segretario e Cancelliere di Stato». (A. CHIARLE, Lino Salvini – Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia 1970-1979, Bastogi Editrice Italiana 2002, p. 2a di copertina). Nel 2002, ancora membro del GOI, Chiarle 33° risulta essere membro libero del medesimo Supremo Consiglio R.S.A.A. (ivi, p. 3a di co-pertina).
A. CHIARLE, Ma sì, andiamo al diavolo, in Hiram, organo del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, N° 1, Gennaio 1989, Soc. Erasmo, Roma, p. 29 (28-29).
Cf. A. BORZI, Sintesi filosofica del simbolismo massonico [Conferenza letta il 7 Gennaio 1923 alla R.L. “LA III ITALIA”], in Hiram, organo del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, N° 1, Gennaio 1990, Soc. Erasmo, Roma, pp. 21-24. Nel gennaio 1990, il direttore di Hiram è ancora Armando Corona.
Ivi., p. 21.
Ibidem.
Cf. ivi, pp. 21-22.
Cf. ivi, p. 24.
Ibidem.
Ibidem. Il grassetto è mio.
Ibidem. L’ultima frase citata da Borzi (circa l’unione dei due principi, attivo-passivo, e il simbolo del serpente che si divora la coda) coincide sostanzialmente con quella scritta dal celebre mago e massone Elifas Levi: E. LEVI, Il dogma e il rituale dell’alta magia, Atanòr Editrice, Todi 1921, pp. 78-79: «Il principio attivo cerca il principio passivo, il pieno è amoroso del vuoto, la gola del serpente attira la sua coda e, girando su se stesso, egli fugge e si insegue»).
Cf. Assemblea annuale di Gran Loggia. La Comunione nomina cinque nuovi gran maestri onorari. Capruzzi, Chiarle, Fadda, Ghezzi e Rasi: i nuovi eletti, in Era-smo notizie, Bollettino del Grande Oriente d’Italia, N° 7-8, 15-30 Aprile 2004, p. 12.
A. CHIARLE, Il massone Carducci cantò il Risorgimento (“Avanti!”, 25 luglio 2005), in Rassegna Stampa di Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno VI, N° 14, 31 luglio 2005, Società Erasmo, Roma, p. 19 (18-19).
Ivi, p. 19. Chiarle definisce Carducci «il cantore della libertà e del Risorgimen-to» (ibidem).
Ibidem. Chiarle scrive che ai funerali massonici di Carducci «erano presenti più di novanta labari di Logge massoniche con alla testa il Gonfalone del Grande Oriente fiancheggiato dai vessilli del Supremo Consiglio dei “33” e della Gran Loggia Simbolica e centinaia di Fratelli […]» (ibidem).
A. CHIARLE, Carducci, il poeta che abbracciò l’umanità (“Avanti!”, 25 settembre 2006), in Rassegna Stampa di Erasmo notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno VII, N° 17-18, 15-31 ottobre 2006, pp. 31-32. Il rife-rimento all’Inno a Satana è a p. 32.
Cf. U. BACCI, Il Libro del Massone italiano, vol. I, Roma, nel Solstizio d’Estate dell’Anno della Luce 0009081 [19081], Edizione riservata ai Liberi Muratori, pp. 226-228, 243-245.
Cf. ivi, pp. 124-125, 267, 384-385, 438.
Ivi, p. 235. Inoltre, «Osiride, il sole, Tifone, le tenebre, simboleggiano l’eterna vicenda del giorno e della notte, la morte che è una necessità della vita, la vita che nasce dalla morte» (ivi, p. 236).
Cf. ivi, p. 238.
Cf. ivi, pp. 242-243. Il Bacci cita con ammirazione tali affermazioni riguardanti l’Uroboros, l’Unità assoluta… (cf. ivi, pp. 239-243) scritte da «un erudita trattatista massonico» (ivi, p. 239) di cui però non precisa il nome.
Cf. G. JONAS, Contributo alla Filosofia e Simbolismo del Capitolo Rosa-Croce, in Rivista Massonica, organo mensile del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustinia-ni, N° 5, Maggio 1971, vol. LXII – VI° della nuova serie, Roma, p. 227 (227-242).
Cf. ivi, pp. 232-233.
Cf. ivi, p. 234.
Cf. ivi, p. 235.
Cf. ivi, pp. 237-238.
Ivi, p. 239.
Cf. ivi p. 240.
Cf. ivi, pp. 241-242.
G. PILAZ, L’assoluto del bene e del male nel simbolismo del serpente, animale sacro, in Rivista Massonica, organo mensile del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, Vol. LXIV – VIII ° della nuova serie, N° 2, Febbraio 1973, Soc. Era-smo, Roma, p. 109 (109-112).
Cf. ivi, pp. 109-110.
Cf. ivi, p. 111.
Ivi, p. 111.
Cf. A.M. MONALDI, Alchimia via della conoscenza, in L’Acacia, rivista trime-strale della Serenissima Gran Loggia del Rito Simbolico Italiano – Palazzo Giu-stiniani, Anno I, N° 2 – Nuova serie – Aprile 1987, Roma, pp. 23-30. In particolare, pp. 23-25, 30. In quel tempo, il direttore della rivista era Virgilio Gaito. Tra i redat-tori: Virgilio Lazzeroni, Fernando Vidotti, Francesco Ferrara, Ottavio Gallego… (cf. ivi, pag. di sommario). Il corsivo è mio.
Claudio Bonvecchio è Maestro Massone del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani (GOI), ed ha partecipato al V Convegno Nazionale (Rimini, 9-10 di-cembre 2005) dell’Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraim (APRMM), un Ordine massonico, esoterico-iniziatico, dedito ad operazioni di magia alchemica evocatoria e trasmutatoria. L’APRMM è riservato ai Maestri Massoni del GOI. Bonvecchio (dicembre 2005) risulta avere il grado 33.·.66.·. dell’APRMM (cf. www.memphismisraim.it/id69.htm, sito web visitato il 1 novembre 2006). www. memphismisraim.it è il website dell’APRMM (GOI). Da quella pagina web, risultano altri massoni del GOI membri dell’APRMM: Antonio Calderisi 33.·.90.·.95.·. e Morris Ghezzi 33.·.66.·.
Cf. C. BONVECCHIO, Gnosi e libera muratoria: un percorso nel simbolico, in Le radici esoteriche della Massoneria, L’arca vivente dei simboli, Prefazione di Gu-stavo Raffi, Atanòr Editrice, Roma 2001, pp. 89-118.
Cf. ivi, p. 93.
Cf. ivi, p. 94.
Cf. ivi, pp. 102-107. Bonvecchio definisce «morte rituale» la morte simbolica in 3° grado di Maesto Massone (ivi, p. 105). Circa il Terzo Grado di Maestro, ritengo utile citare questo brano di Bonvecchio: «Va da sè che, con il grado di Maestro, si accede alla massima esperienza della Luce o del pneuma (spirito) che esprime lo stato di vera perfezione dell’Adepto che scopre – tramite il rituale e la parallela disposizione dell’animo – di essere lui stesso Hiram, ossia l’uomo che ha supera-to la pesantezza del mondo e può testimoniare la Luce incorrotta del Deus Ab-sconditus» (ibidem).
G. RAFFI, Prefazione, in GRANDE ORIENTE D’ITALIA – PALAZZO GIUSTINIANI, Sulla soglia del Sacro: Esoterismo ed Iniziazione nelle grandi religioni e nella tradizione massonica, Firenze 1-3 marzo 2002, Atti del Convegno di Studi, a cura di Antonio Panaino, Associazione Culturale Mimesis – Società Erasmo s.r.l., Milano 2002, p. 7. Il testo della Prefazione di Raffi è a pp. 7-9. Citerò il volume degli Atti soprain-dicati in questo modo: GOI, Sulla soglia del Sacro.
Cf. C. BONVECCHIO, Esoterismo ed iniziazione, in GOI, Sulla soglia del Sacro, pp. 171-173 (171-190).
Cf. ivi, p. 173.
Ivi, p. 174.
Cf. ibidem.
Cf. ivi, p. 175.
Cf. ivi, p. 177.
G. LAZZANI, Goethe massone (2a parte), in Hiram, organo del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, N°3 – Giugno 1983, pp. 64-65. Giuliano Lazzani ha e-quiparato la discesa di Faust nel regno infernale delle “Madri” alla discesa iniziatica agli Inferi che il futuro Apprendista Massone compie nel Gabinetto di Riflessione…
Insegnante di lettere e giornalista, l’irpino Michele Cianciulli fu iniziato in Mas-soneria in epoca pre-fascista. Fu collaboratore delle riviste del GOI L’Acacia Massonica e Lumen Vitae, e nel secondo dopoguerra fu Gran Ministro di Stato nel Supremo Consiglio del 33° ed ultimo grado del RSAA della Massoneria di Pa-lazzo Giustiniani (cf. N. M. DI LUCA, La Massoneria. Storia, miti e riti, Atanòr Edi-trice, Roma 2000, p. 181, p. 223, nota n° 116). Dunque Cianciulli fu un “33”!
M. CIANCIULLI, Le Madri del “Faust” di Goethe, in L’Acacia Massonica, Anno IV, N° 1-2, Gennaio-Febbraio 1950, Roma, pp. 11-18 [ristampa anastatica, Annate 1950-1952, Edizioni Bastogi, Foggia 1986, pp. 11-18].
Cf. ivi, p. 14.
Ivi, p. 15.
Cf. ivi, pp. 16-17. Cianciulli spiega che, secondo la Cabala ebraica, tre lettere dell’alfabeto ebraico sono dette “Madri” e precedono le altre (cf. ivi, p. 18). A p. 19 dello stesso numero de L’Acacia Massonica (N°1-2/1950) c’è un articolo: Omag-gio a Wolfango Goethe Libero Muratore che riporta una poesia composta dall’ ottantenne Goethe per i suoi Fratelli di Loggia riunitisi per festeggiare il suo 50° anniversario di iniziazione massonica.
A. PANAINO, La Centralità della Parola tra Rito e Pensiero, in M. BIANCA – A. CALDERISI (a cura di), La Massoneria e l’uomo. Incontri culturali della Gran Loggia del 2001, Prefazione di Gustavo Raffi, Atanòr Editrice, Roma 2002, pp. 157-163.
Cf. U. GALIMBERTI, La natura del sacro, in M. BIANCA – A. CALDERISI (a cura di), La Massoneria e l’uomo, pp. 185-188.
Ho consultato personalmente le annate di Massoneria Oggi (1994-1999) e di Hiram (nuova serie, 1999-…), riviste del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giusti-niani (Roma).
M. L. BIANCA (Direttore editoriale), Editoriale, in Atanòr – Catalogo, Roma 2005, p. 1; Atanòr – Catalogo, Roma 2003, p. 1; Atanòr – Catalogo, Roma 200I, p. 1; Atanòr – Catalogo, Roma 1999-2000, p. 1. Dall’analisi delle riviste e catalo-ghi qui citati ho appurato che (i massoni) Mariano L. Bianca, Natale Mario Di Luca e Mariano Bizzarri risultano essere importanti collaboratori delle riviste Hiram, Ar-kete e dell’Atanòr Editrice (sopra citate).
M. L. BIANCA, Il tempio e la geografia ieratica, in IDEM (a cura di), Il Tempio. I luoghi del sacro, Collana VITRIOL – Esoterismo, Editrice Atanòr, Roma 1999, p. 14 (9-31).
Ibidem.
Cf. M. DEL RE, Il Tempio Satanista, in M.L. BIANCA (a cura di), Il Tempio, p. 282 (281-303). Del Re riferisce che il Diavolo dei Tarocchi, che porta la fiaccola (e tal-volta ha sulla fronte una corona di fiamme o una pietra lucente), non sarebbe «il potere del male per il male», quanto invece il simbolo dell’uomo che deve liberar-si della superstizione e penetrare nella «irrazionalità» per cogliere i «segreti della conoscenza»… (cf. ivi, pp. 301-302, nota n° 10).
M. L. BIANCA, Sacrificio umano e cannibalismo rituale. Riflessioni e motivazioni di una pratica sacra di omicidio intraspecifico, in Arkete. Esoterismo Sacralità Gnosi, Anno 3, N° 2, Giugno 2003, Atanòr, Roma, pp. 13-29.
Cf. ivi, pp.13-19.
Cf. ivi, pp.19-24.
Cf. ivi, pp. 24-26.
Cf. ivi, p. 27.
M. L. BIANCA, L’oltre e l’invisibile. Meditazioni iniziatiche, Atanòr Editrice, Roma 2002.
M. BIZZARRI, Prefazione – La storia infinita, in, M. L. BIANCA, L’oltre e l’invisibile, p. 13.
N. M. DI LUCA, Prefazione – La via iniziatica, in M. L. BIANCA, L’oltre e l’invisibile, p. 16.
M. L. BIANCA, L’oltre e l’invisibile, pp. 91-94.
Cf. ivi, pp. 159-161.
Cf. ivi, pp. 170-171. Il massone Bianca scrive: «Saranno allora i demoni tellurici, le loro corna e la loro sagacia, i loro maestosi artigli, la loro forza prometeica che guideranno per affermarsi come si è e come si potrà essere nell’oltre del mondo dell’oggi e del domani» (ivi, p. 171).
Cf. ivi, p. 173.
Cf. M. BIANCA, Massoneria speculativa. La duplice via, in Hiram, rivista del Grande Oriente d’Italia, N° 3/2002, pp. 12-13 (7-13).
Cf. A. D’ALONZO, Il senso della visione nella poesia ermetica di William Blake, in Hiram, Rivista del Grande Oriente d’Italia, N°4/2002, Soc. Erasmo, Roma, pp. 73-77, 81-82. L’intero articolo è a pp. 69-82.
Cf. E. ALBRILE, Labirinti gnostici, in Hiram, Rivista del Grande Oriente d’Italia, N° 3/2003, Roma, pp. 55-61.
Cf. ivi, pp. 55-57.
Ivi, p. 59.
Ibidem.
Ivi, p. 60.
Ibidem.
Ivi, p. 61.
Cf. G. RAFFI, La centralità del Lavoro Rituale nei Tre Gradi Massonici, in Hiram, rivista del Grande Oriente d’Italia, N° 4/2003, Roma, pp. 3-7. Il grassetto è mio.
Cf. C. BONVECCHIO, Per la luce e per la pace: la scelta della guerra dello spiri-to, in Hiram, Rivista del Grande Oriente d’Italia, N° 2/2004, Società Erasmo, Ro-ma, pp. 35-53.
Cf. ivi, p. 44.
Ivi, p. 40.
Cf. A. SAMONÀ, Note sul simbolismo esoterico della Menorah, in Hiram, Rivista del Grande Oriente d’Italia, N° 2/2004, Società Erasmo, Roma, pp. 91-94.
Cf. A. CROWLEY, Magick, curato, annotato e introdotto da John Symonds e Kenneth Grant, Astrolabio Ubaldini, Roma 1976, p. 215, p. 502.
Cf. D. BANAUDI, Daidalos. Il gioco dell’Artista, in Hiram, Rivista del Grande O-riente d’Italia, N° 3/2004, pp. 10-11 (9-20).
Ivi, p. 11.
Cf. ivi, pp. 11-12.
Ivi, p. 17.
Ivi, p. 19.
Cf. N. GELB, Il Quadro Dei Delitti – Rubrica I testi che leggiamo, in www. montesion.it/_stampa/_I_Testi/_testi/53.htm, website visitato il 02 marzo 2007.
Cf. N. GELB, Il Quadro dei delitti. Un’indagine del Principe di San Severo, Sper-ling & Kupfer Editori, Milano 2006, pp. 50-52. Il Superiore del monastero da cui Bernabé era fuggito, dirà di lui: «… pareva condensasse in sé un riverbero di tutti gli enigmi. Il giorno e la notte, il bianco e il nero… Due anime, ecco» (ivi, p. 374).
Quelle droghe causano a Bernabé: visioni di demoni e templari, ossia auto-proiezioni di sé, sdoppiamento di personalità, lo seducono alla perversione e, in-fine, gli provocano la morte (cf. ivi, pp. 444-447). Sotto l’effetto di droghe («kyphy») Bernabé vede un “nano” (demonio) che giustifica la sodomia alchemica con la “scusa” che non esiste una sola verità, ma centinaia, milioni di verità… (cf. ivi, p. 334). Il relativismo che Gelb mette in bocca a quel demonio (e a Bernabé “sdoppiatosi”) mi ricorda alquanto il relativismo massonico…
Cf. ivi, pp. 206-207, 334, 401.
Quasi affascinato dalla figura di Gilles de Rais (1404-1440, famigerato mago satanico, pedofilo ed omicida di fanciulli e fanciulle), di cui ricalca le orme, Berna-bé lo definisce «l’androginica figura del bene e del male» (ivi, p. 204). Nel suo diabolico ed estatico sdoppiamento (causato anche dalla droga), Bernabé dice di se stesso: «Mi sento scaraventato in basso, là dove il caos diventa cloaca, sulla soglia dell’annullamento. Ed è da lì che esco fuori! Ed è da lì che riemergo! Ec-comi qui. Vendetta» (ivi, p. 216).
Rosario (nome alchemico-templare usato da Bernabé), durante le sue pratiche cannibaliche giunge ad identificarsi con «gli inferi» e con «il diavolo» (ivi, p. 380).
Upupa insegna che l’androginia è un attributo di Dio e perciò l’alchimista deve raggiungere la bisessualità, che nell’erotismo è omosessualità… Il Rebis, ossia l’androgino, è il fine della Grande Opera alchemica (cf. ivi, pp. 53-54, 62-63, 78-79). Il Rebis è simboleggiato anche dal fanciullo o bambino…(cf. ivi, p. 292).
Cf. ivi, p. 99.
Cf. ivi, p. 165.
Cf. ivi, p. 99.
Cf. ivi, p. 471. Circa l’argomento «esoterismo», trattato nel suo romanzo, Gelb ringrazia, per la collaborazione, Jean-Pierre Pilorge, Grand Secrétaire della Grande Loge Nationale Française, Massimo Bianchi, Gran Maestro Aggiunto del GOI, Vittorio Gnocchini (Grande Archivista del GOI), la Loggia Har Tzion-Montesion N° 705 del GOI, e Paola Foggi, Gran Maestro della Gran Loggia Mas-sonica Femminile d’Italia (cf. ivi, pp. 480-481).
Ivi, p. 481.
[I. MOSCA, 33°], La Magia, Studi Muratori – Seconda Accademia Teorico-Pratica di Operatività Muratoria [Quaderni di Simbologia Muratoria, a cura del GOI], Oriente di Caldaro giorni 1, 2 giugno 1975, in http://www.montesion.it/_ tavole/Quaderni/_quaderni_simbologia/_accademia2/magia.htm, sito web visitato il 10 marzo 2005, il 14 settembre 2006, il 13 aprile 2007. Il grassetto è del testo.
Cf. il mio Introduzione allo studio del luciferismo massonico, in Fides Catholi-ca, N° 2/2006, pp. 13-80. Sui legami tenebrosi tra la Morte e alcune pratiche di Magia Nera, il medico bavarese Franz Hartmann (1838-1912), rosacrociano, “templare” e massone “di frangia”, ha rivelato che «i cadaveri di persone che hanno commesso suicidio o che sono morte per mano del carnefice, hanno quin-di grandi poteri occulti. Essi non contengono vita, bensì il balsamo della vita, ed è una fortuna che questo fatto non sia pubblicamente conosciuto, perché se perso-ne mal disposte conoscessero queste cose e l’uso che se ne può fare, potrebbe-ro servirsene per stregonerie e scopi malvagi, e infliggere agli altri molte soffe-renze» (F. HARTMANN, Il mondo magico di Paracelso, Edizioni Mediterranee, Ro-ma 1982, p. 112, il corsivo è mio). Ovviamente, Hartmann vuole prendere le di-stanze dalla magia nera… In altro libro, Hartmann spiega bene che la pratica del-la magia nera implica crudeltà, volontà di male, odio… Come caso notorio di ma-go nero, Hartmann cita proprio il famigerato Gilles de Rais, vivisezionatore ed o-micida di donne e fanciulli (cf. F. HARTMANN, Magia bianca & nera, Edizioni Medi-terranee, Roma 2005, pp. 184-185).
Cf. M. BIANCA, Sali più alto di ogni altezza. Scendi più in basso di ogni profondità, in Hiram, Rivista del Grande Oriente d’Italia, N° 1/2001, pp. 43-46. Il massone Maria-no Bianca interpreta il lavoro rituale di loggia alla luce delle dottrine alchemico-ermetiche (scendere sempre più agli inferi, per salire sempre di più verso la Luce…).
Cf. ivi, pp. 246-249.
U. BACCI, Il Libro del Massone italiano, vol. I, Roma 1908, Edizione riservata ai Liberi Muratori, p. 250.
Ibidem. Sulle nere pareti della Camera – o Gabinetto – di Riflessione vi sono alcune scritte, tra cui questa: «Se tu perseveri sarai purificato dagli elementi, usci-rai dall’abisso delle tenebre, vedrai la luce» (ivi, p. 248).
Cf. F. FERRARA, L’Arte Muratoria e la Grande Opera, Introduzione di Luciano Lilloni, Edizioni Brenner, Cosenza 1999, pp. 61-65. Questo libro del massone Franco Ferrara è stato positivamente recensito sulla rivista Hiram (cf. G. LOMBAR-DO, (recensione a) Franco Ferrara, L’Arte Muratoria e la Grande Opera, Intr. di Luciano Lilloni, Edizioni Brenner, Cosenza 1999, 98 pp., in Hiram, Rivista del Grande Oriente d’Italia, N° 2/2002, Soc. Erasmo, Roma, pp. 69-70.
Cf. G. COGNETTI, Post tenebras Lux, in Massoneria Oggi, rivista del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, Anno III, N° 4, Agosto-Settembre 1996, Ro-ma, pp. 29-34. Cognetti interpreta esotericamente la discesa di Dante all’Inferno.
Cf. E. SERVADIO, «Oscure e profonde prigioni», in Rivista Massonica, organo mensile del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, N° 4, Aprile 1972, vol. LXIII – VII° della nuova serie, Roma, pp. 231-237.
Cf. ivi, pp. 232-233.
Cf. ivi, pp. 233-236.
Cf. ivi, pp. 235-237.
Cf. ivi, p. 237.
G. M. S. JERACE, Dante iniziato, in Rivista Massonica, organo mensile del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, Vol. LXIII – VII ° della nuova serie, N° 6, Giugno 1972, Soc. Erasmo, Roma, pp. 357-375.
Cf. ivi, p. 360.
Cf. ibidem, nota n. 3.
DANTE, Inferno, Canto XXXIV, vv. 76-126.
Cf. G. M. S. JERACE, Dante iniziato, in Rivista Massonica, N° 6, Giugno 1972, Roma, p. 371, p. 374, nota n. 9. Circa il centro della terra (dove si trova conficca-to, secondo Dante, il corpo di Lucifero) Jerace scrive: «A questo punto “al qual si traggono d’ogni parte i pesi” (Inf. XXXIV, 111), vi è un sanamento di tutte le con-traddizioni: “Io non morii e non rimasi vivo” (Inf. XXXIV, 25), quello stesso che le vie sataniche vanno “predicando”» (ivi, p. 374, nota n. 9.)
Cf. ivi, p. 371.
Cf. ivi, pp. 374-375, nota n. 9. Scrive Jerace: «Il giro che si compie intorno al corpo di Lucifero, passaggio dalla morte alla resurrezione non è forse molto lon-tano dai Misteri Massonici della Camera di Mezzo» (ivi, p. 375, nota n. 9).
Cf. R. GUÉNON, L’esoterismo di Dante, Atanòr Editrice, Roma 1978, pp. 67-68, 71-73.
Cf. G. COGNETTI, Post tenebras Lux, in Massoneria Oggi, rivista del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, Anno III, N° 4, Agosto-Settembre 1996, Ro-ma, pp. 29-34. In questo articolo, Cognetti descrive alcuni eventi negativi della modernità: totalitarismi, socialismo, antireligione, droga…
Ivi, p. 33.
Ibidem.
Cf. ivi, pp. 33-34.
Cf. U. POLI, Le cause esoteriche della “contestazione globale”, in Rivista Mas-sonica, organo del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani, N° 1, Gennaio 1969, pp. 30-39. Verso la fine del suo articolo, il massone Poli scrive: «In conclu-sione, possiamo affermare che gli odierni fermenti contestativi sono giustificati e trovano la loro radice nell’ineluttabile dinamica cosmica» (p. 39).
G.M.S. JERACE, Satana nel XX secolo, in Rivista Massonica, organo del Gran-de Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, N° 8, Ottobre 1972, p. 505 (505-507).
Ivi, pp. 506-507.
Cf. G. ROCCHI, Il Diavolo, in Rivista Massonica, organo mensile del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, Vol. LXVIII – XII° della nuova serie, N° 2, Febbraio 1977, Roma, pp. 90-98.

Iniziazione, esoterismo e luciferismo nella Massoneria del Grande Oriente d’Italia Lo Sai


Google presenta la lente smart dotata di chip

$
0
0

Google presenta la lente smart dotata di chip Lo Sai

- a cura di Andrea Bellia e Gloria Santori -

Come potete notare dal blog ufficiale della Google, il 16 gennaio hanno annunciato le loro prime lenti a contatto smart. Cioè delle lenti in grado di monitorare i livelli di glucosio nel liquido lacrimale di chi le indossa, avvisando i soggetti quando diventa troppo alto. Il progetto nasce da Babak Parviz e il co-fondatore Brian Otis ed i suoi allievi Desney Tan e Tueng Shen come si legge nell’articolo intitolato “Realtà aumentata nelle lenti a contatto” del 2009.  La lente utilizza un piccolo chip wireless con un’ antenna circolare che raccoglie sia le informazioni processate altrove, sia l’energia necessaria alle operazioni, e un sensore di glucosio miniaturizzato, incorporato tra i due strati del materiale di cui è composta la lente.

Lenti con chip

L’obiettivo di queste lenti è aiutare i diabetici  a monitorare i livelli di glucosio senza ricorrere al vecchio metodo di pungere il dito durante tutta la giornata. Ma in realtà l’utilità vera e propria di questa apparecchiatura è pari a zero perché non serve monitorare gli individui per rendere libere le loro vite dalla schiavitù del diabete, ma prevenire la malattia e curarla, magari augurandosi di non far arricchire ancora di più le case farmaceutiche. Nel libro di William Dufty ”Sugarblues – il mal di zucchero” espone che con delle semplicissime diete il diabete è curabile. Con la scusa di queste malattie pian piano vi stanno imponendo senza nemmeno accorgervene a cedere la vostra libertà mettendovi dei chip; dove loro possono monitorare costantemente la vostra postazione. Uno dei principali obiettivi del Nuovo Ordine Mondiale è questo, inserire chip in tutti gli esseri umani per controllarli a dovere. Non fatevi ingannare dalla tecnologia e svegliatevi.

Questo non è “complottismo” è la realtà! 

Google presenta la lente smart dotata di chip Lo Sai

Albert Pike, Pontefice della massoneria universale e Dragone del Ku Klux Klan

$
0
0

Albert Pike, Pontefice della massoneria universale e Dragone del Ku Klux Klan Lo Sai

-di Andrea Carancini-

[Fonte cliccabile all'articolo originale, pubblicato sul blog andreacarancini.blogspot.it]

Dedico questa traduzione a tutti i libici che, a cominciare da Muammar Gheddafi, sono stati vittime delle mattanze in stile Ku Klux Klan attuate daimassonici terroristi nordatlantici. Dietro i misfatti dei nuovi barbari Obama, Clinton, Sarkozy e Cameron (che non si sono peritati, nel caso di Gheddafi, dallo sdoganare addirittura lo snuff movie[1]) , è infatti tuttora operante la medesima ideologia di cui l’aguzzino schiavista Albert Pike fu ispiratore e direttore.

LE PROVE CHE LA MASSONERIA MENTE SU ALBERT PIKE E SUI SUOI LEGAMI CON IL KU KLUX KLAN[2]Another-Albert-Pike

 

A sinistra, la biblioteca principale del Supremo Consiglio 33° del Rito Scozzese Antico e Accettato della massoneria, S. J.[3], Stati Uniti[4]: la Madre dei Supremi Consigli del pianeta, con sede a Washington D. C., non è dedicata ad altri che al Generale Confederato Albert Pike, il Capo della “Magistratura” del KKK.
Lui è vissuto. I frutti del suo lavoro vivono dopo di lui. – Albert Pike, 33°.

library

Queste parole dedicate ad Albert Pike sono scolpite in bronzo vicino alle impressionanti porte, coperte di pelle, che portano alla Biblioteca del Supremo Consiglio 33°. Esse costituiscono un appropriato benvenuto all’utente della Biblioteca, poiché oggi la Biblioteca del Supremo Consiglio continua l’opera di Pike e la missione della massoneria.

 

Pike, che ammise di essere “capriccioso nelle mie letture”, era un avido collezionista di libri. Nella sua casa di Little Rock, Arkansas, una delle stanze più impressionanti era la biblioteca, e Pike aveva una ampia collezione di libri nel suo chalet di montagna, sempre nell’Arkansas, dove scrisse i primi abbozzi di quelli che dovevano diventare [i volumi di] Morals and Dogma.

 

Pike salvò ciò che poté di questi libri durante i tumulti della Guerra Civile e dei suoi strascichi, e quando si trasferì vicino alla capitale della nazione, portò queste collezioni dapprima nella sua casa di Alexandria, in Virginia, e poi nella prima Casa del Tempio, Third and DStreets NW[5], a Washington DC. Alla sua morte, volle che tutti i suoi libri andassero al Supremo Consiglio 33°, con la disposizione che fossero resi disponibili al pubblico gratuitamente. Così, nel 1891, la Biblioteca della Casa del Tempio divenne, in realtà, la prima “biblioteca pubblica” del Distretto di Columbia.

 

Oggi, molti di questi libri della collezione personale di Pike formano il nucleo della Biblioteca del Supremo Consiglio nell’attuale Casa del Tempio al numero 1733 della Sixteen Street NW, e sono ancora disponibili per la consultazione, gratuitamente, da parte del pubblico normale come pure, naturalmente, dei fratelli.

 

Una delle emozioni nel condurre una ricerca nella Biblioteca è, inaspettatamente, quella di imbattersi in qualche parola della meticolosa scrittura manoscritta di Pike in qualcuno dei libri più vecchi.

 

La suddetta descrizione dell’importanza di Pike per la massoneria come si evince dal Supremo Consiglio 33°, mostra che le affermazioni odierne degli apologeti della massoneria, secondo cui Pike è un “nessuno” la cui “importanza per la massoneria non è nulla”, e che “nessuno sa chi sia tranne pochi detrattori”, è una madornale fandonia. Albert Pike è per la massoneria quello che Shakespeare è per il teatro. L’uno è inseparabile dall’altra. Non permettete che dei consumati ipocriti vi dicano qualcosa di diverso.

 

A destra: uno dei libri di occultismo più letti del mondo; Morals and Dogma[6] del Rito Scozzese Antico e Accettato della massoneria. Questo libro viene tuttora fornito ai massoni che vogliano ricevere il 32° grado.MoralsandDogma

 

Pike è stato definito da alcuni famosi scrittori massoni come il Platone della massoneria, e addirittura, come il Papa massonico!

 

La massoneria, vale a dire la Massoneria Organizzata[7], pratica la tecnica della grande menzogna. Più precisamente, la Massoneria Organizzata ha perfezionato la tecnica della grande menzogna. Costoro definiscono tale doppiezza “deviare il discorso”[8]. Nei confronti di questo personaggio – generale confederato, schiavista, spia degli inglesi, condannato come criminale di guerra confederato, Sovrano Grande Ispettore del Supremo Consiglio 33°, autore del rituale del Ku Klux Klan, Capo della Magistratura del Ku Klux Klan e Grande Dragone del Ku Klux Klan dell’Arkansas – è necessario aggiungere alcuni superlativi all’espressione “deviare il discorso”, perché tale opaca espressione non rende conto degli sforzi e delle tattiche impiegate per occultare, oscurare, sviare, e deviare dal ruolo da protagonista di Pike nella creazione del Ku Klux Klan.

 

Vi preghiamo di scusarci se vi sembra che andiamo per le lunghe nello spiegare cosa fa esattamente la Massoneria Organizzata, con le sue migliaia di siti internet, con i suoi milioni di membri, e con i suoi miliardi di patrimonio netto, riguardo alla questione Albert Pike, perché bisogna essere molto precisi quando si ha a che fare con i maestri dell’analisi sintattica. In realtà, è probabile che la massoneria abbia fornito alle agenzie di intelligence le istruzioni iniziali sui metodi più efficaci per praticare la disinformazione.

 

Per prima cosa loro eliminano tutti i “documenti” – le società segrete orali come la massoneria o come il Ku Klux Klan non conservano tracce cartacee. Poi dicono che non esiste nessun documento, oppure che non può esserne trovato nessuno. Se nei libri e negli scritti sull’argomento c’è qualche testimonianza oculare, negano che tali libri o scritti esistano, e se tutto ciò non consegue lo scopo allora attaccano i testimoni e cercano di distruggere la loro reputazione – anche se [tali testimoni] erano massoni, che peraltro erano passati sopra ai loro giuramenti sulla materia, e se non basta attaccano la reputazione degli autori stessi – e, ancora, anche se tali autori erano essi stessi massoni. Infine, loro semplicemente mentiranno sulla natura di un libro o di uno scritto o la distorceranno definendolo “anti” – persino se l’opera in questione era “a favore”, sebbene scritta in un’altra epoca prima della caduta del KKK.

 

L’uso del termine “anti” appartiene alla pura retorica orwelliana. Tutti coloro che scrivono in modo critico della massoneria sono “anti” e tutti gli “anti” sono impostori, mentitori, fanatici o estremisti, e non possono essere accettati. Perciò un’opera legittima che critichi la massoneria non esiste per definizione, perché, per sua stessa natura, deve [necessariamente] essere “nemica” e la Massoneria Organizzata non accetterà riferimenti agli “anti” in nessun dibattito o discussione sulla massoneria. Nel caso in cui lo scritto sia opera di un massone, ma destinato a non essere divulgato (nella sopraccoperta della maggior parte dei libri massonici è scritto che il libro deve essere restituito alla Loggia se l’autore muore), oppure se è semplicemente stato scritto in un’epoca politicamente diversa – come nel caso dei libri favorevoli al Ku Klux Klan che esaltano il ruolo di Albert Pike – la tattica è di attaccare gli autori. Anche se, all’epoca in cui i libri furono scritti, la Massoneria Organizzata era più che lieta di accettare il prestigio dei milioni di appartenenti all’ordine, comprese tutte le “meraviglie” che Pike fece per loro.

 

Un non massone potrebbe fornire citazione su citazione da vecchie opere massoniche o del KKK, e la massoneria non ne accetterà nessuna, perché chiunque agisca in tal modo oggi (il non massone) lo fa con la consapevolezza che tutto ciò è dannoso per l’immagine e la reputazione pubbliche della massoneria, e chiunque agisce in tal modo deve ovviamente essere un “anti”. Naturalmente, nulla di tutto ciò che afferma o scrive un “anti” è accettabile per un massone. I logici definiscono tutto ciò come ragionamento circolare e inoltre classificano il ragionamento circolare come un falso ragionamento.

 

Nella logica o nella retorica, il falso ragionamento equivale ad un errore matematico, e non è consentito. Non è considerato un metodo legittimo di discussione, e fa parte della stessa categoria degli attacchi ad hominem. Sfortunatamente, con il potere che la massoneria ha, è molto difficile competere con il diluvio di disinformazione che essa diffonde ricorrendo a questi metodi scorretti di ragionamento e di discussione. Detto semplicemente, la tattica più efficace della Massoneria Organizzata è di applicare il detto “confondili con la cera dell’ape”. A montagne. Se ci vorranno un migliaio di siti web e un centinaio di migliaia di post per seppellire l’argomento dell’”anti” (a cui essi non rispondono mai senza impiegare i frusti giochetti del taglia e incolla, della cancellatura, e della distorsione) allora questo è quello che faranno. I massoni definiscono tutto ciò un “buon lavoro”.

 

A destra: l’atrio del Supremo Consiglio 33°, Washington D. C.. Da lontano, è visibile un busto di Pike – sul pianerottolo del Grande Scalone che conduce alla sala del tempio principale – davanti a cui tutti i massoni del 33° grado devono sfilare. Pike è sepolto in una cripta segreta sotto lo scalone – sotto il busto – il solo massone cui sia stato concesso questo “onore”. atrium

 

Ma qual è lo scopo di questo comportamento? I massoni che si vedono sconfitti alla fine di un match riguardante Pike (succede, ma cancellano velocemente i post o fingono che la contesa verbale non sia mai avvenuta) diranno: “ma anche se avete ragione, tutto ciò è accaduto 150 anni fa e oggi non ha più importanza, ecc.”. Ecco perché la questione è molto importante. Pike non fu soltanto un massone: fu il capo del Supremo Consiglio, che aveva di fatto il controllo di tutto il movimento massonico mondiale. Quindi il Ku Klux Klan era un’organizzazione massonica ufficiale (anche se molto segreta) e pianificata con reconditi significati politici, che venne premeditatamente costituita per effettuare omicidi, incendi, estorsioni e altre azioni illegali per raggiungere gli obbiettivi politici del Rito Scozzese. Il rapporto tra il KKK e la massoneria è perciò massimamente invisibile. Dalla fase iniziale – attraverso l’aperto reclutamento, sui giornali, dei massoni al KKK  – all’uso di templi e sale massonici per gli incontri del KKK, ai rituali, ai riti, e alle tematiche occulte, fino agli alti gradi massonici della leadership dei klan vecchi e nuovi. Anche l’attuale opera di occultamento può essere vista nell’ambito del perdurante coinvolgimento della Massoneria Organizzata nelle politiche reazionarie[9]. Non si sono mai fermati. Non hanno mai rinunciato. Molti hanno fatto congetture su ciò che era accaduto ai milioni di membri del KKK che erano negli elenchi al momento del crollo finale del KKK per mano dell’IRS[10] negli anni ’40. Ora lo sappiamo. Essi semplicemente proseguirono la loro attività all’interno delle logge massoniche come se nulla fosse successo. E davvero era cambiato qualcosa? Nella maggior parte delle regioni del paese l’appartenenza alle locali sezioni del KKK era indistinguibile dall’appartenenza alle locali logge massoniche “azzurre”.

 

Dopo tutto, il KKK aveva apertamente messo annunci sui giornali per nuove adesioni specificando che si preferivano i massoni! Il solo cambiamento fu che le lenzuola vennero riposte, ma gli obbiettivi politici e la volontà e la capacità di conseguirli vennero portati avanti. La lettera che il capo del Supremo Consiglio scrisse nel 1960 sull’organo ufficiale del Rito Scozzese – la rivista “New Age” – su un presidente cattolico romano, e la perdurante assenza della presenza dei neri nelle logge “azzurre”, oltre al non riconoscimento della regolarità delle logge per soli neri di Prince Hall[11], dimostrano ampiamente tutto ciò.

 

La chiusura del 1940 fu una mistificazione totale. Ecco il perché della disperata difesa di Albert Pike. Stanno ancora lì, non se ne sono mai andati.

 

Lettori gentili e pazienti, ecco a voi i riferimenti che provano che l’illustre Albert Pike fece parte del KKK, e che il KKK e la massoneria erano intrinsecamente legati.

 

RIFERIMENTO NUMERO UNO.

 

Il Ku Klux Klan: le sue origini, il suo sviluppo e il suo scioglimento.

 

Fu nel 1905 che la casa editrice Neale, di New York e Washington, pubblicò “Ku Klux Klan: Its Origin, Growth and Disbandment”, scritto e pubblicato da Walter L. Fleming, che aveva incorporato materiale pubblicato in precedenza da J. C. Lester e da D. L. Wilson. L’introduzione dello storico Walter Fleming a questo libro del 1905 spiega che vennero fornite “informazioni riguardo al Ku Klux Klan da parte di molti ex membri dell’ordine, e dai loro amici e parenti”. Fleming afferma che “il generale Albert Pike, che occupava un’elevata posizione nell’ordine massonico, era il primo ufficiale giudiziario del Klan”. In una pagina dedicata alle illustrazioni di importanti membri fondatori del KKK, Fleming pone il ritratto del generale Pike al centro, con dimensioni più grandi di quelle degli altri sei presenti nella pagina, e ripete tale informazione a mo’ di didascalia: “il Generale Albert Pike, primo ufficiale giudiziario”. Fleming allega come appendice al suo libro una ”prescrizione” del KKK, o costituzione segreta che era stata allora da poco scoperta. Questo documento espone le leggi del dipartimento “giudiziario” del Klan, che Pike comandava. Si tratta del dipartimento della disciplina interna o del controspionaggio. Corrisponde anche all’influenza di Pike e del Klan sul sistema giudiziario normale e sulla professione legale negli stati sudisti dopo la guerra civile.

 

Come boss di tutte le società segrete del sud e, nello stesso tempo, come presidente dell’ordine degli avvocati del Tennessee, Pike era il grande stratega della “giustizia” del Klan. Va anche sottolineato che il libro di Fleming non è un’opera diffamatoria o una stroncatura di Pike. Sebbene rivelasse per la prima volta molti dati importanti, metteva il KKK e Pike nella miglior luce possibile. Il libro fu un successo presso i confederati veterani e i “patrioti della razza” anglosassoni, e lanciò la carriera di Fleming quale decano degli storici sudisti. Fleming divenne il primo apologeta del KKK, e fu il padre della moderna linea storica secondo cui la Ricostruzione fu un’oppressione corrotta imposta al Sud. Nel settembre del 1903, Fleming aveva scritto sul Journal of the Southern History Association [Rivista dell’Associazione della Storia del Sud]: “Il bisogno stesso di una tale organizzazione nelle caotiche condizioni dell’epoca indusse i Den [le unità locali del KKK] ad esercitare i compiti di una ronda di polizia per regolare la condotta dei negri ladri e impudenti e dei consimili bianchi “lealisti”…”. Le simpatie di Fleming non hanno danneggiato la sua reputazione presso le autorità costituite. La National Cyclopedia of American Biography definisce la sua storia del Ku Klux Klan del 1905 “un resoconto autorevole di questa organizzazione”. Il Dictionary of American Biography afferma chiaramente: “Fleming ha trattato la guerra civile e la ricostruzione del Sud in modo più completo di chiunque altro. Le sue opere sono caratterizzate … dall’obbiettività dello studioso. Uomo del Sud, Fleming ha scritto del conflitto settoriale con simpatie sudiste e tuttavia è stato più obbiettivo della maggior parte dei sudisti della sua generazione. La storiografia della guerra civile e della ricostruzione deve molto a questo ricercatore infaticabile, alla vastità della sua erudizione, e alla forza della sua interpretazione”. Basando la propria carriera sulla difesa del KKK di Pike, Fleming divenne preside della facoltà di arti e scienze della università Vanderbilt di Nashville, nel Tennessee.

 

Il comando del Klan del Tennessee da parte di Pike

 

Fu a Nashville che Albert Pike e altri generali confederati si incontrarono nel 1867 per fondare un’organizzazione terroristica, chiamata KKK, che operasse negli stati sudisti, ingrandendo il piccolo progetto che avevano inaugurato due anni prima a Pulaski, nel Tennessee. L’organizzazione che egli fondò a Nashville designò Pike come suo primo ufficiale giudiziario, e come suo Grande Dragone dell’Arkansas.

 

Come editore-proprietario del giornale Daily Appeal di Memphis, Tennessee, Pike scrisse, in un editoriale del 16 aprile 1868:

 

“Con negri come testimoni e giurati, l’amministrazione della giustizia diventa una blasfema presa in giro. Una Lega lealista di negri può fare in modo che qualunque uomo bianco venga arrestato, e può provare qualunque accusa che abbia scelto di lanciare contro di lui … Il popolo del Sud privato dei suoi diritti … non può trovare protezione per le proprie proprietà e libertà o per la propria vita, tranne che nelle società segrete … Abbiamo unito ogni uomo bianco del Sud che sia contrario al suffragio dei negri in un unico grande Ordine di Fratellanza Sudista, con un’organizzazione completa, attiva, vigorosa, in cui i pochi eseguiranno la volontà concentrata dei tutti, e la cui stessa esistenza verrà celata a tutti tranne che ai propri membri”. 

 

(Una copia di questo numero del giornale di Pike può essere visionata nella Biblioteca del Congresso, come pure i libri menzionati in quest’articolo).

 

pikeroomA sinistra: la Albert Pike Memorial Room [stanza commemorativa di Albert Pike] all’interno del Tempio del Supremo Consiglio 33°, che è ubicato 13 isolati direttamente a nord della Casa Bianca a Washington D. C.

 

Ma fu come Sovrano Grande Ispettore del Rito Scozzese, e come capo riconosciuto dell’ordine massonico dei bianchi sudisti, che Pike esercitò il grande potere clandestino che accomunò gli associati del KKK. Walter Fleming designa il Maggiore Confederato James R. Crowe come la fonte preminente della sua storia del KKK scritta nel 1905, e descrive Crowe come uno dei fondatori del primo KKK a Pulaski. Fleming sostiene che il Maggiore Crowe “deteneva un alto rango nell’ordine massonico”. Nel suo albo d’onore dei “membri famosi del Klan”, Fleming nomina il “Generale John C. Brown, di Pulaski, Tennessee” e il “Colonnello Joseph Fussell, di Columbia, Tennessee”.

 

Il Generale Brown e il Colonnello Fussell, come il Maggiore Crowe, sono identificabili come soldati dell’ordine massonico di Pike. Il Generale Brown era da 15 anni un maestro massone della loggia di Pulaski quando il KKK venne lì costituito, e divenne grande maestro dei massoni del Tennessee e governatore del Tennessee durante il periodo di potere del Klan. Il Colonnello Fussell fu il Comandante dei massonici Cavalieri Templari del Tennessee durante il dominio del Klan. Queste informazioni  massoniche sono tratte da “Tennessee TemplarsA Registerof Names with Biographical Sketches of the Knights Templar ofTennessee[12] [Templari del Tennessee: un registro di nomi con schizzi biografici dei Cavalieri Templari del Tennessee] di James D. Richardson. Questo James D. Richardson fu lui stesso Comandante dei Cavalieri Templari e Gran Maestro dei massoni del Tennessee, e fu lo speaker della Camera dei Deputati del Tennessee durante il periodo di potere del Klan. Questo stesso James D. Richardson fu il successore di Albert Pike come comandante dei massoni sudisti di Rito Scozzese. Fu questo stesso Richardson che ordinò che venisse eretta a Washington D. C. la statua di Pike. Fu Richardson che, come deputato congressuale del Tennessee introdusse nella Camera dei Deputati statunitense la famigerata risoluzione del 1898: essa esigeva dal governo federale che fornisse un luogo di proprietà federale all’organizzazione massonica di Richardson per erigervi la statua che onorava il grande stratega del terrore del KKK.

 

RIFERIMENTO NUMERO 2

 

Il KKK in rassegna

 

L’”Authentic HistoryKu Klux Klan1865-1877” [Ku Klux Klan, 1865-1877: la storia autentica] di Susan Lawrence Davis, del 1924, ripete lo schema, creato da Fleming nel 1905, di rivelare il ruolo di Pike nel KKK ma trattando lui e il Klan in modo molto favorevole. Il libro della Davis fu scritto per celebrare il nuovo KKK, quello del 20° secolo, che stava proprio allora inscenando sfilate di massa in alta uniforme a Washington e in altre città del nord come Detroit. Nel suo capitolo sulla leadership del Generale Pike nel Klan, la signorina Davis plaude all’abile gestione della società segreta KKK da parte di Pike. Ella riproduce nella sua storia del KKK un ritratto a olio di Albert Pike messole a disposizione per il suo libro dal figlio di Pike.

 

RIFERIMENTO NUMERO 3

 

Il periodo tragico

 

Lo stesso vale per altre monografie del Klan e per numerose biografie di Albert Pike: il ruolo di Pike come leader del Klan o come capo del KKK dell’Arkansas viene discusso, ma viene trattato come se l’uccisione terroristica da parte del KKK degli afroamericani fosse “spiacevole” ma “puramente naturale” e “comprensibile”. Nel suo libro, “The Tragic Era” [L’epoca tragica], Claude Bowers, che prestò servizio per molti anni come ambasciatore americano in Spagna e in Cile, descrisse Albert Pike come uno dei componenti di quel gruppetto di fondatori distinti e rispettabili del KKK, e come il leader del Klan nell’Arkansas.

 

Bowers descrive i membri del KKK come sudisti patrioti che difendono il loro stile di vita da neri e nordisti incontrollabili.

 

Bowers scrisse che molte delle presunte violenze del KKK vennero in realtà perpetrate da negri travestiti con gli abiti del Klan per vendicarsi di altri negri!

 

RIFERIMENTO NUMERO 4

 

La croce fiammeggiante

 

“Eminenti gentiluomini sudisti vennero in seguito citati come statisti dell’Impero Invisibile. L’Alabama nominò il Generale John T. Morgan come Grande Dragone. L’Arkansas venne guidato dal Generale Albert Pike, esploratore e poeta. La Carolina del Nord venne guidata dall’ex governatore Zebulon Vance, e la Georgia dal Generale John B. Gordon, che in seguito divenne senatore.

 

Fonte: “The Fiery Cross”. Autore: Wyn Craig Wade. Oxford University Press 1998, pagina 58. Pubblicato inizialmente da: Simon & Schuster, 1987, Biblioteca del Congresso, catalogato in: 1 Ku Klux Klan (1915)-Storia. 2 White Supremacy movements [Movimenti della supremazia dei bianchi]-Stati Uniti-Storia. 3 Razzismo-Stati Uniti-Storia. 322.4’2’0973-dc21 97-44001

 

RIFERIMENTO NUMERO 5

 

Gli ariani

 

Albert Pike scrisse anche, a lungo, della mitica super-razza degli ariani, decantando le loro virtù, la loro presunta epopea, e la loro religione, che egli cercò di rappresentare come precorritrice della massoneria nelle sue numerose opere edite[13]. Sembra che su tale argomento Pike fosse un compagno di viaggio di Madame Blavatsky. Cinquant’anni dopo, nell’Europa centrale, vi saranno altri che raccoglieranno questa eredità e useranno questi scritti come base di un’ideologia che piuttosto curiosamente userà anch’essa il termine “nuovo ordine mondiale” per descrivere il proprio programma. Solo una coincidenza, naturalmente.

 

RIFERIMENTO NUMERO 6

 

Storia ed evoluzione della massoneria

 

Un’ulteriore utile citazione di Pike è stata fornita da un massone, Bill Maddox, sul gruppo Usenet  alt.freemasonry (e per questo duramente attaccato dal membro interno “e-m@sons”).

 

“Ho appreso i miei doveri da uomini bianchi, non da negri. Quando sarò posto di fronte all’alternativa di accettare i negri come fratelli oppure lasciare la massoneria, lascerò” – Albert Pike 33°.

 

Delmar D. Darrah

 

History and Evolution of Freemasonry” [Storia ed evoluzione della massoneria] 1954, p. 329.

 

Editore: The Charles T Power Co.

 

RIFERIMENTO NUMERO 7

 

Esame critico delle obiezioni alla legittimità della massoneria esistente presso i negri d’America

 

Su Bastille Day 2001, in risposta ad un riferimento fatto nel newsgroupalt.freemasonry alla pagina che state ora leggendo, un massone a suo tempo ha attaccato il suddetto riferimento in quanto “menzogna di un anti”.

 

Egli viene quindi pubblicamente confutato da un fratello nel modo seguente:

 

Lee Duncan ha scritto nel messaggio

 

 

>Ad esempio, tra gli “anti” c’è una popolare diceria secondo cui Pike ha detto qualcosa del genere: “Ho >appreso i miei doveri da uomini bianchi, non da negri … quando devo chiamare “fratello” un negro, mi >dimetterò dalla massoneria”.

 

 >Ovviamente, Pike non ha detto questo. In realtà, Pike fu un grande paladino della massoneria (per >negri) di Prince Hall.

 

 Spudorato.

 

Per una vostra valutazione, ecco a seguire il testo integrale della lettera di Pike quale risulta dal libro “A Critical Examination of Objections to theLegitimacy of the Masonry Existing Among the Negroes of America” [Esame critico delle obiezioni alla legittimità della massoneria esistente presso i negri d’America] [14] di William H. Upton, 1902, pp. 214-15. I miei ringraziamenti per il suo apporto al fratello Bennie per avermi esortato a scansionare il documento.

 

“F&S,

 

“Mike Wells

 

“Normal #673 AF&AM Illinois

 

“Collezionista di vecchi libri massonici

 

“Opinioni del Generale ALBERT PIKE, Sovrano Grande Comandante, A. & A. Rito Scozzese. ALEXANDRIA, “Va., 13 settembre 1875.

 

“Mio CARO AMICO E FRATELLO. –Posso vedere chiaramente che la questione dei negri provocherà dei guai. Abbiamo già in abbondanza negri che sono massoni regolari e logge di negri in Sudamerica e nelle Indie Occidentali, e i nostri ragazzi sanno solo evitare la questione dicendo che i massoni negri qui sono clandestini. La loggia di Prince Hall era una loggia regolare come ogni loggia creata dall’autorità competente, e aveva il pieno diritto (come altre logge in Europa fecero) di costituire altre logge, costituendosi come loggia madre. Questo è il modo in cui le logge di Berlino, Tre Globi e Royal York, divennero Grandi Logge.

 

“Il Grande Oriente di Haiti è regolare come tutti gli altri. Come lo è il Grande Oriente della Repubblica dominicana, che, oserei dire, ha dei negri in essa e delle logge di negri sotto di essa.

 

“Ancora, se le logge dei negri non sono regolari, esse possono essere facilmente essere regolarizzate. Se le nostre Grandi Logge non riconosceranno le logge dei negri, essi hanno il diritto di andare altrove. La Grande Loggia non può dire a otto o più massoni, neri o bianchi, noi non vi daremo una carta perché siete negri, o perché volete lavorare con il Rito Scozzese, e non andrete altrove per averne una. “Quest’ultima parte è una sciocchezza.

 

“Amburgo riconosce le Grandi Logge. Sì, e così farà la Confederazione delle Grandi Logge tedesche, e così farà tra non molto il Grande Oriente di Francia.

 

“Naturalmente, se la negrofilia continua a essere la religione stabilita per legge dai vostri stati, vi sarà tra non molto un inizio di riconoscimento delle logge dei negri. A quel punto, l’Arco Reale e i gruppi Templari costituiti da negri dovranno esservi inclusi, e la massoneria si abbasserà al loro livello. Il vostro piano funzionerà? Io penso di no. Penso che non vi sia un terreno intermedio tra la rigida esclusione dei negri e il riconoscimento e l’affiliazione dell’intera massa.

 

“Se essi non sono massoni, come proteggerli come tali o qualcuno tra loro? Se sono massoni, come negare loro l’affiliazione o avere due poteri supremi nella stessa giurisdizione?

 

“Non sono disposto a transigere sulla questione. Ho appreso i miei doveri da uomini bianchi, non da negri. Quando dovrò accettare negri come fratelli oppure lasciare la massoneria, la lascerò.

 

“Voglio mantenere incontaminato il Rito Antico e Accettato, almeno nel nostro paese, dalla lebbra della cooptazione dei negri. Il nostro Supremo Consiglio può difendere la sua giurisdizione, ed esso è il legislatore. Non vi può essere un corpo di leggi di quel Rito nella nostra giurisdizione a meno che non sia creato da noi.

 

“Non sono sicuro che di questo: che con un’immensità di membri, con la mancanza di uno scopo per cui valga la pena di lavorare, con l’indifferenza generale per i doveri, con la carità pelosa e le grandi spese, con il cancan e il fandango, con i grandi templi e i grandi debiti, la massoneria è diventata una grande massa impotente e inerte, che un giorno, tra non molto, crollerà e andrà in rovina. Se volete che accada, penso che possiate accelerare la catastrofe promuovendo un protettorato di negri. Meglio lasciare che la cosa faccia il suo corso.Apres nounle deluge.

 

“Vostro ALBERT PIKE”.

 

 arkansasA sinistra: il Tempio di Rito Scozzese intitolato ad Albert Pike, Little Rock, Arkansas, sede del Supremo Consiglio 33° del Rito Scozzese e della Gran Loggia dell’Arkansas. Vi è anche un gran numero di logge “Blu” regolari intitolate ad Albert Pike in piccole e grandi città degli Stati Uniti.

 

RIFERIMENTO NUMERO 8

 

I Cavalieri del Cerchio d’Oro

 

Il generale di brigata Albert Pike organizzò e diresse, nel territorio dell’Oklahoma, il possesso di schiavi africani[15] da parte degli indiani cherokee che facevano parte dei massonici Cavalieri del Cerchio d’Oro. Sotto la conduzione di Pike, questa brigata stuprò, saccheggiò e uccise comunità di civili nei territori dell’Oklahoma e del Missouri. Per questi “bei lavori” il fratello Albert Pike divenne un criminale di guerra condannato in un processo per crimini di guerra tenuto dopo la fine della guerra civile. Purtroppo, il “Papa” e “Platone” della massoneria dovette essere condannato in contumacia essendo fuggito nel territorio inglese del Canada. L’anglo-americano di seconda generazione Albert Pike venne anche accusato di aver lavorato per la Corona come agente [segreto] e come agitatore chiave nella guerra civile. Pike ritornò negli Stati Uniti solo dopo che il suo successore nel Rito Scozzese, da lui designato, il 33° James Richardson, gli aveva ottenuto il perdono, avendo conferito al Presidente Johnson il 33° del Rito Scozzese in una cerimonia officiata dentro la Casa Bianca! In realtà dato il ruolo dirigente di Pike nei Cavalieri del Cerchio d’Oro e dato il fatto che il nome Ku Klux Klan è una variante del termine Cerchio (Kuklos), sembra chiarissimo alla maggior parte dei ricercatori chi occupasse la posizione più elevata nella gerarchia occulta della società segreta e quindi chi fosse stato più influente nella fondazione del Klan, tra il massone/generale confederato Nathan Bedford Forest e il massone/generale confederato/leader dei Cavalieri del Cerchio d’Oro/agente inglese/capo del Supremo Consiglio del Rito Scozzese, il 33° Albert Pike.

 

RIFERIMENTO NUMERO 9

 

Titoli accademici

 

Le credenziali accademiche di Walter Fleming fornite dalla Auburn University[16].

 

Dove sono, o quali sono, le credenziali accademiche dei massonici “cercatori di verità” come la sedicente “Grande” Loggia della BC[17] e altri, che definiscono mentitore e “odiatore” chiunque dica che Pike era una figura chiave del KKK?

 

FLEMING, WALTER LYNWOOD, 1874-1932

 

Professore universitario, preside di facoltà. Nato l’8 aprile 1874 a Brundridge. Genitori: William Leroy e Mary Love (Edwood) Fleming. Sposato con Mary Wright Boyd, il 17 settembre 1902. Figli: quattro. Istruzione: Alabama Polytechnic Institute, B. S., (con onore), 1896; MA[18], 1897; Columbia University, A. M.[19], 1901; PhD[20], 1904. Ad Auburn prestò servizio come instructor[21] in storia e inglese; vicebibliotecario. Alla Columbia, lecturer[22] di storia. Prestò servizio nell’Alabama Voluntary Infantry[23] nella guerra ispano-americana. Insegnò nell’università West Virginia dal 1903 al 1907; nell’università Louisiana State dal 1907 al 1917; nell’università Vanderbilt dal 1917 al 1928; preside del College of Arts and Services dal 1923 al 1926. Membro del consiglio editoriale della Mississippi Valley Historical Reviewnel 1922.

 

Fonti: Who Was Who in America, Vol. 1; The Story of Alabama di Owen, e il Dictionary of American Biography, Supplemento 1.

 

Autore di:

 

Civil War and Reconstruction in Alabama” [La guerra civile e la ricostruzione in Alabama]. New York: Columbia University Press, 1905.

 

Documentary History of ReconstructionPoliticalMilitarySocial,ReligiousEducational & Industrial1861 to the Present Time” [Storia documentaria della ricostruzione: politica, militare, sociale, religiosa, scolastica e industriale, dal 1861 all’epoca presente]. Cleveland, Ohio: A. H. Clarke Co., 1906-1907.

 

The Freedman’s Savings Bank” [La Cassa di Risparmio Freedman]. Chapel Hill, N. C.: University of North Carolina Press, 1927.

 

History of Louisiana State University (1860-1896)” [Storia della Louisiana State University (1860-1896)]. Sewanee, Tenn. [Tennessee]: The University of the South Press, 1931.

 

The Reconstruction of the Seceded States1865-1876” [La ricostruzione degli Stati secessionisti, 1865-1876]. Albany, N. Y.: New York State Education Department, 1905.

 

The Reconstruction Perioda Syllabus & Reference List” [Il periodo della ricostruzione: una bibliografia]. Morgantown, W. Va.: A. G. Sturgiss, 1904.

 

The Sequel to Appomatox …” [Le conseguenze di Appomatox] New Haven, Conn. [Connecticut]: Yale University Press, 1921.

 

“Southern Biography” (volumi 11 e 12 di “The South in the Building of theNation” [Il Sud nella costruzione della nazione]) Richmond, Va.: Southern Historical Publication Society, 1909-1913.

 

Curatore di:

 

Documents Relating to Reconstruction” [Documenti relativi alla ricostruzione]. Morgantown, W. Va: s. n., 1904.

 

General WTSherman as College Presidenta Collection of Letters,Documentsand Other Material”  [Il generale W. T. Sherman come rettore universitario: una raccolta di lettere, documenti e altro materiale] … Cleveland, Ohio: The Arthur M. Clarke Co., 1912.

 

Ku Klux Klanits OriginGrowth and Disbandment” [Il Ku Klux Klan, le sue origini, il suo sviluppo e il suo scioglimento]. New York: Neale Pub. Co., 1905.

 

FONTE:

 

 

RIFERIMENTO NUMERO 10.

 

Giornalismo investigativo.

 

Articolo del Detroit Metro Times:

 

Top Twenty List of Monuments and Statues in the United States of America that must Topple” [La lista dei primi venti monumenti e statue negli Stati Uniti che devono essere abbattuti]:
http://freemasonrywatch.org/toptwenty_topple.html

 

CONCLUSIONE

 

Invece di farsi prendere dal panico quando i propagandisti massonici[24] mostrano i muscoli (come nel caso della battaglia del 1990 per la rimozione della statua di Pike a Washington D. C.), i cittadini o i loro rappresentanti politici dovrebbero porre questa domanda ai difensori del generale Pike: “Sostenete che il professor Fleming, la signora Davis, il signor Bowers e tutti gli altri storici favorevoli ai Confederati erano dei mentitori quando scrissero sulle meravigliose gesta di Pike quale fondatore e leader del KKK?”. Loro vogliono sostenere entrambe le cose: all’inizio, fare propaganda per giustificare il terrorismo del Klan quale opera di uomini “rispettabili” come Pike; poi, quando il loro eroe è sotto attacco, sostenere che la loro stessa propaganda diffama il loro uomo!

 

RISORSE:

 

Saggio di John Kovici del 19 gennaio 1993

 

The Crown in the Capitol

 

The Ku Klux KlanIt’s OriginGrowth and Disbandment[25]

 

Authentic HistoryKu Klux Klan[26]

 

The Tragic Era[27]

 

The Fiery Cross[28]

 

History and Evolution of Freemasonry[29]

 

The Published Works of Illustrious Albert Pike 33

 

Usenet

 

Knights of the Golden Circle Cherokee Indians

 

Nel 1995, gruppi di afro-americani e di antirazzisti cercarono di far abbattere la statua di Pike ubicata vicino all’edificio delFederal Department of Justice, nella JudiciarySquare, ma vennero neutralizzati dal Supremo Consiglio 33°, che riuscì a mobilitare con successo i propri fratelli all’interno della potente ADL della Gran Loggia del B’nai B’rith[30], che all’epoca disse ai politici e alle autorità che non esistevano prove del coinvolgimento di Pike nel KKK. Fratello guarisci te stesso.

 

Prevediamo che il futuro del Grande Mago Pike in Judiciary Square sarà promettente come le statue degli scagnozzi assortiti collocate fuori del quartier generale del KGB a Mosca sotto la falce e il martello.

 

La situazione è cambiata, fratelli.

 

[1] Vedi i numerosi video Youtube sul linciaggio del leader libico.
[2] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo:http://freemasonrywatch.org/albertpikeandkkk.html . Ho trasferito gli hyperlink del testo originale nelle note a piè di pagina. Ho inoltre corredato la traduzione di ulteriori note a piè di pagina ove da me ritenuto necessario.
[3] Southern Jurisdiction.
[4] Questo è il loro sito internet: http://scottishrite.org/
[5] Northwest.
[10] Internal Revenue Service, il fisco.
[11] Vedi il paragrafo “Massoneria di Prince Hall” nella voce “Massoneria” di Wikipedia:http://it.wikipedia.org/wiki/Massoneria
[13] Nota del traduttore: in realtà, il link originale non sembra attivo. Mi permetto di sostituirlo con la pagina web della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti che reca le opere in catalogo di Albert Pike: http://catalog.loc.gov/cgi-bin/Pwebrecon.cgi?hd=1,4&Search%5FArg=%20albert%20pike&Search%5FCode=NAME%40&CNT=100&PID=onY7SgLumQGO-oyiBmxs50HrQCY&HIST=0&SEQ=20120413033650&SID=1 . I libri di argomento “ariano” di Pike sono poi direttamente consultabili in “Google libri”; ad esempio, Lectures of the Arya[Conferenze degli Arya]: http://books.google.it/books/about/Lectures_of_the_Arya.html?id=yn8MXyF7J4UC&redir_esc=y
[15] Sull’argomento, vedi l’articolo Schiavitù e discriminazione razziale nelle leggi degli indiani Cherokee e Choctaw (1827-1846):http://www.unive.it/media/allegato/dep/Documenti/12_Goodell.pdf
[17] British Columbia.
[18] Master of Arts, nei paesi anglosassoni, la laurea di secondo grado.
[19] Associate Member, membro associato.
[20] Abbreviazione di Philosophiae Doctor, la laurea di terzo grado, il dottorato.
[21] Nelle università americane, docente di grado inferiore all’«assistant professor».
[22] Docente a contratto, non di cattedra.
[23] Volontari Fanteria dell’Alabama.

Albert Pike, Pontefice della massoneria universale e Dragone del Ku Klux Klan Lo Sai

Walt Disney e la Massoneria

$
0
0

Walt Disney e la Massoneria Lo Sai

-di Davide Consonni-

E’ del rapporto tra Walt Disney e l’esoterismo massonico che si vuole in questo articolo discutere. Ma non sarò io ad argomentare e disquisire circa il costante rapporto tra le produzioni della Disney e la massoneria statunitense. Sarà niente di meno che due membri stessi della massoneria a parlarci di questi rapporti e della presenza di ampi e vasti riferimenti all’esoterismo massonico all’interno delle produzioni Disney. Infatti, qui di seguito riporterò per intero una tavola massonica (elaborato scritto che gli iniziati leggono in loggia durante i lavori rituali) che tratta proprio del tema sopra accennato. Il titolo di questa tavola massonica è “La massoneria nelle opere di Walt Disney”, il cui autore è l’anonimo Fr. E. D., iniziato alla loggia Hocma n° 182 di Trapani.

Successivamente ad aver riportato la suddetta tavola massonica, riporterò per intero anche un articolo apparso sul sito Ritosimbolico.net ad opera del massone Giovanni Lombardo, per dovere di cronaca va rammentato che il Lombardo fu colui che denunziò il Gran Maestro Gustavo Raffi, come potete leggere QUI. L’articolo di Giovanni Lombardi, massone ribelle, ovviamente tratta dei rapporti tra l’esoterismo massonico e le opere di Walt Disney.

Giusto per metterci anche del mio in questo articolo, vi invito a visitare il sito ufficiale del Disney Club 33, un club privato con sede nel parco divertimenti di Disneyland riservato ai finanziatori della Disney. QUI il sito ufficiale e QUI la pagina Wikipedia. Ritengo inutile argomentare il fatto che nel mondo, anche in Italia, esistano decine di associazioni para massoniche il cui nome è “Club 33″, le quali, beninteso, non hanno nulla a che fare con la Disney. Cercare per credere.

top.ht1

Qui di seguito il link alla tavola massonica: http://www.hochma182.com/walt.pdf

Qui di seguito il link del sito della loggia Hocma n° 182 di Trapani: http://www.hochma182.com/eventi.html

Qui di seguito l’articolo di Giovanni Lombardi: http://www.ritosimbolico.net/studi2/studi2_08.html

Qui di seguito riporto per intero il testo della tavola massonica:

“La Massoneria nelle opere di Walt Disney

Walt Disney ha sicuramente aderito alla Massoneria agli inizi degli anni ‘20, anche se non esiste alcun documento che provi la sua appartenenza ad un’Obbedienza, se non all’Ordine DeMolay, un Ordine che negli Stati Uniti si può considerare l’anticamera della Massoneria, in quanto finalizzato ad avvicinare i giovani tra i 12 ed i 21 anni alla Massoneria, nel quale Disney fu iniziato nel Capitolo “Mather” nel 1923; ad esso, ad esempio, aderì Bill Clinton e l’Ordine ha una rappresentanza anche in Italia..

Tuttavia egli non ha mai nemmeno smentito la sua appartenenza; e la testimonianza inconfutabile di essere un Fratello si ha nelle sue stesse opere – sia i disegni che i film o le produzioni televisive – in cui numerosissimi sono i riferimenti ai principi ed alla simbologia massonica.

La prima testimonianza massonica nelle strip di Walt Disney risale al 1938 con il titolo “Mickey Mouse Chapter”; pubblicata proprio su l’ “International DeMolay Cordon”, il bollettino ufficiale dell’Ordine, propone Topolino che, assieme ad alcuni amici, tra cui Orazio, fonda egli stesso una “Chapter”, cioè una Loggia; della striscia però rimangono solo 3 tavole: la prima è proprio la Fondazione della Loggia, le altre due si svolgono durante una Tornata.

Ma nelle strisce di Walt Disney spesso compaiono chiari simboli massonici, quali Squadra e Compasso oppure il Pentacolo, spesso in bella vista, talvolta più defilati; Squadra e compasso sono chiaramente visibili in una strip di Topolino del 19 febbraio 2002.

Ma le stesse “Giovani Marmotte” a cui appartengono i nipotini di Paperino Qui, Quo, Qua, hanno una struttura più massonica che da Boys Scout, con a capo un Gran Mogol (normalmente chiamato G.M., come Gran Maestro; ricordiamo, in ogni caso, che anche i Boys Scout sono stati fondati da Baden Powell, anch’egli Massone).

Ma dove Walt Disney ha lasciato più marcata la sua impronta massonica è stata la sua produzione cinematografica, sia nei film d’animazione che in quelli a tecnica mista; ricordiamo che Walt Disney dava indicazioni ben precise sulla sceneggiatura dei film, e controllava i disegni dei suoi operatori fotogramma per fotogramma prima di dare il via libera; nessun simbolo poteva nascere senza un suo ordine e la sua approvazione.

Tra i suoi cortometraggi, nel 1959 “Paperino nel mondo della matematica” è un vero e proprio manifesto della cultura massonica ed esoterica: in esso Paperino viene iniziato in una Accademia Pitagorica, e lì gli vengono spiegati i simboli della numerologia, nonché i segreti della geometria e della matematica ed i loro rapporti “magici” con la musica e l’architettura; i segreti del Pentacolo ed i segreti del suo rapporto con la Sezione Aurea; un bambino non ne può non rimanere affascinato ed incuriosito, e da adulto probabilmente farà di tutto farà di tutto per avvicinarsi a questa “visione diversa” delle scienze esatte.
Ovviamente, è nei film che troviamo le maggiori tracce: tal di là dei buoni sentimenti – che sono caratteristici delle produzioni per l’infanzia – tutti hanno come fil rouge l’iniziazione ad una nuova vita, l’abbandono dei vecchi valori materiali per risorgere ad una nuova vita, fatta di valori più alti.
Fin dal suo primo lungometraggio – “Biancaneve e i sette nani” (1937) – Biancaneve muore (per la Regina e per tutti è morta, uccisa dal cacciatore) per rinascere in una nuova comunità composta da sette Fratelli; e lo fa dopo avere superato tre prove: un corso d’acqua, un turbinio di vento, gli occhi di fuoco delle belve: vi entra al buio, e tutto sembra terribile; ma poi arriva la luce (del giorno) e l’ambiente diventa confortevole ed ospitale.

Anche Cenerentola (1950) muore come serva e rinasce come Principessa quando abbandona i metalli, cioè perde la scarpina di cristallo.

Ed è superfluo sottolineare i valori massonici di cui sono intrisi film come “Alice nel Paese delle Meraviglie” (1951) – il labirinto, la scacchiera, lo specchio – o “Le avventure di Peter Pan” (1953) – gli eterni valori dell’Isola che non c’è -, “Pinocchio” (1940), “La spada nella roccia” (1963), che riporta il mito di Camelot, Re Artù e Mago Merlino, e dove il giovane Artù muore e rinasce Cavaliere dopo essere stato trasformato in scoiattolo (terra), pesce (acqua) e uccello (aria).
Fortemente simbolico è “La Bella Addormentata nel bosco”; qui il Principe fa letteralmente ritornare alla vita Rosaspina grazie alle Tre Fatine – Tre Luci – che materialmente non intervengono nella rinascita, ma forniscono al Principe i mezzi per compiere l’atto (una “spada di verità” e uno “scudo di virtù”).

Ma altri riferimenti li troviamo in “La Bella e la Bestia” (1991) ed in maniera lapalissiana
in “Alla ricerca di Nemo” (2003), dove l’iniziazione alla Massoneria viene raccontata in maniera palese.
Un’intera tavola meriterebbe “Mary Poppins” (1964); possiamo solo citare le colonne che adornano l’ingresso della (sola) casa in cui arriva Mary Poppins con il vento dell’Est (Oriente), la “medicina” di sapore diverso secondo i gusti dei bambini, la “parola” – Supercalifragilisticespiralidoso – che ti introduce in un mondo “diverso”, l’iniziazione di Banks che, con un preciso rituale e per mezzo della parola magica, muore come essere legato ai metalli per rinascere con nuovi valori, come padre, come marito e soprattutto come “uomo”.

Ma anche in Televisione Walt Disney non manca di lanciare messaggi di origine massonica: tra il 1957 ed il 1959 produce 78 episodi di Zorro, della cui origine massonica si è molto parlato: massone era l’autore del personaggio – Johnston Mc-Culley -, alchimista era il reale personaggio storico che lo aveva ispirato – Guillèn Lombardo de Quzman – condannato a morte dal Tribunale dell’Inquisizione come eretico; ed infine il 4° Grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato – Maestro Segreto – ha come divisa il mantello nero e come lettera simbolica la “Z”; e se non bastasse, Zorro è accompagnato da un servitore (apprendista) che non può non rispettare l’obbligo del silenzio: infatti è muto.

Ma Walt Disney non si è limitato ad inviare messaggi simbolicamente massonici: ha firmato massonicamente il suo film forse più esplicito: “L’Apprendista Stregone”; in questo film, Topolino è convinto di potersi appropriare delle arti magiche anche senza l’aiuto dello Stregone (il Maestro); ma combina solo caos, finche non interviene lo Stregone (il Maestro) a mettere ordine.
E sapete come si chiama lo Stregone ? si chiama YEN SID ! Leggetelo al rovescio: DISNEY !
Alla Gloria del G.A.D.U.
Fr. E. D.”

 
Qui di seguito potete leggere il suddetto articolo del massone Giovanni Lombardi:

“Quando ho appreso che anche il celebre Walt Disney apparteneva alla nostra Famiglia confesso di avere provato un senso di stupore e pure di gioia: avevo finalmente trovato la giustificazione del sentimento di gratificazione provata da ragazzo – e mai del tutto scomparsa – quando leggevo le sue storie, i cui personaggi ho sempre considerato come esseri veri, reali e a me vicini. Da adulto, in compagnia delle mie bambine, ho spesso rivisitato le sue opere cinematografiche più famose, che oggi considero a ragione vere e proprie “tavole architettoniche”, essendo peraltro del tutto accidentale, e d’importanza affatto secondaria, la circostanza che esse siano tramandate attraverso il linguaggio ‘mitico’ e mediante lo strumento del cartone animato.


Di queste opere, la più famosa è senz’altro Biancaneve e i sette Nani, ma anche le altre, quali La Bella Addormentata nel BoscoCenerentolaDumboLa Sirenetta, per citare soltanto le più famose, si svolgono attraverso un comune filo conduttore: la sconfitta del Male e l’affermazione dell’Amore. A tanto il protagonista arriva attraverso una vera e propria iniziazione, nella duplice accezione di ingresso in una comunità esoterica, nonché di trasformazione dell’Io per effetto di una rinascita spirituale che si verifica a seguito di varie vicissitudini, o prove iniziatiche.
La vicenda di Biancaneve è paradigmatica: la ragazza è costretta dalla malvagia matrigna ad abbandonare la casa paterna, simbolo dei valori pertinenti alla vita vissuta fino ad allora, e a trovare rifugio in un bosco fitto ed oscuro, che ricorda così da vicino il gabinetto di riflessione. Dopo aver superato un corso d’acqua, resistito a un turbinìo di vento e vinta infine la paura suscitata dalla visione degli occhi degli animali, occhi fosforescenti simili a fiamme lampeggianti, la fanciulla giunge presso una capanna, la casa dei nani. Rammento che nella lingua tedesca hütte significa tanto capanna, rifugio, quanto loggia, e ciò non è casuale: invito voi tutti, carissimi Fratelli, a riflettere quante volte nella Storia la loggia massonica è stata l’ultimo rifugio per idealisti, eretici o scismatici, colti e incliti, disparati e disperati, accomunati tutti dall’essere perseguitati dal Potere. A costoro la Massoneria ha generosamente aperto le porte dei suoi templi, chiedendogli non già da dove venissero, ma piuttosto dove volessero andare.


In questa capanna accade un fatto apparentemente banale ma in realtà importante: Biancaneve, anziché lasciarsi sopraffare da un ambiente nuovo e, probabilmente, ostile, lo esplora e fa amicizia con gli animali del bosco, che vede adesso, alla luce del giorno, in una dimensione totalmente nuova da quella, erronea e terrifica, della sera precedente. Si parva licet… questo episodio mi fa venire in mente l’insegnamento di Platone, secondo il quale l’iniziato deve essere, anzitutto, “desideroso di conoscere”, e anche di Dante, esaltatore della curiosità di Ulisse, mosso a varcare i confini dell’ignoto per soddisfare il proprio desiderio di “virtude e conoscenza”. Ma non basta. In uno slancio di generosità la fanciulla decide di pulire la casa dei nani, mettendo al lavoro pure gli animaletti di cui è frattanto diventata amica. Sottolineo questo episodio perché esalta sia il valore dell’amicizia fra i diversi che l’importanza del lavoro in comune. Questi temi sono evidentemente cari al Fr. Disney, dal momento che li ritroviamo in quasi tutte le sue opere.


Esemplare è, a tal riguardo, la vicenda dell’elefantino Dumbo, schernito dai suoi stessi consimili perché afflitto da due orecchie abnormi, mostruose: ebbene, sarà un topo – questa bestia, nella realtà, è invisa agli elefanti – a rassicurarlo e infondergli il coraggio necessario per affrontare le difficoltà della vita. E, guarda caso, le figure da cui il protagonista riceve aiuto sono quasi sempre le creature più umili, volendo così sottolineare la perenne antinomia fra Essere e Divenire: i valori del mondo della Manifestazione sono profondamente diversi da quelli del mondo dell’Essere e chi è ‘ultimo’ nell’uno sovente è ‘primo’ nell’altro.
La disponibilità ad accettare il prossimo, ancorché diverso e quindi lontano dai propri modelli paradigmatici, a rimettersi in discussione, è condizione necessaria ma non ancora sufficiente perché l’opera di catarsi possa dirsi compiuta: occorre superare varie prove, che riecheggiano molto da vicino le “prove” iniziatiche che ciascuno di noi ha subito prima di essere proclamato “fratello”.


Sfacciatamente simili a quelle massoniche sono le prove che dovrà affrontare il giovane Artù nella Spada nella Roccia: accompagnato dal Mago Merlino, sarà trasformato dapprima in scoiattolo, poi in pesce, quindi in uccello. Supererà così la prova di terra, di acqua e di aria prima di affrontare l’ultima, la più impegnativa, quella del fuoco, nella fattispecie, tirare la spada magica fuori dalla roccia in cui era incagliata. Ci avevano provato in tanti, cavalieri e non, ed il suo cimentarsi è giudicato follia: ma, talvolta, solo un “puro folle” può arrivare ai recessi negati invece alla razionalità farisaica e conformista.
La spada è un simbolo ‘assiale’, riecheggia cioè l’axis mundi, il filo a piombo del Grande Architetto che mette in comunicazione fra loro gli stati molteplici dell’Essere, microcosmo e macrocosmo, ma è anche un simbolo solare perché riflette la Luce: emblematica è a tal proposito la scena del combattimento fra il principe e il drago nella Bella Addormentata nel Bosco.


Le fate, tre come le Luci, hanno appena liberato dai ceppi il giovane principe, affinché a sua volta egli liberi Rosaspina dal sortilegio della strega. La quale, nel tentativo di fermare il giovane, si trasforma in un drago fiammeggiante. Per gli studiosi di psicoanalisi il riferimento è chiarissimo: “vincere il drago” è infatti l’equivalente di “scavare oscure e profonde prigioni al vizio”, lottare cioè contro noi stessi per liberare il proprio Io dalle tensioni e dalle passioni che lo ancorano alla materialità cagionandogli frustrazioni e sofferenze. Le fate non possono più aiutare attivamente il Nostro, ma solo assisterlo in forma totemica; tuttavia gli offrono, prima del combattimento, una “spada di verità” e uno “scudo di virtù”. Al momento di colpire la bestia la spada si illumina, riflettendo una luce abbagliante, quindi, vinto il drago, esaurisce la sua funzione e perde così tutto il suo splendore, ritornando ad essere un semplice oggetto privo di qualsivoglia valore. Personalmente ho ravvisato in questa scena anche un’esortazione a considerare i ‘metalli’ per quello che sono: uno strumento, un aiuto per l’uomo, del quale però egli può e deve fare a meno se realizza che gli sono d’intoppo per la sua crescita spirituale. Ricordate il Discorso della Montagna? Beati i poveri di spirito, perché di essi è il Regno dei Cieli. Ma cosa vuol dire essere poveri di spirito? Difettare forse di spiritualità? Se però così fosse, come si potrebbe aspirare al Regno dei Cieli? Osservo che nel testo greco la locuzione di spirito è tradotta tò pnéumati, cioè è espressa con il caso del dativo-ablativo, che è, per antonomasia, il caso corrispondente al complemento di causa efficiente. Credo allora che si possa – e si debba – tradurre: beati coloro che, deliberatamente, hanno optato per la semplicità, che per libera scelta hanno privilegiato la dimensione dell’Essere piuttosto che quella dell’Avere, e ancora, che se chiamati a posizioni di responsabilità, si sforzano di lavorare per il perfezionamento che prelude all’elevazione di quella porzione di umanità, più o meno grande, destinataria del loro servizio.


Questo tema è sviluppato assai chiaramente nella Sirenetta. Il vecchio Re del Mare aveva ceduto alla strega il suo tridente d’oro – simbolo della regalità, del potere indissolubilmente legato alla saggezza, alla luce – barattandolo con la vita della figlia. In quel preciso istante tutte le creature marine sono trasformate in vermi. Dopo che la strega sarà stata uccisa dal principe Erik, l’umano innamoratosi della sirena Ariel, il tridente, lasciato cadere dalla strega moribonda, torna ai piedi del vecchio re che, impugnatolo, ritrova le antiche fattezze, e assieme a lui tutti i suoi sudditi. Se da ciò possiamo ricavare un insegnamento, mi pare che esso sia il seguente: la Luce, intesa anche come potestà di comando, non può essere affidata a mani che non sono degne di riceverla, e di tanto ognuno di noi dovrebbe ricordarsi in tutte le occasioni della vita, anche e soprattutto in quelle ‘profane’. Alla fine sarà poi proprio il re Tritone, dapprima così diffidente verso gli umani, a trasformare in donna la sirenetta sua figlia e concederla in sposa al principe, rammentandoci così che amare una creatura non significa tenerla perennemente legata a sé, bensì favorire l’armonioso sviluppo della sua personalità per metterla in condizione di scegliere con cognizione di causa.


Ci sia infine permessa un’ultima considerazione, sulla magia. L’argomento meriterebbe uno studio più approfondito, ma non è questo il momento per una trattazione esauriente. Mi limiterò, perciò, a un breve accenno sul tema, sperando che le seguenti riflessioni siano di stimolo a chi voglia approfondirlo.
Dal latino magis - di più, maggiormente - magus è, in ambito esoterico, colui che lavora alla trasformazione del proprio io interiore, non già chi si avvale dei poteri segreti della Natura per trasformare bastoni in serpenti e suscitare ammirazione fra gli increduli, come faceva Simon Mago. Per gli alchimisti, la trasmutazione del piombo in oro era essenzialmente simbolica: in realtà essi miravano a un’altra metamorfosi, ben più impegnativa ma tanto più feconda: il disvelamento del divino che è in ciascuno di noi. Chi riesce in questa impresa consegue la Bellezza nell’accezione archetipa del termine. Così la Sirenetta, oppure la stessa Biancaneve, a trasformazione avvenuta, estasiate dalla bellezza che le circonda, provano una gioia prima sconosciuta, laddove Grimilde, la malvagia regina che, accecata dall’invidia, prepara la mela avvelenata con la quale uccidere Biancaneve, è costretta a perdere la propria bellezza esteriore e a diventare una vecchia deforme e ributtante sol per sperare di riuscire nell’impresa.
Siamo così giunti alla fine della pellicola e, con essa, delle nostre riflessioni. Resta da esaminare il tema della trasformazione, o meglio, più specificamente, della rinascita, eloquentemente descritto inBiancaneve. La fanciulla, in sonno, dunque in condizione di profanità, è adagiata in una bara di cristallo e di oro, simboli alchemici, rispettivamente, di purezza e di eternità. Nani e bestie la piangono, accomunati dal dolore. La risveglierà il Principe, con un bacio di Vero Amore, e insieme si dirigeranno a ‘oriente’ dove si staglia, confusa fra le nubi, una costruzione dai caratteri non ben definiti, dunque ‘imperfetta’, ma dalla quale ogni spettatore si sente nondimeno attratto, affascinato dal suo fulgore di Luce.”

 

Walt Disney e la Massoneria Lo Sai

Cartoline dall’inferno: mittente “Anima dannata”. Una storia

$
0
0

Cartoline dall’inferno: mittente “Anima dannata”. Una storia Lo Sai

- di Dorotea Lancillotti -

Una lettera…

che arriva dall’altro mondo

“Se ci sono pochi ossessi esternamente, di ossessi internamente ce n’è un

FORMICAIO“

 

Non intendiamo riportare integralmente la Lettera (che potrete scaricare comodamente da qui): non è molto lunga ma il suo contenuto dura l’eternità. Vera o presunta (per chi non vuole credere) che sia, ringraziamo il cielo che abbia avuto più di un Imprimatur, il primo dal vescovo della Diocesi di provenienza, l’ultimo nel 1952 da parte del Vicariato di Roma. Una Lettera davvero speciale trovata fra le carte di una giovane morta in un educandato. Una persona che non si fece mai pubblicità, e che si dimostrò poi essere una giovane di grande preghiera. Questo offre credibilità ai fatti e alla misteriosa divulgazione che ebbe in seguito.Il successo di questo breve testo si deve poi a coscienziosi sacerdoti i quali, spesso e dopo una confessione, davano proprio come “penitenza e meditazione” la lettura di questa Lettera da unire alla lettura del Catechismo (all’epoca c’era quello detto San Pio X). Purtroppo, dopo il Concilio Vaticano II (e non per sua omissione), lo “spirito” goliardico del “volemose bene” a tutti i costi ha finito per abolire quasi del tutto l’Inferno, o peggio renderlo vuoto, facendo diventare tutti più buoni di Dio stesso, più buoni di Gesù Cristo… e così questa Lettera è finita nell’oblio per molti anni.

 

1d

La Vergine a Fatima ha insegnato questa preghiera da recitarsi ad ogni mistero del rosario e come giaculatoria durante la giornata:

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno. Porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della Vostra misericordia…”

Conosciamo tutti, si spera, il racconto dei tre Pastorelli di Fatima sulla visione dell’inferno stesso: “La Madonna ci mostrò un grande mare di fuoco, che pareva che si trovasse sotto terra. Immersi in questo fuoco, i demoni e le anime, come se fossero bracci trasparenti e negre o color bronzo, dalla forma umana, che fluttuavano nell’incendio, trasportati dalle fiamme, che uscivano da loro stessi, insieme a nugoli di fumo e cadevano da tutte le parti, simili alle faville che cadono nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra gridi e gemiti di dolore e di disperazione che facevano raccapricciare e tremare di spavento. I demoni si distinguevano per le forme orribili e schifose di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e negri” (1)

Dunque parliamo di una realtà concreta, vera, che il mondo d’oggi cerca di esorcizzare con il trionfo dei mostri (per esempio Halloween), film di vampiri simpatici ed innocui anzi, quasi degli eroi, zombi che invadono la terra e che vengono sconfitti dal buono di turno, e quant’altro. Eppure si fa difficoltà a credere alla Bibbia, a Gesù Cristo.

 

Il ricco Epulone: in vita gozzoviglia, ma dopo la morte arriva il conto…

Benedetto XVI all’omelia alla parrocchia romana nel marzo 2007 diceva: “E’ venuto Gesù per dirci che ci vuole tutti in paradiso e che l’inferno, del quale poco si parla in questo nostro tempo, esiste ed è eterno per quanti chiudono il cuore al suo amore”.

Non è un caso se tutta la catechesi della Chiesa e il suo Magistero bimillenario, i consigli dei santi, le profezie dei mistici e tutta la stessa Scrittura parlano della dannazione; non è uno spauracchio per terrorizzarci, non è un inganno, non è menzogna, ma è una drammatica realtà dalla quale, disgraziatamente dovessimo andarci, non potremmo più uscirne fuori. Ecco perché la Chiesa è sempre stata così insistente e severa, ecco perché Gesù stesso nei Vangeli è molto severo sulla sorte dei dannati. Lo esprime bene nella parabola del ricco Epulone e del povero Lazzaro riportata da Luca 16,19-31 quando viene detto “….Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura… (..) ti prego di mandarlo (a Lazzaro) a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti sarebbero persuasi”…

QUELLA TELEFONATA CHE DÀ IL VIA A TUTTO…

 

Pronto, chi parla? L’oltretomba in linea..

Siamo nell’autunno del 1937. Suona un telefono. La donna, che scriverà poi la lettera, riceve una telefonata dalla madre e apprende che la sua amica Annetta è morta in seguito ad un incidente automobilistico.

La notizia la spaventa: sa che Annetta non è mai stata molto religiosa. Era preparata, allorché Dio, così d’improvviso, l’aveva chiamata a sé? Morendo all’improvviso, come si sarà trovata? L’indomani Clara – così si chiama la donna – si reca alla S. Messa e fa anche la Comunione in suffragio dell’anima dell’amica. Poi la sera avviene il fatto….

Nella Lettera leggiamo che, mentre Clara andò a dormire, come lei stessa racconta, fu svegliata come da un violento bussare. Accese la luce e l’orologio sul comodino segnava dieci minuti dopo la mezzanotte. Non vide nessuno e nessun rumore si udiva per tutta la casa. Racconta:

Mi sentii invadere irresistibilmente da una sensibilità interiore. Mi alzai e scesi nella cappella di casa come ogni mattina; nell’aprire la porta di casa, inciampai in un fascio di fogli da lettera sciolti.

Raccoglierli, riconoscere la scrittura di Annetta e gettare un grido fu la stessa cosa. Tremante tenevo i fogli in mano, lasciai la casa e salii per un sentiero montano. Mi sedetti , afferrai la lettera e mi misi a leggerla.

Mancava la firma, ma la scrittura era di Annetta. Lo stile il suo, anche se duro e non amabile come lei sapeva essere.

Il suo scritto dal mondo di là lo riporto qui, parola per parola , come l’ho letto allora. Suonava così:

«Clara, non pregare per me! Sono dannata. Se te lo comunico e te ne riferisco piuttosto lungamente, non credere che ciò avvenga a titolo di amicizia: Noi qui non amiamo più nessuno. Lo faccio come costretta. Lo faccio come “ parte di quella potenza che sempre vuole il male e opera il bene “. In verità vorrei vedere anche te approdare a questo stato, dove io ormai ho gettato l’ancora per sempre.

Non stizzirti di questa intenzione. Qui, noi pensiamo tutti cosi. La nostra volontà è impietrita nel male in ciò che voi appunto chiamate “male”. Anche quando noi facciamo qualche cosa di “bene”, come io ora spalancandoti gli occhi sull’Inferno, questo non avviene con buona intenzione… ».

CHI RIFIUTA DIO SI CONDANNA DA SOLO

 

L’inferno? Lo scegliamo da soli.

Clara e Annetta, giovanissime, lavoravano in una ditta commerciale in Germania.

Non erano legate da profonda amicizia, ma da semplice cortesia. Lavoravano ogni giorno l’una accanto all’altra e non poteva mancare uno scambio di idee. Clara si dichiarava apertamente religiosa e sentiva il dovere d’istruire e richiamare Annetta, quando questa si dimostrava leggera e superficiale in fatto di religione.

Il monito dell’apostolo è chiaro: “Se uno vede il proprio fratello commettere un peccato che non conduce alla morte, preghi, e Dio gli darà la vita; s’intende a coloro che commettono un peccato che non conduce alla morte: c’è infatti un peccato che conduce alla morte; per questo dico di non pregare. Ogni iniquità è peccato, ma c’è il peccato che non conduce alla morte” (1Gv 5,16-17).

Il passo sopra ci riporta al monito di Cristo: “In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna.” (Mc. 3,28-29)

Nel commento della Bibbia di Gerusalemme questo versetto è commentato in nota così: “L’uomo è scusabile se si inganna sulla dignità divina di Gesù, velata dalle umili apparenze del Figlio dell’uomo, ma non lo è se chiude gli occhi e il cuore alle opere evidenti dello Spirito. Negandole, egli rigetta la proposta suprema che Dio gli fa e si mette fuori della salvezza”.

In altri termini la bestemmia contro lo Spirito Santo è quella di coloro che non solo chiudono gli occhi davanti alle opere di Dio e ai suoi Comandamenti, ma le respingono ostinatamente. O, come nel caso dei farisei, attribuiscono al demonio le opere dello Spirito Santo o di Gesù stesso, volendo così identificare Dio stesso con lo spirito maligno. Essi non possono ottenere il perdono non perché la potenza di Dio sia limitata o perché la Chiesa non abbia potere di rimettere i peccati (è dogma di fede che la Chiesa può rimettere tutti i peccati senza alcuna eccezione) ma per la chiusura all’azione della grazia da parte di chi li compie.

 

Papa Francesco avverte: siamo noi che rifiutiamo la salvezza, non è Dio che ci condanna.

Chi infatti non riconosce l’opera di Dio o, appunto, la rifiuta, la combatte, non fa altro che attribuire al diavolo le opere della bontà e della grazia di Dio, perché non esiste una terza via: non ci sono altre divinità su cui spostare l’attenzione o la provenienza dei doni, così come la provenienza del male. Chi rifiuta Dio in certo modo fa di Dio un demonio, come ci insegnano i santi. Di più, si mette a combattere contro quella stessa bontà che è piuttosto la sorgente del dono della conversione del cuore e della penitenza, nonché della redenzione totale. Per san Tommaso d’Aquino i peccati contro lo Spirito Santo sono tanti quanti sono i modi di disprezzare l’aiuto di Dio per trattenere l’uomo dal peccato, quindi il disprezzo delle virtù, per esempio, della preghiera, delle opere sante ecc…

Papa Francesco, nel discorso al Colosseo dopo la Via Crucis, ha detto: ” A volte ci sembra che Dio non risponda al male, che rimanga in silenzio. In realtà Dio ha parlato, ha risposto, e la sua risposta è la Croce di Cristo: una Parola che è amore, misericordia, perdono. E’ anche giudizio: Dio ci giudica amandoci. Ricordiamo questo: Dio ci giudica amandoci. Se accolgo il suo amore sono salvato, se lo rifiuto sono condannato, non da Lui, ma da me stesso, perché Dio non condanna, Lui solo ama e salva”.

LE RESPONSABILITÀ DI TUTTI QUANDO UN ANIMA SI DANNA

Il profeta Ezechiele: ammonisci il malvagio.

C’è un brano biblico in Ezechiele che fa davvero pensare. Dice: “Se io dico al malvagio: Tu morirai! e tu non lo avverti e non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta perversa e viva, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te. Ma se tu ammonisci il malvagio ed egli non si allontana dalla sua malvagità e dalla sua perversa condotta, egli morirà per il suo peccato, ma tu ti sarai salvato” (3,18-19).

Ecco allora che le parole di questa lettera speciale non ci sembrano rivolte soltanto ai suoi genitori o all’amica, ma a tutti noi genitori e non, a chiunque ha un incarico nella Chiesa, ad ogni battezzato che riceve con il Battesimo il mandato ad evangelizzare. Scrive Annetta: “Quando papà e mamma, ancora giovani, si trasferirono dalla campagna in città, ambedue avevano perduto il contatto con la Chiesa. E fu meglio così. Simpatizzarono con la gente non legata alla Chiesa. Si erano conosciuti in un ritrovo danzante e mezz’anno dopo “dovettero”sposarsi.

Nella cerimonia nuziale rimase attaccata a loro tant’acqua santa, che la mamma si recava in chiesa alla Messa domenicale un paio di volte l’anno. Non mi ha mai insegnato a pregare davvero. Si esauriva nella cura quotidiana della vita, benché la nostra situazione non fosse disagiata.

Parole, come Messa, istruzione religiosa, Chiesa, le dico con una ripugnanza interna senza pari. Aborrisco tutto questo, come odio chi frequenta la Chiesa e in genere tutti gli uomini e tutte le cose….”

VOLETE L’INFERNO? SVUOTATE DI SIGNIFICATO LA VITA QUOTIDIANA DELLA CHIESA

La preghiera è importante. Molti però si preoccupano solo delle attività ricreative.

E badiamo bene che non è automatico salvarsi: non basta appartenere ad un gruppo, un movimento, una associazione. Quanta responsabilità hanno i catechisti, i sacerdoti, i parroci! Le stesse attività diocesane vengono svuotate di significato quando non si pone al centro la preghiera, la confessione, l’Eucaristia, la mortificazione del corpo, la pratica di tutte le virtù, e tutto si riduce ad attività didattiche e di gioco, di gite e divertimento, quasi servisse solo il modo per far passare in fretta e meglio il tempo.

Scrive infatti Annetta: ” Marta K. e tu mi avete indotta a entrare nell’ Associazione delle Giovani. Veramente non ho mai nascosto che trovavo abbastanza intonate con la moda parrocchiale le istruzioni delle due direttrici, le signore X. I giuochi erano divertenti. Come sai, vi ebbi subito una parte direttiva. Ciò mi andava a genio.

Anche le gite mi piacevano. Mi lasciai perfino indurre alcune volte ad andare alla Confessione e alla Comunione. A dire il vero, non avevo nulla da confessare. Pensieri e discorsi per me non avevano importanza. Per azioni più grossolane, non ero abbastanza corrotta. Tu mi ammonisti una volta: “Anna, se non preghi, vai alla perdizione!”. Io pregavo davvero poco e anche questo, solo svogliatamente.

Allora tu avevi purtroppo ragione. Tutti coloro che bruciano nell’Inferno non hanno pregato o non hanno pregato abbastanza…. La preghiera è il primo passo verso Dio. E rimane il passo decisivo. Specialmente la preghiera a Colei che fu Madre di Cristo, il nome della quale noi non nominiamo mai. “

C’è tutto un ciclo di Catechesi sull’importanza della Preghiera che Benedetto XVI ha trattato nell’anno 2012 e che ben spiega questo grande valore e il perché chi non prega o prega male finisce col dannarsi (2).

IL DEMONIO INFLUISCE SULLE PERSONE, MA NON PUÒ FAR NULLA CONTRO LA LORO VOLONTÀ: L’USO DEL  LIBERO ARBITRIO 

Libero arbitrio: sta a noi scegliere.

Nel Libro del Siracide, al cap.15,17, leggiamo:” Davanti agli uomini stanno la vita e la morte; a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà….” . Per “morte” si intende la dannazione dell’anima, un vivere eternamente lontano dalla fonte della Vita, che è un non vivere per ciò che siamo stati creati. Troviamo così spiegata questa realtà nei passi drammatici di Annetta che ognuno di noi può facilmente riscontrare nelle personali esperienze di vita:

All’influsso del demonio non credetti mai. E ora attesto che egli influisce gagliardamente sulle persone che si trovano nella condizione in cui mi trovavo io allora. Soltanto molte preghiere, di altri e di me stessa, congiunte con sacrifici e sofferenze, mi avrebbero potuta strappare da lui. E anche ciò, a poco a poco. Se ci sono pochi ossessi esternamente, di ossessi internamente ce n’è un formicaio. Il demonio non può rapire la libera volontà a coloro che si danno al suo influsso. Ma in pena della loro, per dir così, metodica apostasia da Dio, questi permette che il “maligno” si annidi in essi.

lo odio anche il demonio. Eppure egli mi piace, perché cerca di rovinare voialtri; odio lui e i suoi satelliti, gli spiriti caduti con lui al principio del tempo.

Essi si contano a milioni. Girovagano per la terra, densi come uno sciame di moscerini, e voi neanche ve ne accorgete.

Non tocca a noi riprovati di tentarvi; questo è ufficio degli spiriti decaduti.

Veramente ciò accresce ancor più il tormento ogni volta che essi trascinano quaggiù all’Inferno un’anima umana. Ma che cosa non fa l’odio?

Dio ci segue sempre. Ma noi dobbiamo metterci seriamente sulle sue tracce.

Benché io camminassi per sentieri lontani da Dio, Dio mi seguiva.

Preparavo la via alla Grazia con atti di carità naturale, che compivo non di rado per inclinazione del mio temperamento.

Talvolta Dio mi attirava in una chiesa. Allora sentivo come una nostalgia. Quando curavo la mamma malaticcia, nonostante il lavoro d’ufficio durante il giorno, e in certo modo mi sacrificavo davvero, questi allettamenti di Dio agivano potentemente.

Una volta, nella chiesa dell’ospedale, in cui tu mi avevi condotta durante la pausa del mezzogiorno, mi venne qualcosa addosso che sarebbe bastato un solo passo per la mia conversione: io piansi!

Ma poi la gioia del mondo passava di nuovo come un torrente sopra la Grazia.

Il grano soffocava tra le spine…”

Non troviamo forse il medesimo monito in Matteo 7,21-23 quando il Signore severamente afferma: ” Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità…”

Questo è un severo monito per quanti, pur frequentando la Chiesa, oppure pur adoperandosi per la carità, rifiutano la fede. Una delle eresie più gravi portate da Lutero fu proprio quella di aver voluto separare la fede dalle opere mentre il Vangelo stesso ci rammenta che la fede senza le opere è una fede morta, ma anche le opere senza la fede diventano assistenzialismo, socialismo, quella filantropia che distaccata dalla fede non produce frutti di conversione a Dio. Sant’Agostino ci rammenta che Dio non può salvarci se noi non vogliamo, se lo rifiutiamo.

Fare la volontà di Dio è applicare a se stessi tutti e dieci i Comandamenti, senza tralasciarne alcuno, e vivere uno stile di vita coerente a questa volontà nella quale ci si abbandona totalmente come Gesù ci ha insegnato sul Getsemani.

DIO CASTIGA QUELLI CHE AMA, LO DICONO ANCHE I DANNATI. MA NON CI CREDIAMO

Teresa d’Avila: capì che Dio colpisce chi ama.

Va di moda in questi ultimi anni proporre l’immagine di un Dio tutto rose e fiori, quasi come un peluche, un vecchio con la barba pronto ad accogliere anche chi non si converte. Per carità, si fa sempre bene a non incolpare Dio di ogni dramma, a non definirLo un “castigamatti”, uno dalla saetta facile (cfr Lc.9,54). Tuttavia sembra proprio che oggi un Dio “padrone della vita e della morte”, come leggiamo nella Scrittura, non faccia piacere e così si attribuisce al “caso” alla disgrazia, alla sfortuna la sofferenza degli uomini, cercando di cancellare la verità sul demonio e dunque la verità su Dio.

Leggiamo nella Lettera di Annetta questo passo:

Intanto mi ero accomodata io stessa una religione a mio modo.

Sostenevo l’opinione, che da noi in ufficio era comune, che l’anima dopo la morte risorga in un altro essere. In tal modo continuerebbe a pellegrinare senza fine.

Con ciò l’angosciosa questione dell’al di là era insieme messa a posto e resa a me innocua.

Perché tu non mi hai ricordato la parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro, in cui il narratore, Cristo, manda, immediatamente dopo la morte, l’uno all’Inferno e l’altro in Paradiso?… Del resto, che cosa avresti ottenuto? Nulla di più che con gli altri tuoi discorsi di bigottismo!

A poco a poco mi creai io stessa un Dio; sufficientemente dotato da essere chiamato Dio; lontano abbastanza da me, da non dover mantenere nessuna relazione con lui; vago abbastanza da lasciarsi, secondo il bisogno, senza mutar la mia religione, paragonare a un dio panteistico del mondo, oppure da lasciarsi poetizzare come un dio solitario. Questo Dio non aveva nessun Inferno da infliggermi. Lo lasciavo in pace. In ciò consisteva la mia adorazione per Lui.

Ciò che piace si crede volentieri. Nel corso degli anni mi tenni abbastanza convinta della mia religione. In questo modo si poteva vivere.

Una cosa soltanto mi avrebbe spezzato la cervice: un lungo, profondo dolore. E questo dolore non venne!

Comprendi ora cosa vuol dire: “Dio castiga quelli che ama!”..”

Mi viene a mente l’episodio descritto nella biografia di Santa Teresa D’Avila, Dottore della Chiesa. Un giorno era afflitta e sfinita per le grandi sofferenze e preghiere e in ginocchio supplicava il Signore: “Gesù mio, Gesù mio! quanto è difficile stare con te”; le rispose il Signore: “Ma è così che io tratto i miei amici…”

Di rimando rispose la santa: “Ora capisco perché ne hai così pochi….!”

Può sembrare una battuta, ma non lo è. E’ la tipica ironia dei santi che hanno sempre da insegnarci qualcosa oltre che a comunicare con noi utilizzando il sorriso.

Ma poi basti pensare a come sono finiti i Dodici Apostoli, martiri; basti pensare a Padre Pio, ora santo, così vicino a noi nel tempo al quale Gesù gli chiese “il permesso” per servirsi di lui. Certo che sì, rispose il santo di Pietralcina, ma si permise nientemeno che di fare un patto con Gesù: “accetto tutto mio Signore, ma Voi in cambio salverete tutte quelle anime che in qualche modo avranno a che fare con me, dovrete convertirle…”

Affare fatto! Eccolo il vero rapporto tra Dio e i Suoi Figli: è un “Tu per tu” confidenziale e di fiducia, esattamente il contrario di quanto vissuto da Annetta. Questi discorsi sono quelli che Annetta aveva bollati come “bigottismo” rifiutando di trarre da questi le verità sulla fede e quindi convertirsi per davvero.

MI RITENEVO CATTOLICA…

Oggi come ieri tante comunioni ricevute indegnamente. Qui è John Kerry, politico a favore dell’aborto.

Ritengo che tutto il dramma di questa preziosa Lettera di Annetta sia racchiuso proprio in questa confessione.

Dice sant’Agostino ne “La vera religione”: “Lasciamo dunque da parte tutti quelli che non sanno essere né filosofi nelle questioni religiose né religiosi nelle questioni filosofiche e quanti, per un’errata convinzione o per qualche ostinato rancore, si sono allontanati dalla disciplina e comunione della Chiesa cattolica e quanti ancora non hanno voluto accogliere né la luce delle Sacre Scritture né la grazia del popolo spirituale, cioè il Nuovo Testamento, dei quali ho fatto cenno nel modo più breve possibile. Dobbiamo attenerci alla religione cristiana e alla comunione della sua Chiesa, che è cattolica ed è chiamata tale non solo dai suoi membri, ma anche da tutti i suoi nemici….”

Leggiamo questi ultimi tratti della Lettera di Annetta:

In ciò consistette la mia apostasia a Dio: elevare una creatura a mio idolo. In nessuna cosa può avvenire questo, in modo che abbracci tutto, come nell’amore di una persona dell’altro sesso, quando quest’amore rimane arenato nelle soddisfazioni terrene. E’ questo che forma la sua attrattiva. il suo stimolo e il suo veleno.

L”‘adorazione”, che io tributavo a me stessa nella persona di Max, divenne per me religione vissuta.

Era il tempo in cui in ufficio mi scagliavo velenosa contro i chiesaioli, i preti, le indulgenze, il biascichio dei rosari e simili sciocchezze.

Tu hai cercato, più o meno argutamente, di prendere le difese di tali cose. Apparentemente, senza sospettare che nel più intimo di me non si trattava, in verità, di queste cose, io cercavo piuttosto un sostegno contro la mia coscienza allora avevo bisogno di un tale sostegno per giustificare anche con la ragione la mia apostasia.

In fondo in fondo, mi rivoltavo contro Dio. Tu non lo comprendesti; mi ritenevo ancora cattolica. Volevo anzi essere chiamata così; pagavo perfino le tasse ecclesiastiche. Una certa “contro-assicurazione”, pensavo, non poteva nuocere.

Le tue risposte può darsi alle volte abbiano colpito nel segno. Su di me non facevano presa, perché tu non dovevi avere ragione.

A causa di queste relazioni falsate fra noi due, fu meschino il dolore del nostro distacco, allorché ci separammo in occasione del mio matrimonio.

Prima dello sposalizio mi confessai e comunicai ancora una volta. Era prescritto. lo e mio marito su questo punto la pensavamo ugualmente. Perché non avremmo dovuto compiere questa formalità? Anche noi la compimmo come le altre formalità.

Voi chiamate indegna una tale Comunione. Ebbene, dopo quella Comunione “indegna “, io ebbi più calma nella coscienza. Del resto fu anche l’ultima…”.

PERDERE DIO PER SEMPRE

O si prende il Corpo di Cristo con devozione e degnamente o sarà la nostra condanna.

Non è forse san Paolo che si dimostra amareggiato e severo a motivo del fatto che i Corinzi, per il comportamento scorretto, per la mancanza di carità, per egoismo, profanano il loro “mangiare la cena del Signore”, profanano cioè la Celebrazione Eucaristica (1Cor.11,17-34) “mangiando e bevendo la propria condanna..” ?

Il nostro maggior tormento consiste nel sapere con certezza che noi non vedremo mai Dio. – continua Annetta – Come può questo tormentare tanto, dal momento che uno sulla terra rimane così indifferente? Fintanto che il coltello giace sulla tavola, ti lascia fredda. Si vede quanto è affilato, ma non lo si prova. Immergi il coltello nella carne e ti metterai a gridare dal dolore. Adesso noi sentiamo la perdita di Dio, prima la pensavamo soltanto. Non tutte le anime soffrono in misura uguale.

Con quanta maggior cattiveria e quanto più sistematicamente uno ha peccato, tanto più grave pesa su di lui la perdita di Dio e tanto più lo soffoca la creatura di cui ha abusato. I cattolici dannati soffrono di più che quelli di altre religioni, perché essi per lo più ricevettero e calpestarono più grazie e più luce…”

 

 

 

COME UN’OMBRA GIALLA DI ZOLFO

Come conclusione è bene riportare l’esperienza diretta di Annetta che così dice:

Strano! Quella mattina era sorto in me, in modo inspiegabile, questo pensiero: “Tu potresti ancora una volta andare a Messa”. Suonava come un’implorazione. Chiaro e risoluto, il mio “no” trovò il filo dei pensieri. “Con queste cose bisogna farla finita una volta. Mi addosso tutte le conseguenze!” – Ora le porto. Ciò che avvenne dopo la mia morte, già lo saprai. La sorte di mio marito, quella di mia madre, ciò che accadde del mio cadavere e lo svolgimento del mio funerale mi son noti nei loro particolari mediante cognizioni naturali che noi qui abbiamo.

Quello, del resto, che succede sulla terra, noi lo sappiamo solo nebulosamente. Ma ciò che in qualche modo ci tocca da vicino, lo conosciamo. Così vedo anche dove tu soggiorni.

Io stessa mi svegliai improvvisamente dal buio, nell’istante del mio trapasso. Mi vidi come inondata da una luce abbagliante. Fu nel luogo medesimo dove giaceva il mio cadavere. Avvenne come in un teatro, quando nella sala d’un tratto si spengono le luci, il sipario si divide rumorosamente e si apre una scena inaspettata orribilmente illuminata. La scena della mia vita.

Come in uno specchio l’anima mia si mostrò a se stessa. Le grazie calpestate dalla giovinezza fino all’ultimo “no” di fronte a Dio. lo mi sentii come un assassino al quale durante il processo giudiziario, viene portata dinanzi la sua vittima esanime. Pentirmi? Mai!… Vergognarmi? Mai!

Però non potevo neppure resistere sotto gli occhi di Dio da me rigettato. Non mi rimaneva che una cosa: la fuga. Come Caino fuggì dal cadavere di Abele, così l’anima mia fu spinta da quella vista di orrore. Questo fu il giudizio particolare: l’invisibile Giudice disse: “Via da me!”. Allora la mia anima, come un’ombra gialla di zolfo, precipitò nel luogo dell’eterno tormento… “.

Ci troviamo di fronte ad una realtà che riscontriamo nelle Scritture, in molti Santi e profeti, in molti mistici, in anime semplici, come nel caso di Maria Simma la cui esperienza potrete trovare qui (3). Possiamo concludere senza ulteriori spiegazioni lasciando maturare in noi quel Mistero che deve nutrire la nostra coscienza. Vogliamo tuttavia rivolgerci al Signore, a quel Signore della vera misericordia che ci viene incontro sperando che noi, come Zaccheo, saliamo sull’albero dell’humilitas. A Lui sant’Agostino rivolge la bella preghiera riproposta da Benedetto XVI in varie udienze (4), che può sintetizzare anche la risposta a questa Lettera di Annetta: «Concedi ciò che comandi, e poi comanda ciò che vuoi». Concedici il dono di tornare come bambini, e poi domanda di essere come bambini, affinché possiamo entrare nel Regno dei cieli, innalzando con il cuore la preghiera del pubblicano: “O Dio, abbi pietà di me peccatore… (Lc.18,13).

NOTE

1) Da “Lucia racconta Fatima” – Ed. Queriniana, pag. 80

2) ciclo completo catechesi sulla preghiera Benedetto XVI Anno 2012:

3) Maria Simma e il Purgatorio parte uno parte uno e parte due

4) Per tutte le catechesi di Benedetto XVI su sant’Agostino cliccare qui.

Fonte

Cartoline dall’inferno: mittente “Anima dannata”. Una storia Lo Sai

Lobby gay vuole uccidere il Papa: Capo Guardie Svizzere lancia allarme

$
0
0

Lobby gay vuole uccidere il Papa: Capo Guardie Svizzere lancia allarme Lo Sai

Il capo delle guardie del Papa lancia l’allarme in un’intervista pubblicata sul settimanale elvetico Schweiz am Sonntag: “In Vaticano – afferma – c’è una lobby gay talmente potente da essere pericolosa per la sicurezza del Pontefice”. Lo svizzero Elmar Maeder è stato il capo della Guardie Svizzere fino al 2008. Quindi le sue parole sono di particolare gravità.

“Dell’esistenza di quella lobby gay – prosegue – posso parlare per esperienza personale”. Afferma anche di aver messo in allerta i suoi uomini, perché tenessero sotto osservazione certi esponenti della Curia particolarmente “lascivi”. “Il problema – aggiunge Maeder – è che questa rete è composta di persone talmente fedeli, l’una all’altra, da costituire una sorta di società segreta”. Una sorta di massoneria gay interna al Vaticano.

“Per questi motivi, se avessi scoperto che uno dei miei uomini era gay, mai e poi mai gli avrei consentito di fare carriera. Anche se, per me, l’omosessualità non costituisce un problema, il rischio di slealtà sarebbe stato troppo elevato”, sostiene.

Fonte: VoxNews

Lobby gay vuole uccidere il Papa: Capo Guardie Svizzere lancia allarme Lo Sai

ORA VI SPIEGHIAMO PERCHÉ UNA PARTE DELLA COMUNITÀ EBRAICA TEME COSÌ TANTO LA CONFERENZA DEL 29 GENNAIO

$
0
0

ORA VI SPIEGHIAMO PERCHÉ UNA PARTE DELLA COMUNITÀ EBRAICA TEME COSÌ TANTO LA CONFERENZA DEL 29 GENNAIO Lo Sai

Si sono stracciati le vesti. Hanno definito l’evento “razzista, revisionista, antisemita”, “disgustoso”. Insomma da vietare. Ma perchè hanno così paura che si pongano alcune semplici domande che sono state trascritte su un manifesto? Se avete due minuti, lo capirete.

Riportiamo alcune domande che abbiamo posto e alcune immagini, a mero titolo d’esempio. Alla fine trarrete le vostre conclusioni.

Esiste un razzismo rabbinico? E un fondamentalismo religioso ebraico?

ovadia

La fonte è la Jewish Telegraphic Agency, Yosef è Rabbi Ovadia Yosef: rabbino capo emerito d’Israele

***

Si è creato uno “shoah-business”? E una “Religione della Memoria”? È forse una religione misterica? Quanto è fondato il pericolo di una “teologia della sostituzione” in questo campo?

Finkelstein

Finkelstein è un professore universitario ebreo-americano, figlio di due deportati in campo di concentramento

sarid

Questo è il più prestigioso quotidiano israeliano e l’autore dell’articolo è l’ex ministro Yossi Sarid

novik

“The Holocaust in American Life”, p. 201. Del professore ebreo P. Novick

***

Primo Levi partecipò ad una azione in cui furono giustiziati due giovani partigiani. È la fine di un mito?

luzzatto

Luzzatto è un professore – di origine ebraica – dell’Università di Torino.

FONTE ARTICOLO: http://radiospada.org/2014/01/ora-vi-spieghiamo-perche-una-parte-della-comunita-ebraica-teme-cosi-tanto-la-conferenza-del-29-gennaio/

 

ORA VI SPIEGHIAMO PERCHÉ UNA PARTE DELLA COMUNITÀ EBRAICA TEME COSÌ TANTO LA CONFERENZA DEL 29 GENNAIO Lo Sai

Il venerabile Draghi muove con luciferina sapienza le pedine Letta e Renzi

$
0
0

Il venerabile Draghi muove con luciferina sapienza le pedine Letta e Renzi Lo Sai

Il frastuono dei media serve solo a deviare l’attenzione dei cittadini dalle questioni vere che condannano l’Italia e l’Europa ad un lungo e doloroso declino. Paradossalmente, se non esistessero i mezzi di informazione, i cittadini avrebbero modo di capirne di più sulle cause e i dissimulati obiettivi perseguiti da una oligarchia infame fautrice dell’involutivo processo storico attualmente in atto. Invece, inebetiti da questioni futili, analisi sciatte e questioni di contorno, il popolo finisce giocoforza con il perdere di vista il cuore del problema. Domanda: perché un numero crescente di europei affolla le file della Caritas? C’è stata forse una grave carestia? La grandine ha distrutto il raccolto? Siamo in presenza di una nuova glaciazione? Insomma, l’umanità è contingentemente vittima di fenomeni naturali avversi contro i quali non è possibile resistere? No, niente di tutto questo. E quindi? Di chi è la colpa? Dell’Uomo, evidentemente. A questo punto sarebbe il caso anche di precisare meglio la categoria umana responsabile di cotanto sfacelo. Che dite, la recessione può essere imputata agli operatori ecologici? Alle colf? Ai tranvieri? Ai maestri elementari? Alle commesse dei grandi magazzini? Ai disoccupati? Ai cassintegrati? Agli esodati? Difficile sostenerlo. Tutti i gruppi appena enunciati non posseggono alcun potere decisionale in grado di condizionare il corso degli eventi. Allora, se diamo per assodato che la colpa è degli uomini e, più nel dettaglio, di quelli che controllano le leve del potere, non rimane che prendersela con i politici. Ora sappiamo cheLetta, Alfano, Napolitano e compagnia sono certamente parte del problema. A questo punto chiediamoci: il potere politico si autoalimenta o è eterodiretto da poteri riservati, elitari ed antidemocratici? Anche in questo caso la risposta non è difficile. Come è evidente pure ai ciechi, alcune strutture burocratiche e tecnocratiche di matrice sovranazionale hanno già di fatto commissariato i legittimi rappresentanti politici periodicamente eletti con metodo democratico. Il Parlamento italiano, prima di approvare qualsiasi legge in materia economica e finanziaria, deve assicurarsi la benevolenza dei vari Draghi, Olli Rehn e Lagarde. Quale forza attribuisce a tali signori un potere sulle nazioni così vasto, smisurato e irresponsabile? La risposta è la “massoneria“, creatrice della modernità, momentaneamente ostaggio di una componente contro-iniziatica che ne offende la storia e il prestigio. E ancora: attraverso il controllo di quali gangli vitali la massoneria reazionaria oggi prevalente si assicura a cascata il mantenimento di una supervisione generale sui fenomeni globali? In primis di quelli finanziari e mediatici, che, a loro volta, creano e distruggono le singole carriere politiche dei diversi maggiordomi occasionalmente assoldati per il bene della causa. Provate ad esempio a mettere in fila i nomi dei ministri dell’Economia succedutisi in Italia nel corso della seconda Repubblica. Vi accorgerete che si tratta di figure quasi sempre allevate all’interno di quelle grandi banche d’affari ad alto contenuto massonico, bravissime ad inseguire interessi privati dopo avere sapientemente cooptato figure che rivestono incarichi pubblici. In alcuni casi, leggi Monti o Saccomanni, i massoni reazionari giocano a viso scoperto. In altri, vedi Letta e Renzi, preferiscono invece comandare dietro le quinte, al riparo delle sagome dei soliti provvidenziali burattini. Come egregiamente spiegato dai massoni di Grande Oriente Democratico, Letta e Renzi si contendono il potere locale pur essendo entrambi proni ai desiderata degli stessi mondi occulti. Il Venerabilissimo Maestro Mario Draghi, ben spalleggiato da un uomo assetato di potere come Giorgio Napolitano, è oggi il vero dominus della politica italiana. Pur di portare a termine la sua missione di morte, che prevede il definitivo abbattimento della nostra civiltà, Mario Draghi si avvale dei servigi di personaggi infidi, subalterni e senza scrupoli, pronti cioè a farsi carico dell’inevitabile impopolarità a patto di garantirsi futuri riconoscimenti in termini di denaro e potere. Per dirla in maniera ancora più semplificata, Letta e Renzi sono come due odalische che si beccano nella speranza di divenire le favorite dell’Imperatore Mario Draghi. Il gioco delle parti tra il Rottamatore e il nipotino di Gianni Letta in versione punch-ball è gradito e incoraggiato dai padroni nella misura in cui le politiche di austerità, indispensabili per seminare ulteriore povertà e miseria, non vengano messe seriamente in discussione da nessuno dei contendenti. Letta può quindi tranquillamente governare al fine di perseguire il doloso peggioramento del quadro economico. Renzi potrà continuare a recitare tatticamente il suo controcanto per non disperdere un consenso popolare necessario per varcare in prospettiva la soglia di Palazzo Chigi garantendo così la prosecuzione di un indirizzo politico assassino e disumano. Il tutto sotto la regia vigile del vero garante dell’Olocausto italiano: Giorgio Napolitano il Rieletto. Quindi amici miei, mentre state lì a trastullarvi con il Porcellum, il Maialinum e l’Asinellum, sappiate che all’interno dei templi più esclusivi si lavora per il vostro totale annientamento. Letta, una volta finita la sua macabra missione, verrà ricompensato con un ruolo di prestigio in ambito Ue. Renzi, sotto la supervisone dell’uomo McKinsey Yoram Gutgeld, prenderà il posto di Enrichetto per completarne la scellerata opera. Mentre Napolitano, tra un monito e un mojito, resterà abbarbicato sul Colle per l’intero secondo settennato dicendo ogni giorno che non vede l’ora di andarsene. Alla fine della fiera non rimarrà pietra su pietra. E tutti gli asini oggi intenti a parlare di Bunga Bunga, sprechi, Job Act e altre simili amenità, affogheranno lentamente e inconsapevolmente sotto lo sguardo tetro e compiaciuto del più sottile demone che paralizza il nostro tempo: ovvero il potentissimo massone contro-iniziato Mario Draghi.

Francesco Maria Toscano - il moralista

Fonte

Il venerabile Draghi muove con luciferina sapienza le pedine Letta e Renzi Lo Sai


Corto Maltese e la Massoneria di Hugo Pratt

$
0
0

Corto Maltese e la Massoneria di Hugo Pratt Lo Sai

Una mostra a Parigi cerca di ricostruire, attraverso le scene di Corto Maltese, l’esoterismo e l’affiliazione alla massoneria del suo creatore

 

-di Francesca Romana Pellegrini-

Le opere di Hugo Pratt sono ricche di riferimenti alla letteratura, all’arte, alla storia, ai film e alla massoneria. Lo scopo di questa mostra eccezionale è quello di fornire al pubblico una nuova chiave di lettura di questo creatore, in grado di decodificare e comprendere meglio questo misterioso mondo denso di significati: la Franc-Maçonnerie.

Il nostro caro Hugo Pratt era massone e inevitabilmente questo tipo di “impegno” rischia di avere ripercussioni sul giudizio della sua opera; questa mostra riesce ad analizzare questo grande artista in tutto il suo splendore, offrendo un quadro completo di questa figura poliedrica di ampi e diversi interessi culturali: grande viaggiatore, eccellente musicista, fantastico giocoliere, meraviglioso cantastorie…e tanto altro ancora.

E anche il suo più grande personaggio, Corto Maltese, con questa mostra, diventa Manifesto della massoneria e rivela i meandri nascosti di questo mondo.

Il nostro amato marinaio, avventuriero che combatteva per mari e per monti, leggendario nei suoi incontri storici e non, che sfidava le sorti del mondo saltando da treni blindati a biplani, diventa simbolo di questo ordine iniziatico che ha per scopo il “perfezionamento dell’umanità”. Un uomo in perenne inseguimento di un miraggio di ricchezza e alla continua ricerca di leggende antiche e pergamene indecifrabili. E proprio nel fumetto di Hugo Prattsarebbero ben nascosti i segreti delle misteriose logge: simboli esoterici, rituali d’iniziazione, templi con pavimenti a scacchi, compassi, squadre: tutto riconduce alla massoneria.

Che Hugo Pratt, scomparso nel 1995, fosse un massone non è certo una grossa novità.

Figura emblematica tra gli artisti solo recentemente è stato avvicinato alla Massoneria. Ad un certo punto della sua vita ha rivestito un ruolo molto attivo. Hugo Pratt era membro della Gran Loggia d’Italia degli Alam, dove fu iniziato alla Loggia “Hermes” dell’Oriente di Venezia il 19 novembre 1976.

Il creatore di ‘Corto Maltese’ incarna in tutti i sensi l’ideale dell’artista massone e dell’uomo massone, ovvero l’artigiano artista rispettato e celebrato dagli Enciclopedisti francesi, figlio della cultura razionalista che riusciva a unire alle proprie capacità manuali e prettamente tecniche il guizzo e l’intuizione metafisica propri dell’arte autentica. Ed è proprio questo legame con la figura dell’artista del Settecento illuminista, prerogativa della Massoneria, fa si che Hugo Pratt offra una sua peculiare visione dell’esoterismo attraverso i suoi disegni.

Ad esempio, in Favola di Venezia, Corto Maltese si trova casualmente in una loggia massonica in piena riunione e alla domanda «Siete anche voi un libero muratore?» risponde in maniera scherzosa che si accontenterebbe di essere un libero marinaio. Proprio in queste parole riscopriamo il ruolo di Pratt iniziato: condivide di gran lunga gli ideali esoterici massonici, anche se attraverso il suo fumetto appena citato, critica l’Istituzione nel suo essere: il massone è un personaggio in qualche modo triste perché manca d’ironia. E proprio con le sue parole «scavare oscure e profonde prigioni al vizio ed edificare templi alla virtù», mette in evidenza che quest’attività si può tranquillamente portare avanti anche con un sorriso e non per questo deve necessariamente perdere d’importanza. L’ironia è alla base di tutto per Pratt e in questo contesto diventa strumento per parlare di esoterismo.

Ma la cosa interessante è che la mostra, per la prima volta in assoluto, cerca di ricostruire attraverso le scene di Corto Maltese, l’esoterismo del suo creatore, ma anche la storia e la cultura dello stesso Hugo Pratt che per anni ha cercato la sua verità viaggiando e confrontandosi e interessandosi a culture diverse. E proprio dai suoi numerosi viaggi in giro per il mondo è venuto a conoscenza di numerose società segrete. In Corto Maltese, tra le varie avventure descritte, vengono menzionati i ninja giapponesi, i riti voodoo, le triadi cinesi, gli zingari, la cabala ebraica e varie sette appartenenti al mondo islamico e africano, o addirittura all’ America latina e ancora società dedicate al Santo Graal: tutte riconducono a un mondo esoterico misterioso svelando un profumo segreto.

La mostra presenta quaranta opere originali di Hugo Pratt (acquerelli, tavole), la maggior parte delle quali non ha mai visto la luce fuori dalle pagine dei fumetti e per la prima volta esposte agli occhi del grande pubblico. Ma troviamo numerosi documenti massonici che illustrano in qualche modo l’interesse da parte di Hugo Pratt pe questo mondo segreto e per l’iniziazione. Possiamo scorgere nelle sale il grembiule di Hugo Pratt o una spada massonica rubata da suo padre nel saccheggio delle case da parte della milizia fascista negli anni ’20.

Pratt, attraverso la figura di Corto Maltese, ha svelato la sua vocazione esoterica. E come il suo personaggio preferito, è alla continua ricerca di tracce lasciate dai grandi iniziati nel mondo. Quindi reale e irreale, fantasia e vita si mescolano in maniera armonica. E con questa mostra riscopriamo un avventuriero Corto Maltese e un misterioso Hugo Pratt nei panni del grande ricercatore della verità e del mistero.

- See more at: http://www.lindro.it/cultura/2012-02-23/7014-corto-maltese-e-il-massone-pratt#sthash.yZb2wgaP.dpuf

Corto Maltese e la Massoneria di Hugo Pratt Lo Sai

Voyager, la mistificazione e la propaganda massonica

$
0
0

Voyager, la mistificazione e la propaganda massonica Lo Sai

-di Davide Consonni-

Propongo la visione di un servizio di Voyager andato in onda il 7 Ottobre 2012. Le numerose menzogne, mistificazioni ed imprecisioni contenute nel servizio lo qualificano in modo incontrovertibile come pura PROPAGANDA MASSONICA. Per chi volesse documentarsi circa altri esempi di propaganda massonica mediatica visiti questa rassegna stampa del Grande Oriente d’Italia: http://www.grandeoriente.it/rassegna-stampa.aspx

Voyager, la mistificazione e la propaganda massonica Lo Sai

MISTERO D’INIQUITÀ DI PIERRE VIRION: UNA RECENSIONE

$
0
0

MISTERO D’INIQUITÀ DI PIERRE VIRION: UNA RECENSIONE Lo Sai

-di Davide Consonni-

Qual è la fonte più pura dell’ingiustizia? Da dove scaturisce il sommo Male che pervade i peccatori? Qual è la natura originale dell’abominio, della sofferenza, della malattia, della violenza e della miseria umana?

E’ il Mysterium Iniquitatis, il più sconvolgente tra i grandi misteri escatologici e quindi fondamentali dell’esistenza Divina, sul quale l’homo religiosus indaga e si interroga da secoli. San Paolo di Tarso così scrisse nella Seconda lettera ai Tessalonicesi, la cosiddetta Apocalisse Paolina, composta mentre si trovava a Corinto attorno al 53 d.C. :

«Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e alla nostra riunione con lui, di non lasciarvi così facilmente confondere e turbare, né da pretese ispirazioni, né da parole, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia imminente. Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l’apostasia e dovrà esser rivelato l’uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone ‘e s’innalza sopra ogni’ essere che viene detto ‘Dio’ o è oggetto di culto, ‘fino a sedere’ nel tempio di ‘Dio’, additando se stesso come ‘Dio’. Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, venivo dicendo queste cose? E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora. Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene. Solo allora sarà rivelato ‘l’empio’ e il Signore Gesù lo ‘distruggerà con il soffio della sua bocca’ e lo annienterà all’apparire della sua venuta, l’iniquo, la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri, e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina perché non hanno accolto l’amore della verità per essere salvi. E per questo Dio invia loro una potenza d’inganno perché essi credano alla menzogna e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all’iniquità. Noi però dobbiamo rendere sempre grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza, attraverso l’opera santificatrice dello Spirito e la fede nella verità» [San Paolo di Tarso, 2 Tessalonicesi 2,13]

Anche San Giovanni Apostolo ed Evangelista nella prima e nella seconda lettera da lui composte nell’anno 100 d.C. circa, specifica ed annuncia:

 «Figlioli, questa è l’ultima ora. Come avete udito che deve venire l’anticristo, di fatto ora molti anticristi sono apparsi. Da questo conosciamo che è l’ultima ora» [Giovanni 2,18] 
«Chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L’anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio» [Giovanni 2,22]
«..ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell’anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo» [Giovanni 4,3].
«Poiché molti sono i seduttori che sono apparsi nel mondo, i quali non riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e l’anticristo!» [Giovanni 7]

Ora è doveroso riportare parte della somma opera della letteratura Giovannea, L’Apocalisse di Giovanni, (apokálypsis, termine greco che significa “rivelazione”):

«Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo. La bestia che io vidi era simile a una pantera, con le zampe come quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. Il drago le diede la sua forza, il suo trono e la sua potestà grande. Una delle sue teste sembrò colpita a morte, ma la sua piaga mortale fu guarita.
Allora la terra intera presa d’ammirazione, andò dietro alla bestia e gli uomini adorarono il drago perché aveva dato il potere alla bestia e adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia e chi può combattere con essa?». Alla bestia fu data una bocca per proferire parole d’orgoglio e bestemmie, con il potere di agire per quarantadue mesi. Essa aprì la bocca per proferire bestemmie contro Dio, per bestemmiare il suo nome e la sua dimora, contro tutti quelli che abitano in cielo. 7 Le fu permesso di far guerra contro i santi e di vincerli; le fu dato potere sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione. L’adorarono tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell’Agnello immolato. Chi ha orecchi, ascolti: Colui che deve andare in prigionia, andrà in prigionia; colui che deve essere ucciso di spada di spada sia ucciso. In questo sta la costanza e la fede dei santi. Vidi poi salire dalla terra un’altra bestia, che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, che però parlava come un drago. Essa esercita tutto il potere della prima bestia in sua presenza e costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia, la cui ferita mortale era guarita. Operava grandi prodigi, fino a fare scendere fuoco dal cielo sulla terra davanti agli uomini. Per mezzo di questi prodigi, che le era permesso di compiere in presenza della bestia, sedusse gli abitanti della terra dicendo loro di erigere una statua alla bestia che era stata ferita dalla spada ma si era riavuta. Le fu anche concesso di animare la statua della bestia sicché quella statua perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti coloro che non adorassero la statua della bestia. Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è seicentosessantasei» [Ap., 13]

E’ di tutto ciò che tratta l’opera “Mistero d’Iniquità” di Pierre Virion. Tratta delle trame della Contro-Chiesa, descrive e definisce il progetto Anti-Cristico, disserta e disquisisce della escatologia somma Cristiana. L’opera del Virion non si esaurisce certo nell’argomentare il come, il dove, il quando e il perché l’Anticristo verrà. Anzi, usando le parole del Servo di Dio Don Curzio Nitoglia, il quale ha scritto l’introduzione al testo «Mistero d’Iniquità» dell’edizione italiana pubblicata da EFFEDIEFFE:

«In Mysterium iniquitatis Virion spiega che la crisi religiosa che attraversano gli uomini di Chiesa non deve portare al pessimismo. Infatti come Gesù «sola la Chiesa ha parole di Vita Eterna» [Mistero d’Iniquità, Effedieffe,  p. 11]

E’ infatti sommamente consolatorio ciò che le Sacre Scritture certificano in merito alla venuta «dell’empio».

«Solo allora sarà rivelato l’empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà all’apparire della sua venuta, l’iniquo, la cui venuta avverrà nella potenza di satana»
[2 Tessalonicesi, 2]

Don Curzio Nitoglia, infatti, nell’introduzione spiega:

«L’Anticristo si manifesterà, ma vi è un «ostacolo», un «Katechon», «Colui che lo trattiene» che è il potere spirituale e sociale del Papato. Quando questo potere non avrà più la forza socialmente sufficiente per trattenere l’Anticristo, ma sarà stato ridotto ad influire solo sulle singole anime, allora questi apparirà, ma sarà ucciso da Cristo stesso, che veglia tutti i giorni sino alla fine della sua Chiesa. San Paolo lo chiama Mysterium iniquitatis, esso opera già nell’epoca in cui l’Apostolo scrive (sono gli «anticristi iniziali», che si manifesteranno durante il corso della storia). Ma al momento stabilito e permesso da Dio, quando il Papato dopo essere stato attaccato da tutti i fronti avrà perso, momentaneamente, la sua forza sociale di restaurazione, allora apparirà l’Anticristo finale” [Mistero d’Iniquità, Effedieffe, p. 12]

Quali sono le manifestazioni storiche, politiche e sociali, quale la fenomenologia con cui queste forze oscure prendono di fatto ontologicamente forma e di cui il Virion narra la storia e le gesta? Quali culti, movimenti, filosofie, istituzioni, rivoluzioni, idee, opere e fatti vogliono spazzare via il Katechon, il Papato, la Società Cristiana? Chi vuole annientare «il potere che frena» la venuta dell’empio immondo?

Sempre dall’introduzione di Mistero d’Iniquità cito le dotte, sagge e devote parole di Don Curzio Nitoglia, (ciò contenuto nelle parentesi quadre è aggiunto dal sottoscritto):

«Il liberalismo che vuol ridurre il Cristianesimo a puro fenomeno individuale, negando la Regalità sociale di Cristo è uno dei pilastri della «contro-chiesa» e apre le porte all’Anticristo finale. (vedi Pio XII, Enciclica Quas primas, 1925 e Mortalium animos, 1928). E’ chiaro che Virion collega il Mistero d’Iniquità, operante segretamente durante la storia della Chiesa sin dall’epoca apostolica, al [Concilio] Vaticano II, ove, tramite la collegialità, l’ecumenismo, la libertà delle false religioni, la potenza sociale restauratrice ed antisovversiva del Papato e della Chiesa è stata scemata. A partire da allora piano piano si manifesta il Mistero d’Iniquità in tutta la  sua ferocia (e lo vediamo oggi sotto in nostri occhi) sino al Regno dell’Anticristo finale, che Cristo annienterà. Quindi non dobbiamo temere e scoraggiarci: alla fine la Chiesa di Cristo risorgerà come Gesù resuscitò dal Sepolcro. Probabilmente oggi stiamo assistendo all’ultima scena dell’opera di «autodemolizione» del potere sociale del Papato ad opera di un Papa. Ma questo era il piano della Massoneria: «un Papa secondo i nostri desideri, che non sia iscritto alla Setta, ma ne abbia lo spirito e faccia lui la Rivoluzione in cappa e tiara». […] Virion giustamente insiste molto sull’ecumenismo, quale strumento di cui la Massoneria aveva stabilito di servirsi per scardinare la Chiesa romana e, si fieri potest, giungere ad una nuova «Chiesa» radicalmente diversa da quella di Cristo. L’immobilismo, come lo chiama la Massoneria, o meglio l‘immutabilità dei dogmi, della morale e della liturgia e la loro stabilità è un altro  ostacolo insito nella Chiesa romana e che occorre sorpassare attraverso la riforma di essa, mediante il «meta-cristianesimo» come lo chiamava Teilhard de Chardin [Gesuita, massone, servo della contro chiesa, come certificò in maniera certosina il sacerdote Luigi Villa in un testo pubblicato per le Edizioni Civiltà di Brescia «Il Gesuita massone ed eretico Teilhard de Chardin»] e l’evoluzione costanti dei dogmi e della Religione per giungere al Nuovo Ordine Mondiale. La massoneria ha previsto e Virion lo documenta nel libro in esame, la trasformazione della liturgia in teurgia, ossia in magia, conformemente all’insegnamento cabalistico. L’abolizione del talare ha contribuito a secolarizzare e mondanizzare il clero e a renderlo uno strumento o un burattino in mano ai burattinai, cioè ai grandi iniziati [massoni, gnostici e cabalisti], i quali si prefiggono la distruzione della Chiesa. L’accostamento della teurgia alla liturgia non deve destare perplessità; basti pensare che [l’eroe] San Pio X ha definito magisterialmente il modernismo «foedus clandestinum», cioè una setta segreta (Sacrorum Antistitum, 1° settembre 1910). Inoltre i legami tra Antonio Fogazzaro, l’occultismo della teosofia di Elena Blavatsky e l’antroposofia di Rudolf Steiner sono ormai acclarati. Il modernismo [massonico] tende come setta segreta alla generazione di un cristianesimo sincretico (come lo si è visto ad Assisi nel 1986, 2002, 2011). […] Per quanto riguarda il rapporto tra Massoneria e la Nuova Messa del 1969, si sappia che Mons. Annibale Bugnini, l’artefice della riforma liturgica, era iscritto alla Massoneria, la quale gli aveva commissionato il Novus Ordo Missae in tutti i suoi dettagli.[infatti figura nella lista massonica Pecorelli]. Vi è, insomma, una lotta evidente , esplosa in tutta la sua virulenza durante il Concilio Vaticano II, tra la Chiesa di Cristo e la «contro chiesa» o «sinagoga di Satana» (Apoc., II, 9), che si serve della Cabala per sovvertire la mentalità dei fedeli e dei chierici inclini al progressismo, i quali potranno diventare in un futuro i capi della Sinarchia di una «contro-chiesa» infeudata alla «Repubblica universale» massonica  e al «Tempio universale» giudaico, tramite l’ecumenismo, che dovrà portare alla riunione dei cattolici con i «massoni» o fratelli  separati ed ebrei o fratelli maggiori/peggiori. Occorre pure, secondo la setta [massonica], iniziare i seminaristi e i preti  all’esoterismo e alla gnosi per trasformare la religione  rivelata in una filosofia o conoscenza umana occulta e salvifica. Tutto ciò deve avvenire mediante una silenziosa e sotterranea Rivoluzione religiosa (Concilio Vaticano II, 1962-65) e culturale (maggio 1968), non cruenta e militare, grazie alla quale l’uomo prenderà il posto di Dio per distruggere poi, nichilisticamente, l’uomo stesso quale animale razionale. […] I pilastri fondamentali sui quali si poggia  la dottrina e la pratica della Massoneria per la lotta contro la Chiesa sono, secondo Virion, la collegialità, l’ecumenismo, l’eresia antiliturgica e la libertà delle false religioni, che pone il Vero accanto al falso, contravvenendo al principio evidente di non-contraddizione. Un’altra profonda intuizione di Virion è che, come la Chiesa si regge su tre colonne: il Papato, l’Eucarestia (come sacrificio e presenza reale) e la Madonna corredentrice e dispensatrice di ogni Grazia, così la «contro chiesa», nello svolgersi del Mistero d’iniquità, scimmiotta e cerca di contraffare queste tre perle preziose mediante la Collegialità [democratica], il Novus Ordo Missae accompagnato dalle profanazioni eucaristiche e la neo-mariologia minimalista ed ecumenista, tale che non possa dispiacere ai protestanti [largamente ed ampiamente pervasi dalla presenza massonica, gnostica e quindi esoterica].
Virion afferma che il complotto contro la Chiesa scoppiato durante il Concilio Vaticano II era prestabilito e si è realizzato nei minimi dettagli. Ora il problema ultimo da risolvere  è sapere se la Sinarchia sia all’altezza di portare sino alle ultime conseguenze questa sovversione annichilitrice nella Chiesa e della Chiesa. Virion risponde: «si, ma inutilmente!». Infatti le membra della Chiesa sono umane, ma il suo principio è Cristo che l’ha fondata, il suo fine è Dio e il cielo verso cui tende, infine i suoi mezzi sono soprannaturali nella loro essenza: i Sacramenti, che conferiscono la vita soprannaturale. Contro questa realtà assistita divinamente perché fondata e istituita da Dio stesso, nulla può la Sinarchia, la «contro chiesa» e la «sinagoga di satana». Gesù lo ha promesso formalmente «le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa!» (Mt., XVI, 18). «Ecco, io sto con voi tutti i giorni siano alla fine del mondo» (Mt., XXVIII, 20)» [Mistero d’Iniquità, Effedieffe, pp. 12-18]

Don Curzio Nitoglia, nella medesima introduzione sopra citata, afferma, circa la disquisizione analitica proposta dal Virion:

“Il libro [di Virion] in questione risale al 1967. Ciò che aveva previsto si è avverato. […] La globalizzazione, il mondialismo o il nuovo ordine mondiale di cui ha scritto il Virion nel lontano 1967 ormai sono una realtà esistente in atto. […] Il mondialismo è formato da due piani: uno sottostante e visibile, apparentemente democratico, l’altro sovrastante e segreto realmente tirannico. Esso riesce a conciliare una democrazia visibile, che detiene apparentemente un Governo di rappresentanza ed una tirannia invisibile, che segretamente comanda e dirige realmente la prima e in nome della democrazia le fa compiere i crimini più efferati. […] La previsione del 1967 di Virion riguardo il mondialismo finanziario politico e religioso si è pienamente avverata tra il 1990 e il 2013, anni decisivi per l’attuazione completa della Globalizzazione. […] Virion ha capito benissimo che senza una «contro chiesa» la Setta [massonica] non può riuscire a costruire un super Governo Mondiale, come senza la grazia divina l’uomo non può edificare la Civitas Dei o la Res Publica Christiana. Il Nuovo Ordine Mondiale è un integrismo alla rovescia. L’integrismo è quel movimento religioso/politico/economico, che sotto il Pontificato di Pio X voleva «restaurare tutti in Cristo». «Tutto», ossia la religione, la Polis e l’economia. Oggi il mondialismo ha distrutto la Civitas Christiana ed ha edificato la città di Satana (S. Agostino, De civitate Dei, XIV, 28) e la «sinagoga di satana» (S. Giovanni, Apocalisse, II, 9). Il mondo è capovolto, tutto è sottosopra, la Religione, la Società civile e il Focolare domestico, anzi, persino l’individuo, che è stato disfatto dalla Rivoluzione culturale del 1968, preparata dalla Scuola di Francoforte e dallo strutturalismo Francese (1920-1970). L’uomo e l’antropocentrismo hanno preso il posto di Dio e del teocentrismo o peggio ancora, in maniera più subdola, hanno confuso Dio e l’uomo, teocentrismo e antropocentrismo.

Questa è «l’ora del potere delle tenebre» (Lc., XXIII, 53) ma è anche l’avvicinarsi della Resurrezione e l’ora del Trionfo del Cuore Immacolato di Maria»
[Mistero d’iniquità, Efeddieffe, pp. 18-22]

Credo, personalmente ed umilmente, che quest’ultima frase, riportata da Don Curzio Nitoglia, possa considerarsi la cifra epistemologica del testo di Virion. Struggente e consolante allo stesso momento.

Ora, avviandomi a concludere, vorrei riportare delle sintetiche notizie biografiche sull’autore Pierre Virion.
Pierre Virion (Parigi, 1898 – Bernay nell’Eure, 1988) ha studiato e si è addottorato in Diritto e in Storia. Scrittore e giornalista antimondialista, contro-rivoluzionario e illiberale, è stato intimo amico del cardinal Alfredo Ottaviani, anima contro rivoluzionaria del Concilio Vaticano II. Autore di numerosi libri, sin dal 1930 ha collaborato con mons. Ernest Jouin alla Revue Internationale des Societés Secrètes. Durante il Concilio Vaticano II ha collaborato, appoggiato dal cardinal Ottaviani, con Léon de Poncins a studiare i retroscena occulti nell’Assise conciliare collaborando alla stesura dell’ottimo testo «Complotto contro la Chiesa» (Roma, 1962), ancora oggi rintracciabile nel web in formato pdf. Fu autore di svariate opere:

In Francese:

Bientôt un gouvernement mondial, une super et contre Eglise ?, Paris, Téqui, 1967.

Le mystère d’iniquité, Paris, Téqui.

La Banque et le régime corporatif

Le Complot, les forces occultes, Saint-Remi, 

Le Christ qui est roi de France
, Téqui, 2009

L’Obéissance à l’Église : Le procès de Jeanne d’Arc continue ?, Association universelle des amis de Jeanne d’Arc.

Civilisation notre bien commun

Le Nouvel ordre du monde, Téqui,

Jeanne en son temps conférence faite en 1956 à Orléans. Jeanne en notre temps : Conférence faite à Paris le 8 mai 1957, Salon.

La Franc-maçonnerie et la socialisation de l’enfant, Conférence donnée par la Ligue franc-catholique

Les Forces Occultes Dans Le Monde Moderne, 1965.

L´Europe après sa dernière chance, son destin, Téqui, 1984

In Spagnolo:

La Masoneria Dentro de La Iglesia

El Gobierno Mundial y La Contra-Iglesia

In italiano [tradotte]:

Il Governo Mondiale e la Contro Chiesa, ed. Controcorrente, Napoli, 2004

Mistero d’iniquità, Effedieffe, 2013

 
Un ringraziamento speciale e particolare a Don Curzio Nitoglia, il quale è autore sommamente dotto, preparato, saggio e coraggioso, per aver sapientemente introdotto l’edizione italiana di Effedieffe del testo Mistero d’Iniquità. Inoltre colgo l’occasione per ringraziarlo umilmente della stesura del suo fondamentale testo “Per padre il diavolo”.


Fonte: http://radiospada.org/2014/02/mistero-diniquita-di-pierre-virion-una-recensione/

MISTERO D’INIQUITÀ DI PIERRE VIRION: UNA RECENSIONE Lo Sai

Servizio Pubblico: simbologia di un cantiere massonico?

$
0
0

Servizio Pubblico: simbologia di un cantiere massonico? Lo Sai

Cosa vi sembrano rappresentare, sul piano simbolico e metaforico, gli arredi che caratterizzano lo studio televisivo di Servizio Pubblico?

1690170_10202854050372897_1031338508_n

Io vedo chiaramente una gru e delle impalcature. Simbolicamente e metaforicamente, quindi, vedo un cantiere. Un cantiere televisivo popolato da persone di diversa estrazione sociale, portatori di differenti ideologie e contraddistinti da molteplici osservanze religiose. , Un cantiere democratico di idee politiche, sociali ed economiche.

Quale altra istituzione della storia europea moderna, per costituzione normativa, si distingue per essere un “Cantiere Muratorio” popolato da ceti, ideologie e religioni eterogenee?

La Massoneria Simbolica Moderna.

Di seguito proverò ad argomentare quest’affermazione che all’ingenuo nutrito di senso comune potrà sembrare fuori luogo, balzana ed azzardata. Vedremo ora come il termine “cantiere”, per la muratoria simbolica moderna, meglio nota come massoneria, è accostabile o coincidente al termine “loggia massonica”.

Cito ora un massone 75enne della Loggia Soham n° 135 della Gran Loggia Regolare d’Italia, il quale scrisse:

“Ho detto e oggi confermo la mia convinzione e la mia certezza: la Loggia e il cuore della Massoneria, la Loggia e il CANTIERE dove si lavora la pietra per la costruzione del Tempio, la Loggia e la fucina dove si lavorano i metalli. solo nella Loggia può simbolicamente avverarsi il sogno alchemico della trasmutazione del piombo in oro”
[Fonte: http://www.soham135.it/perchenellaloggia.htm]

Ora, invece, cito il titolo di un testo di apologetica massonica pubblicato per il centenario della loggia Ca Ira n° 1130 di Bologna del Grande Oriente d’Italia dal massone Giovanni Greco:

“I CANTIERI del collegio invisibile. Un abbecedario massonico”
[Fonte: http://www.libreriauniversitaria.it/cantieri-collegio-invisibile-abbecedario-massonico/libro/9788873955986]

Ora una citazione dal sito della Loggia Ouroboros all’Ordine di Bellinzona della Gran Loggia Mista Svizzera:

“Ma lo stesso Amore per la Bellezza, per la Giustizia e per la Verità, anima l’impegno di ogni Massone sul Grande Cantiere.”
[Fonte: http://www.ouroboros-glms.ch/ouoroboros.htm]

Qui di seguito cito uno studio pubblicato sul sito di studi massonici Zenit.com, scritto da Paolo Lucarelli ed intitolato “Riflessioni sulla dottrina del Rito Scozzese Antico Accettato”:

“All’occultamento infatti apparterrà il Maestro che nel 14° grado si è ricongiunto al Centro, la segretezza è una delle sue virtù. I taoisti direbbero che è diventato un uomo vero. Proprio per questo ora è qualificato per diventare un Cavaliere, errante pellegrino che abbandona il CANTIERE, rifugio imperfetto ma in qualche modo protettivo, per avviarsi nel mondo manifestato, per penetrarne i misteri”
[Fonte: http://www.zen-it.com/mason/studi/PL-scozzese.htm]

Ora cito uno studio pubblicato su Panasur.it intitolato “La Massoneria oggi: una meditazione”:

“La Massoneria; Cosa realmente è? Un laboratorio intellettuale, un laboratorio spirituale, una palestra di pensiero, un CANTIERE di pensieri autonomi, un CANTIERE di coscienze indipendenti e libere”
[Fonte: http://www.panasur.it/sito%20personale/T.A.%20-%20La%20Massoneria%20oggi%20-%20una%20meditazione.pdf

Qui di seguito cito uno studio pubblicato dalla Gran Loggia Svizzera Alpina intitolato "Architettura e Massoneria":

"abilità mimetica, di relazione aristocratica con un mondo figurativo che mette in risalto lo scopo di un elemento architettonico, di un’epoca, tralasciando però la natura dello scopo stesso; insomma, una sorta di verità statica: quasi un’ “enorme CANTIERE di sopravvivenze arcaiche”
Ma, criticamente, quando poi nel “CANTIERE” si scavano i solchi di fondazione di un edificio – del nostro edificio interiore, anche–egli scavi ed i cumuli di terra scavata e disposta a ridosso dei solchi segnano la prima impronta dei percorsi degli spazi di qualche segreto funzionale, allora l’architetto, come diceva un mio primo maestro, o il massone, come dico ora per similitudine nel contesto del tema, è finalmente nella condizione di controllare – spesso col cuore sospeso – la consistenza del proprio pensiero" [http://www.freimaurerei.ch/i/alpina/artikel/artikel-2011-06-07-01.php]

Ora cito un articolo pubblicato dal sito massonico Esonet.it intitolato “Introduzione alla Massoneria per profani”:

“I tagliatori di pietra non avevano che un grado, quello di Compagno (gli Apprendisti non facevano parte della Corporazione) ed il Maestro era in realtà il Compagno incaricato della direzione di un CANTIERE.”
[Fonte: http://www.esonet.org/articoli-massoneria/introduzione-alla-massoneria-per-profani]

Potrei proseguire a lungo nell’argomentare come il termine “cantiere”, per evidenti e noti motivi storici qui argomentati solo in parte, sia semanticamente ed ontologicamente coincidente con il termine “loggia”. Qualunque massone potrebbe confermarlo.

Michele Santoro, lei, secondo il mio balzano ed assurdo ragionamento, sarebbe il capomastro del cantiere di Servizio Pubblico, il Maestro Venerabile direttore dei lavori di costruzione del Tempio delle Idee.

Servizio Pubblico: simbologia di un cantiere massonico? Lo Sai

Sandro Pertini 31/12/1981: “La Massoneria non è in discussione”

$
0
0

Sandro Pertini 31/12/1981: “La Massoneria non è in discussione” Lo Sai

Inizio citando alcune dichiarazioni di Cossiga:

Cossiga: “…Negli Stati Uniti, su quarantotto presidenti, solo tre non erano massoni. Kennedy e Lincoln li hanno ammazzati, il terzo Nixon, lo hanno costretto alle dimissioni. Obama non è massone, vedrai che lo ammazzano”.
Una P2 made in USA.
La P2 è stata fondata dall’ammiraglio comandante delle forze navali americane nel Mediterraneo. Gelli l’hanno messo lì e gli hanno detto: “Datti un po’ da fare. Occupati di organizzare, di tenere l’amministrazione. Poi, se vuoi fare degli affari, falli”.
In America trentanove presidenti massoni. In Italia?
Nessuno.
Nessuno massone?
L’unico presidente aiutato nelle elezioni dalla massoneria, e precisamente dalla massoneria generale, e specificatamente dalla P2, è stato Pertini. Non che l’abbia chiesto lui. Lo chiese il suo grande elettore, presidente della Regione Liguria, Alberto Teardo. Lo chiesero tutti gli associati alla P2 che c’erano al Quirinale. Tutti si chiedono che cosa ci fosse nella pagina che è stata stracciata”.
[FONTE: http://www.fondazionepertini.it/asp/leggi.asp?IdSez=3&idcontenuto=753&IdSottoSez=48]

HJH
[L'immagine ritrae Pertini in una chiara ed evidente stretta di mano tipica delle obbedienze massoniche italiane ed internazionali, Agnelli ammira la stretta con evidente approvazione, potete verificare qui: "Come riconoscere i saluti e i segni massonici [VIDEO]” – See more at: http://www.losai.eu/come-riconoscere-i-saluti-e-i-segni-massonici-video/#sthash.SW4Qr8gj.dpuf]

Passo ora a citare il discorso di fine anno del 31/12/1981 tenuto dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini, in cui, per chi è avvezzo alle giustificazioni massoniche in tema di “P2″, egli utilizza le classiche e tipiche argomentazioni apologetiche e difensive nei confronti della “massoneria”. Senza mai nominarla Pertini si riferì chiaramente all’obbedienza massonica del Grande Oriente d’Italia di cui la loggia Propaganda 2 fece parte.

Discorso di fine anno, 31/12/1981, Sandro Pertini, dal sito Quirinale.it:
[FONTE: http://www.quirinale.it/qrnw/statico/ex-presidenti/Pertini/documenti/per_disc_31dic_81.htm]

“VI E’ POI, SI E’ AGGIUNTA A TUTTE QUESTE PREOCCUPAZIONI, ITALIANE E ITALIANI, LA QUESTIONE DELLA P2. MI SI INTENDA BENE PERCHE’ NON VOGLIO CHE ANCORA UNA VOLTA IL MIO PENSIERO SIA TRAVISATO. QUANDO IO PARLO DELLA P2 NON INTENDO COINVOLGERE LA MASSONERIA PROPRIAMENTE DETTA, CON LA SUA TRADIZIONE STORICA. PER ME ALMENO, UNA COSA E’ LA MASSONERIA, CHE NON E’ IN DISCUSSIONE, UN’ ALTRA COSA E’ LA P2, QUESTA P2 CHE HA TURBATO, INQUINATO LA NOSTRA VITA.

I GIURISTI STANNO DISCUTENDO SE LA P2 CADA O NON CADA SOTTO IL CODICE PENALE, SE E’ UN’ ASSOCIAZIONE A DELINQUERE. SONO COSE CHE A ME NON INTERESSANO PER IL MOMENTO. IO GUARDO AD UN ALTRO CODICE, CHE E’ IL CODICE MORALE, IL CODICE MORALE CHE OGNI UOMO, SPECIALMENTE OGNI UOMO POLITICO, DOVREBBE PORTARE SCRITTO NELLA SUA COSCIENZA. EBBENE, LA P2 CADE SOTTO QUESTO CODICE MORALE. VI E’ UN PROVERBIO CHE SI USA DIRE: CHE LA MOGLIE DI CESARE NON DEVE ESSERE SOSPETTATA. MA PRIMA DI TUTTO E’ CESARE CHE NON DEVE ESSERE SOSPETTATO .

ED ALLORA OGNI SOSPETTO DEVONO ALLONTANARE DALLA LORO PERSONA GLI UOMINI POLITICI, NON POSSONO RIMANERE, NON PUO’ RIMANERE AL SUO POSTO CHI E’ STATO INDIZIATO IN QUESTA TRAPPOLA DELLA P2. LA P2 SI PREFIGGEVA DI COMPIERE ATTI CONTRO LA COSTITUZIONE, CONTRO LA DEMOCRAZIA E CONTRO LA REPUBBLICA. E QUINDI COLORO CHE FACEVANO PARTE DELLA P2 DOVRANNO RISPONDERNE PRIMA DI TUTTO DINANZI ALLA LORO COSCIENZA, DINANZI AI LORO PARTITI E, SOPRATTUTTO, DINANZI AL PARLAMENTO. NON VI PUO’ ESSERE IN QUESTO CASO ALCUNA COMPRENSIONE ED ALCUNA SOLIDARIETA’ . E RIPETO QUELLO CHE HO DETTO ALTRE VOLTE: QUI LE SOLIDARIETA’ PERSONALI, LE SOLIDARIETA’ DI PARTITO, DIVENTANO COMPLICITA’ .”

[FONTE: http://www.quirinale.it/qrnw/statico/ex-presidenti/Pertini/documenti/per_disc_31dic_81.htm]
[VIDEO DEL DISCORSO: http://www.quirinale.it/qrnw/statico/ex-presidenti/video_expresidenti/video_pre_wmp.asp?Press=pertini&Video=Pertini/Pertini19811231&Did=1981%20-%20Messaggio%20di%20Fine%20Anno%20agli%20Italiani%20del%20Presidente%20Pertini]

Sandro Pertini 31/12/1981: “La Massoneria non è in discussione” Lo Sai

Viewing all 457 articles
Browse latest View live