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Massoneria e Matrimoni Gay

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Massoneria e Matrimoni Gay Lo Sai

time, gay, copertina

La massoneria ha voluto le nozze gay in Francia, non il popolo
di F. Cenci
Nel gennaio scorso su due autorevoli riviste francesi: Nouvel Observateur e il Point, sono uscite delle inchieste che inquadrano un rilevante dettaglio.

La vittoria di Hollande alle elezioni politiche, oltre ad aver fatto tornare la sinistra al potere, ha reso l’influenza della massoneria nuovamente molto incisiva nel Paese transalpino. 

Con la salita dei socialisti al Governo sarebbe avvenuto un importante incremento del numero dei massoni tra i ministri, i loro consiglieri, gli alti funzionari. Il Nouvel Observateur, in particolare, rivela come una così capillare presenza massonica negli «ingranaggi del potere» non avveniva dal 1981. Guarda caso, anno dell’elezione di un altro presidente socialista, François Mitterand.
Nei due rami del Parlamento, a Parigi, si contano almeno 150 deputati e senatori che rivendicano pubblicamente la propria appartenenza alla massoneria. Più dei due terzi sono di sinistra. Quanto ai ministri, il Nouvel Obsevateur indica vagamente in «una mezza dozzina» quelli affiliati.
Quali gli effetti di una tale occupazione dei posti di potere da parte dei “grembiulini”? Nella stessa inchiesta si legge che la rinnovata influenza massonica «dovrebbe rivelarsi determinante per far passare alcune riforme della società civile, care alla sinistra» (1).
Non serve molta fantasia per comprendere che la legge, recentemente approvata dal Senato francese, che legalizza i matrimoni e le adozioni omosessuali, costituisca la punta di diamante di queste “riforme della società civile”. Del resto sempre a gennaio, il giornalista Laurent Joffrin, intervenuto ad una trasmissione di France 2, era stato ancora più chiaro: «La massoneria in materia di condotta è sempre più “avanzata” o più “progressista” rispetto alla media della popolazione – ha affermato -. E quindi, sulle questioni di fine vita, sulle questioni del matrimonio gay e del voto degli stranieri, hanno un’influenza indiscutibile. Il che, a mio parere, è positivo» (2).
Le considerazioni del Nouvel Obsevateur e le dichiarazioni di Joffrin collimano con un comunicato che il Grande Oriente di Francia ha pubblicato nel novembre scorso, mentre il Consiglio dei Ministri si apprestava a presentare questo discusso progetto di legge (3). In esso coloro i quali contestano la novità introdotta da Hollande vengono accusati di avere «posizioni retrograde ossia oscurantiste, in completo disaccordo con i necessari sviluppi sociali e politici del nostro tempo». Il comunicato si conclude in modo ancor più caustico, con un invito nei confronti di dati “retrogradi” e “oscurantisti” a «non interferire con i legittimi dibattiti pubblici e democratici che presiedono all’evoluzione e al progresso dei diritti civili».
Come a dire, l’esercizio della democrazia è sì legittimo, ma solo laddove rimanga affare interno a quelle elite che si riuniscono nelle logge. È per questo, forse, per questa concezione esclusivista della democrazia che il Governo ha fatto percorrere alla legge “Mariage pour tous” tutto l’iter di approvazione, senza minimamente preoccuparsi di consultare le istanze di contrarietà che montavano massicce nella società francese. Ma è anche, probabilmente, per distogliere l’attenzione pubblica dalla grave situazione economica in cui versa la Francia. Situazione economica che negli ultimi mesi ha provocato un crollo dei consensi nei confronti del Governo socialista (4).
Articolo pubblicato sul sito Lo Sai?
Link diretto:
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FONTE ARTICOLO: http://www.anticorpi.info/2014/01/massoneria-e-matrimoni-gay.html

Massoneria e Matrimoni Gay Lo Sai


Pedofilia: l’ONU attacca la Chiesa mentre l’OMS vuole la masturbazione per i bimbi

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Pedofilia: l’ONU attacca la Chiesa mentre l’OMS vuole la masturbazione per i bimbi Lo Sai

L’Onu processa la Chiesa sugli abusi: senti chi parla

di Giuliano Guzzo

E’ ancora presto per Carnevale, è vero, ma cosa volete: all’Onu hanno già voglia di scherzare. Perché dev’essere per forza uno scherzo, non può essere. Non può essere che la Commissione Onu per i Diritti dell’infanzia sia «profondamente preoccupata per il fatto che la Santa Sede non abbia riconosciuto la portata dei crimini commessi». Anzitutto perché non è vero.

Ricordiamo in ordine sparso la costituzione, peraltro recente (si vede che all’Onu non leggono i giornali) di una Commissione per la protezione dei bambini con la finalità di assistere il Papa e la Chiesa e per la cura pastorale delle vittime di abusi, gli incontri privati già del Santo Padre Benedetto XVI con alcune di queste vittime, la celebrazione di processi canonici contro pedofili preti che la stessa giustizia civile non aveva ritenuti degni di indagini. E l’Onu? Pare non si possa dire lo stesso della Chiesa, in fatto di attenzione ai crimini.

Per esempio, dov’erano i severi membri dell’attuale Commissione Onu per i Diritti dell’infanzia al tempo degli scandali delle Nazioni Unite in Africa proprio per pedofilia? Il personale Onu era accusato di aver avuto rapporti sessuali con quei minori che doveva proteggere ma dopo indagini su più di 300 dipendenti, le condanne, si fa per dire, sono state a dir poco tiepide: poco più di venti mediante licenziamento, mentre la maggior parte è stata rimpatriata o trasferita ad altro incarico. Magari erano e sono tutti innocenti e vittime di un tranello, può darsi. Però è singolare il silenzio mediatico occidentale su questi scandali, così diverso dall’attenzione nei confronti di pedofili nella Chiesa, veri e presunti.

E ancora: dov’erano i signori della nostra Commissione quando, nel 2006, usciva un rapporto secondo cui ad Haiti i casi di stupro su donne e bambine nei due anni precedenti sarebbero stati perfino 32.000, e in almeno il 25% dei casi con responsabili polizia locale e, udite udite, soldati dell’Onu (Cfr. The Lancet, 2006; Vol. 368 (9538): 864 – 873)? E pochi mesi fa quando gli autori dell’ultimo DSM (Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorders) e i membri dell’APA (American Psychiatric Association), cavillando sulla distinzione fra “pedofilia” e “disturbi parafilici” – definiti «comportamenti sessuali non normativi» e «non ipso facto disturbi mentali» –  hanno scelto di optare di fatto per una normalizzazione della pedofilia?

Ma soprattutto: com’è che questi irreprensibili funzionari delle Nazioni Unite tacciono sul documento – a cura nientemeno che dell’ufficio europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – nel quale si inneggia alla masturbazione per bimbi da 0 a 4 anni? Troppo impegnati ad infangare la Chiesa per dare retta a questa sporcizia di inaudita gravità, anche perché propagandata alla luce del sole? Chi può dirlo. Lo ripetiamo: è ancora presto per gli scherzi di Carnevale, è vero, ma cosa volete: quelli dell’Onu fanno ridere tutto l’anno.

(fonte: giulianoguzzo.wordpress.com)

Tratto da: Fonte

Pedofilia: l’ONU attacca la Chiesa mentre l’OMS vuole la masturbazione per i bimbi Lo Sai

La gloria del caos

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La gloria del caos Lo Sai

Gli Helstar sono un gruppo heavy metal texano che ha conosciuto un certo successo negli anni ’80, e che dopo alcuni cambiamenti nella line-up è tornato a suonare pubblicando l’album Glory of Chaos (AFM Records 2010).

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Gli Helstar

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Glory of Chaos

 

Su tutti gli album di questo gruppo compare sempre un Pentacolo, la Helstar (contrazione di Hell’s Star, ossia «Stella dellinferno»). Ma sulla cover diGlory of Chaos di simboli esoterici ce ne sono parecchi… Per cominciare, al centro della copertina c’è un demone dalla forma di teschio cornuto che sprigiona fiamme. Dietro c’è una specie di rosa dei venti con otto punte. Trattasi del simbolo proprio della chaos magick, un tipo di magia estremamente moderna, il cui precursore sarebbe stato l’occultista inglese Austin Osman Spare (1886-1956). È un tipo di magia privo di riferimenti e rituali ben definiti; ognuno si fà il rituale che più gli aggrada. Essa ha di caratteristico l’uso di sigilli per realizzare le operazione magiche e la creazione di servitori sempre tramite sigilli, che dovrebbero appunto servire il caote, o mago del caos 1. Su ognuna delle punte della Stella del Caos c’è un simbolo. Di questi, alcuni ci sono noti. Vediamoli.

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Sulla prima, quello che punta a Nord, c’è l’Occhio Onniveggente, un fregio occultista che sta ad indicare il Grande Architetto dell’Universo, la divinità dei massoni che veglia sulla realizzazione della Grande Opera, ossia la creazione di un mondo nuovo. Esso è in parte nascosto dietro la «S» di Helstar. Ne abbiamo trovato uno più visibile in una foto del gruppo che appare in basso a destra.

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Sulla terza partendo dall’alto, quella diretta ad Est, c’è un Pentacolo rovesciato, il simbolo per eccellenza del culto satanico, il più potente fregio di cui si servono i maghi per le cerimonie evocatorie, ma anche il simbolo dell’Ordine massonico dell’Eastern Star.

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Sulla quinta, quella rivolta a Sud, appaiono la Squadra e il Compasso, i segni per eccellenza della Massoneria, due attrezzi simbolici che il libro muratore utilizza per l’edificazione della Repubblica Universale.

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Sulla sesta, quella in direzione Sud-Ovest, è stato impresso un Obelisco, un altro simbolo che la Massoneria ha fatto suo attribuendogli un significato legato all’adorazione fallica 2.

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E infine, sulla settima punta, quella rivolta ad Ovest, appare un Triskele (o TrisceleTriskellion, o Triquetra), un altro simbolo molto antico presente in molte culture e religioni del passato, ma utilizzato anche in ambiente occultista 3. Degli altri tre simboli non abbiamo notizia. Se qualcuno li conosce ci faccia sapere. Eccoli 4:

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Colpisce la presenza di almeno quattro simboli legati alla Massoneria, la sètta che ha per motto le parole latine Ordo ab Chao («Ordine dal Caos»), una massima universale massonica 5 che richiama alla mente il titolo di questo CD-ROM. Questa sentenza la si ritrova anche nel fregio del 33º Grado del Rito Scozzese Antico e Accettato.

ordo_ab_chao

 

Per la Massoneria, l’ordine spesso però si ottiene solamente dopo che il disordine ha raggiunto la sua massima espansione (ecco il ruolo di una certa musica e di un certo stile di vita che spesso l’accompagna…), e a volte bisogna anche fare in modo che questo processo venga in qualche modo facilitato, affinché il Nuovo Ordine Mondiale divenga realtà.

Note

1 Ringraziamo per le informazioni relative alla Stella del Caos Gabriele C.. Austin Osman Spare era un «collega» del mago nero Aleister Crowley, dal quale si separò per disaccordi. 

2 Non facciamo l’errore, come fanno tanti complottisti di serie B che vedono il diavolo anche dove non c’è, di affermare che tutti gli obelischi hanno questo significato. Si tratta di una scultura antichissima a forma di tronco di piramide innalzata dagli egizi e dagli assiri.

3 Vedi pagina web

http://www.esoterya.com/triskele-simbolo-della-magia/2721

Inoltre, il Triquetra è il simbolo per eccellenza dell’opposizione satanica e un modo di rappresentare il numero 666. Vedi pagina web

http://www.aestheteka.com/Mark of the Beast.htm

4 Il primo sembra la colomba della pace con l’ulivo in bocca; il secondo le lettere «RX»; il terzo assomiglia ad un mandala tibetano…

5 Il motto universale della Massoneria è Ordo ab Chao, ed esprime il percorso cui l’adepto è chiamato, ossia la ricerca della perfezione interiore partendo dalla naturale confusione fino a raggiungere l’ordine alla conclusione del cammino. Lo stesso motto però ben si addice anche alla visione del mondo della Massoneria stessa. I liberi muratori, in particolar modo quelli dei Gradi alti, non fanno mistero del tipo di società ordinata che vorrebbero costruire, quella società in cui gli iniziati si ergono a guide.

(vedi pagina web http://www.luogocomune.net/site/modules/sections/index.php?op=viewarticle&artid=6)

Fonte

La gloria del caos Lo Sai

[CIÒ CHE NON VI HANNO DETTO] LO SMARRIMENTO DI DAVID: RABBINATO, ANTISEMITISMO E STORIA EBRAICA (CON QUALCHE RIFERIMENTO CINEMATOGRAFICO)

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[CIÒ CHE NON VI HANNO DETTO] LO SMARRIMENTO DI DAVID: RABBINATO, ANTISEMITISMO E STORIA EBRAICA (CON QUALCHE RIFERIMENTO CINEMATOGRAFICO) Lo Sai

Lo smarrimento di David:

rabbinato, antisemitismo e storia ebraica (con qualche riferimento cinematografico)

di Andrea Giacobazzi

“Si deve pertanto dedurre che le cause generali dell’antisemitismo siano sempre state insite nello stesso Israele e non nei popoli che lo combatterono. […] Con questo non vogliamo affatto affermare che i persecutori degli Israeliti ebbero sempre il diritto dalla loro parte, né che non si abbandonarono agli eccessi propri dell’odio violento, semplicemente vogliamo dire che in linea di massima e almeno in parte, gli Ebrei stessi furono la causa dei loro mali”[1].

Questa dichiarazione del 1894 appartiene al celebre scrittore “ebreo nazionalista, libertario internazionalista, pro-sionista” Bernard Lazare[2]. Risulta difficile non farsi interrogare circa i risvolti teologici, politici e storici che queste frasi implicano. Quale fondamento riconoscere alla “minaccia antisemitismo” che si sente spesso lanciare anche ai giorni nostri? Come si è declinato nella storia il carattere problematico del rapporto tra israeliti e non-israeliti? Quale ruolo ha avuto il rabbinato nella progressiva “chiusura” che ha portato gli ebrei, da popolo orientato al proselitismo a diventare ciò che conosciamo oggi?

1. “La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo”

“Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l’erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l’eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l’uccisero”[3]. Con queste parole, Gesù stesso, parlò ai sommi sacerdoti e agli anziani del popolo; non mancò d’aggiungere: “Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare”[4].

Nel tentativo di dare una risposta, almeno parziale, alle domande appena poste è necessario comprendere uno dei passaggi fondamentali della storia ebraica, ovvero il mancato riconoscimento del Messia, messo in croce sotto Ponzio Pilato. Le cause della non accoglienza di Cristo, in parte, ne hanno preceduto la venuta: già nell’Antico Testamento il popolo d’Israele, sebbene eletto, viene chiamato da Dio stesso “popolo di dura cervice”[5].

Questo irrigidimento presente in nuce, ebbe modo di svilupparsi durante i secoli successivi. Eventi traumatici come la schiavitù babilonese (586 a. C. circa) provocarono, nel seno d’Israele, un’immensa perturbazione e la tradizione cabalistica ortodossa finì col cadere nell’oblio[6]. Più tardi, quando i tempi si compirono, la colpevolezza dei dottori della sinagoga consistette nel nascondere al popolo la chiave della scienza per la quale Israele avrebbe riconosciuto il Messia[7]. Bernard Lazare aggiunge che prima della nascita di Cristo, “quando la nazionalità ebraica si trovò in pericolo, sotto Giovanni Ircano, si videro i farisei dichiarare impuro il suolo dei popoli stranieri, impure le relazioni tra ebrei e greci”[8].

La mutazione della Tradizione che offuscò la capacità di incontrare pienamente il Messia venne denunciata in modo inequivocabile da Santi dottori e Padri della Chiesa. Sant’Epifanio parla di “tradizioni falsificate dai farisei”, San Beda di una “tradizione tutta umana e superstiziosa”, Sant’Ilario di Poitiers attacca la “tradizione umana, in nome della quale scribi e farisei hanno trasgredito i precetti della Legge Mosaica”[9]. Lo stesso Gesù discutendo con i farisei non mancò di chiedere: “Perché voi trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione?”[10].

Dopo le Resurrezione di Cristo ebbe luogo un’ulteriore radicalizzazione: la presa di Gerusalemme da parte dei Romani nel 70 d. C. – e con essa la distruzione del Tempio, luogo per eccellenza in cui venivano praticati i sacrifici – portò alcuni ebrei alla sfiducia e persino alla rivolta contro il “silenzio di JHWH [Dio]” che, a loro avviso, non aveva salvato il suo popolo[11]. Verso gli ultimi tempi della città, il culto fu invaso dal fariseismo e si rese chiaro quanto “l’impuro miscuglio”[12] qui esposto stesse contaminando la retta Tradizione.

1
Il Sommo Sacerdote Caifa e Gesù

2. La strutturazione dell’isolamento

Va chiarito: nonostante le deformazioni descritte, in tempi ormai lontani, la discendenza di sangue non ebbe per gli ebrei lo stesso peso che ha avuto in seguito. Il popolo israelitico non mancò di dar luogo ad un consistente proselitismo i cui esempi storici sono molteplici: si pensi che nel VI secolo d.C. lo Yemen era quasi interamente ebraico[13] e non pochi furono i conflitti, nell’area mediterranea, tra la l’opera di propagazione della Fede cristiana e la controparte ebraica.

Shlomo Sand, sintetizzando lo stato del proselitismo giudaico prima del consolidamento definitivo del cristianesimo, ci dice che gli ebrei portarono avanti la loro azione anche in zone ancora non coinvolte dal “dilagare del monoteismo”: “Dalla penisola arabica fino alle terre slave, dai monti del Caucaso alle pianure tra il Volga e il Don, dalle zone attorno all’antica Cartagine distrutta e ricostruita, fino alla penisola iberica premusulmana, la religione ebraica non cessò di fare proseliti, garantendosi una sorprendente continuità storica”[14].

Risulta curioso notare, a fianco di queste riflessioni storiche, come ai giorni nostri non manchino casi di popoli per i quali si sospetta una lontana origine ebraica, magari attribuibile alle dieci tribù disperse. Il caso più discusso è quello dei pashtun (distribuiti principalmente tra Afghanistan e Pakistan), che paiono aver ereditato non pochi elementi della tradizione ebraica[15] e che, pur essendo islamici sunniti, si compiacciono di far risalire le loro origini all’Israele veterotestamentario. Vi sono narrazioni locali che rivelano la consapevolezza dell’esistenza del Tempio di Salomone, così come la sua distruzione e l’esilio babilonese che seguì[16]. Sarebbe quantomeno singolare notare una maggiore presenza di discendenti dell’antico Israele tra certi gruppi di talebani che non in determinate comunità ebraiche ortodosse. Analogamente, è difficile non fare cenno delle convinzioni di Ben Gurion sull’origine dei palestinesi: “Non c’è dubbio che nelle loro vene scorra molto sangue ebraico, sangue di quegli ebrei che, in tempi difficili, preferirono ricusare la propria fede, pur di conservare la loro terra”[17].

Come accennato, la chiusura del giudaismo in se stesso, fu progressiva. Sand individua un passaggio cruciale nella cristianizzazione dell’Impero Romano: “Il trionfo definitivo del cristianesimo all’inizio del quarto secolo segnò la fine del fervore missionario nei principali centri culturali facendo nascere probabilmente il desiderio di rimuovere completamente le tracce della storia ebraica”[18].

Se non vi fosse stato chi tra gli israeliti tratteneva “la massa degli ebrei nei lacci delle strette osservanze e delle rigide pratiche rituali” – sostiene Lazare -  “il vero mosaismo, purificato e reso più grande da Isaia, Geremia e Ezechiele, diffuso ovunque universalmente ancora dai giudeo-ellenisti, avrebbe portato Israele al Cristianesimo”[19]. Per custodire il popolo i dottori “esaltarono la loro legge al di sopra di ogni cosa, dichiararono che l’israelita doveva amare soltanto lo studio della legge [...] e proibirono lo studio delle scienze profane e delle lingue straniere”[20].

Già nella stesura del Talmud (esistono due versioni: Babilonese, III-V sec.; Gerosolimitano, IV-V sec.) il tema del proselitismo è trattato in modo non lineare e con affermazioni controverse, ma il percorso dell’autoisolamento ebraico pare raggiungere il vero punto di svolta con il XIV secolo, dopo che l’assemblea dei rabbini di Barcellona[21] scomunicò chi si fosse occupato di scienza profana[22]: dopo che R. Schalem di Montpellier ebbe denunciato il More Nebuchim[23], i rabbini trionfarono e così facendo – volendo citare ancora le parole di Lazare – avevano “tagliato Israele fuori dalla comunità dei popoli, ne avevano fatto un solitario scontroso, ribelle a qualsiasi legge, ostile a qualsiasi sentimento di fratellanza, chiuso a qualsiasi idea bella, nobile e generosa; ne avevano fatto una nazione miserabile e meschina, inacidita dall’isolamento e corrotta da un ingiustificabile orgoglio”[24].

Parlando del cuore del giudaismo aschenazita, il filosofo tedesco di origine ebraica Solomon Maimon sembra confermare, con parole certamente ruvide, il pensiero dello scrittore francese: “Conobbi bene il dispotismo rabbinico che, grazie al potere della superstizione, aveva stabilito da molti secoli il suo trono in Polonia e che per propria sicurezza aveva cercato in tutti i modi di prevenire la diffusione della luce e della verità. E come la teocrazia ebraica fosse strettamente collegata all’esistenza nazionale, l’abolizione della prima avrebbe portato all’annichilimento della seconda”[25].

2
Shulchan Aruch, testo sapienziale rabbinico

3. Prime conferme cinematografiche: A Serious Man

Facile immaginare in questo contesto l’impatto esplosivo dell’emancipazione moderna e dell’apertura dei ghetti. Il decreto francese del 1791, “poteva dar loro la libertà, abolire in un sol giorno l’opera legislativa di secoli” ma “non poteva disfarne l’azione morale ed era soprattutto impotente a spezzare le catene che gli ebrei stessi si erano forgiate”[26]. Se da un lato non mancarono i refrattari, il progressivo dilagare dell’assimilazione pose un problema imprescindibile all’identità ebraica. Il sionismo fu, per certi aspetti, un tentativo di risposta, una reazione estrema alla dispersione degli ebrei, una riedizione – moderna, secolare e talvolta con accenti völkisch - dell’isolamento di cui abbiamo parlato: si pensi, ad esempio, alle parole del dirigente Max Nordau sul valore del ghetto[27] o all’atteggiamento generale del movimento riguardo la naturalezza dell’antisemitismo[28].

Della “prevenzione della diffusione della luce” appena descritta – e più in generale di una certa autoreferenzialità teologica – si trova una descrizione curiosa e attuale nella pellicola A Serious Man (2009) dei fratelli Coen. Nel film, come nota Eugene Michael Jones, si espone la radicale inerzia rabbinica e la conseguente incapacità di dare spiegazione alla sofferenza, alla presenza del male e agli eventi più importanti della vita di un uomo[29]. Larry Gopnik, il protagonista, passerà buona parte del tempo a vagare tra un rabbino e l’altro in cerca di risposte che non arrivano. Nonostante sia diretto dalla celebre coppia di fratelli ebrei, Jones definisce A Serious Man come il più antiebraico dei film che Hollywood abbia mai prodotto. Al suo confronto “Jud Suess (pellicola di propaganda nazionalsocialista) sembra Fiddler on the Roof”[30]. Il film forse inizia con un rabbinicidio. “Forse” perché ciò che è narrato nelle prime scene pare totalmente decontestualizzato in termini di tempo e di spazio: è una storiella yiddish creata dai registi e ambientata in uno shtetl[31] dell’Europa orientale. Un uomo con le sembianze di un famoso rabbino viene portato a casa da un uomo, comunicata la gradita presenza dell’ospite alla moglie, questa – in linea con la superstizione – dice che il rabbino è morto e fuori dalla porta non può che esservi un dybbuk[32]. Dopo averlo fatto accomodare, i tre discutono insieme della cosa, il marito dice all’anziano “ovviamente non credo a queste cose, sono una persona razionale” ma la donna trafigge il cuore dell’ospite con un rompighiaccio: questi ride istericamente e, capendo di non essere gradito, si trascina sanguinante fuori dalla porta. Il marito esclama disperato: “Siamo rovinati, domani scopriranno il corpo“.

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Larry Gopnik, protagonista di “A Serious Man”

Se da un lato questa inerzia (e superstizione) tradizionale pareva condizionare pesantemente la vita ebraica, dall’altro – come accennato – l’apertura al mondo non era di minore complessità. Con il “rischio” dell’assimilazione una valanga di dubbi si riversò sul dibattito riguardante ciò che l’ebreo “sciolto” in una società cristiana avrebbe potuto o voluto essere. Pensiamo all’interpretazione che ne diede Woody Allen nel suo Zelig (in yiddish: “benedetto”), in cui il protagonista assume immediatamente e patologicamente le sembianze tipiche del gruppo umano in cui è inserito. Un camaleontismo estremo che porterà Leonard Zelig a comparire addirittura alle spalle di Hitler durante un’adunata nazionalsocialista. Maurizio Cabona la inquadra come descrizione della condizione ebraica tra “assimilazione fino all’estinzione e contrapposizione fino alla persecuzione”[33].

 

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La locandina di “Zelig”

4. Antisemitismo immaginario e anti-antisemitismo

Spiegate alcune delle ragioni (contaminazione della Tradizione, diffusione del Fariseismo et cetera) per cui l’ebraismo ha “sbagliato strada” non seguendo il Messia che gli era stato inviato, chiarito che questo errore avrebbe portato, oltre a “perdere il Regno di Dio”, a proseguire nell’inevitabile cammino dell’autoisolamento, risulta necessario comprendere come questi elementi – sommati ad una certa avversione rispetto ai gentili – avrebbero prodotto una polarizzazione tale da generare, in epoca contemporanea, una sorta di ossessione per l’antisemitismo. Questo fatto è in parte leggibile come proiezione sui non-ebrei di un’ostilità verso l’esterno propria dello stesso giudaismo e, di conseguenza, come un collante interno – sociale ed ideologico – utilizzabile a fini politici. Un collante che, come vedremo, finirà per essere non solo un espediente momentaneo ma, paradossalmente, un “ingrediente” dell’identità ebraica dei nostri tempi, in particolare tra gli israeliti non praticanti e in campo sionista.

Gli ebrei religiosi della diaspora, pur restando fedeli allo spirito talmudico, paiono avere una percezione sociale dell’antisemitismo meno ansiosa, le loro caratteristiche identitarie non sembrano aver così tanto bisogno (a differenza dei non religiosi) di un nemico visibile che cementi continuamente la coesione interna. In alcune interviste filmate questo dato emerge in modo chiaro. Una coppia di esponenti dell’Anti Defamation League (potente organizzazione pro-sionista che “combatte l’antisemitismo”) ha sostenuto: “L’ADL aiuta a rinforzare la nostra identità ebraica, perché non siamo ortodossi e non abbiamo una vita religiosa ebraica, l’ADL ci dà uno spazio per essere ebrei, intendo ebrei al 99,9%”. Dal canto suo, Rabbi Hecht di Brooklyn è arrivato ad affermare: “Ragazzi, lasciate che ve lo dica, sono diffidente quando una persona si guadagna da vivere con situazioni particolari. Quindi se c’è un particolare cast cinematografico che si guadagna da vivere col sangue, mi insospettisco ogni volta che questi mi mostrano del sangue. […]”. Pur non volendo attaccare direttamente l’organizzazione, ha aggiunto in seguito: “L’ADL sotto alcuni aspetti è decisamente responsabile di aver creato problemi più che averli risolti”[34].

Sul rapporto sionismo-antisemitismo, Vincenzo Pinto ci presenta una riflessione di sicura importanza, in particolare se si considera che proviene da ambienti non solo privi di caratterizzazioni antisioniste ma anche prossimi al cosiddetto establishment:

            [...] Nel 1995 Anita Shapira, uno dei più noti studiosi israeliani appartenenti alla cosiddetta “storiografia dell’establishment”, ha posto lucidamente la vessata questione: in che misura il sionismo ha saputo puntellare la sua costruzione identitaria su di un principio negativo (come   l’antisemitismo) rispetto a uno positivo (come la rinascita nazionale ebraica)? Paragonato ad altri responsi ebraici all’antisemitismo (l’umanesimo liberale, il bundismo, l’ebraismo riformato), «l’unicità del sionismo sta nell’aver accettato l’assunto basilare antisemita che gli ebrei    costituissero un “corpo estraneo” nella fabbrica nazionale dei popoli europei – un corpo che non poteva mai assimilarsi. [...] Un velo è sollevato dai loro occhi, ed essi [i sionisti] possono parlare onestamente e apertamente dei difetti e delle debolezze ebraici. Questo era un candore che gli ebrei non avevano potuto permettersi finché essi credevano ancora che il problema ebraico avrebbe potuto un giorno essere risolto entro la struttura delle nazioni europee»[35].

Non solo una semplice accettazione. Alcuni esempi lampanti dell’assunzione e della conseguente manifestazione di elementi tipici della critica antiebraica da parte della cultura sionista sono stati evidenziati magistralmente nel documentario Defamation del regista israeliano Yoav Shamir, la pellicola fu Best Documentary Feature Film nell’edizione 2009 dell’Asia Pacific Screen Awards. Shamir, intervistando sua nonna (un’ebrea russa la cui famiglia, di forti convinzioni sioniste, si stabilì in Palestina nel XIX secolo), dipinge un quadro in cui una determinata weltanshauung emerge nella sua più pura genunità:

“Dicono che è pieno di antisemiti lì fuori”, risposta dell’anziana signora: “Dove? All’estero? Allora perché non vengono qui [in Israele]? [...] Stanno aspettando di essere uccisi?”. Domanda del regista: “Perché non vengono?”, risposta: “Beh loro amano i soldi, gli ebrei amano i soldi, gli ebrei sono mascalzoni (crooks) [...]. Perché dovrebbero venire qui e lavorare per guadagnare soldi, se possono fare i soldi senza lavorare?”. Nuova domanda: “Non lavorano lì?”, risposta: “Non lavorano, è ciò che sto dicendo”. Yoav Shamir: “Come fanno ad avere soldi se non lavorano?”,“Con gli interessi, prestano soldi con interessi alti.. vendono liquori..vino, gli ebrei conoscono questo lavoro discutibile (monkey business)[...]. Credimi io sono una vera ebrea, il denaro non mi acceca [...]““Ma tu parli come un’antisemita, dicendo che gli ebrei non lavorano, ecc..”. Risposta:“No, niente affatto, se vogliono stare all’estero, stanno forse aspettando l’arrivo di un altro Hitler che li stermini”.

L’inizio del documentario è forse ancora più eloquente: scorrono le immagini di diversi quotidiani israeliani e la voce di Shamir afferma: “Tre parole sembrano apparire in continuazione: olocausto, nazista, antisemitismo. Vivendo in un paese che fu fondato per dare agli ebrei un posto sicuro in cui stare, ho trovato tutto questo sconvolgente”. Questa ossessione dell’antisemitismo viene riproposta in tutto il film, con particolare riferimento ai viaggi della memoria in cui i giovani israeliani sono catechizzati alla diffidenza verso i non-ebrei e al culto del passato.

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Yoav Shamir, regista di “Defamation”, in una delle scene del documentario

5. The Believer: “Agli ebrei piace separare le cose”

Se il cinema ebraico può essere utile per spiegare o completare determinati passaggi di questo testo, c’è una pellicola – sebbene complessivamente caratterizzata da un sentimento tutt’altro che religioso – che, in alcune sue parti, pare compendiare molti aspetti analizzati: The Believer di Henry Bean[36]. Il film è la storia di Daniel Balint, un giovane skinhead neonazista che già nelle prime scene mostra la sua rabbia scendendo da un bus insieme a un ebreo colpito con calci e pugni pochi minuti dopo. Il ragazzo si farà strada nell’ambito dell’estremismo politico propugnando concetti razzisti e predicando la necessità di compiere omicidi e violenze contro gli israeliti. Daniel però viene da una famiglia ebraica e ha studiato in scuole ebraiche: sulla conflittualità derivante da questo dualismo si fonda lo sviluppo della narrazione: il protagonista non è affatto uno stupido e conosce in modo approfondito il giudaismo per il quale nutre sentimenti controversi, al punto da far sospettare un suo tormentato “riavvicinamento” alla cultura (più che alla religione) d’origine.

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Locandina di “The Believer”

Focalizziamo ora l’attenzione su alcune scene che toccano i temi affrontati, ad esempio la deformazione della Tradizione, l’autoisolamento e il tema dell’antisemitismo. Ad un certo punto il protagonista e il suo gruppo skinhead vanno provocatoriamente a mangiare in un ristorante ebraico per irridere certa precettistica rabbinica, di fronte all’insistenza dei ragazzi per avere un piatto che unisca carne e formaggio (incompatibile con i precetti della cucina kasher), il cameriere risponde: “Siamo un ristorante kasher, non serviamo carne insieme al formaggio”. Allora domandano: “E insieme al pollo?”. Il cameriere: “E’ carne anche il pollo”. Interviene Daniel: “La Bibbia veramente dice di non cuocere un capretto nel latte della madre ma una gallina non dà latte”. Il cameriere li invita ad andare alla pizzeria di fronte per soddisfare la loro voglia di formaggio ma Daniel con tono arrogante risponde: “Ok, ma vorrai ammettere che è stupido. Hai mai munto una gallina?”“No, non voglio ammettere che è stupido”. Ancora Daniel: “Puoi mangiare il pollo con le uova ma non con il latte, per quale motivo?”. Viene chiamato l’altro cameriere che si presenta con un bastone e scoppia una rissa.

Daniel inizia una relazione con Carla – una giovane argentina – che a sua volta si incuriosisce sempre di più dell’ebraismo. Insieme in camera, di fronte ai rotoli della Torah che aveva rubato in una incursione in sinagoga, Daniel la esorta, per rispetto, a non stare nuda “lì davanti” e le lancia un vestito: lei non capisce. I due iniziano a parlare e il protagonista spiega: “Agli ebrei piace separare le cose: il sacro dal profano, la carne dal latte, la lana dal lino, lo shabbat dagli altri giorni, l’ebreo dal gentile, è come se un pezzo dell’uno potesse contaminare irrimediabilmente l’altro”“Chi è il contaminato? L’ebreo oppure il gentile?” chiede Carla, “Bella domanda”risponde Daniel.

Un ulteriore dialogo con Carla pare ancora più interessante. Lei, continuando la sua esplorazione, arriva a sostenere che “nell’ebraismo non c’è niente” e Daniel va oltre: “Il nulla senza fine, l’ebraismo non si fonda sul credere ma sul fare delle cose, osservare lo shabbat, accendere le candele, visitare gli ammalati”. Chiede Carla: “E ne deriva il credere?”. Daniel: “Non ne deriva niente […]”. La discussione continua con la ragazza che dice: “L’ebraismo non ha bisogno di un dio, la Torah, è quello il vostro dio, il libro è chiuso”.

Altra scena: Daniel si reca in sinagoga invitato da una coppia di amici ebrei, appena arriva inizia a litigare col suo vecchio compagno di scuola Avi. Parlano di sionismo e nazismo, politica del Vicino Oriente, Sabra e Shatila. Avi ad un certo punto sbotta: “Perché per gli ebrei i metri di giudizio sono sempre più rigorosi?”, interviene una donna con la kippah“Perché siamo il popolo eletto, non è vero Daniel?”, la discussione si infiamma ulteriormente e Daniel afferma: “Leggete i primi sionisti ed ebrei europei, vi assicuro che sembrano Goebbels”, poi aggiunge stizzito: “I nazisti facevano quello che diceva Hitler e voi fate quello che dice la Torah o il rabbino!”

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L’aleph che, nel diario di Daniel Balint, diventa una svastica

L’intervento di Daniel che probabilmente è più significativo arriva verso la fine del film quando, ad una riunione politica, parla del rapporto da tenere con gli ebrei. Sebbene esagerato in diversi passaggi, è utile riportare alcuni estratti: “Sapete che cosa dobbiamo fare? Dobbiamo amarli! Che cosa? Ha detto di amare gli ebrei? È molto strano, lo so, ma con quella gente niente è semplice. L’ebreo dice solo che vuole essere lasciato in pace a studiare la sua Torah, fare qualche affaruccio […] ma non è vero, lui vuole essere odiato, desidera ardentemente il nostro odio, ne ha un gran bisogno come se ciò fosse insito nella propria natura, se Hitler non fosse esistito gli ebrei l’avrebbero inventato […]”. Certo, lo abbiamo detto: la forma, i toni e il contesto – essendo determinati da esigenze cinematografiche – sono a volte stridenti col messaggio lanciato ma un dato emerge in modo netto: l’antisemitismo è spesso utilizzato come collante e “l’amore” può essere un “pericolo” per la comunità. Daniel arriverà ad invitare non solo ad amare ma ad“amare sinceramente”. Seppur rapidamente, sfiorerà un altro tema cruciale: il rapporto tra persecuzione degli ebrei e la loro “deificazione”.

Su quest’ultimo aspetto, e in particolare sulla trasformazione dei patimenti ebraici durante il secondo conflitto mondiale in qualcosa di non molto dissimile da una “religione misterica”[37]scrisse – oltre un decennio fa – Peter Novik, parlando di una sostanziale “sacralizzazione”. Gli ex deportati israeliti assumono così “il privilegio all’autorità (sacerdotale) di interpretare il mistero”[38].  Del resto, in campo rabbinico, non sono mancati parallelismi improbabili, si pensi a Rabbi Ignaz Maybaum e ai paragoni che fece con la crocifissione di Cristo[39].

6. Il profeta Natan e Re David: conclusioni

Torniamo all’amore (caritas) di cui parla Daniel Balint. Abbiamo visto, fin dalle prime le righe, che lo sbaglio decisivo di questo popolo fu non riconoscere il Messia e con esso l’Amore (Deus Caritas Est)Anche Re David per un certo tempo perse la giusta strada, desiderò Betsabea (moglie di Uria l’Ittita), la ingravidò, fece morire il guerriero per sposare la donna. Compì tutto questo ma, dopo essere stato ammonito dal profeta Natan, si pentì ed espiò, poco dopo il figlio avuto con Betsabea morì. A differenza di ciò che farà il suo popolo, David non permise che il suo smarrimento lo portasse a ripiegarsi sui suoi errori ma decise di risollevarsi, migliore di prima, tornando sulla retta via.

Comprendere lo smarrimento di David significa comprendere una metafora fondamentale della storia ebraica.  

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Davide, Re e Santo


[1] Bernard Lazare, L’Antisemitismo, Storia e Cause, CLS, 2000, p. 14 (edizione originale: Léon Chaillet éditeur, Paris, 1894).

[2] Michael Löwy, Jewish nationalism and libertarian internationalism in the writings of Bernard Lazare, in: M. Berkowitz, Nationalism, Zionism and ethnic mobilization of the Jews in 1900 and beyond, BRILL, 2004, p.  179. Bernard Lazare fu polemista, critico letterario, giornalista. La definizione introduttiva che Michael Löwy diede di Lazare nel saggio citato è: “a paradoxical figure: Jewish nationalist and libertarian internationalist, pro-Zionist and anti-Theodor Herzl, an anarchist opponent of the bourgeois Republic and a defender of captain Dreyfus, a ferocious critic of the Catholic Church whose greatest admirer was the Catholic socialist Charles Peguy. He is what is called in Frech “inclassable” […]”

[3] Matteo 21, 38-39.

[4] Matteo 21, 43.

[5] Esodo 32.

[6] Julio Meinvielle, Influsso ebraico in ambiente cristiano, Roma, 1988, pp- 21.22; in: Curzio Nitoglia, Gnosi, Gnosticismo, Paganesimo e Giudaismo, Cavinato Editore, 2006, p. 33.

[7] Ibidem.

[8] Bernard Lazare, L’Antisemitismo, Storia e Cause, CLS, 2000, p. 19.

[9] Le citazioni riportate sono tratte da: Curzio Nitoglia, Gnosi, Gnosticismo, Paganesimo e Giudaismo, Cavinato Editore, 2006, p. 32.

[10] Matteo 15, 3

[11] R. M. Grant, La Gnose et les origines chrétiennes, Seuil, Paris, 1964; in: Curzio Nitoglia, Gnosi, Gnosticismo, Paganesimo e Giudaismo, Cavinato Editore, 2006, p. 16.

[12] Ibidem.

[13] Bernard Lazare, L’Antisemitismo, Storia e Cause, CLS, 2000, p.  77.

[14] Shlomo Sand, L’invenzione del popolo ebraico, Rizzoli, 2010, p. 288. 

[15] Raffaele Picciotto, Ebrei afghani: sulle tracce delle 10 tribù scomparse, Mosaico, 7 giugno 2012. ( http://www.mosaico-cem.it/articoli/ebrei-afghani-sulle-tracce-delle-10-tribu-scomparse )

[16] Avrum M. Ehrlich, Encyclopedia of the Jewish Diaspora: Origins, Experiences, and Culture, Volume 1, p. 85.

[17] Leonid Mlecin, Perché Stalin creò Israele, Teti Editore, 2009, p. 54.

[18] Shlomo Sand, L’invenzione del popolo ebraico, Rizzoli, 2010, p. 262.

[19]  Bernard Lazare, L’Antisemitismo, Storia e Cause, CLS, 2000, p. 21.

[20] Ibidem.

[21] La Jewish Encyclopedia riferisce del decreto “signed by thirty-three rabbis of Barcelona, excommunicating those who should, within the next fifty years, study physics or metaphysics before their thirtieth year of age” [Isidore Singer, Cyrus Adler, The Jewish encyclopedia: a descriptive record of the history, religion, literature and customs of the Jewish people from the earliest times to the present day, Funk and Wagnalls, 1925, p. 33.]

[22] Bernard Lazare, L’Antisemitismo, Storia e Cause, CLS, 2000, p. 22.

[23] Il More Nebuchim è ”La guida dei perplessi” di Maimonide, 1190.

[24] Ivi, p. 22.

[25] Solomon Maimon, The Autobiography of Solomon Maimon (London: East and West Library, 1954), p. 135. Lazare sull’ebraismo polacco del XVII secolo arriva ad affermare: “Dominati dai Talmudisti, non seppero produrre null’altro che dei commentatori del Talmud”.

[26] Bernard Lazare, L’Antisemitismo, Storia e Cause, CLS, 2000, p. 163.

[27] Max Nordau ebbe modo di affermare: “Dove le autorità non lo confinavano in un ghetto, là egli si erigeva da sé il suo ghetto. Voleva stare con i suoi e non avere cogli abitanti cristiani altri rapporti che quelli del traffico. Nella parola “ghetto” risuonano alcune lievi sfumature di vergogna e di umiliazione. Ma l’etnologo e lo storico dei costumi riconoscono che il ghetto, qualunque fosse l’intenzione dei popoli che lo istituirono, non era sentito dagli ebrei del passato come una prigione ma come un luogo di rifugio. […] Nel ghetto l’ebreo aveva il suo mondo, la sua casa sicura che aveva per lui il significato spirituale e morale d’una patria.  [...]  Tutti i costumi e le abitudini ebraiche perseguivano inconsciamente una meta sola, quella di conservare l’ebraismo, mediante la separazione dai popoli, di curare la comunità ebraica, di tenere sempre presente al singolo ebreo ch’egli si sarebbe perduto e sarebbe stato sommerso se avesse rinunciato al suo carattere particolare”. (cfr.: Andrea Giacobazzi, L’asse Roma-Berlino-Tel Aviv, Il Cerchio, 2010).

[28] Su questa insistenza il decano degli storici sionisti, Walter Laqueur, arrivò a chiedersi se non si trattasse addirittura di ‘grist to the mill of Nazi propaganda’ (cfr.: Walter Laqueur, A History of Zionism, p. 500).

[29] Eugene Michael Jones, Rabbinical Despotism, Culture Wars, June 2010.

[30] Ibidem.

[31] Insediamento con un’elevata percentuale di popolazione di religione ebraica.

[32] Un’anima in grado di possedere gli esseri viventi:lo spirito di una persona defunta al quale è stato vietato l’ingresso al mondo dei morti.

[33] Maurizio Cabona, Provaci ancora Woody, Il Giornale, 13 novembre, 2010.

[34] Tutte queste citazioni provengono dal documentario Defamation di Yoav Shamir. Questo film – la cui visione è consigliabilissima – lo nomineremo anche in seguito. Le traduzioni sono di Laura Caselli.

[35] Anita Shapira, Anti-Semitism and Zionism, «Modern Judaism», XV, 3, 1995, p. 218, in: Vincenzo Pinto, La dialettica fra antisemitismo e sionismo nel pensiero e nell’opera di Vladimir Ze’ev Jabotinsky, FreeEbrei (http://www.freeebrei.com/interventi/sionismo-e-antisemitismo-una-concordia-discors)

[36] The Believer di Henry Bean, 2001. Il film ha vinto il Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival del 2001 e il Gran Premio al Moscow International Film Festival sempre nel 2001.

[37] Peter Novick, The Holocaust in American Life, Houghton Mifflin Harcourt, 2000, p. 201.

[38] Ibidem.

[39] Marc A. Krell, Intersecting Pathways : Modern Jewish Theologians in Conversation with Christianity: Modern Jewish Theologians in Conversation with Christianity, Oxford University Press, 2003, p. 176.


FONTE ARTICOLO: RADIOSPADA.ORG [http://radiospada.org/2013/05/cio-che-non-vi-hanno-detto-lo-smarrimento-di-david-rabbinato-antisemitismo-e-storia-ebraica-con-qualche-riferimento-cinematografico/]

[CIÒ CHE NON VI HANNO DETTO] LO SMARRIMENTO DI DAVID: RABBINATO, ANTISEMITISMO E STORIA EBRAICA (CON QUALCHE RIFERIMENTO CINEMATOGRAFICO) Lo Sai

Expo 2015: palcoscenico per la Moneta Unica Mondiale?

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Expo 2015: palcoscenico per la Moneta Unica Mondiale? Lo Sai

- di Sergio Basile -

Expo 2015 – Presentazione al Parlamento Europeo

Milano, Bruxelles –  L’Expo 2015 di Milano sarà presentato ufficialmente  oggi 28 gennaio 2014 presso la sede di Bruxelles del Parlamento Europeo. Il premier-tecnico non eletto Enrico Lettarappresenterà l’Italia assieme al sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, al Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, al direttivo della società Expo 2015 - Diana Bracco e Giuseppe Sala - e al Presidente della commissione agricoltura, Paolo De Castro.: tutti accolti dai Vice-presidenti italiani dell’Eurocamera, Gianni Pittella (PD,  in quota al gruppo ALDE) e Roberta Angelilli. Presenti anche il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, il Presidente della Commissione Europea, Manuel Barroso e il vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani. Grandi affari per soliti noti e multinazionali a parte – e qualche possibilità di lavoro in più per i comuni mortali dell’eurogabbia italica.. briciole - l’expo è atteso anche per un altro evento: la probabile presentazione del prototipo della ”moneta unica mondiale“: progetto che risale per la verità al 2010. Ma per capire meglio, conviene fare un piccolo salto nel passato.

L’Expo 2015 e la moneta unica mondiale

Era l’Agosto del 2012 quando l’uomo Bilderberg Mario Monti – appena dimesso dalla prima poltrona europea della Trilateral Commission –  si apprestava a dare le prime distruttive spallate al Bel Paese, a botte di spread e con la complicità delle agenzie (a delinquere) del rating. In quei giorni era anche il tempo – qualche nostro lettore lo ricorderà – in cui  Beppe Grillo invocava la “chiusura” per fallimento del Parlamento Italiano - poi finì per mandarci i suoi – e, a fasi alterne, la diffusione su scala regionale di una sorta di moneta locale emessa a costo zero per – sostenevano i grillini – “mandare avanti l’economia regionale e combattere il signoraggio“. Ma evidentemente era tutto fumo negli occhi… buoni propositi e nulla più per accattivarsi le simpatie delle masse e controllare le proteste di piazza in rapido fermento, come una sorta di effetto Monarch. Ma era anche il tempo in cui Grillo cominciava a discostarsi dalla linea monetaria di Giacinto Auriti (vedi qui – http://www.youtube.com/watch?v=Rb9qfndKL7s), dopo averlo seguito in giro per l’italia in diversi congressi ed aver parlato di signoraggio ed “inganno monetario” nei suoi famosissimi “Reset”. Ma – giusto per restare in tema di usura – era anche il tempo della pronunzia costituzionale in merito al dittatoriale “Meccanismo Europeo di Stabilità” (MES) da parte della Consulta Tedesca e delle “strategiche” preoccupazioni del Presidente Barack Obama, “sulla tenuta dell’euro e dell’Eurozona“.

I Simboli del Nuovo Ordine Mondiale e le due aree di conquista

Frattanto l’intellighenzia mondialista non perdeva tempo e preparava la fase finale del ”Governo Unico Mondiale“, proprio a partire da due aree: 1) dalla colonia Europa, posta sotto il dominio Usa dal ’43-45 in poi e messa in ginocchio dall’usurocrazia internazionale e dalla progressiva creazione di un unico stato europeo, i cosiddetti “Stati Uniti d’Europa“. Eciò specie su spinta della Commissione Ue che continuava – e lo ha fatto fino ad oggi – ad arrogare a sé gli ultimi scampoli di sovranità nazionale rimasti agli stati dell’Eurozona, avviliti e umiliati da una crisi indotta e pilotata2) dal Medioriente/Africa, macroarea continentale messa a ferro e fuoco e destabilizzata con conseguente innesco di un irrefrenabile processo iper-immigrativo verso l’Europa, tramite lo stratagemma delle ingannevoli “Primavere Arabe” (vedi qui Il Piano Kalergi – La Terzomondializzazione dell’Europa e l’Eurocasta - Seconda Parte).

Expo 2015 - Test Sperimentale del NWO Coin

Per contro, proprio in quesi giorni del 2012, veniva annunciata la presentazione ufficiale della “Moneta Unica Mondiale“ in occasione dell’Expo 2015 di Milano attraverso un primo test sperimentale pubblico mediante la diffusione – ai circa 30 milioni di turisti previsti – della UFWC (United future world currency) denominata anche Nwo Coin o Eurodollaro: prototipo di quella che dovrebbe essere la moneta unica mondiale del prossimo futuro, cioè il coronamento del disegno mondialista promosso in tempi non sospetti – dopo la Seconda Guerra Mondiale – dal multimiliardario statunitense  David Rockefeller, dai suoi club occulti e dal suo esercito di fidi banchieri illuminati. Vedi – tra l’altro – i “nostri” fedeli uomini Goldman Sachs: Mario Monti, Mario Draghi e Romano Prodi. Una soluzione, questa, che già si stava presentando a tutti come l’unica stada per uscire dalla crisi economica mondiale.

Il Superamento progressivo del progetto transitorio chiamato “Euro”   

Sull’onda di queste novità possiamo leggere anche le prime avvisaglie anti-euro di europeisti doc.Ormai il progetto euro, pare davvero superato: d’altronde doveva essere solo un qualcosa di transitorio al fine di accelerare il “Piano Finale“. A presentare la soluzione della crisi come frutto di questa “svolta monetaria” saranno, dunque, gli stessi artefici di questo grottesco baraccone “piramidale”. Allora comprendiamo anche i tentativi dell’eurocasta di invertire rotta sull’euro stesso: proprio di ieri lunedì 27 gennaio 2014 – vedi qui Nuovo Ordine, Euro, FED, BCE: quello che Tajani non dice  - è giunta la dichiarazione del vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, secondo il quale ”la moneta unica è oggi troppo forte per le esportazioni“. “Serve – ha contnuato Tajani - una banca centrale come la Federal Reserve degli Usa…”. Ed evidentemente – aggiungiamo – un unico governo mondiale… Visto tra l’altro la piena unità raggiunta tra Europa ed America con il patto di libero scambio (OGM inclusi) Ue-Usa, stretto tra Barroso ed Obama, per un mercato unico. “Non è un dogma la Bce e non è un dogma l’Euro cosi com’è  - ha infine aggiunto Tajani –  deve diventare una vera moneta ed essere governata come una vera moneta”… Terminologie che ci sembrano tanto introdurre quella che dovrebbe essere l’ultima fase del progetto del NWO: la moneta unica mondiale per l’appunto. Stabile e capace di unire in un “unico abbraccio” i popoli.

La profezia del “Big Brother” di George Orwell    

In tempi non sospetti (2011) a dar conferma a questo piano anche le dichiarazioni rilasciate dallo stesso promotore dell’iniziativa UFWC , l’economista italiano Sandro Sassoli (vedi video giù in allegato). L’euro – come sostenuto in altri articoli – sarebbe stato solo il primo passo versol’unificazione dei popoli in un’unica area monetaria, culturale, economica e militare mondiale. Un pretesto puro, dunque, per la nascita di un super-stato accentratore e liberticida, dove – evidentemente – l’alternativa non sarà ammessa: una sorta di “Big Brother” Orwelliano (vedi “George Orwell 1984″) magistralmente descritto nell’omonimo film cult degli anni ottanta, che vi invitiamo a vedere (vedi video giù in allegato).

La UFWC e il G8 di L’Aquila del 2009

La moneta in questione, la UFWC o NWO Coin - è bene ricordarlo, per scandire le tappe principali del progetto mondialista – fu presentata per la prima volta in occasione del G8 del 2009 a l’Aquila (Italia) – vedi video giù in allegato o il sito dell’associazione United Future World Currency - UFWC) - e creata “nel nome dell’unificazione delle radici culturali e spirituali dei popoli di tutto il mondo“. Per l’Italia il contributo essenziale alla veste grafica della moneta è stato dato dal professor Guido Crapanzano, rappresentante dell’équipe italiana nel gruppo internazionale di lavoro che ha scelto il design dell’euro-banconota. Lavoro sponsorizzato – tra l’altro – dal Cavaliere (Silvio Berlusconi) in persona, nonché dal Ministero del Tesoro italiano e da tutta l’intellighenzia di sinistra che conta. Chissà quanti teschi  e quanti gufi popoleranno in quell’ipotetico giorno l’Europa e l’Italia, o quel che ne resterà, visto quello che sta accadendo. Ma ovviamente il sistema farà di tutto per addolcire l’amara medicina, anzi il velenoso intruglio.

Il pensiero unico e l’unica religione?

Apprezzamenti in vista dell’esperimento sulla moneta giunsero dalla Casa Bianca. Una moneta che Washington “benedì” e giudicò capace ”di parlare un unico, comprensibile linguaggio per incoraggiare l’innato desiderio dell’umanità di spingersi sempre più lontano, di superare i limiti e muoversi verso principi di pace, libertà, fratellanza e comprensione”. Ovviamente – badate bene – così come avvenuto con l’euro, e ancor di più,  l’unità monetaria euro-statunitense e mondiale spingerebbe i grandi burattinai mondialisti verso un evidente e “necessario” processo di omolgazione politica, culturale e (perchè no!) religiosa (?) ancor più aggressivo e sistematico. Magari, perchè no, sull’onda di una nuova crisi pilotata o sulle ali di un’asprimento di quella in essere nell’Eurozona. Avanti tutta, dunque, verso un unico governo, un’unica simbologia ed un pensiero unico! Che ne sarà in quei giorni dei dissidenti politici e dei liberi pensatori!  Che ne sarà del Cristianesimo e delle millenarie culture dei popoli europei, costretti all’omologazione forzata anche sull’onda del “Piano Kalergi” (vedi qui - Il Piano Kalergi – La Terzomondializzazione dell’Europa e l’Eurocasta -Seconda Parte ). Un’idea ce l’abbiamo! Ed è purtroppo molto chiara! Per fortuna la fede ci insegna a non disperare mai ed a confidare sempre in Dio, nell’azione concreta e nella preghiera quotidiana.

I “Pregi” della Moneta Unica Mondiale  

Come dicevo, i seguacvi del nuovo strumento di dominio e controllo globale stanno affilando le armi e stanno cercando di convincere subdolamente che accettare la nuova moneta sarà indispensabile: come del resto stanno facendo con la grande alternativa ad essa, la moneta elettronica.  (vedi qui –Dominio Mondiale e Moneta Elettronica – Rivelazioni Eccellenti). Una moneta che potrebbe essere stata concepita anche come complementare al NWO Coin. Già nel 2010 giravano curiose teorie di convenienza, sulla base del fatto che nel mondo esistessero circa 150 valute diverse. Con la moneta unica mondiale, secondo costoro, si sarebbe semplificato radicalmente l’utilizzo di denaro tra gli Stati:1) eliminando i costi di cambio2) aumentando fortemente gli scambi commerciali tra gli Stati del mondo ed ottenendo una maggiore concorrenza economica ed un contestuale aumento dei posti di lavoro; 3) Aumentanto le relazioni tra i popoli (fattore positivo – a loro dire – per l’armonia nel mondo: peccato che l’inghippo stia a monte…); 4) Eliminando il problema dei deprezzamenti pilotatidella moneta da parte di alcuni Stati (e delle stesse agenzie di rating create dalle stesse persone che oggi ci propongono la soluzione al problema da essi stessi causato. Il solito giochino…) ed eliminando la speculazione valutaria, una causa – a parer loro – delle crisi delle economie (ingenerate, ovviamente, sempre dalla stessa mano “salvatrice”); 5) Eliminando il problema delle fluttuazioni valutarie6) Monitorando con facilità le condizioni di ricchezza/povertà nei vari continenti; 7)Controllando l’inflazione. 8) Creando - Aggiungiamo – un governo unico mondiale più “sicuro e giusto” che possa controllare meglio 7 miliardi e mezzo di abitanti, come ci insegna – scusate il sarcasmo – George Orwell nel suo celebre film “Orwel 1984“. E già! Una moneta unica richiede un unico governo.. E questo il vero obiettivo che la globalizzazione e le connesse politiche liberali e (fateci caso) socialiste, con i loro profeti, hanno perseguito dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ad oggi. Inoltre va detto che con l’adozione della moneta unica mondiale si dovrebbe necessariamenteriformare la Banca Mondiale di modo che possa svolgere adeguatamente il ruolo di Banca Centrale Mondiale, con effetti liberticidi che già vediamo per grandi linee con la politica seguita dalla BCE nell’Eurozona: uno degli esempi più calzanti di questo diabolico inganno globale.

Alcuni Profeti della “Moneta Unica Mondiale”

Secondo costoro “a chiedere la moneta unica mondiale ci sono cittadini e rilevanti esponenti del panorama economico e politico, le banche e importanti istituzioni finanziarie del mondo“. Giusto per citare qualcuno di questi falsi profeti, possiamo citare Morrison Bonpasse, autore di “The Single Global Currency – Common Cents for the World”; Robert Triffin e il suo “Dollaro, Euro e moneta mondiale”; il Nobel per l’economia Robert Mundell, e la sua dichiarazione rilasciata nell’ottobre 2004 al congresso mondiale dell’associazione IAFEI (International Association of Financial Executives Institutes); Romano Prodi, e la sua dichiarazione del 16 luglio 2009, su “Il Messaggero” nell’articolo intitolato “La sfida di una moneta unica mondiale”. Dichiarazione presente anche sul suo sito: vedi qui http://www.romanoprodi.it/articoli/italia/la-sfida-di-una-moneta-unica-mondiale_924.html ); Silvio Berlusconi e il suo parere favorevole dato nel maggio 2009 sempre al sopracitato dottor Sandro Sassoli, general project coordinator dell’associazione “United Future World Currency”. Per questi ed altri falsi profeti della nuova economia monetaria mondiale qualora si provassero i grandi vantaggi di una moneta mondiale sarebbe evidentemente assurdo tornare indietro…

Moneta Unica Mondiale – L’Impero di Mammona e i Volto di Lucifero 

Nel Vangelo Gesù descrive il denaro con un nome preciso, Mammona, contrapponendo questa figura a quella di Dio Padre. Chiaro riferimento, dunque, al nemico per eccellenza: Lucifero, Satana, il DiavoloGiacinto Auriti, Ezra Pound ed altri illustri studiosi ed esperti di usura, hanno definito nei loro scritti la moneta come lo sterco del Diavolo. Auriti stesso – autore della “Teoria del volore indotto della moneta” – ebbe il merito di aver riportato al centro del dibattito nazionale ed internazionale il problema della moneta-debito e dello strumento usato dall’usurocrazia internazionale per controllare le masse, comprimerne i diritti ed espropriare l’universalità dei beni pubblici e privati, preannunciando proprio la dittatura mondiale del NWO auspicata già tre secoli prima da Mayer Amshel Rothschild, Adam Weishaupt e dalla massoneria internazionale all’indomani del congresso tenuto il 1° Maggio el 1776 a Francoforte, nel quale – tra l’altro – si diede vita alla setta degli illuminati e si pianificarono le importanti rivoluzioni che di lì a poco avrebbero cambiato la storia. Guardando al volto scelto per la nuova moneta unica mondiale che ci vorrebbero propinare “per il nostro bene”… non possiamo non notare un particolare agghiacciante ed inequivocabile (vedi video giù in allegato) su una faccia della moneta compare uno strano disegno floreale con una sorta di fiore a forma di fiamma (o fiamma camuffata) che emerge sulla parte superiore del disegno. Unendo i punti delle estremità della strana figura l’immagine che ne viene fuori – guardacaso – non è quella di Gesù Cristo.. Anzi! Indovinate un pò qual è? Altra sopresa poi, girando la faccia della moneta, dove si legge chiaramente il motto massonico ”Uniti nella Diversità“, tanto caro alla stessa Unione Europea. Un tipo di unione, della quale francamente vorremmo fare volentieri a meno!

Fonte: Informare per Resistere

Expo 2015: palcoscenico per la Moneta Unica Mondiale? Lo Sai

La verità su Angel, il signore “esorcizzato” da Papa Francesco

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La verità su Angel, il signore “esorcizzato” da Papa Francesco Lo Sai

La storia di Angel, il Messicano posseduto “volontario”

Segnalazione di Gianni Toffali

Ricordate l’episodio in cui Papa Francesco dopo la Messa di Pentecoste del 19 maggio 2013, si avvicinò, in piazza San Pietro, ad un malato in carrozzella e sembrò compiere un esorcismo? Lo sostenne il programma “Vade retro” di Tv 2000 che, però, venne ufficialmente smentito dal responsabile della sala stampa vaticana, Federico Lombardi il quale affermò: “il Papa non ha inteso compiere alcun esorcismo, ma semplicemente pregare per una persona sofferente che gli era stata presentata”.

Seguì, quindi, una dichiarazione del direttore di Tv 2000, Dino Boffo, il quale  si scusò pubblicamente  per aver “intaccato la verità dei fatti”.

Secondo alcuni, infatti,  quella di Papa Francesco fu soltanto una preghiera di liberazione e non un vero e proprio esorcismo, in quanto quest’ultimo, per essere valido, presuppone tutta una serie di condizioni e prerogative che non erano praticabili in quella situazione.

Fin qui la cronaca ufficiale: un episodio forse un po’ fuori dalla norma, una variazione sul tema rispetto alle classiche benedizioni di un Papa che sembra amare in modo particolare il contatto con la gente; niente, in ogni caso, che valesse la pena di ulteriori approfondimenti. Almeno per i media ufficiali.

E, invece, qualcosa da chiarire c’è…eccome se c’è!

Grazie a Dio, ci sono ancora giornalisti che informano e approfondiscono. La storia e i suoi retroscena, ce la racconta una trasmissione cattolica messicana “El pulso de la fé”. [Dal minuto 3:05 il filmato della preghiera del Papa]

Per cominciare, diciamo anzitutto che il primo protagonista della vicenda, la persona sulla sedia a rotelle a cui si rivolge il Papa, si chiama Angel ed è messicano, ha 43 anni, sposato con figli; l’altro protagonista è il sacerdote, anch’esso messicano, che accompagna Angel e che si vede nella foto: si tratta di padre Juan Rivas.

Facciamo un ulteriore passo indietro: padre Juan, pur vivendo la sua missione a Los Angeles, aveva notato che da qualche anno in Messico vi era stata una crescita inspiegabile e massiccia di episodi di violenza, i quali  risultavano inauditi sia per la “qualità” (ossia: crudeltà), sia per la quantità (essendo il loro numero significativamente più alto rispetto a quelli rilevati negli anni precedenti). Il sacerdote, intuì che vi fosse una correlazione tra l’aumento degli episodi criminali e l’approvazione, nel 2007, delle legge che consentiva l’aborto procurato in alcune province del Messico: pensò, quindi, ad un influsso diabolico sugli autori di tanta violenza.

Il sacerdote trovò successivamente riscontro nei numeri, che risultarono compatibili con la sua intuizione: le cifre degli aborti procurati corrispondevano, infatti, a quelle degli aumentati episodi di criminalità violenta.

Nel 2011, padre Juan rilascia un’intervista al programma “Novo millennio”

(e riportata nel 2012 dal canale Maria Vision), nella quale racconta di aver incontrato un giovane “indemoniato”, di cui non fa il nome ma che poi capiremo essere Angel, la cui possessione diabolica è legata alla legalizzazione dell’aborto volontario in Messico.

Angel rivela che la Vergine è molto triste perché la Sua venuta in Messico, nel 1531, quando apparve a San Juan Diego come nostra Signora di Guadalupe (e Cuatlaxupeh significa in lingua nahuatl: “Colei che schiaccia la testa al serpente”, così come si dice in Genesi 3,15) era servita per far cessare i sacrifici umani (che in quel paese erano praticati “legalmente” e riconosciuti come “diritto degli Dei”: e che furono proibiti solo con l’arrivo dei conquistadores spagnoli), mentre ora, con la legalizzazione dell’aborto volontario, ecco che in quel Paese veniva compiuto nuovamente quell’abominio!

Angel conferma anche la supposizione di padre Juan che l’aumento della violenza sia correlato alla pratica dell’aborto, è esatta.

Angel vive il problema della possessione da parecchio tempo ma, nonostante gli esorcismi, effettuati sia in Messico che a Roma, non si riesce a liberarlo dall’azione del maligno. E per questo, padre Juan pensa di portarlo dal Papa, come ultima istanza: Angel chiede e ottiene il permesso del suo vescovo e dei cardinali di riferimento .

Come sono andate le cose con il Papa l’abbiamo visto, ma la storia continua in quanto, due giorni dopo, Angel viene portato da padre Gabriele Amorth, la massima autorità in tema di esorcismi, il quale sottopone il giovane messicano al rito formale di liberazione.

E qui arriviamo al nocciolo della vicenda.

Durante l’esorcismo, si manifestano 4 demoni che parlando italiano e latino a padre Amorth, ammettono che il motivo della loro presenza in Angel è dovuta alla legge che permette l’aborto volontario in Messico.

L’esorcismo non è, però, riuscito: padre Amorth spiega che si tratta di un caso particolare in cui la vittima della possessione si offre volontariamente come capro espiatorio, come monito per un peccato grave e collettivo come quello dell’aborto volontario praticato massivamente (anche e soprattutto perché “legalizzato”) e, infatti, ai demoni non sarà permesso dall’ “ALTO” di allontanarsi da Angel fino a quando i vescovi messicani non faranno atto di riprovazione pubblica contro l’aborto volontario e atto di riparazione nei confronti di Maria.

Angel è stato visitato da medici e psichiatri che non hanno constatato nulla di anomalo in lui. Le sue sofferenze fisiche e morali sono di natura soprannaturale, quindi. Si tratta, come abbiamo detto, di un caso particolare in cui il Signore costringe i demoni a restare nel corpo del posseduto nonostante gli esorcismi e li obbliga a raccontare le motivazioni della possessione: e questo onde ottenere un maggior bene e lanciare un monito.

Il teologo Alberto Villasana spiega come ci siano tre casi di possessione satanica: quelli in cui la persona non è in stato di grazia e quindi è più vulnerabile agli attacchi del demonio. Il secondo caso è quello dei santi, a cui Dio permette di essere vessati da manifestazioni demoniache: questo permette a  persone già avanzate spiritualmente di superare una prova per il loro ulteriore progresso.

Il terzo caso è quello di Angel in cui una persona orientata al bene e sofferente per un grave peccato commesso da altri (la pratica degli aborti volontari, nel caso di Angel: che appartiene alla categoria di quelli che gridano vendetta davanti a Dio), si offre come vittima sacrificale in riparazione del grave peccato che altri commettono. Il Signore permette la prova per trarre un bene maggiore sia per la persona vessata, sia per il suo Paese.

Durante l’esorcismo i demoni hanno confermato che esiste un rapporto uno ad uno tra gli aborti volontari e gli episodi criminali dell’anomala ondata di violenza che ha investito il Messico dal 2007 ad oggi.

I demoni hanno detto anche che erano stati costretti ad andarsene in massa dal Messico con l’apparizione della Vergine a Guadalupe ma che, con la “legalizzazione” dell’aborto volontario: sono state aperte loro le porte per tornare in gran numero nel Paese confermando  anche che  l’aborto volontario è un vero e proprio sacrificio umano in cui viene versato sangue innocente.

A chi ritenesse azzardata e “troppo forte” l’equiparazione tra gli aborti volontari “legalizzati” e i sacrifici umani che si compivano sulla sommità delle piramidi messicane, è bene far notare alcune cose.

Ad esempio, che i “sacerdoti” aztechi non erano “assassini” che agivano contro le leggi e le consuetudini del loro tempo ma uomini pienamente convinti di star adempiendo al soddisfacimento di un diritto (quello assoluto dei loro “Dei” sulla vita umana dei sacrificati) o, al limite, di star commettendo un male minore per evitare un male maggiore (e quindi togliere la vita ad alcuni per evitare che gli “Dei” si adirassero o permanessero adirati: provocando così un numero di morti ben maggiore); e che molti dei sacrificandi non erano obbligati a farlo (così come del resto accadeva in tanti altri sacrifici rituali dei tempi antichi) ma erano bensì vittime più o meno volontarie, cadute nella tragica illusione dell’esistenza di un “diritto” superiore rispetto a quello a preservare la loro vita.

Qual’è, quindi, la differenza tra un “sacerdote” azteco (mosso dalle due suddette ragioni ad estirpare il cuore battente dal petto delle sue vittime) e un “medico” abortista (mosso dalle due medesime ragioni ad estirpare il concepito dall’utero materno, facendolo letteralmente a pezzi)? Solo il fatto che il bambino fatto a pezzi è totalmente innocente, rispetto all’adulto squartato sulla piramide azteca e che, in quanto adulto, per definizione non è totalmente innocente.

E qual è la differenza tra la “vittima” volontaria azteca (mosso da una distorta visione del “diritto”: nel suo caso, degli “Dei”) e la “vittima” volontaria dell’aborto procurato, ossia la donna?

Solo il fatto che la vittima volontaria azteca si offriva come vittima (consapevole) per un (presunto) diritto altrui (addirittura: degli “Dei”) mentre la donna vittima volontaria dell’aborto procurato è vittima inconsapevole (poiché nessuno le spiega che di quell’atto porterà per tutta la vita terrena le tracce indelebili, sia nel corpo che nell’Anima) per un (presunto) diritto “proprio”.

Se poi si aggiunge che gli aztechi non erano mai stati evangelizzati, a differenza degli abitanti del Messico e degli altri paesi europei e genericamente “occidentali” dove è avvenuto l’abominio della legalizzazione dell’aborto volontario: si capisce che in realtà i sacrifici umani compiuti dagli aztechi (e vividamente e realisticamente rappresentati in “Apocalypto” di Mel Gibson) sono un abominio di gran lunga più “innocente” rispetto a quello compiuto ai danni dei milioni di bambini nell’utero delle loro madri (e della maggioranza di quelle stesse madri: quasi sempre “seconde” vittime dell’aborto volontario).

Come stupirsi quindi, che a fronte ad un male perpetrato in maniera così sistematicamente abominevole ed esplicitamente luciferina, vi siano delle conseguenze “ambientali” che ricadono a raggiera su tutti coloro che vivono alle pendici di quelle piramidi insanguinate o attorno a quegli ospedali dove alcuni bambini non sono aiutati a nascere ma sono fatti a pezzi prima di raggiungere l’età per nascere?

Ecco perché la storia di Angel (che richiama quella di Anneliese Michel, da cui è stato tratto il film “L’esorcismo di Emily Rose”, http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=32 ) serve a farci riflettere ed a sensibilizzarci su quanto sia necessario che coloro che si vogliono ancora dire cristiani e cattolici (e che saranno sempre più un “piccolo resto”) prendano posizione netta e definita a favore della vita, dal momento del concepimento al suo termine naturale.

Essendo un qualsiasi altro atteggiamento un acconsentire, di fatto, all’iniquità.

Fonte

La verità su Angel, il signore “esorcizzato” da Papa Francesco Lo Sai

Rituale Satanico Durante i Grammy Awards 2014

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Rituale Satanico Durante i Grammy Awards 2014 Lo Sai

La nota cantante americana Katy Perry durante i Grammy Awards 2014 ha cantato la canzone ‘Dark Horse’ compiendo sul palco un rituale in onore del suo padre e padrone Satana. Il culto a Satana si sta diffondendo molto anche tramite cantanti di fama mondiale, che sono in mano alla Massoneria e agli Illuminati che vogliono distruggere il Cristianesimo e instaurare sulla terra ‘la religione luciferina’ (il satanismo).Il mondo della musica è composto da personaggi che sono al servizio di Satana, hanno venduto la loro anima a lui, lo servono e lo adorano. Essi, con la loro musica diffondono messaggi satanici, Incitano alla fornicazione, all’idolatria, all’avidità, ad uccidere ed a commettere ogni sorta di peccato. Essi sono strumenti nelle mani dei massoni e degli illuminati, che servono ad intrattenere le persone evitando in questo modo che si oppongano al loro obiettivo di costruire un unico governo mondiale. Guardatevi da loro e dall’ascoltare le loro musiche diaboliche.

Beyoncè: la Kitten Beta
La premiazione è cominciata con l’esibizione di Beyoncè in abiti “erotici” e fin troppo sfacciati, considerando che la trasmissione è andata in onda alle 8 di sera, mentre i bambini sono ancora svegli. La performance della popstar è stata condita almeno per l’80% da primi piani su di lei mentre si “toccava”.

Nella scena successiva c’è un chiaro riferimento alla programmazione Beta, in cui si vedono due Beyoncé, che rappresentano la scissione della personalità e per di più dietro le sbarre a rappresentare la schiavitù MK Ultra.

Beyoncé ai Grammy è quindi in linea con il tema principale del suo album: la programmazione Kitten Beta, l’ennesimo esempio di uno spettacolo che espone milioni di giovani menti a un eccesso di sessualizzazione.

Kate Perry: la Strega
 
La sua esibizione durante il Grammy ha confermato ancora una volta quale sia il suo percorso, disturbando molti spettatori per le sfumature sataniche nell’esibizione. Perry canta all’interno di una sfera di cristallo, mentre quattro figure demoniache con le corna si elevano sopra di lei.

Katy poi esce dalla sfera di cristallo muovendosi con i suoi ballerini, facendo intuire una specie di controllo a distanza come se fossero sotto il suo incantesimo. Si capisce subito che il tema della canzone non è l’amore ma è concentrato su possessioni occulte.

Poco dopo Katy evoca un cavallo scuro, è forse un riferimento al cavallo nero dell’Apocalisse? Un cavallo bluastro con occhi rossi ne ricorda molto un altro identico che si trova nell’aeroporto di Denver.

Questo cavallo spaventoso o demon horse si trova difronte all’aeroporto internazionale di Denver, un luogo pieno di simbolismo Nwo (vedi articoloqui).

Mentre Perry danza intorno ad un palo come una ballerina di un locale a luci rosse, ma nel contesto assomigliante molto di più ad una strega, viene circondata dai suoi ballerini che accendono un cerchio di fuoco intorno a lei per completare il rituale.

La croce rossa incandescente sul vestito di Kate è molto simile alla croce dei Cavalieri Templari. I Cavalieri Templari erano una società segreta occulta medievale che è considerata la creatrice della Massoneria, degli Illuminati di Baviera ed i custodi dei segreti della magia sessuale praticata dall’OTO di Crowley. I Cavalieri Templari sono stati perseguiti a causa del loro presunto culto di Baphomet e per la pratica di stregoneria.

La copertina dell’album Dark Horse è dotata di un All-Seeing Eye (l’occhio che tutto vede) in alto, il che segnala la sponsorizzazione all’elite occulta, inoltre la gabbia e l’uccello sono elementi del controllo mentale. In breve la performance di Kate Perry rispecchia un mega rituale occulto, diventato ormai un cavallo di battaglia, o meglio un Dark Horse del Grammy Award massonico.

Promozione Malefica
 
Giusto per rimanere in tema, il Grammy è stato utilizzato anche per promuovere l’ultima magia di casa Disney: “Maleficent” (Malefico). Un film caratterizzato da un Angelina Jolie nei panni della strega cattiva con le corna.

Viene proposto il trailer del film in cui si vede Malefica, soprannominata la strega di tutti i mali, che mette una maledizione sul bambino nella culla. Ecco un’immagine che sintetizza e rappresenta ciò che fanno i mass-media ai giovani.

Il trailer si conclude con Malefica che esprime questa frase: “Non c’è male in questo mondo. Odio e Vendetta … hahahahahah!”. Made in Disney Corporation…..

Il Servizio della Chiesa
 
I Grammy hanno poi preso una strana piega quando Mackelmore ha eseguito la sua canzone pro-gay “Same Love”. La performance era formata da 33 coppie, un numero simbolico tanto caro agli Illuminati. Subito dopo, Madonna, la Gran Sacerdotessa del settore della musica stessa, è venuta a cantare ai suoi sudditi, usando uno scettro e dando benedizioni per i matrimoni di massa.

La performance ha avuto luogo in una specie di chiesa, con tanto di coro gospel, in cui 33 coppie erano legalmente sposate. Questo è essenzialmente ciò che l’industria degli Illuminati sta cercando di fare: diventare la nuova religione delle masse, attraverso completi mega rituali televisivi.

Concludendo
Come al solito, il Grammy Awards 2014 ha voluto premiare i soliti artisti del settore, che sono stati usati per mandare i messaggi degli Illuminati che volevano. Mentre molti spettacoli erano semplici e sobri, quelli dati dagli artisti più influenti di oggi erano pesanti nei messaggi e nelle immagini. Dalle prestazioni Beta-Kitten di Beyoncé alla magia nera rituale di Katy Perry, abbiamo ancora una volta visto che eventi importanti sono quasi sempre utilizzati per il lavaggio del cervello ai giovani e per orientare le masse in una direzione specifica.
Perché è tutta una questione di indottrinare i giovani? Come la canzone di Katy Perry dice: “Perchè una volta che sei mia … Non c’è modo di tornare indietro”……
 
Fonti:

Rituale Satanico Durante i Grammy Awards 2014 Lo Sai

Il nuovo mondo ALDOUS HUXLEY

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Il nuovo mondo ALDOUS HUXLEY Lo Sai

Pubblicato da radiomillennio

“Brave new world”
Cigni moribondi, le ali contorte
La bellezza non è necessaria qui
Perduto il mio amore, perduta la mia vita
In questo giardino di paura ho visto molte cose
In una vita di solitudine Madre amore non esiste più
Riporta questo selvaggio a casa
Desolata casa di dolore – Non da alcun senso
Chiudi questa mente, intorpidisci questo cervello
Un Messia prima della sua caduta
Ciò che vedi non è reale
Coloro che conoscono non parleranno
Tutto è perduto, venduta la tua anima
In questo impavido nuovo mondo.

Un saluto a tutti gli amici, quanto abbiamo ascoltato è un’ inquietante canzone che rispecchia una distopica società di tipo orwelliana – che è quella del romanzo di Aldous Huxley del 1932 – (Brave New World) Impavido nuovo mondo. Questo libro anticipa temi quali lo sviluppo delle tecnologie della riproduzione, l’eugenetica e il controllo mentale, usati per forgiare un nuovo modello di società. Ambientato nell’anno di Ford 632, corrispondente all’anno 2540 della nostra era, il romanzo descrive una società il cui motto è “Comunità, Identità, Stabilità”. A seguito di una devastante guerra, l’intero pianeta viene riunito in un unico Stato. La popolazione ignora il motivo della propria situazione attuale: sa solo che il passato era caratterizzato dalla barbarie. Solo i coordinatori sanno come la presente società sia nata e come fosse in precedenza. La nuova società è basata sui principi della produzione in serie, applicati inizialmente nelle industrie automobilistiche di Ford alla produzione del “Modello T”. Per questo Ford è il Dio di questa nuova società ed il segno della “T” ha rimpiazzato il segno della croce cristiana. Dal disprezzo di Henry Ford per la storia discende anche il rifiuto di studiarla e comprenderla. Il 1908, primo anno di produzione del Modello T, è l’”anno uno” di questa nuova era. La produzione in serie viene applicata anche alla riproduzione umana, resa completamente extrauterina. Gli embrioni umani vengono prodotti e fatti sviluppare in apposite fabbriche secondo quote prestabilite e pianificate dai coordinatori mondiali – e non esistono più vincoli familiari di alcun tipo (“ognuno appartiene a tutti”). Per impedire nascite naturali, e quindi non controllate, vengono usate apposite pratiche di contraccezione, insegnate ai giovani nelle scuole; ogni individuo può scegliere il nome (e il cognome) che preferisce. Gli esseri umani in questa società sono divisi in caste, ottenute tramite un ritardo controllato dello sviluppo degli embrioni ottenuto tramite privazione dell’ossigeno, in modo da influenzarne il futuro sviluppo fisico e intellettivo.

Esse sono sono così suddivise:

La casta alfa consiste degli individui destinati al comando, i beta coprono incarichi amministrativi che richiedono un’istruzione superiore, ma senza le responsabilità del comando, e tre caste inferiori sono le gamma, delta e epsilon in grado decrescente di intelligenza. Gli epsilon sono creati e addestrati per occuparsi dei lavori più umili senza lamentarsene. In genere, tutti gli individui sono sottoposti a condizionamento mentale per conformarsi al ruolo che ricopriranno nella società. Al tradizionale processo di educazione viene sostituito uno di condizionamento psico-fisico, che inizia sin dal concepimento. Ad esempio agli individui destinati a riparare i jet in volo è fornito più preparato nutritivo mentre sono posti a testa in giù per associare tale posizione al benessere; il processo viene poi proseguito durante l’infanzia attraverso la ripetizione ipnopedica continua di slogan.

ipnopedia – anche conosciuta come sleep-learning o sleep-teaching) è il nome di una tecnica che consiste nel fornire stimoli uditivi ad un soggetto dormiente mediante ripetizione di suoni o semplici frasi durante il sonno. Oggi sappiamo che questa tecnica non porta a quei risultati auspicati, infatti Huxley nel suo romanzo afferma che essa non permette l’acquisizione di dati, formule o quant’altro durante la notte, ma permette solamente la memorizzazione di frasi. L’apprendimento è quindi puramente mnemonico: dato l’inizio della frase fatta ascoltare nel sonno, il soggetto è in grado di ripetere esattamente quanto ascoltato (e inconsciamente di applicarlo), senza però far suo il contenuto in modo consapevole. Nel libro questa tecnica viene quindi utilizzata per indottrinare i cittadini, facendo loro ascoltare per miliardi di volte gli stessi slogan in modo che rimangano indelebilmente marchiati a fuoco nelle loro menti. Creati artificialmente e istruiti inconsciamente ai valori predefiniti della società, gli abitanti di questo mondo perfetto perdono ogni identità personale e diventano componenti indifferenziati di un organismo sociale superiore, che si auto-garantisce stabilità, sopravvivenza e una sorta di felicità ebete.

A questo proposito ho letto un divertente sfogo di un pendolare genovese che dice:

L’ipnopedia di Ferrovie dello Stato

Aldous Huxley nel suo capolavoro “il Mondo Nuovo” immaginava un futuro nel quale l’apprendimento delle nozioni basilari per lo stare in società fosse affidato all’opera dell’ ipnopedia.Il funzionamento era semplice: la ripetizione ciclica, per diverse ore al giorno, di una frase o di una massima garantiva che il concetto entrasse acriticamente nella mente e nel “patrimonio culturale” del soggetto sottoposto a trattamento. E in questo non c’è niente di magico, repetita iuvant dicevano già i latini. Di magico c’è invece che una volta tanto l’Italia riesca ad essere all’avanguardia e -addirittura!!- Trenitalia riesca ad essere in anticipo sui tempi. Se infatti Huxley immaginava l’ipnopedia nel lontano futuro del 632 dopo Ford (Henry), già nel 2010 dopo Cristo Ferrovie dello Stato obbliga i suoi utenti a sorbirsene dosi massicce e gratuite. Chiunque abbia come me il dispiacere di dover passare diverse ore della sua settimana nella stazione di Genova Principe partecipa, volente o nolente, a una sessione intensiva di questa subdola forma di coercizione. Diversi schermi, corredati di striduli altoparlanti, hanno infestato da qualche mese a questa parte ogni antro della stazione e ripetono, in un ciclo continuo che ricomincia ogni 10 secondi, sempre le stesse immagini e gli stessi suoni. Non vi parlo del piacere che può provare un pendolare nell’aspettare il suo treno, mentre tutt’intorno a lui si susseguono migliaia ripetizioni di una musichetta stupida inframezzata da una vocetta che ti consiglia o di scommettere, o di guardare un film, o di andar a spendere da qualche parte il tuo denaro. La cosa peggiore, e più irritante, sta ne fatto che mentre le immagini si possono “disinnescare” evitando di guardarle, per il refrain del sonoro non c’è niente da fare: è ineliminabile. Se volete essere avanti, se volete assaggiare la modernità , accorrete dunque a Genova Principe, o in una delle altre Grandi stazioni, a farvi una bella seduta di ipnopedia a dose libera. Venite a prender coscienza del livello di pervasività della pubblicità nel nostro tempo, nonchè del livello di stress a cui Ferrovie dello Stato sottopone gli utenti. Ma fate in fretta. Ci sarà tempo solo fino a quando qualche associazione di pendolari, o il buon senso, o magari qualche viaggiatore vendicativo a cui hanno soppresso il treno, non ci libererà di questa ipnopedica angoscia quotidiana…. e questo posso confermarlo visto che frequento la stazione citata, ma proseguiamo col romanzo: Il condizionamento viene considerato una pratica normale in questa società, tanto che gli individui usano il termine “condizionato” al posto di “educato”. Ognuno viene indottrinato ad amare la propria collocazione sociale, il colore della propria uniforme, la vita cui sarà destinato per la casta cui appartiene. Come “rimedio” per ogni eventuale infelicità, agli individui viene fornito un medicinale chiamato “soma”, (non sò perchè ma mi riporta alla mente l’immagine di un somaro) in realtà una droga euforizzante e antidepressiva, garantendo così un ulteriore controllo della popolazione. I cittadini del Mondo Nuovo non hanno alcuna nozione della storia passata, salvo sapere, per il condizionamento avuto, che nel passato l’umanità viveva nella barbarie e che quello di oggi è il migliore dei mondi possibili. Sanno che gli esseri umani in passato erano vivipari e che esistevano nascite e genitori, ma questi concetti sono un tabù, le parole “madre” e “padre” sono usate come insulti. Forse la cosa più sorprendente della società descritta nel romanzo è il comportamento dei suoi cittadini. Le caste inferiori, prodotte per clonazione, mostrano una forte mentalità gregaria, ma anche gli individui delle caste superiori, dove da un embrione si ottiene un solo individuo adulto, sono condizionati ad accettare il sistema di caste e le consuetudini sociali che discendono da esse. Nel corso del romanzo, spesso i personaggi citano gli slogan imparati durante il condizionamento che hanno ricevuto.

È considerato normale essere molto mondani, avere una vita sessuale totalmente promiscua fin da piccoli, allontanare i pensieri negativi con il soma (che ha come unico effetto negativo quello di essere letale se assunto in dosi massicce), praticare sport ed essere, in genere, buoni consumatori. È invece inaccettabile passare del tempo in solitudine, essere monogami, rifiutarsi di prendere il soma ed esprimere opinioni critiche nei confronti degli altri e della società. La morale del libro ruota attorno a questo: in modo da poter garantire alla società un’eterna e universale felicità, questa deve essere manipolata, la libertà di scelta e di espressione limitate, le ambizioni intellettuali e sentimentali inibite. Sotto molti aspetti la società del Mondo Nuovo può essere considerata utopica e ideale: l’umanità è finalmente libera da preoccupazioni, sana, tecnologicamente avanzata, priva di povertà e guerra, permanentemente felice. L’ironia tuttavia è che questa condizione ideale è ottenuta sacrificando le cose che generalmente consideriamo importanti per l’essere umano: la famiglia, l’amore, la diversità culturale, l’arte, la religione, la letteratura, la filosofia e la scienza. Come tutto questo rispecchi il modello del nuovo ordine mondiale descritto nei protocolli, dei quali abbiamo parlato la volta scorsa, è significativo – molti diranno che è solo un romanzo, mi chiedo però come tutto questo possa essere casuale visto che oggi a distanza di quasi 100 anni tutto sta andando verso quella direzione e si sta realizzando sotto i nostri occhi. Ma io credo che ormai a quelli che hanno voluto comprendere come stanno le cose, tutto risulti chiaro, quindi sembrerebbe quasi inutile ripeterlo, ma la ragione per la quale ho voluto menzionare questo romanzo risiede in un particolare che ritengo molto importante e troppe volte sottovalutato. Ossia il condizionamento. Come abbiamo letto nella descrizione, il condizionamento viene visto come una pratica normale in quel modello di società, quindi non risulterà strano pensare che questa tecnica venga adottata per ottenere una disposizione alla sottomissione da parte delle persone nei confronti di chi comanda.

Vediamo come viene esercitato:

Uno dei metodi più sottili ed usati è quello dei messaggi subliminali – di questi abbiamo già parlato in una delle prime trasmissioni, e per quelli che magari hanno storto il naso non volendo credere che essi esistano o vengono usati, vorrei chiedere come spiegano il fatto che il governo italiano per “arginare” il fenomeno, avrebbe nel 1990 con la legge 223 vietato espressamente la trasmissione di messaggi subliminali. Ma andiamo avanti: a tutti è noto come una immagine valga 1000 parole – essa scavalca anche la nostra razionalità, è di forte impatto emotivo – condensa in un breve attimo dei concetti che a volte sarebbe difficile spiegare a parole – come un vessillo, la bandiera simbolo di una nazione, che porta dentro emozioni, storia, tradizioni, identità ecc. Questo lo sanno bene gli esoteristi e quanti praticano la magia o il satanismo – e ne conoscono l’influenza sulla mente delle persone. Non c’è modo migliore di fare propaganda a qualcosa che quella di utilizzare simboli, loghi, immagini e gadget che portano immediatamente in chi li guarda o li indossa ad identificare, ad associare quel simbolo o immagine ad una idea – un concetto o un personaggio. Breve, conciso, efficace.
Il fatto è che la maggior parte della gente recepisce il messaggio o il significato che gli hanno voluto far credere e non quello che significa veramente. (vedi simbolo della pace)Purtroppo l’effetto che subiscono non è questione di interpretazione. Ne subiscono un condizionamento che li farà agire in modo programmato, come dimostrato nell’esperimento di Pavlov, da lui annunciata nel 1903. In questo esperimento Pavlov (fisiologo, medico ed etologo russo) fa precedere all’azione di dare del cibo a un cane il suono di un campanello; nella prima fase dell’esperimento Pavlov fa suonare il campanello e non rileva nessuna secrezione salivare nel cane, in seguito gli fornisce la carne e lo stimolo viene attivato; nella fase successiva il campanello viene fatto suonare mentre al cane viene dato il cibo. Infine nella terza fase viene rilevato uno stimolo salivare già al solo suono del campanello: il cane associa al suono del campanello l’arrivo del cibo e ciò provoca in lui una secrezione salivare, l’acquolina in bocca, appunto. Il campanello diventa quindi lo stimolo condizionato, di ciò che solitamente avveniva solo per stimolo diretto (incondizionato). Dopo molti esperimenti sui processi digestivi, Pavlov intuì come alcuni stimoli che non sono direttamente collegati al cibo, possano generare secrezioni salivari note comunemente come “acquolina in bocca”; poté quindi dimostrare che il cervello controlla i comportamenti non solo sociali, ma anche fisiologici. La mente viene quindi considerata una sorta di scatola nera il cui funzionamento interno è inconoscibile e, per certi aspetti, irrilevante: quello che importa veramente per i comportamentisti è giungere ad un’approfondita comprensione empirica e sperimentale delle relazioni tra certi tipi di stimoli (ambientali) e certi tipi di risposte (comportamentali). All’interno di questo ampio approccio, viene posta enfasi su particolari aspetti. Uno degli assunti principali è il meccanismo del condizionamento, in base al quale l’associazione ripetuta di uno stimolo, detto stimolo neutro, con una risposta che non è ad esso direttamente correlata, farà sì che, dopo un periodo di tempo, a tale stimolo segua la risposta condizionata.

Ma tutto questo per portarci a cosa?

all’Apoptosi – uno strano termine che in biologia indica una forma di morte cellulare programmata. Al contrario della necrosi, che è una forma di morte cellulare risultante da un acuto stress o trauma, l’apoptosi è portata avanti in modo ordinato e regolato, e generalmente porta ad un vantaggio durante il ciclo vitale dell’organismo (è infatti chiamata da alcuni anche “morte altruista” o “morte pulita”). Cittadini sacrificabili per il bene dello stato come cellule di un organismo che deve sopravvivere anche a scapito di alcune sue parti. Potrebbe sembrare nobile, un alto ideale come quello di morire per la patria, o per difendere la libertà – come dei bonzi che si immolano dandosi fuoco in una piazza – ma chissà perchè a fare questo sacrificio sei chiamato tu e non chi te lo propone! Nella prossima trasmissione, Dio volendo, vi dimostrerò come siete stati condizionati.

radiomillennio – giugno 5, 2012

Fonte

 

 

Il nuovo mondo ALDOUS HUXLEY Lo Sai


Padre Livio rimuove Roberto De Mattei da Radio Maria per questo articolo

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Padre Livio rimuove Roberto De Mattei da Radio Maria per questo articolo Lo Sai

Il 13 febbraio Padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, ha chiuso la rubrica “Radici Cristiane” che il prof. Roberto de Mattei conduceva dal 17 febbraio 2010, ogni terzo mercoledì del mese a Radio Maria. La ragione del provvedimento è l’articolo dello stesso de Mattei 2013-2014. Motus in fine velocior apparso su “Corrispondenza Romana” del 12 febbraio. Clicca qui per leggere lo scambio di corrispondenza tra padre Livio e Roberto de Mattei.

2013-2014: Motus in fine velocior

(di Roberto de Mattei) L’11 febbraio 2013 è una data ormai entrata nella storia. Quel giorno Benedetto XVI comunicò la sua decisione di rinunciare al pontificato ad un’assemblea di cardinali attoniti. L’annunzio fu accolto “come un fulmine a ciel sereno”, secondo le parole rivolte al Papa dal cardinale decano Angelo Sodano e l’immagine di un fulmine che lo stesso giorno colpì la Basilica di San Pietro fece il giro del mondo.

L’abdicazione avvenne il 28 febbraio, ma prima Benedetto XVI comunicò di voler restare in Vaticano come Papa emerito, fatto mai avvenuto e ancora più sorprendente della rinuncia al pontificato. Nel mese trascorso tra l’annuncio dell’abdicazione e il conclave apertosi il 12  marzo, fu preparata l’elezione del nuovo Pontefice, anche se apparve al mondo come inaspettata. Più che l’identità dell’eletto, l’argentino Jorge Mario Bergoglio, stupì l’inedito nome da lui scelto, Francesco, quasi a voler rappresentare un unicum, e colpì il suo primo discorso, in cui dopo un colloquiale “buonasera”, si presentò come “vescovo di Roma”, titolo che spetta al Papa, ma solo dopo quelli di Vicario di Cristo e di successore di Pietro, che ne costituiscono il presupposto.

La fotografia dei due Papi che pregavano assieme, il 23 marzo a Castelgandolfo, offrendo l’immagine di una inedita “diarchia” pontificia,  aumentò la confusione di quei giorni. Ma si era solo all’inizio. Venne l’intervista sull’aereo di ritorno da Rio de Janeiro, il 28 luglio 2013, con le parole “chi sono io per giudicare!” destinate ad essere utilizzate per giustificare ogni trasgressione. Seguirono le interviste di Papa Francesco al direttore della “Civiltà Cattolica”, in  settembre e  quella al fondatore del quotidiano “La Repubblica”, in ottobre, che ebbero un impatto mediatico superiore alla sua prima enciclica Lumen fidei. Si disse che non erano atti di magistero, ma tutto ciò che da allora sta accadendo nella Chiesa, deriva soprattutto da quelle interviste che ebbero carattere magisteriale di fatto se non di principio.

Lo scontro tra il cardinale Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Fede, e il cardinale arcivescovo di Tegucigalpa Oscar Rodriguez Maradiaga, coordinatore dei consiglieri per le riforme di Papa Francesco,  ha portato al culmine la confusione. La dottrina tradizionale, secondo Maradiaga, non è sufficiente ad offrire « risposte per il mondo di oggi». Essa verrà mantenuta, ma ci sono «sfide pastorali» adatte ai tempi alle quali non si può rispondere «con l’autoritarismo e il moralismo» perché questa «non è nuova evangelizzazione».

Alle dichiarazioni del card. Maradiaga hanno fatto seguito i risultati del sondaggio sulla pastorale familiare promosso dal Papa per il Sinodo dei Vescovi del 5-19 ottobre. Il Sir (Servizio di informazione religiosa) ha diffuso una sintesi  delle prime risposte arrivare dal Centro-Europa. Per i vescovi belgi, svizzeri, lussemburghesi e tedeschi, la fede cattolica è troppo rigida e non corrisponde alle esigenze dei fedeli. La Chiesa dovrebbe accettare le convivenze prematrimoniali, riconoscere matrimoni omosessuali e unioni di fatto, ammettere il controllo delle nascite e la contraccezione, benedire le seconde nozze dei divorziati e permettere loro di ricevere i sacramenti.        Se questa è la strada che si vuole percorrere, è il momento di dire che si tratta di una strada verso lo scisma e l’eresia, perché si negherebbe la fede divina e naturale che nei suoi comandamenti non solo afferma l’indissolubilità del matrimonio, ma proibisce gli atti sessuali al di fuori di esso, tanto più se commessi contro natura. La Chiesa accoglie tutti coloro che si pentono dei propri errori e peccati e si propongono di uscire dalla situazione di disordine morale in cui si trovano, ma non può legittimare, in alcun modo, lo status di peccatore. A nulla varrebbe affermare che il mutamento riguarderebbe solo la prassi pastorale e non la dottrina. Se tra la dottrina e la prassi manca la corrispondenza, vuol dire che è la prassi a farsi dottrina, come peraltro sta purtroppo accadendo dal Concilio Vaticano II in poi.

La Chiesa deve dare risposte nuove e “al passo con i tempi”? Ben diversamente si comportarono i grandi riformatori nella storia della Chiesa, come  san Pier Damiani e san Gregorio Magno che, nell’XI secolo, avrebbero dovuto legittimare la simonia e il nicolaismo dei preti, per non rendere la Chiesa estranea alla realtà del loro tempo, ed invece denunciarono queste piaghe con parole di fuoco, avviando la riforma dei costumi e la restaurazione della retta dottrina.

E’ lo spirito intransigente e senza compromesso dei santi ad essere oggi drammaticamente assente. Urgerebbe una acies ordinata, un’armata schierata a battaglia che impugnando le armi del Vangelo annunci una parola di vita al mondo moderno che muore, invece di abbracciarne il cadavere. I gesuiti offrirono, tra il Concilio di Trento e la Rivoluzione francese, questo nucleo di combattenti alla Chiesa. Oggi soffrono la decadenza di tutti gli ordini religiosi e se tra questi uno ne appare ricco di promesse, viene inspiegabilmente soppresso. Il caso dei Francescani dell’Immacolata, esploso a partire da luglio, ha portato alla luce una evidente contraddizione tra i continui richiami di Papa Francesco alla misericordia e il bastone  assegnato al commissario Fidenzio Volpi per annichilire uno dei pochi istituti religiosi oggi fiorenti.

Il paradosso non si ferma qui. Mai come nel primo anno di pontificato di Papa Francesco, la Chiesa ha rinunciato ad uno dei suoi divini attributi, quello della giustizia, per presentarsi al mondo misericordiosa e benedicente, ma mai come quest’anno la Chiesa è stata oggetto di violenti attacchi da parte del mondo verso cui stende la mano.

Il matrimonio omosessuale, rivendicato da tutte le grandi organizzazioni internazionali e da quasi tutti i governi occidentali, contraddice frontalmente non solo la fede della Chiesa, ma la stessa legge naturale e divina che è iscritta nel cuore di ogni uomo. Le grandi mobilitazioni di massa, avvenute soprattutto in Francia con le Manif pour tous, cos’altro sono se non la reazione della coscienza di un popolo ad una legislazione iniqua e contro-natura? Ma le lobby immoraliste non si accontentano di questo. Ciò che a loro preme non è l’affermazione dei presunti diritti omosessuali, quanto la negazione dei diritti umani dei cristiani. Christianos esse non licet: il grido blasfemo che fu di Nerone e di Voltaire, riecheggia oggi nel mondo, mentre Jorge Mario Bergoglio è eletto dalle riviste mondane uomo dell’anno.

Gli avvenimenti si susseguono sempre più rapidamente. La sentenza latina motus in fine velocior è comunemente usata per indicare lo scorrere più veloce del tempo al termine di un periodo storico. La moltiplicazione degli eventi abbrevia infatti il corso del tempo, che in sé non esiste al di fuori delle cose che fluiscono. Il tempo, dice Aristotele è la misura del movimento (Fisica, IV, 219 b). Più precisamente lo definiamo come la durata delle cose mutevoli. Dio è eterno proprio perché è immutabile: ogni movimento ha in lui la sua causa, ma nulla in Lui muta. Più ci si allontana da Dio, più cresce il caos, prodotto dal mutamento.

L’11 febbraio ha segnato l’inizio di un’accelerazione del tempo, che è la conseguenza di un movimento che si sta facendo vertiginoso. Viviamo un’ora storica che non è  necessariamente la fine dei tempi, ma è certamente il tramonto di una civiltà e la fine di un’epoca nella vita della Chiesa. Se al chiudersi di quest’epoca  il clero e il laicato cattolico non assumeranno fino in fondo le loro responsabilità, si avvererà inevitabilmente il destino che la veggente di Fatima ha visto svelarsi davanti ai propri occhi:

« Vedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio ».

La drammatica visione del 13 maggio dovrebbe essere più che sufficiente per spingerci a meditare, pregare ed agire. La città è già in rovina e i soldati nemici sono alle porte. Chi ama la Chiesa la difenda, per affrettare il trionfo del Cuore Immacolato di Maria. (di Roberto de Mattei)

Fonte: Corrispondenza Romana

Padre Livio rimuove Roberto De Mattei da Radio Maria per questo articolo Lo Sai

Vignette Anti Massoniche [PARTE 1/2]

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Vignette Anti Massoniche [PARTE 1/2] Lo Sai

-di Davide Consonni-

Senza voler essere esauriente e definitivo l’elenco che segue mira a raccogliere e mostrare la pungente e tagliente vignettistica anti-massonica apparsa in diverse epoche e nazioni ad opera di diversi e numerosi pii Cattolici e non, accomunati dall’avversione all’iniqua setta massonica.

“…decretiamo doversi condannare e proibire, come con la presente Nostra Costituzione, da valere in perpetuo, condanniamo e proibiamo le predette Società, Unioni, Riunioni, Adunanze, Aggregazioni o Conventicole dei Liberi Muratori o des Francs Maçons, o con qualunque altro nome chiamate…”

[ Clemente XII, Litt. ap. In eminenti, 28 apr. 1738, in Bullarium Romanum, taurinensis ed., t. XXIV, 365-367]


Inizio riportando alcune opere cartoonistiche e vignettistiche del Cattolico statunitense David Claypole Johnston, egli pubblicò nel periodo intercorso tra il 1810 e il 1860. 
Nel 1828 illustrò un almanacco, il “New England Anti-masonic Almanac, for the year of Our Lord”, questo almanacco riporta illustrato il rituale d’iniziazione al grado di apprendista muratore.

L’intera pubblicazione del 1829 è visitabile qui: https://archive.org/details/newenglandantima1829bost
Qui quella del 1830: https://archive.org/details/newenglandantima1830bost
Qui la pubblicazione del 1831: https://archive.org/details/newenglandantima1831bost
La pubblicazione del 1833 è visionabile qui: https://archive.org/details/newenglandantima1832bost

 

Qui di seguito, invece, riporto alcune delle sue illustrazioni più celebri:

La prima ebbe come titolo: “A splendid procession of free masons”

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La seconda, tratta dall’almanacco sopra citato, canzona e deride il massone Presidente degli Stati Uniti Andrew Jackson:

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Qui sotto una delle copertine degli almanacchi antimassonici pubblicati dal Jhonston:

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Qui sotto una vignetta che ritrae l’assassinio di William Morgan, massone spergiuro che tentò di pubblicare i rituali segreti della massoneria statunitense e che perciò fini ucciso ed occultato dai massoni della loggia Batavia di New York. [fonte: Spadafora, Cartoon e Massoneria, Edizioni ETS, p. 96]

Nel link che segue è possibile leggere l’opera di Morgan che venne pubblicata postuma alla sua morte: http://www.utlm.org/onlinebooks/captmorgansfreemasonrycontents.htm

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Nel link che segue è possibile leggere una biografia del David Claypole Johnston e una cronologia del suo operato cartoonistico e vignettistico: http://jeffreycroteau.com/wp-content/uploads/2011/06/David-Claypoole-Johnstons-Anti-Masonic-Woodcuts-for-New-England-Almanacs.pdf

Abbandoniamo, umilmente e con rispetto, il primo 50ennio del 19° secolo statunitense per approdare nella cattolicissima Francia dei primi del ’900, cattolicissima nonostante il giacobinismo massonico imperante e devastante. Per chi volesse leggere la prima parte di questo articolo clicchi sul link che segue: http://radiospada.org/2014/02/vignette-anti-massoniche-parte-1/

Passo ora a mostrare le opere di Achille Lemot ,  (1846-1909) fu un illustratore, fumettista e caricaturista francese, noto anche con gli pseudonimi di Uzès o Lilio. Divenne celebre per le sue pungenti illustrazioni pubblicate sulla rivista “Pelerin”.

Qui di seguito la biografia di Lemot: http://lavieremoise.free.fr/dossiers/dossiers.php?id_dossier=242

Il link che segue, invece, contiene altre opere di Lemot non riportate in questo articolo: http://www.lambiek.net/artists/l/lemot_a.htm

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Avendo terminato, nella seconda parte di questo articolo, la parziale esposizione delle opere vignettistiche ed illustrative di Lemot, passiamo oltre.

E’ giunto il momento di trattare il caso italiano. Qui di seguito riporterò niente di meno che alcune vignette anti massoniche portate e pubblicate dal 1° Congresso Internazionale Anti Massonico tenutosi a Trento dal 26 al 30 settembre del 1896.
Qui di seguito propongo dei link per chi volesse approfondire gli aspetti anti massonici esposti durante questo grandioso congresso:
Link1: http://www.trapaninostra.it/libri/Antonio_Gualano/Congresso_antimassonico_L_ultima_crociata/Congresso_antimassonico_L_ultima_crociata-06.pdf
Link2: http://www.trapaninostra.it/libri/Antonio_Gualano/Congresso_antimassonico_L_ultima_crociata/Congresso_antimassonico_L_ultima_crociata_-_A_Gualano-000.htm
Link3: http://www.grandeoriente.it/pdf/Invito_18_aprile_2010.pdf

Qui sotto il programma del Congresso:

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Qui di seguito alcune delle vignette presentate al congresso di Trento:

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Terminata la parziale esposizione della vignettistica presentata al 1° Congresso Internazionale Anti Massonico di Trento, nella speranza devota che un evento così radioso possa un giorno ripetersi, passiamo oltre.

La seconda parte di questo articolo verrà pubblicata nei prossimi giorni.

 

FONTE ARTICOLO:

VIGNETTE ANTI MASSONICHE [PARTE 1]: http://radiospada.org/2014/02/vignette-anti-massoniche-parte-1/

VIGNETTE ANTI MASSONICHE [PARTE 2]: http://radiospada.org/2014/02/vignette-anti-massoniche-parte-2/

VIGNETTE ANTI MASSONICHE [PARTE 3]: http://radiospada.org/2014/02/vignette-anti-massoniche-parte-3/


Vignette Anti Massoniche [PARTE 1/2] Lo Sai

Giordano Bruno: tanto fumo, poco arrosto.

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Giordano Bruno: tanto fumo, poco arrosto. Lo Sai

Il 17 febbraio dell’anno 1600 fa venne arso vivo a Campo de’ Fiori a Roma il noto filosofo Giordano Bruno, ad opera del Tribunale Ecclesiastico. Oggi ci viene presentato dalla scuola e da buona parte della storiografia come un martire del libero pensiero caduto vittima della terrificante macchina inquisitoriale per le sue tesi che si discostavano dall’ortodossia cattolica. Ma chi fu veramente Giordano Bruno?

 

Noto per la sua misoginia, Bruno dovette fuggire nel 1576 dal convento nel quale risiedeva per evitare un processo per eresia e viaggiando per l’Europa acquistò la fama di mago e di esperto della tradizione ermetica. Rifugiandosi nel 1579 nella Ginevra calvinista, inizialmente aderì al calvinismo per poi esserne scomunicato.

 

Lavorò in seguito come spia di  sir Francis Walsingham (capo dei “servizi segreti” inglesi dell’epoca) nell’ambasciata francese a Londra per contrastare i cattolici inglesi, tradendo da un lato l’ambasciatore Michel de Castelnau che lo ospitò e non facendosi scrupoli dall’altro di utilizzare il saio domenicano (entrò in quell’ordine a 14-15 anni) per ottenere informazioni che potessero essere poi rivolte a danno dei cattolici in Inghilterra (ad es. denunciò un penitente che gli aveva confessato di aver voluto assassinare la regina).

 

Dopo la sua attività spionistica a Londra, tornerà a Parigi da Enrico III di Valois (che lo aveva sempre accolto e protetto), ma ne venne espulso nel 1586 a causa dell’ennesima discussione degenerata in una rissa. Si trasferì quindi a Marburgo in Germania ottenendo una cattedra universitaria che fu costretto ad abbandonare a causa di un litigio col rettore, spostandosi di conseguenza a Wittenberg (città dove Lutero affisse le sue 95 tesi) e abbracciando il luteranesimo in funzione anti-cattolica (vorrei ricordare che 4 anni prima nel suo libello “Spaccio “ il Bruno auspicò che i luterani venissero “sterminati ed eliminati dalla faccia della terra come locuste, zizzanie, serpenti velenosi”). Una volta lasciata questa città andò a Praga dall’imperatore Rodolfo II, il quale a causa della sua fascinazione nei confronti dell’esoterismo lo accolse, ma non appena verificato che le “abilità magiche” da lui tanto decantate non corrispondevano ad un dato di realtà, Bruno dovette abbandonare Praga dirigendosi alla volta di Helmstadt nel 1589, dove fu presto scomunicato dal pastore luterano locale.

Viaggiò successivamente a Francoforte, Zurigo e Padova, per poi approdare a Venezia nel 1591, ospitato da una cerchia di nobili veneziani (tra cui spiccava Giovanni Mocenigo) desiderosi di conoscere i segreti dell’occulto e della magia, ma il Bruno non ardiva altro se non assoggettare Papa Gregorio XIV alla sua visione religiosa e politica tramite…la magia. Qui si concluderà la sua vicenda quando il Mocenigo lo farà arrestare dall’Inquisizione il 23 maggio 1592.

Testo di anonimo, raccolto a cura di Piergiorgio Seveso

Fonte

Giordano Bruno: tanto fumo, poco arrosto. Lo Sai

Dynamo e Kristian Jyoti: ci sono demoni dietro la magia? VIDEO SHOCK

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Dynamo e Kristian Jyoti: ci sono demoni dietro la magia? VIDEO SHOCK Lo Sai

- di Daniele Di Luciano -

Premessa: le informazioni che seguono sono tratte da opere di personaggi importanti che hanno influenzato la nostra cultura. E anche se al lettore meno ferrato in certi argomenti potranno sembrare incredibili, fanno parte della storia e della tradizione dell’uomo e continuano ad influenzare, come ogni tradizione secolare, anche la nostra società.

Per chi non lo conoscesse, Dynamo è un illusionista che negli ultimi anni è divenuto famoso in tutto il mondo. Ma Steven Frayne, questo è il suo vero nome, non è l’unico “mago” che sta spopolando grazie a Youtube e alla televisione.

Criss Angel, David Blaine, Copperfield, sono solo alcuni dei nomi più famosi.

Sembra paradossale che la nostra cultura positivista e scientista sia ancora tanto attratta dalla magia.

La magia ha origini molto antiche. Da sempre l’uomo ha creduto che esistesse un piano trascendente influenzabile dall’azione umana.

Sembrerà assurdo ma alcuni dei più grandi pensatori del passato, che tutt’oggi vengono studiati nelle scuole, credevano nella magia. Alcuni esempi?

Platone, Pitagora, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Giordano Bruno; ma anche quei personaggi che oggi associamo al concetto di scienza come Copernico, Keplero, Galileo Galilei, Newton, ecc., non erano estranei a ciò che oggi verrebbe considerata magia.

Non è possibile riassumere in un articolo la storia della magia e quindi ci limiteremo a darne un’idea, per forza di cose, semplificata.

La magia antica è sempre stata collegata all’astrologia. Si pensava (e alcuni lo pensano ancora oggi) che il sole, la luna, i pianeti e le stelle, interferissero con la realtà terrestre. Ogni astro emanerebbe un qualcosa che, a seconda della posizione e delle congiunture astronomiche, arriva sulla terra e colpisce gli esseri umani, infuenzandone, positivamente o negativamente, l’umore e le azioni.

Gradualmente, anche grazie a trattati come “Sui raggi”, di Al Kindi, si è iniziato a pensare che, oltre agli astri, anche le persone, gli animali e gli oggetti, emanassero una sorta di “radiazione”. Praticamente, insieme al mondo sensibile composto dalla materia, ne coesisterebbe un altro, non percebile, fatto di raggi. Cambiamenti del mondo sensibile comporterebbero delle conseguenze nel mondo dei raggi, e viceversa.

E qui viene il bello (o il brutto): non solo le nostre azioni quotidiane modificano continuamente il mondo dei raggi – non sarebbe importante, dato che quel mondo ci è in qualche modo estraneo – ma il “mago” o l’operatore, come lo chiama Giordano Bruno, modificando il mondo dei raggi, otterrebbe delle conseguenze sul mondo materiale.

Facciamo un esempio sciocco: un mago, secondo queste teorie, (e per mago intendo l’operatore di Giordano Bruno, non il ciarlatano della strada) potrebbe modificare il raggio della carta da gioco pescata dal mazzo dal volontario di turno e “trasformarla” in una carta diversa.

A questo punto la domanda è: come si può modificare il mondo dei raggi per ottenere i risultati sperati sul mondo sensibile?

Secondo i maghi del passato esistono almeno tre mezzi per compiere un prodigio del genere: i suoni, la materia e le figure. Analizzeremoli brevemente.

Così come gli astri e gli elementi materiali che ci circondano (sia animati che inanimati) anche i suoni, la nostra stessa voce e perfino i pensieri, emanerebbero dei raggi. Ecco spiegata l’origine delle “formule magiche” e delle teorie cabalistiche secondo le quali alcune parole, o sequenze di parole, se correttamente pronunciate, avrebbero dei “poteri”. Grande importanza avrebbero le parole ebraiche in quanto la lingua ebraica veniva (o viene) considerata il linguaggio della creazione.

Per quanto riguarda la materia, ogni avvenimento irradierebbe dei raggi in ogni dove. Anche gli avvenimenti più insignificanti. Ma i raggi più intensi, e quindi più importanti, verrebbero irradiati da avvenimenti particolari, come – e mi rifaccio di nuovo ad Al Kandi – la morte violenta. Ecco spiegato il rituale dei sacrifici, che sarebbero solo dei mezzi attraverso i quali il mago può irradiare potenti raggi.

Le figure, infine, non possono non richiamare alla mente tutto il simbolismo (piramidi, occhi, pentalfa, sigilli, ecc.) che, ancora oggi, viene utilizzato da alcune elite esoteriche di cui, sul nostro sito, parliamo frequentemente. Ed ecco spiegata la funzione dei talismani magici impiegati nelle magie.

Per concludere dobbiamo ricordare l’ultima credenza antica, che oggi, almeno ufficialmente, sembra scomparsa: la realtà non sensibile sarebbe “infestata” da numerosi demoni che il mago, attraverso i mezzi che abbiamo sommariamente descritto, potrebbe invocare e ai quali potrebbe chiedere ciò che più gli preme.

Incredibile? Pensate che questa pratica, l’invocazione dei demoni, tecnicamente detta teurgia (opposta alla liturgia cattolica), viene riportata anche da Wikipedia e dall’enciclopedia Treccani. Cito:

Nel Medioevo cristiano tali pratiche vennero ‘demonizzate’ e considerate ‘malefiche’ e inaccettabili, giacché l’avvento del Cristianesimo implicava l’eclissi di tutti i «daimones» pagani, che a loro volta erano considerati maschere degli angeli caduti insieme a Lucifero. La pratica teurgica venne chiamata ars goetia, locuzione derivata da una parola greca che significa “stregoneria“, “magia nera“, alla quale ovviamente si contrapponeva la liturgia sacramentale cattolica…

La teurgia, dopo secoli di decadenza, ebbe un revival nel corso del XIX Secolo, con il suo utilizzo da parte di gruppi esoterici quali l’Ordo Templi Orientis, l’Hermetic Order of the Golden Dawn, la Società Teosofica.

Ovviamente, come spiega bene Massimo Introvigne, forse il maggior esperto italiano di nuovi movimenti religiosi e magici, nel suo libro “Il cappello del mago”, non bisogna essere troppo creduloni, né in un senso né nell’altro. La stragrande maggioranza dei “fenomeni magici” a cui possiamo assistere avviene grazie a dei, più o meno sofisticati, trucchi. Alcuni fenomeni però, non sono riducibili a questi inganni. In questi casi può trattarsi di suggestione, autosuggestione o suggestione collettiva. Infine, e sono i più rari, esistono fenomeni che la scienza non può spiegare in alcun modo. Ecco perché sbaglia chi crede che si tratti sempre di magia e sbaglia anche chi crede che ci sia sempre una spiegazione scientifica.

Vi lascio al video in cui sono raccolti ed evidenziati alcuni fenomeni particolari, come il cambio del colore degli occhi durante una formula magica e dichiarazioni fuori dalle righe delle persone che assistono alle magie, che tirano in ballo forze malefiche e demoniache.

Dynamo e Kristian Jyoti: ci sono demoni dietro la magia? VIDEO SHOCK Lo Sai

IL VERO GOLPE SARA’ PRODI AL POSTO DI NAPOLITANO, 7 ANNI DI “GARANZIA” PER I MASSONI DI BRUXELLES

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IL VERO GOLPE SARA’ PRODI AL POSTO DI NAPOLITANO, 7 ANNI DI “GARANZIA” PER I MASSONI DI BRUXELLES Lo Sai

C’È UNA DATA

Giorgio Napolitano, ecco quando si dimetterà

Se avesse potuto,Giorgio Napolitano la staffetta l’avrebbe evitata. Meglio andare avanti con Enrico Letta, pensava il capo dello Stato. Ma la ribellione (nel nome della poltrona?) del Pd contro il suo stesso premier ha segnato la via. “Decidete voi”, ha detto l’inquilino del Colle ai democratici. E i democratici, in Direzione, hanno preso la (scontata) decisione: “Grazie Enrico, ma ora vai a casa”. Fuori Letta, dentro Renzi. Staffetta, appunto. Un avvicendamento che taglia i tempi di permanenza di Napolitano al Colle. Ora, con buona approssimazione, si può indicare la data in cui Re Giorgio abdicherà, rimettendo il suo secondo mandato quirinalizio. Se tutto andrà come previsto, Napolitano si dimetterà tra ottobre e novembre. Lascerà soltanto dopo che la riforma della legge elettorale sarà approvata.Il mantra - Nel primo fulmineo giro di consultazioni del venerdì, il Capo dello Stato ha iniziato a ripetere quello che diventerà il suo mantra negli incontri di oggi, sabato 15 febbraio: “Va fatta al più presto“, spiega riferendosi alla riforma elettorale. Italicum o non Italicum, una nuova legge è fondamentale: se tutto precipitasse, e se la riforma ancora non fosse attuata, il Paese precipiterebbe nel baratro di un proporzionale puro, quel Consultellum che è la versione del Porcellum riveduta e corretta dalla Corte Costituzionale, versione che, in caso di voto, sancirebbe l’ingovernabilità di un paese tripartito. Dunque Re Giorgio ha la ferma intenzione di chiudere il suo mandato, ma soltanto dopo aver “traghettato” il Paese fuori dalla palude di quest’insidia.Mortadella - D’altronde, con il passaggio di testimone a Renzi, da certi punti di vista la stagione di Re Giorgio si è chiusa. E’ proprio questo il pensiero di Giovanni Toti, che a Il Foglio spiega: “Chiuso il governo Letta si chiude anche il senso politico della stagione di Napolitano. Con il nuovo governo, la nuova leadership del Pd e gli accordi di riforma tra il centrosinistra e Berlusconi, ci vuole un nuovo presidente. Un sigillo su questa nuova fase che è forse di pacificazione”. Peccato però che sullo sfondo, la “figura di pacificazione” non ci sia. A Roma, per il dopo-Napolitano, si continua a ricamare su un nome, quello di Romano Prodi, che proprio venerdì ha fatto capolino nella Capitale. Per il centrodestra, dunque, si apre ora una nuova sfida: quella di impedire che, da qui ad ottobre, l’ascesa di Prodi al Colle sia l’ineluttabile.

Fonte

IL VERO GOLPE SARA’ PRODI AL POSTO DI NAPOLITANO, 7 ANNI DI “GARANZIA” PER I MASSONI DI BRUXELLES Lo Sai

Renzi sputtanato dalla telefonata del finto Vendola: i ministri li sceglie De Benedetti

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Renzi sputtanato dalla telefonata del finto Vendola: i ministri li sceglie De Benedetti Lo Sai

17 febbr – “Ho ricevuto pressioni da De Benedetti, ma io il ministro non lo faccio”. Parola di Fabrizio Barca. L’ex ministro di Monti è entrato nel toto-nomi per un dicastero nel governo Renzi, in particolare per il ministero dell’Economia in cui non verrà riconfermato Fabrizio Saccomanni. Intercettato dal finto Vendola de La Zanzara, al telefono, Barca si lascia andare a rivelazioni che imbarazzeranno tanto Renzi quanto l’Ingegnere ed editore di Repubblica. Di fatto sulla lista dei ministri del nuovo governo del rottamatore ci sarebbe la mano di Carlo De Benedetti. Quella lista, stando a quel che dice Barca, la vorrebbe compilare lui in persona.

De Benedetti e la lista dei ministri - Cadendo nel tranello de La Zanzara, Barca rivela al finto Vendola: “Il padrone della Repubblica, con un forcing diretto di sms, attraverso un suo giornalista, con una cosa che hanno lanciato sul sito ‘chi vorresti come ministro dell’Economia’ dove ho metà dei consensi, ha cercato di convincermi ad accettare il ministero. Questi sono i metodi. Legittimi, per carità. Questo è il modo di forzare, di scegliere, di discutere. Non una volta chiedendomi: ma se lo fai cosa fai?. Se io dico che voglio fare una patrimoniale da 400 miliardi di euro, cosa che secondo me va fatta, tu cosa rispondi? Mi dici che va bene?”. Insomma l‘Ing, penna in mano, si mette a fare la lista dei ministri per il “suo” Matteo. Non a caso De Benedetti vorrebbe Barca, uomo dell’ala più a sinistra del Pd, un “rosso”, insomma, come “rossa” è Repubblica.

“Renzi non ha un piano” -
 Barca, ex ministro della Coesione Territoriale nel governo Monti, nella telefonata col finto Vendola è un fiume in piena. Ne ha pure per Renzi: “Nichi – dice ancora Barca – è una cosa che è priva…non c’è un’idea, c’è un livello di avventurismo. Non essendoci un’idea, siamo agli slogan…Questo mi rattrista, sto male, sono preoccupatissimo perché vedo uno sfarinamento veramente impressionante, Nichi”. Dunque hai rifiutato, insiste il finto Vendola, interpretato da Andro Merkù: “Ho rifiutato secco – risponde -, ma secco in un modo…Ieri ho dovuto scrivere un messaggio..attraverso la Annunziata mi è arrivato un messaggio: ma se ti chiama il presidente? Ho dovuto mandare un sms scritto così:…vi prego di non farmi arrivare nessuna telefonata”.

“Avventurismo senza idee” - Barca è inarrestabile. Dopo aver sbugiardato De Benedetti, smonta pure Renzi, che ha le idee ben poco chiare: “Sono colpito – continua – dall’insistenza, il segno della loro confusione e disperazione… e poi in tutto questo ovviamente io dovrei essere quello tuo…e ovviamente c’è pure la copertura a sinistra…sono fuori, sono fuori, sono fuori di testa!”. Ma Matteo ti ha detto qualcosa in particolare?, chiede il finto Vendola. La risposta: “No, lui no. Tutto questo non capendo, Nichi, neanche le persone. Se mi chiami, vengo, ci vediamo mezz’ora, ti spiego in cinque minuti e ti do anche qualche consiglio perché io sono fatto così. No, invece tutto questo attraverso terzi, quarti, quinti, un imprenditore…”.

Picche all’Ing -  Infine l’ex ministro ritorna ancora sulle insistenze di De Benedetti, e spiega ancora le ragioni del suo secco rifiuto: “Lui non si rende conto che io più vedo un imprenditore dietro un’operazione politica più ho conferma di tutte le mie preoccupazioni. Un imprenditore che si fa sentire…”. Una brutta grana, per Renzi, questa telefonata: rischia di apparire come un burattino mosso dalle esperte mani dell’Ingegnere, che non a caso, con Repubblica e col resto del suo impero mediatico, da tempo tira la volata a Matteo.

liberoquotidiano

Tratto da: Fonte

Renzi sputtanato dalla telefonata del finto Vendola: i ministri li sceglie De Benedetti Lo Sai

Quando De Benedetti chiese a Pomicino: «Vuoi essere il mio ministro?»

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Quando De Benedetti chiese a Pomicino: «Vuoi essere il mio ministro?» Lo Sai

- di Eugenio Cipolla - 

«Non amo gli assalti. Sono sotto pressione, Nichi, una pressione crescente. Ma io non ci penso proprio, tanto per essere chiaro! É iniziata la sarabanda del paron della Repubblica. Lui non si rende conto che io più vedo un imprenditore dietro un’operazione politica più ho conferma di tutte le mie preoccupazioni. E’ una cosa che è priva… non c’è un’idea, c’è un livello di avventurismo. Non essendoci un’idea, siamo agli slogan. Questo mi rattrista, sto male, sono preoccupatissimo perché vedo uno sfarinamento veramente impressionante, Nichi. Terzi, quarti, quinti, un imprenditore?».

Quando ieri l’economista Fabrizio Barca, ex ministro del governo Monti, è stato beffato dal finto Nichi Vendola de «La Zanzara», confessando di aver ricevuto forti pressioni da Carlo De Benedetti per entrare nell’Esecutivo che sarà guidato da Matteo Renzi, si sono stupiti in molti (o quantomeno coloro che non conoscono a fondo la politica). E’ mai possibile che un imprenditore apparentemente estraneo ai palazzi del potere eserciti azioni del genere? La risposta è abbastanza scontata: sì.

Perché al contrario di quanto ha provato a farci credere in questi ultimi vent’anni il gruppo Espresso-Repubblica, spostando abilmente l’attenzione sui conflitti d’interesse di Silvio Berlusconi (che ci sono, per carità, a che serve nasconderli?), anche De Benedetti fa politica attiva con l’obiettivo di perseguire i propri interessi (questo non giustifica quelli del suo avversario, sia chiaro). L’unica differenza consiste nel fatto che, mentre Berlusconi ci ha messo la faccia, conquistando e mantenendo personalmente il consenso di un elettorato consapevole di questo, De Benedetti si è sempre servito di burattini docili e accondiscendenti, agendo dietro le quinte come un Mangiafuoco qualunque.

A dimostrarlo non ci sono solo voci, impressioni e scoop giornalistici, ma addirittura un episodio accaduto nel lontano 1991, quando De Benedetti era già un imprenditore affermato e Silvio Berlusconi non era ancora sceso in politica. A raccontarlo in “Strettamente riservato” è Geronimo, pseudonimo di colui che si scoprirà essere, solo successivamente alla pubblicazione del libro, Paolo Cirino Pomicino, una delle colonne portanti della prima Repubblica.

Nel marzo del 1991 Cirino Pomicino, allora ministro del Bilancio, ricevette la visita di Carlo De Benedetti. Una visita particolare, secondo Geronimo, con un carattere diverso rispetto alle precedenti: «Mi espone un progetto che sta elaborando con diversi amici, industriali e giornalisti, per affidarlo poi ad alcuni uomini politici», scrive Pomicino. «A bruciapelo mi chiede:”Vuoi essere il mio ministro?”. Resto attonito, è la proposta più strana che mi sia stata fatta».

Cirino Pomicino, però, snobbò quella proposta, facendo capire al suo interlocutore di non essere interessato. Così De Benedetti andò via e apparentemente non accadde nulla. Solo apparentemente, perché, nota Pomicino, dopo quell’incontro, nel settembre dello stesso anno, a Cernobbio, i grandi industriali cambiarono volto, trasformandosi da amici in nemici del potere politico di allora. Un caso?

 

Fonte: Quelsi

Noi ci permettiamo di fare un’integrazione grazie ad un nostro articolo uscito oggi: Carlo De Benedetti lavora per i Rotschild

Vedere per credere:

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Quando De Benedetti chiese a Pomicino: «Vuoi essere il mio ministro?» Lo Sai


IL VEN:. GR:. M:. MASSONE GIUSEPPE GARIBALDI E L’ETERNA DEVOZIONE DELLA MASSONERIA [FOTO E DOCUMENTI]

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IL VEN:. GR:. M:. MASSONE GIUSEPPE GARIBALDI E L’ETERNA DEVOZIONE DELLA MASSONERIA [FOTO E DOCUMENTI] Lo Sai

di Davide Consonni

“Se per Risorgimento s’intende il movimento culturale che ha accompagnato l’Unità, cioè il processo di unificazione politica della penisola italiana, con l’intenzione esplicita di «modernizzare il paese», ossia «[...] di disfare il tradizionale ethos italiano radicato nel cattolicesimo per costruire un ethos nuovo, progettato a tavolino, modellato sulle presunte caratteristiche delle più avanzate nazioni protestanti europee», non posso celebrare Giuseppe Garibaldi, autorevole esponente del «partito anti-italiano» risorgimentale.

 

Il programma «nazionale» — che Garibaldi indossa in pieno, favorendone apertamente l’ideologismo più radicale —, ispirato alla duplice intenzione di unificare l’Italia e di procedere al «rinnovamento morale e civile» degli italiani, ha rappresentato un tentativo insidioso di «rieducazione» popolare, volto a demolire la cultura dell’antica nazione italiana. «In termini polemici si potrebbe dire che Garibaldi fu tra quelli che “fecero l’Italia per ‘disfare’ gl’italiani”».

GARIBALDI-AGaribaldi riteneva, infatti, che la lacerazione fra «paese legale» e «paese reale», evidente fin dai primi giorni di vita del nuovo Stato unitario, fosse la conseguenza del radicamento della cultura religiosa presso la stragrande maggioranza della popolazione. Mentre altri operavano a livello della minoranza colta, Garibaldi diffonde, in forme più immediate e comunicative, fermenti anticattolici presso i ceti popolari, anche con la distribuzione capillare di opuscoli e di catechismi che attribuivano a lui la vera rappresentanza della «legge di Cristo» contro le imposture del Papa. Il sacerdote è presentato come «[...] la più nociva di tutte le creature, perché egli più di nessun altro è un ostacolo al progresso umano, alla fratellanza degli uomini e dei popoli» e Papa Pio IX (1846-1878) viene definito «un metro cubo di letame». Nelle sue invettive anticlericali trabocca spesso dal terreno politico a quello della dogmatica cattolica: per esempio definisce l’Eucaristia come il «[...] modo d’inghiottire il reggitore dei mondi, e depositarlo poi, in un Closet qualunque. Sacrilegio, che prova l’imbecillità degli uomini», oppure intervenendo sull’infallibilità del Papa, «[...] un povero vecchio che conformandosi alle leggi inesorabili della natura tra poco pagherà come noi tutti ad essa il suo tributo e sarà ben difficile distinguere il nauseante suo teschio da quello di qualunque mendico»

Garibaldi manifesta il suo furore anticattolico pure attraverso la stesura di romanzi ingiuriosi e denigratori nei confronti del clero e del Pontefice: «Gli ultimi anni di vita — scrive lo storico gesuita Pietro Pirri (1881-1969) — sono anche i più miserevoli sotto l’aspetto morale. G. [aribaldi] non trovò di meglio che sfogare i suoi crucci con libri in prosa e in versi, per lo più insulsi, riboccanti di volgari ingiurie e di denigrazioni contro il clero e il Papa, e di roboanti declamazioni contro una società che aveva il torto di non pigliare sul serio i sogni della sua mente ottenebrata da vieto anticlericalismo e da grette idealità massoniche»” [Fonte: http://www.identitanazionale.it/diba_q008.php]

Fu a Montevideo che Garibaldi nel 1844 indossò il primo “grembiulino” ed “ebbe la luce” massonica iniziatica. Aveva trentasette anni, e la loggia era L’Asil de la Vertud, una loggia irregolare, emanazione della massoneria brasiliana, non riconosciuta dalle principali obbedienze massoniche internazionali, quali erano la Gran Loggia d’Inghilterra e il Grande Oriente di Francia. Sempre nel corso del 1844 regolarizzò la sua posizione(4° grado) presso la loggia Les Amis de la Patrie di Montevideo posta all’obbedienza del grande Oriente di Parigi.  La sua affiliazione comparve successivamente anche nella loggia Tomp Kins, a Stapleton nello stato di New York, (Dove ancora oggi sorge una loggia/officina che porta il suo nome). La carriera massonica di Garibaldi ebbe un salto di qualita quando il Gran Oriente di Palermo gli conferì (Tra i sei commissari inviati dal Gran Oriente c’era anche il 33° Francesco Crispi) a Torino tutti i gradi del Rito Scozzese (dal 4° al 33°) il 17 marzo 1862, seguita dall’elezione a Gran Maestro dell’Ordine d’Oriente e del Rito Scozzese Antico ed Accettato del 21 maggio 1864 e nella suprema carica di Gran Hierofante del Rito Egiziano di Memphis-Misraim nel 1881. Molte di queste informazione le dobbiamo a Aldo A. Mola direttore del ”Centro studi per la storia della Massoneria” che ha sede presso il Gran Oriente d’Italia a Roma.

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Aldo Mola nel suo libro ”Liberazione d’Italia nell’opera della Massoneria” (oltre alla quantità incredibile di documenti, tra cui i buoni di stato britannici che hanno finanziato Mazzini & Company) ripete più volte: “La spedizione dei mille dall’inizio alla fine sotto tutela britannica: o, se si preferisce, dalla Massoneria Inglese”. Il Mola precisa che Garibaldi: ”andò in visita ufficiale”..(In Gran Bretagna)..”[ove ottenne] accoglienze trionfali, mai riservate ad alcun riservato cittadino”. (Informazioni tratte da “Storia della massoneria Italiana”, Aldo A. Mola)

 L’immagine che segue è una scannerizzazione di uno dei prestiti inglesi ottenuti e firmati dal Mazzini:

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“E in Inghilterra, soprattutto tra gli ultimi anni ’50 e gli ultimi anni ’60, vi sono in ogni caso attivi contatti con la menzionata loggia irregolare dei “Philadelpes”, nucleo originario di quella che poi diventerà la “Prima Internazionale”, analiticamente documentati, ad esempio, da B. Nikolaevsky[8]. Non mancano, attraverso le personalità liberali che appoggiano in Inghilterra l’azione mazziniana, contatti con la massoneria regolare: la prima riunione dei “Friends of Italy” si tiene a Londra nella località storica detta “Freemasons’ Tavern”[9]”  direttamente dal sito del Grande oriente d’Italia: http://www.grandeoriente.it/studi/storia-della-massoneria-in-italia/linfluenza-di-mazzini-nella-massoneria-italiana.aspx

 

Proseguo con due citazione di Garibaldi speranzoso che una sana coscienza storica risorga dalla istituzionalizzata menzogna che domina  sulla storiografia circa il risorgimento: “Se nascesse una società del demonio che combattesse despoti e preti mi arruolerei nelle sue fila”, “Farei L’italia anche col Diavolo!”

Qui di seguito riporto un documento d’eccezione proveniente dall’archivio storico del Grande oriente d’Italia, massima obbedienza massonica italiana. Si tratta del diploma rilasciato a Garibaldi dal Supremo Consiglio del Grande Oriente d’Italia sedente in Palermo a firma del Sovrano Gran Commendatore Giuseppe Garibaldi (Palermo, 20 luglio 1867) [FONTE: http://newsletter.grandeoriente.it/newsletter_6_11/goinewsletter_locandinabiblioteca.pdf ]


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Passiamo ora a documentare parte dell’effetto che il gran maestro Garibaldi ebbe sui massoni che ereditarono il valore simbolico e reale delle sue massoniche gesta. Riporto la notizia di una manifestazione massonica di cordoglio apparsa sui muri di Teramo per il 2° anniversario della morte del massone Garibaldi:

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Siamo nel 1884.  Arriva il 2 giugno, è un lunedì. E’ il secondo anniversario della morte di Giuseppe Garibaldi,  gran Maestro della Massoneria Italiana. La ricorrenza non lascia indifferenti i massoni teramani e all’alba si vede affisso sui muri della città un manifesto che ricorda ai cittadini chi “ha spezzato le catene” e li invita a bruciare, come fece Lutero, l’enciclica con cui il Vaticano ha maledetto la massoneria. Colui il quale dichiarò: “Per pessimo che sia il Governo italiano, ove non si presenti l’opportunità di facilmente rovesciarlo, credo meglio attenersi al gran concetto di Dante: “Fare l’Italia anche col diavolo”

Il manifesto è firmato “i massoni della Valle del Gran Sasso” ed è molto significativo. 
L’enciclica a cui si riferiva il manifesto era la “Humanum Genus” ed era stata promulgata da Papa Leone XIII il 20 aprile di quello stesso anno. Essa partiva dal presupposto che la fine del XIX secolo era un’era pericolosa per i cattolici e condannava la massoneria, così come una serie di ideologie, credenze e pratiche generalmente eretiche connesse con la massoneria e con altre consorterie come la carboneria. Con l’enciclica, Leone XIII aveva condannato il relativismo morale e filosofico della massoneria e le sette ostili alla Chiesa, cito un passaggio della Humanum Genus:
“Imperocché da fatti giuridicamente accertati, da formali processi, da statuti, riti, giornali massonici pubblicati per le stampe, oltre alle non rare deposizioni dei complici stessi, essendosi venuto a chiaramente conoscere lo scopo e la natura della setta massonica, quest’Apostolica Sede alzò la voce, e denunziò al mondo, la setta dei Massoni, sorta contro ogni diritto umano e divino, essere non men funesta al Cristianesimo che allo Stato, e fece divieto di darvi il nome sotto le maggiori pene, onde la Chiesa suol punire i colpevoli. Di che irritati i settari e credendo di poter, parte col disprezzo, parte con calunniose menzogne sfuggire o scemare la forza di tali sentenze, accusarono d’ingiustizia o di esagerazione i Papi, che le avevano pronunziate” [Fonte: http://www.vatican.va/holy_father/leo_xiii/encyclicals/documents/hf_l-xiii_enc_18840420_humanum-genus_it.html ]

Con il manifesto, i massoni della Valle del Gran Sasso uscivano allo scoperto e prendevano nettamente posizione contro la Chiesa e contro il Clero. Il giornale teramano “Corriere Abruzzese”, che personaggi influenti della massoneria teramana  gestivano o indirizzavano, nel suo numero di mercoledì 4 giugno 1884 riportava la notizia dell’affissione del manifesto massonico nella sua rubrica più seguita. E anche questo era molto significativo. Era ancora lontano il momento in cui la Chiesa e la Massoneria avrebbero intrecciato le loro vicende e avrebbero stabilito “larghe intese”, ignorando secoli di sacre condanne del magistero alla perniciosa consorteria massonica, lesiva tanto alle anime, quanto ai corpi, tanto alla Chiesa quanto allo stato.

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Cambiamo epoca ma manteniamo l’argomento. Vediamo come la massoneria italiana in tempi più recenti come ha celebrato e ricordato Fr:. Ven:. Massone Garibaldi. Sentite cosa pubblica il Corriere della Sera il 23/settembre/1995:

“DUEMILA MASSONI IN CORTEO CON L’ADESIONE DEL SENATORE PDS
Questa mattina, per la prima volta nella loro storia, i massoni italiani sfileranno in corteo. Ma, tra i simboli di Logge italiane e straniere giunte per l’ occasione nella capitale, ci sara’ anche un pidiessino, il senatore Saverio Di Bella, membro della Commissione bicamerale antimafia. Con un passato militante nel Pci e nel sindacato, apprezza il “nuovo corso” del Gran Maestro Virgilio Gaito e considera giusto “far cadere una volta per tutte” certe barriere: “La massoneria, quella “sana”, fa parte integrante della storia italiana”. Il capogruppo dei progressisti della stessa commissione, Antonio Bargone, prende subito le distanze: “Partecipa a titolo personale: noi ci dissociamo”. Ma la scelta fa nascere un nuovo “caso” all’ interno della Quercia. Il corteo dei duemila “fratelli” si muovera’ dalla Villa del Vascello per raggiungere il punto piu’ alto del Gianicolo, dove domina la statua di Giuseppe Garibaldi.” [FONTE: http://archiviostorico.corriere.it/1995/settembre/23/Duemila_massoni_corteo_con_adesione_co_0_95092312976.shtml]

Leggete, qui di seguito, la replica del senatore pds che partecipò alla celebrazione massonica, sempre sul Corriere della Sera del 23 settembre 1995:

“”Iscritti al Pds nella massoneria? Io non li conosco. Comunque, nessuna meraviglia: e’ cambiata l’ Italia, e’ cambiato il mondo ed e’ giunto il momento di far cadere certe barriere”. A parlare in questo modo e’ un vecchio militante pci, ora senatore del Pds e membro dell’ Antimafia. Saverio Di Bella, 55 anni, ha deciso di partecipare senza problemi al corteo dei massoni. Ed e’ stato preventivamente condannato da un altro parlamentare del suo stesso partito, il deputato Antonio Bargone, convinto che, con la tessera della Quercia in tasca, non si possa esprimere simpatia per il “nuovo corso” del Grande Oriente d’ Italia. Di Bella, che insegna Storia moderna all’ Universita’ di Messina, difende la sua scelta: “Basta saper distinguere, e io lo faccio per professione, tra la componente illuministico risorgimentale e quella degenerata della Toscana e dell’ Italia meridionale. Parlo dell’ infiltrazione ormai accertata della N’ drangheta in alcune Logge. Ma e’ proprio a questo livello che si e’ inserita la collaborazione fondamentale del Gran Maestro Gaito. Il suo tentativo di fare pulizia ha avuto riscontri oggettivi: ha gia’ espulso 4 mila iscritti e ha collaborato con l’ Antimafia”. Ma il deputato Bargone, capogruppo dei progressisti nella sua commissione, smentisce tutto.”  [Fonte: http://archiviostorico.corriere.it/1995/settembre/23/prima_volta_dei_massoni_piazza_co_0_95092313013.shtml ]

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Ancora in merito alla celebrazione massonica di Garibaldi del 1995, leggete l’articolo che pubblicò sempre il Corriere il giorno successivo:

“La festa per sancire il “nuovo corso” del Grande Oriente d’ Italia: e’ la prima manifestazione del genere TITOLO: Mille in piazza, sono massoni Il senatore pds Di Bella a braccetto con il Gran Maestro – - – - – - – - – - – - – - – - – - – - – - – - – - – - – - – - – - – ROMA . Commenta il manifestante massone: “Non lo sapevate che Salvador Allende amava definirsi medico, socialista e massone? Se il presidente del Cile non si vergognava, perche’ lui dovrebbe nascondersi?”. Ma “lui”, Saverio Di Bella, membro della commissione parlamentare Antimafia e piediessino di ferro, non sembra imbarazzato piu’ di tanto a sfilare tra compassi, grembiulini e simboli esoterici. Anzi, malgrado la bufera scatenata dai suoi compagni di partito, marcia in prima fila a braccetto con il Gran Maestro Virgilio Gaito. Giacca scura, cravatta fantasia e camicia rossa d’ ordinanza. Garibaldino o comunista? “L’ uno e l’ altro . risponde .. Il rosso e’ un colore rivoluzionario”. Momento storico. Si festeggiano i 190 anni della massoneria italiana e, insieme, il centenario della statua di Garibaldi sul punto piu’ alto del Gianicolo. E il primo corteo militante del Grande Oriente d’ Italia. “A me . confessa Gaito . queste esibizioni non piacciono tanto. Pero’ l’ abbiamo fatto per dimostrare che non abbiamo nulla da nascondere. Siamo trasparenti e cristallini”. Di personaggi politici, a parte Di Bella, non se ne vedono. Pero’ , spiega un organizzatore, sono arrivati autorevoli complimenti: “La segreteria del presidente del Consiglio ci ha telefonato per un messaggio augurale. La stessa cosa ha fatto anche il presidente del Senato Scognamiglio. La Pivetti invece no: lei non ha risposto al nostro invito”. Dai cancelli della Villa “Il Vascello” esce un piccolo fiume di oltre mille persone eleganti, per lo piu’ in nero, con in mano stendardi di nuove e antiche Logge. Si dirigono verso il Gianicolo favoriti da uno splendido sole settembrino. E li’ si fermano, sotto la statua di Giuseppe Garibaldi, dove suona la banda delle camicie rosse. Il Gran Maestro sale sul palco e comincia a parlare. Lo seguono i colleghi venuti da Atene, Rio Grande do Sul e New York. Insieme ad un colonnello garibaldino. Tra i manifestanti c’ e’ un folto gruppo di livornesi. Si va dall’ imprenditore della Labromare, Diego Catenata, all’ operaio dell’ Agip, Emilio Navi.  Sembrano tutti contenti del “nuovo corso”. Quale? “Beh, . tiene a precisare Piero Curiel, ginecologo fiorentino . e’ quello di sempre. Non siamo mai stati segreti, ma solo riservati”. A mezzogiorno, dopo aver deposto corone di alloro alle statue di Garibaldi, della sua compagna Anita e al monumento che ricorda i caduti della Repubblica romana, i fratelli massoni rientrano al “Vascello”.
E nella biblioteca, sotto un triangolo con l’ occhio, il Gran Maestro riprende il suo discorso: “E ora di farla finita con la criminalizzazione. Tutti contro di noi, per colpa di antichi pregiudizi. Ma noi abbiamo il dovere di indirizzare gli altri verso la luce”. Il pidiessino Di Bella, che siede accanto a lui, e’ invece contento per un’ altra luce, quella che Gaito potrebbe dare alle indagini sulla ‘ ndrangheta: “Ha consegnato gli elenchi degli affiliati, collabora. E per questo che sono qui: bisogna appoggiare questi sforzi. Per loro non e’ una scelta indolore: la dissociazione di alcuni elementi potrebbe anche avere un prezzo di sangue”. Gaito annuisce e fa sapere che sui 14 mila affiliati al Grande Oriente ci sono 120 indagati: “La loro iscrizione e’ sospesa in attesa del giudizio”. “E giusto . commenta ilresponsabile della giustizia del Pds, Pietro Folena . favorire chi aiuta ad individuare gruppi piu’ o meno occulti. Ma abbiamo il dovere di ribadire che i nostri iscritti non possono aderire ad associazioni segrete. Insomma su questo argomento la nostra posizione non cambia”. Senatore avvertito, mezzo salvato? Comunque vadano le cose Di Bella potra’ consolarsi sapendo che altri partiti finora non hanno fatto alcun problema per la partecipazione di loro esponenti alla festa massonica. Al ricevimento del pomeriggio c’ erano il senatore Franco Righetti del Ccd, l’ europarlamentare di Forza Italia Roberto Mezzaroma, il presidente del gruppo misto alla Camera Siegfried Brugger (Svp) e il consigliere comunale verde Emanuele Montini.” [FONTE: http://archiviostorico.corriere.it/1995/settembre/24/Mille_piazza_sono_massoni_co_0_95092413086.shtml ]

 QUI [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/09/24/il-corteo-dei-massoni.html]  potete leggere gli articoli sulla questione pubblicati rispettivamente da La Repubblica [del massone di Benedetti].

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Ora, per concludere, tenterò di attualizzare all’estremo la stima e la devozione che la massoneria italiana ed internazionale dimostrano per il massone nostrano Garibaldi. Dovete sapere che dalla morte di Garibaldi ad oggi sono state “gemmate” (termine massonico indicante l’apertura di una nuova loggia, si dice anche “alzare le colonne”) moltissime logge massoniche intitolate al Fr:. Ven:. Garibaldi. Per iniziare, qui di seguito vi propongo un elenco di logge nazionali ed internazionali tutt’ora esistenti intitolate al massone Garibaldi:

1] Garibaldi Lodge, n° 542, New York: http://garibaldilodge.com/
2] Loggia Garibaldi, n° 140, Ancona: http://www.garibaldi140an.it/
3] Loggia Garibaldi, n° 1188, Roma: http://www.loggiagaribaldi.roma.it/
4] Lodge Garibaldi, n° 890, Melbourne: https://www.facebook.com/garibaldi890/about
5] Monte Garibaldi Lodge, n° 127, Canada:  http://freemasonry.bcy.ca/lodges/127/127.html
6] Garibaldi Lodge Winniepeg: http://www.sonsofitaly.ca/Garibaldi#GaribaldiLodge
7] Sms  Giuseppe Garibaldi Lodge, n° 670, West Virginia: http://garibaldilodge.org/
8] Loggia Garibaldi, n° 315, Catania: http://www.garibaldi315.com/

eccetera eccetera eccetera

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Veniamo ora all’attualizzazione estrema della celebrazione del massone Garibaldi. Dovete sapere che dal 18 al 20 ottobre 2013 a Catania si tenne la “Conferenza Mondiale delle Logge Garibaldi” organizzata dalla sopra citata Loggia Garibaldi n° 315 all’Oriente di Catania (ultima dell’elenco).

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Vi riporto come il sito della loggia Heredom n° 1224 di Cagliari recensisce l’incontro:

“Si terrà nella cittadina etnea, dal 18 al 20 ottobre prossimi, la Conferenza Mondiale delle Logge intitolate a Giuseppe Garibaldi. Il ricco programma della Convention prevede tre giorni densi di appuntamenti che offriranno agli intervenuti, provenienti da varie parti del globo, il meglio dell’ospitalità e delle attrazioni turistiche offerte dal territorio della Sicilia Orientale. Nel pomeriggio del 18 ottobre si apriranno i lavori che si terranno presso lo Yachting Club di Catania . Nella giornata del 19 ottobre si terrà, nella splendida cornice offerta dal Palazzo “Principe Biscari” di Catania, la “Conferenza su Giuseppe Garibaldi” a cui seguiranno i Lavori Rituali delle Logge Garibaldi, le cui conclusioni saranno tracciate dal Gran Maestro Gustavo Raffi. A seguire, presso il “Teatro Sangiorgi” si terrà un Concerto di Musica Classica, appositamente organizzato per l’evento. La giornata del 20 ottobre sarà invece dedicata ad un visita guidata alla vicina Taormina.” [FONTE: http://loggiaheredom1224.blogspot.it/2013/09/conferenza-mondiale-delle-logge.html]

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Vi riporto quanto scritto, invece, dal sito ufficiale del Grande Oriente d’Italia per l’occasione della conferenza mondiale dedicata alle logge intitolate a Garibaldi:

“Ai nastri di partenza, nella cittadina etnea, da domani sino al 20 ottobre, la Conferenza Mondiale delle Logge intitolate a Giuseppe Garibaldi. Il ricco programma della Convention prevede tre giorni densi di appuntamenti che offriranno agli intervenuti, provenienti da varie parti del globo, il meglio dell’ospitalità e delle attrazioni turistiche offerte dal territorio della Sicilia Orientale.
Nel pomeriggio del 18 ottobre si svolgeranno i lavori rituali, presso il Grand Hotel Baia Verde di Catania, le cui conclusioni saranno tracciate dal Gran Maestro Gustavo Raffi.

Nella giornata del 19 ottobre si terrà, nella splendida cornice offerta dal Palazzo “Principe Biscari” di Catania, la Conferenza “Giuseppe Garibaldi: Oriente ed Occidente, due mondi ed il sogno della pace” che vedrà la partecipazione di: Giuseppe Trumbatore, presidente del Collegio Circoscrizionale della Sicilia; Giuseppe Ettore, presidente del Consiglio dei Maestri Venerabili di Catania; Salvo Pulvirenti, Grande Esperto del Grande Oriente d’Italia; Ferdinando testa, psicoanalista Junghiano; Annita Garibaldi, presidente ANVRG; Enrico Iachello, Università di Catania; Santi Fedele, Università di Messina; Marco Novarino, Università di Torino; Raffaele Mansi, Bibliotecario Oriente di Catania; Francesco Scialfa, artista e docente, e Oscar Bartoli , giornalista.

Il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi ,traccerà le conclusioni. A seguire si terrà un Concerto di Musica Classica, appositamente organizzato per l’evento. La giornata del 20 ottobre sarà invece dedicata ad un visita guidata alla vicina Taormina” [Fonte: http://www.grandeoriente.it/eventinewsgoi/2013/10/conferenza-mondiale-delle-logge-garibaldi.aspx]

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Nei link che seguono sono contenuti i programmi della giornata:
Versione italiana:  http://newsletter.grandeoriente.it/wp-content/uploads/2013/09/conf-garibaldi-ita.pdf
Versione Inglese: 
http://newsletter.grandeoriente.it/wp-content/uploads/2013/09/conf-garibaldi-eng.pdf

Per concludere definitivamente con questa carrellata dei rapporti pre e post mortem tra il malefico Garibaldi e la massoneria internazionale vi riporto un link contenente le fotografie dell’incontro mondiale delle Logge Garibaldi svoltosi a Catania nell’ottobre 2011. Nel link che segue potete visionare molte, tristissime, fotografie dell’incontro Mondiale delle Logge Garibaldi: http://www.grandeoriente.it/fotogallery/2013/10/conferenza-mondiale-delle-logge-garibaldi.aspx

Per concludere definitivamente cito e riporto una parte della celebre poesia del Trilussa, “Li Framassoni”

Li Frammassoni

Che credi tu? Ch’a le rivoluzioni
Fussero carbonari per davero,
Cor sacco su le spalle e er grugno nero?
Ma che! È lo stesso de li frammassoni.

So’ muratori, si, ma mica è vero
Che te vengheno a mette’ li mattoni!
Loro so’ muratori d’opinioni,
Cianno la puzzolana ner pensiero.

Tutta la mano d’opera se basa
Ner demolì li preti, cor proggetto
De fabbricaje sopra un’antra casa.

Pe’ questo so’ chiamati muratori
E er loro Dio lo chiameno Architetto…
Ma poco più j’assiste a li lavori!

Trilussa
[http://www.zen-it.com/letture/Trilussa.htm]

IL VEN:. GR:. M:. MASSONE GIUSEPPE GARIBALDI E L’ETERNA DEVOZIONE DELLA MASSONERIA [FOTO E DOCUMENTI] Lo Sai

Walt Disney, cartoni animati e Massoneria [Foto e Video]

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Walt Disney, cartoni animati e Massoneria [Foto e Video] Lo Sai

-di Davide Consonni

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E’ del rapporto tra Walt Disney e l’esoterismo massonico che si vuole in questo articolo discutere. Ma non sarò io ad argomentare e disquisire circa il costante rapporto tra le produzioni della Disney e la massoneria statunitense. Saranno niente di meno che due membri stessi della massoneria a parlarci di questi rapporti e della presenza di ampi e vasti riferimenti all’esoterismo massonico all’interno delle produzioni Disney. Infatti, qui di seguito riporterò per intero una tavola massonica (elaborato scritto che gli iniziati leggono in loggia durante i lavori rituali) che tratta proprio del tema sopra accennato. Il titolo di questa tavola massonica è “La massoneria nelle opere di Walt Disney”, il cui autore è l’anonimo Fr. E. D., iniziato alla loggia Hocma n° 182 di Trapani. Successivamente ad aver riportato la suddetta tavola massonica, riporterò per intero anche un articolo apparso sul sito Ritosimbolico.net ad opera del massone Giovanni Lombardo, per dovere di cronaca va rammentato che il Lombardo fu colui che denunziò il Gran Maestro Gustavo Raffi, come potete leggere QUI.L’articolo di Giovanni Lombardi, massone ribelle, ovviamente tratta dei rapporti tra l’esoterismo massonico e le opere di Walt Disney.

Giusto per metterci anche del mio in questo articolo, vi invito a visitare il sito ufficiale del Disney Club 33, un club privato con sede nel parco divertimenti di Disneyland riservato ai finanziatori della Disney. QUI il sito ufficiale e QUI la pagina Wikipedia. Ritengo inutile argomentare il fatto che nel mondo, anche in Italia, esistano decine di associazioni para massoniche il cui nome è “Club 33″, le quali, beninteso, non hanno nulla a che fare con la Disney. Cercare per credere.

 


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Qui di seguito il link alla tavola massonica: http://www.hochma182.com/walt.pdf

Qui di seguito il link del sito della loggia Hocma n° 182 di Trapani: http://www.hochma182.com/eventi.html

Qui di seguito l’articolo di Giovanni Lombardi: http://www.ritosimbolico.net/studi2/studi2_08.html

 

Prima di procedere con l’esposizione dei sopracitati documenti massonici e articoli ritengo doveroso proporre delle coordinate biografiche utili ad inquadrare la controversa figura di Walter Elias Disney. Walter Disney non fu mai iniziato alla massoneria, documenti che provino la sua iniziazione sono stati a lungo cercati ma invano. Ciò che invece è certo che Walter Disney fu iniziato all’Ordine DeMolay, un’istituzione dimostratamente para massonica viste e considerate le strette connessioni e collaborazioni che nei decenni sono intercorse tra i due ordini.

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La devozione di Walter Elias Disney per il DeMolay è oltremodo evidente da questa sua celebre dichiarazione:
“Mi sento molto obbligato e grato verso l’ordine DeMolay per la parte importante che ha avuto nella mia vita. I suoi precetti sono stati inestimabili nel prendere decisioni , nell’affrontare i dilemmi e le crisi. DeMolay è sinonimo di tutto ciò che è bene per la famiglia e per il nostro paese. Mi sento un privilegiato per aver fatto parte dell’ordine DeMolay”  [Fonte: Cartoon e massoneria, Ippolito Spadafora, Edizioni ETS, 2014, p. 172]

Inoltre è possibile citare una famosa lettera che Disney indirizzò ai giovani dell’ordine DeMolay dell’Acacia Chapter in Stuart, oggi questa lettera è conservata nel Disney History Institute. In questa lettera, la quale può essere interamente letta a pagina 172-173 del testo “Cartoon e massoneria” di Ippolito Spadafora, Disney scrive in merito alla sua iniziazione all’ordine DeMolay ed in merito ai valori esoterici che grazie a codesta iniziazione sono stati introdotti nella sua vita e quindi nel suo operato, continua ribadendo il suo orgoglio nel ricoprire la carica di Legionario d’onore considerando il fatto che fu uno dei primi giovani ad essere iniziato all’Ordine DeMolay appena sorto e nato nella città statunitense Kansas City nel 1919.

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Qui di seguito riporto per intero il testo della tavola massonica sopracitata:

“La Massoneria nelle opere di Walt Disney-

Walt Disney ha sicuramente aderito alla Massoneria agli inizi degli anni ‘20, anche se non esiste alcun documento che provi la sua appartenenza ad un’Obbedienza, se non all’Ordine DeMolay, un Ordine che negli Stati Uniti si può considerare l’anticamera della Massoneria, in quanto finalizzato ad avvicinare i giovani tra i 12 ed i 21 anni alla Massoneria, nel quale Disney fu iniziato nel Capitolo “Mather” nel 1923; ad esso, ad esempio, aderì Bill Clinton e l’Ordine ha una rappresentanza anche in Italia.. Tuttavia egli non ha mai nemmeno smentito la sua appartenenza; e la testimonianza inconfutabile di essere un Fratello si ha nelle sue stesse opere – sia i disegni che i film o le produzioni televisive – in cui numerosissimi sono i riferimenti ai principi ed alla simbologia massonica. La prima testimonianza massonica nelle strip di Walt Disney risale al 1938 con il titolo “Mickey Mouse Chapter”; pubblicata proprio su l’ “International DeMolay Cordon”, il bollettino ufficiale dell’Ordine, propone Topolino che, assieme ad alcuni amici, tra cui Orazio, fonda egli stesso una “Chapter”, cioè una Loggia; della striscia però rimangono solo 3 tavole: la prima è proprio la Fondazione della Loggia, le altre due si svolgono durante una Tornata. Ma nelle strisce di Walt Disney spesso compaiono chiari simboli massonici, quali Squadra e Compasso oppure il Pentacolo, spesso in bella vista, talvolta più defilati; Squadra e compasso sono chiaramente visibili in una strip di Topolino del 19 febbraio 2002. Ma le stesse “Giovani Marmotte” a cui appartengono i nipotini di Paperino Qui, Quo, Qua, hanno una struttura più massonica che da Boys Scout, con a capo un Gran Mogol (normalmente chiamato G.M., come Gran Maestro; ricordiamo, in ogni caso, che anche i Boys Scout sono stati fondati da Baden Powell, anch’egli Massone). Ma dove Walt Disney ha lasciato più marcata la sua impronta massonica è stata la sua produzione cinematografica, sia nei film d’animazione che in quelli a tecnica mista; ricordiamo che Walt Disney dava indicazioni ben precise sulla sceneggiatura dei film, e controllava i disegni dei suoi operatori fotogramma per fotogramma prima di dare il via libera; nessun simbolo poteva nascere senza un suo ordine e la sua approvazione.

Tra i suoi cortometraggi, nel 1959 “Paperino nel mondo della matematica” è un vero e proprio manifesto della cultura massonica ed esoterica: in esso Paperino viene iniziato in una Accademia Pitagorica, e lì gli vengono spiegati i simboli della numerologia, nonché i segreti della geometria e della matematica ed i loro rapporti “magici” con la musica e l’architettura; i segreti del Pentacolo ed i segreti del suo rapporto con la Sezione Aurea; un bambino non ne può non rimanere affascinato ed incuriosito, e da adulto probabilmente farà di tutto farà di tutto per avvicinarsi a questa “visione diversa” delle scienze esatte. Ovviamente, è nei film che troviamo le maggiori tracce: tal di là dei buoni sentimenti – che sono caratteristici delle produzioni per l’infanzia – tutti hanno come fil rouge l’iniziazione ad una nuova vita, l’abbandono dei vecchi valori materiali per risorgere ad una nuova vita, fatta di valori più alti. Fin dal suo primo lungometraggio – “Biancaneve e i sette nani” (1937) – Biancaneve muore (per la Regina e per tutti è morta, uccisa dal cacciatore) per rinascere in una nuova comunità composta da sette Fratelli; e lo fa dopo avere superato tre prove: un corso d’acqua, un turbinio di vento, gli occhi di fuoco delle belve: vi entra al buio, e tutto sembra terribile; ma poi arriva la luce (del giorno) e l’ambiente diventa confortevole ed ospitale. Anche Cenerentola (1950) muore come serva e rinasce come Principessa quando abbandona i metalli, cioè perde la scarpina di cristallo. Ed è superfluo sottolineare i valori massonici di cui sono intrisi film come “Alice nel Paese delle Meraviglie” (1951) – il labirinto, la scacchiera, lo specchio – o “Le avventure di Peter Pan” (1953) – gli eterni valori dell’Isola che non c’è -, “Pinocchio” (1940), “La spada nella roccia” (1963), che riporta il mito di Camelot, Re Artù e Mago Merlino, e dove il giovane Artù muore e rinasce Cavaliere dopo essere stato trasformato in scoiattolo (terra), pesce (acqua) e uccello (aria). Fortemente simbolico è “La Bella Addormentata nel bosco”; qui il Principe fa letteralmente ritornare alla vita Rosaspina grazie alle Tre Fatine – Tre Luci – che materialmente non intervengono nella rinascita, ma forniscono al Principe i mezzi per compiere l’atto (una “spada di verità” e uno “scudo di virtù”). Ma altri riferimenti li troviamo in “La Bella e la Bestia” (1991) ed in maniera lapalissiana in “Alla ricerca di Nemo” (2003), dove l’iniziazione alla Massoneria viene raccontata in maniera palese.

Un’intera tavola meriterebbe “Mary Poppins” (1964); possiamo solo citare le colonne che adornano l’ingresso della (sola) casa in cui arriva Mary Poppins con il vento dell’Est (Oriente), la “medicina” di sapore diverso secondo i gusti dei bambini, la “parola” – Supercalifragilisticespiralidoso – che ti introduce in un mondo “diverso”, l’iniziazione di Banks che, con un preciso rituale e per mezzo della parola magica, muore come essere legato ai metalli per rinascere con nuovi valori, come padre, come marito e soprattutto come “uomo”. Ma anche in Televisione Walt Disney non manca di lanciare messaggi di origine massonica: tra il 1957 ed il 1959 produce 78 episodi di Zorro, della cui origine massonica si è molto parlato: massone era l’autore del personaggio – Johnston Mc-Culley -, alchimista era il reale personaggio storico che lo aveva ispirato – Guillèn Lombardo de Quzman – condannato a morte dal Tribunale dell’Inquisizione come eretico; ed infine il 4° Grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato – Maestro Segreto – ha come divisa il mantello nero e come lettera simbolica la “Z”; e se non bastasse, Zorro è accompagnato da un servitore (apprendista) che non può non rispettare l’obbligo del silenzio: infatti è muto.

Ma Walt Disney non si è limitato ad inviare messaggi simbolicamente massonici: ha firmato massonicamente il suo film forse più esplicito: “L’Apprendista Stregone”; in questo film, Topolino è convinto di potersi appropriare delle arti magiche anche senza l’aiuto dello Stregone (il Maestro); ma combina solo caos, finche non interviene lo Stregone (il Maestro) a mettere ordine. E sapete come si chiama lo Stregone ? si chiama YEN SID !
Leggetelo al rovescio: DISNEY !

Alla Gloria del G.A.D.U. Fr. E. D.”

 

Qui di seguito potete leggere il suddetto articolo del massone Giovanni Lombardi:

“Quando ho appreso che anche il celebre Walt Disney apparteneva alla nostra Famiglia confesso di avere provato un senso di stupore e pure di gioia: avevo finalmente trovato la giustificazione del sentimento di gratificazione provata da ragazzo – e mai del tutto scomparsa – quando leggevo le sue storie, i cui personaggi ho sempre considerato come esseri veri, reali e a me vicini. Da adulto, in compagnia delle mie bambine, ho spesso rivisitato le sue opere cinematografiche più famose, che oggi considero a ragione vere e proprie “tavole architettoniche”, essendo peraltro del tutto accidentale, e d’importanza affatto secondaria, la circostanza che esse siano tramandate attraverso il linguaggio ‘mitico’ e mediante lo strumento del cartone animato.

Di queste opere, la più famosa è senz’altro Biancaneve e i sette Nani, ma anche le altre, quali La Bella Addormentata nel Bosco, Cenerentola, Dumbo, La Sirenetta, per citare soltanto le più famose, si svolgono attraverso un comune filo conduttore: la sconfitta del Male e l’affermazione dell’Amore. A tanto il protagonista arriva attraverso una vera e propria iniziazione, nella duplice accezione di ingresso in una comunità esoterica, nonché di trasformazione dell’Io per effetto di una rinascita spirituale che si verifica a seguito di varie vicissitudini, o prove iniziatiche. La vicenda di Biancaneve è paradigmatica: la ragazza è costretta dalla malvagia matrigna ad abbandonare la casa paterna, simbolo dei valori pertinenti alla vita vissuta fino ad allora, e a trovare rifugio in un bosco fitto ed oscuro, che ricorda così da vicino il gabinetto di riflessione. Dopo aver superato un corso d’acqua, resistito a un turbinìo di vento e vinta infine la paura suscitata dalla visione degli occhi degli animali, occhi fosforescenti simili a fiamme lampeggianti, la fanciulla giunge presso una capanna, la casa dei nani. Rammento che nella lingua tedesca hütte significa tanto capanna, rifugio, quanto loggia, e ciò non è casuale: invito voi tutti, carissimi Fratelli, a riflettere quante volte nella Storia la loggia massonica è stata l’ultimo rifugio per idealisti, eretici o scismatici, colti e incliti, disparati e disperati, accomunati tutti dall’essere perseguitati dal Potere.

A costoro la Massoneria ha generosamente aperto le porte dei suoi templi, chiedendogli non già da dove venissero, ma piuttosto dove volessero andare. In questa capanna accade un fatto apparentemente banale ma in realtà importante: Biancaneve, anziché lasciarsi sopraffare da un ambiente nuovo e, probabilmente, ostile, lo esplora e fa amicizia con gli animali del bosco, che vede adesso, alla luce del giorno, in una dimensione totalmente nuova da quella, erronea e terrifica, della sera precedente. Si parva licet… questo episodio mi fa venire in mente l’insegnamento di Platone, secondo il quale l’iniziato deve essere, anzitutto, “desideroso di conoscere”, e anche di Dante, esaltatore della curiosità di Ulisse, mosso a varcare i confini dell’ignoto per soddisfare il proprio desiderio di “virtude e conoscenza”. Ma non basta. In uno slancio di generosità la fanciulla decide di pulire la casa dei nani, mettendo al lavoro pure gli animaletti di cui è frattanto diventata amica. Sottolineo questo episodio perché esalta sia il valore dell’amicizia fra i diversi che l’importanza del lavoro in comune.

Questi temi sono evidentemente cari al Fr. Disney, dal momento che li ritroviamo in quasi tutte le sue opere. Esemplare è, a tal riguardo, la vicenda dell’elefantino Dumbo, schernito dai suoi stessi consimili perché afflitto da due orecchie abnormi, mostruose: ebbene, sarà un topo – questa bestia, nella realtà, è invisa agli elefanti – a rassicurarlo e infondergli il coraggio necessario per affrontare le difficoltà della vita. E, guarda caso, le figure da cui il protagonista riceve aiuto sono quasi sempre le creature più umili, volendo così sottolineare la perenne antinomia fra Essere e Divenire: i valori del mondo della Manifestazione sono profondamente diversi da quelli del mondo dell’Essere e chi è ‘ultimo’ nell’uno sovente è ‘primo’ nell’altro. La disponibilità ad accettare il prossimo, ancorché diverso e quindi lontano dai propri modelli paradigmatici, a rimettersi in discussione, è condizione necessaria ma non ancora sufficiente perché l’opera di catarsi possa dirsi compiuta: occorre superare varie prove, che riecheggiano molto da vicino le “prove” iniziatiche che ciascuno di noi ha subito prima di essere proclamato “fratello”. Sfacciatamente simili a quelle massoniche sono le prove che dovrà affrontare il giovane Artù nella Spada nella Roccia: accompagnato dal Mago Merlino, sarà trasformato dapprima in scoiattolo, poi in pesce, quindi in uccello. Supererà così la prova di terra, di acqua e di aria prima di affrontare l’ultima, la più impegnativa, quella del fuoco, nella fattispecie, tirare la spada magica fuori dalla roccia in cui era incagliata.

Ci avevano provato in tanti, cavalieri e non, ed il suo cimentarsi è giudicato follia: ma, talvolta, solo un “puro folle” può arrivare ai recessi negati invece alla razionalità farisaica e conformista. La spada è un simbolo ‘assiale’, riecheggia cioè l’axis mundi, il filo a piombo del Grande Architetto che mette in comunicazione fra loro gli stati molteplici dell’Essere, microcosmo e macrocosmo, ma è anche un simbolo solare perché riflette la Luce: emblematica è a tal proposito la scena del combattimento fra il principe e il drago nella Bella Addormentata nel Bosco. Le fate, tre come le Luci, hanno appena liberato dai ceppi il giovane principe, affinché a sua volta egli liberi Rosaspina dal sortilegio della strega. La quale, nel tentativo di fermare il giovane, si trasforma in un drago fiammeggiante. Per gli studiosi di psicoanalisi il riferimento è chiarissimo: “vincere il drago” è infatti l’equivalente di “scavare oscure e profonde prigioni al vizio”, lottare cioè contro noi stessi per liberare il proprio Io dalle tensioni e dalle passioni che lo ancorano alla materialità cagionandogli frustrazioni e sofferenze. Le fate non possono più aiutare attivamente il Nostro, ma solo assisterlo in forma totemica; tuttavia gli offrono, prima del combattimento, una “spada di verità” e uno “scudo di virtù”. Al momento di colpire la bestia la spada si illumina, riflettendo una luce abbagliante, quindi, vinto il drago, esaurisce la sua funzione e perde così tutto il suo splendore, ritornando ad essere un semplice oggetto privo di qualsivoglia valore. Personalmente ho ravvisato in questa scena anche un’esortazione a considerare i ‘metalli’ per quello che sono: uno strumento, un aiuto per l’uomo, del quale però egli può e deve fare a meno se realizza che gli sono d’intoppo per la sua crescita spirituale. Ricordate il Discorso della Montagna? Beati i poveri di spirito, perché di essi è il Regno dei Cieli.

Ma cosa vuol dire essere poveri di spirito? Difettare forse di spiritualità? Se però così fosse, come si potrebbe aspirare al Regno dei Cieli? Osservo che nel testo greco la locuzione di spirito è tradotta tò pnéumati, cioè è espressa con il caso del dativo-ablativo, che è, per antonomasia, il caso corrispondente al complemento di causa efficiente. Credo allora che si possa – e si debba – tradurre: beati coloro che, deliberatamente, hanno optato per la semplicità, che per libera scelta hanno privilegiato la dimensione dell’Essere piuttosto che quella dell’Avere, e ancora, che se chiamati a posizioni di responsabilità, si sforzano di lavorare per il perfezionamento che prelude all’elevazione di quella porzione di umanità, più o meno grande, destinataria del loro servizio. Questo tema è sviluppato assai chiaramente nella Sirenetta. Il vecchio Re del Mare aveva ceduto alla strega il suo tridente d’oro – simbolo della regalità, del potere indissolubilmente legato alla saggezza, alla luce – barattandolo con la vita della figlia. In quel preciso istante tutte le creature marine sono trasformate in vermi. Dopo che la strega sarà stata uccisa dal principe Erik, l’umano innamoratosi della sirena Ariel, il tridente, lasciato cadere dalla strega moribonda, torna ai piedi del vecchio re che, impugnatolo, ritrova le antiche fattezze, e assieme a lui tutti i suoi sudditi. Se da ciò possiamo ricavare un insegnamento, mi pare che esso sia il seguente: la Luce, intesa anche come potestà di comando, non può essere affidata a mani che non sono degne di riceverla, e di tanto ognuno di noi dovrebbe ricordarsi in tutte le occasioni della vita, anche e soprattutto in quelle ‘profane’. Alla fine sarà poi proprio il re Tritone, dapprima così diffidente verso gli umani, a trasformare in donna la sirenetta sua figlia e concederla in sposa al principe, rammentandoci così che amare una creatura non significa tenerla perennemente legata a sé, bensì favorire l’armonioso sviluppo della sua personalità per metterla in condizione di scegliere con cognizione di causa.

Ci sia infine permessa un’ultima considerazione, sulla magia. L’argomento meriterebbe uno studio più approfondito, ma non è questo il momento per una trattazione esauriente. Mi limiterò, perciò, a un breve accenno sul tema, sperando che le seguenti riflessioni siano di stimolo a chi voglia approfondirlo. Dal latino magis - di più, maggiormente - magus è, in ambito esoterico, colui che lavora alla trasformazione del proprio io interiore, non già chi si avvale dei poteri segreti della Natura per trasformare bastoni in serpenti e suscitare ammirazione fra gli increduli, come faceva Simon Mago. Per gli alchimisti, la trasmutazione del piombo in oro era essenzialmente simbolica: in realtà essi miravano a un’altra metamorfosi, ben più impegnativa ma tanto più feconda: il disvelamento del divino che è in ciascuno di noi. Chi riesce in questa impresa consegue la Bellezza nell’accezione archetipa del termine. Così la Sirenetta, oppure la stessa Biancaneve, a trasformazione avvenuta, estasiate dalla bellezza che le circonda, provano una gioia prima sconosciuta, laddove Grimilde, la malvagia regina che, accecata dall’invidia, prepara la mela avvelenata con la quale uccidere Biancaneve, è costretta a perdere la propria bellezza esteriore e a diventare una vecchia deforme e ributtante sol per sperare di riuscire nell’impresa. Siamo così giunti alla fine della pellicola e, con essa, delle nostre riflessioni. Resta da esaminare il tema della trasformazione, o meglio, più specificamente, della rinascita, eloquentemente descritto inBiancaneve. La fanciulla, in sonno, dunque in condizione di profanità, è adagiata in una bara di cristallo e di oro, simboli alchemici, rispettivamente, di purezza e di eternità. Nani e bestie la piangono, accomunati dal dolore. La risveglierà il Principe, con un bacio di Vero Amore, e insieme si dirigeranno a ‘oriente’ dove si staglia, confusa fra le nubi, una costruzione dai caratteri non ben definiti, dunque ‘imperfetta’, ma dalla quale ogni spettatore si sente nondimeno attratto, affascinato dal suo fulgore di Luce.”

Non soddisfatto delle argomentazioni fin’ora portate ritengo doveroso proporre altri esempi di come la cartoonistica moderna sia permeata di esoterismo massonico, passo a citare esempi forse più concreti di quelli fin qui esposti. E’ di esempi fin troppo espliciti che sto per scrivere. Partiamo con il primo.

E’ una serie di cortometraggi animati muti il cui protagonista è Bobby Bumps, prodotti dalla Bray Productions dal 1915 al 1925, di proprietà della Paramount Pictures.
La puntata che ci interessa fu pubblicata nel 1916 col titolo “Bobby Bumps apre una Loggia” [Bobby Bumps starts a Lodge],
qui di seguito il video del 1916: http://www.youtube.com/watch?v=A7N-ilRAR04

Qui la locandina della puntata “massonica”:

La trama vede protagonista Bobby nel convincere un amichetto ad iniziarsi nella sua Loggia, gli regala un grembiule e lo benda per l’iniziazione, proprio come prevede la ritualità massonica.

L’amico di Bobby non ci sta ad iniziarsi nella sua loggia, fugge per la campagna e la foresta inseguito dal massone Bobby. Giunti ad un dirupo l’amico di Bobby viene attaccato da un orso. Bobby salva l’amico solo a condizione ch’egli dopo s’inizi alla sua loggia massonica:



Alla fine i due amici vengono iniziati insieme alla massoneria, infatti la ritualità massonica prevede un periodo di cecità iniziatica anteposto all’iniziazione vera e propria:

Passiamo ora al secondo esempio d’inizio 900, s’intitola Bimbo’s Initiation [iniziazione di Bimbo] ed è del 1930.

Qui il video: http://www.youtube.com/watch?v=RFrBG4xyaF8

Il cartone animato è davvero molto scuro e bizzarro, ma basta una minima conoscenza del simbolismo massonico per rendersi conto che il cartone è tutto sulle società segrete e le tribolazioni che un iniziato deve passare per essere accettato.

All’inizio del cartone animato, Bimbo (un nome azzeccato per un non-iniziato?) cammina lungo la strada senza curarsi di ciò che accade attorno a lui. Improvvisamente, Bimbo cade in un tombino/trappola, tanto che è lo stesso Topolino a intrappolarlo all’interno mettendo un enorme lucchetto.
Strano come questo personaggio sia il reclutatore che porta all’iniziazione Bimbo.

Bimbo si trova nella tana sotterranea di una strana società segreta composta da uomini mascherati con le candele in testa (che simboleggia l’illuminazione?).
Uno gli chiede: “Vuoi essere un membro? Vuoi essere un membro?”. Quando Bimbo risponde “NO!”, viene mandato in delle camere che richiamano le varie prove che vengono imposte ai nuovi iniziati nelle reali società segrete.

A un certo punto, quando si trova nella stanza in cui ha i piedi incollati al pavimento e una candela sta bruciando la corda che tiene sopra la sua testa un pannello pieno di spunzoni, Bimbo è indotto a pensare che sarebbe morto. Le esperienze pre-morte hanno fatto parte delle iniziazioni alle società segrete fin dall’antichità.

Nella prova della “Porta del Mistero”, (scena in cui si trova di fronte a 4 porte) Bimbo affronta importanti simboli associati a società segrete: Skull & Bones e il numero 13.
Dietro la porta della Skull & Bones c’è uno specchio, dunque aprendola si trova di fronte a sé stesso.
<<La cerimonia di iniziazione al primo grado prevede una domanda fatta al profano nella quale si chiede:
” Talora foste accettato nella Loggia, riconoscerebbe colui che fino ad oggi ha ritenuto come suo nemico come fratello?”
Alla risposta positiva seguirà questa affermazione:
“Adesso vi mostreremo chi è il vostro peggior nemico”.
Tolta la benda, gli si offrirà la sua immagine riflessa nello specchio.>>
Dietro la porta numero 13 invece trova uno scheletro che parla al telefono. Il numero 13 è anche legato ai tarocchi con la carta della morte di cui il significato principale è relativo al cambiamento. Può essere interpretato come il mondo materiale in contatto con l’aldilà.
Inoltre il numero tredici nella numerologia esoterica indica la rottura dell’armonia, incarnando il disordine. Infatti, è il numero che con l’aggiunta di una unita al dodici, interrompe la ciclicità, obbligando ad una trasformazione radicale. Il significato del tredici è negativo, infatti è detto aritmico, rompendo la legge dell’equilibrio e della continuità.

Bimbo, dopo essere riuscito a prendere la bicicletta, entra in una stanza dal pavimento massonico, nella quale al centro vi è una piscina piena d’acqua.
Quando apre la porta per uscire dalla stanza, scopre che dietro ce n’è un’altra. Continua fino a che non ha aperto altre 7 porte. Anche il 7 è un numero esoterico molto importante. Il numero sette esprime la globalità, l’universalità, l’equilibrio perfetto e rappresenta un ciclo compiuto e dinamico. Considerato fin dall’antichità un simbolo magico e religioso della perfezione, perché era legato al compiersi del ciclo lunare.

Durante le sue prove terrificanti, Bimbo impara a conoscere la natura illusoria del mondo materiale, un concetto fondamentale comunicato nelle iniziazioni occulte.

Mentre scappa nel corridoio con delle lame dentate che si chiudono dietro di lui, ad un certo punto si trova con il cuore in mano. Questa simbologia è ricorrente nella massoneria e nella fase d’iniziazione alla massoneria l’iniziato deve dire:
«che il mio cuore venga strappato se tradisco i segreti»

Dopo che Bimbo si è rifiutato ripetutamente di diventare membro della massoneria, viene sedotto da Betty Boop, che gli fa capire che se accetterà, avrà successo e donne. A quel punto Bimbo accetta di buon grado.

Questi appena esposti sono solamente due degli esempi più lampanti d’iniziazione massonica presente nei cartoni animati d’inizio secolo. Non sembra esserci motivo per stupirsi del fatto che con il passare degli anni la simbologia e i riferimenti esoterici siano sempre più presenti nell’industria culturale per giovani e giovanissimi.

 

Walt Disney, cartoni animati e Massoneria [Foto e Video] Lo Sai

Tutta la verità su OSHO: quello che non ci hanno mai detto

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Tutta la verità su OSHO: quello che non ci hanno mai detto Lo Sai

Osho, assieme a RAEL e SAI BABA é certamente tra i più conosciuti “profeti” della NEW AGE, ancora oggi celebrato da milioni di ingenui che pubblicano le sue frasi ad effetto su social network e vedono in questo truffatore patentato un “maestro” di vita, nonostante siano ormai moltissime le testimonianze che raccontano qualcosa di completamente diverso, descrivendo un vero e proprio GURU, a capo di un incubo Orwelliano.

Nella città di Antilope nella contea di Wasco in Oregon gli abitanti hanno posto una placca commemorativa su cui c’è scritto: “Dedicata a quelli di questa comunità che durante l’invasione e l’occupazione di Rajneesh del 1981-1985 rimasero, resistettero e ricordarono”. Questa placca è il segno di un gravissimo conflitto fra la popolazione, le autorità dell’Oregon e una SETTA che per i cinque anni ricordati dalla placca commemorativa, si insediò abusivamente in un Ranch posto fra la contea di Wasco e quella di Jefferson. La Comune era guidata da un “leader spirituale” di fama mondiale e con un seguito vastissimo che aveva a disposizione una immensa ricchezza: – OSHO -

Quello che era stato promesso come un’utopia meravigliosa si era trasformata in un incubo. Shree Rajneeshnacque Chandra Mohan Jain nacque l’11 Dic 1931 in India e morì il 19 gennaio 1990 a Poonah (Pune), India. E’ stato probabilmente il più famoso “guru” dell’età moderna a causa dei suoi insegnamenti controversi e l’uso accorto dei media. E’ stato arrestato moltissime volte per attività controverse inclusi il traffico di droga e prostituzione, reati in materia di immigrazione, la creazione e l’attivazione di un milizia privata, avvelenamento di funzionari locali…

Non mi piaceva guardare quell’uomo. Era piccolo e sgradevole, il suo magnetismo potentissimo, i suoi occhi eranoluminosi con uno scintillio mavagio. Intorno a lui aleggiava una sensazione di male…” avvocato Charles Turner

La storia di Rajneesh é lontana anni luce da quella IMMAGINATA da milioni di persone che vedono in questo personaggio un “profeta” e un “saggio” e citano le sue preziose “frasi” postandole su facebook o su altri social network. Le dottrine professate, sempre meravigliosamente ZUCCHERATE da parole melensi e suadenti, sono le solite, sempre identiche: “tutto é Dio, noi siamo Dio” “Dio essendo tutto comprende tutto, anche le contraddizioni”.

Secondo OSHO l’uomo, se vuole essere perfetto e “come Dio”, deve diventare contradditorio. Secondo OSHO la FEDE é “una trappola che imprigiona e deve essere cancellata dalla terra” perchè impedisce la realizzazione dell’uomo, il dubbio invece, essendo contradditorio, libera e innalza l’uomo.

E’ semplicemente evidente che per OSHO, come del resto per la MASSONERIA, tutto é LECITO e tutto RUOTA ATTORNO ALL’UOMO… Nessun senso di colpa, tutto é RELATIVO, tutto é permesso perchè tutto é “ESPERIMENTO”… Diceva forse qualcosa di diverso il luciferista CROWLEY? “Fà ciò che vuoi sarà tutta la legge”. Occorre dunque eliminare, con l’aiuto di apposite “guide illuminate” tutti gli impedimenti e gli ostacoli esistenti in ogni essere umano che deve morire a sé stesso per far posto alla nascita dell’uomo nuovo, l’”uomo divino”…

“Io vi sto trasmettendo un Gesù sano, vi sto donando IL VERO Gesù. Il Gesù reale non è mai stato sulla croce…” “nessuno di voi può morire, nulla muore mai; ciò che muore in realtà non è mai stato parte di voi. Muore ciò che non è essenziale, ciò che è essenziale permane e continua a vivere: nessuno ti può uccidere… parlo di te, non del tuo corpo! Il tuo corpo può essere ucciso, ma tu sei così identificato con il corpo che, quando vedi Gesù sulla croce, pensi che ci sia proprio lui!” Tante chiacchere e poi le solite conclusioni… “Gesù era un maestro tra i tanti” e “vi evolverete”…

Inutile dire che per “CONOSCERE”, per sapere la “VERITA’”, per conoscere il “VERO GESU’”… bisogna PASSARE ATTRAVERSO OSHO… “CON ME hai un’opportunità di entrare in contatto con la realtà che esisteva duemila anni fa…” “D’altra parte, se continui a tirarti dietro le tue idee su Gesù, sarà molto difficile; in quel caso, puoi entrare ATTRAVERSO ME a conoscere Gesù…”

Strada aperta al RELATIVISMO e al colorato, luminoso mondo del “siamo tutti uno”… “La cosa migliore è lasciar cadere tutti i pregiudizi che ti sono stati insegnati e ai quali sei stato condizionato: diventa un PURO NULLA, uno specchio… la meditazione non è altro che questo. In quel NULLA ESSENZIALE per la prima volta i tuoi occhi si apriranno, e tu inizierai a vedere ciò che è.” (OSHO -Dal libro “Il Miracolo più Grande”) Che meraviglia. Quanta straordinaria saggezza. Bisogna “dimenticare tutto” ma ASCOLTARE LUI… l’”oceanico”… “IO SONO l’inizio di una nuova coscienza religiosa” Osho

Anche la “missione” di questo “profeta” iniziò in seguito a presunte “RIVELAZIONI MISTICHE” che gli avrebbero consentito di ricevere la “grande sapienza”. Trascorse quindi un periodo come “maestro” itinerante, e iniziò a tenere molte conferenze per illustrare i suoi principi e per insegnare a tutti come “diventare Dio”. Inutile dire che, come in tutte le SETTE… ogni cosa ruotava unicamente attorno al LEADER e ai soldi.

- LA DISTRUZIONE DELLA FAMIGLIA – Come moltissimi altri guru e falsi profeti “illuminati” Rajneesh predicava la distruzione totale del nucleo familiare: “Il tempo delle famiglie è passato, il tempo delle città è passato, il tempo delle nazioni è passato. Il mondo dovrebbe essere UNO…”. “la famiglia non può rimanere l’unità basilare della società. Essa è la radice di milioni di malattie…” Ma davvero? La famiglia é la causa delle malattie?

La famiglia ha distrutto la beatitudine dell’uomo e della donna nell’intera specie umana” Osho. Quanta saggezza ha l’”oceanico” guru… Ecco dunque che gli ideali del guru si allineano perfettamente con gli ideali del “NUOVO ORDINE MONDIALE”.

Il guru predicava l’”uomo nuovo” nel godimento sensoriale che si sposa con la realizzazione spirituale. Questo uomo nuovo, Zorba il Buddha, si inserisce in una visione apocalittica. Dice: “Il periodo di crisi sarà fra il 1984 e il 1999. Ci saranno delle guerre che sono obbligate a finire con esplosioni nucleari, perciò la consueta arca di Noè non può salvare l’umanità. Il rajeenismo è creare una arca di Noè di consapevolezza, rimanendo centrati esattamente nel mezzo del ciclone… Tokyo, New York, San Francisco, Los Angeles, Bombay, tutte queste città spariranno e l’olocausto sarà confinato in alcuni posti. Sarà globale così nessuna fuga sarà possibile. Potrai scappare solo nell’interiorità e questo è quel che insegno”

Come moltissimi altri profeti Rajneesh forniva scenari futuri e date precise… puntualmente smentite dalla storia e puntualmente riscritte. Rajneesh predicava che per risolvere il problema della sovrappopolazione occorreva evitare di procreare per almeno 20 anni e raccomandò ai suoi discepoli la sterilizzazione.

- GLI ARANCIONI – Il movimento degli arancioni è stato fondato da Rayneesh che proponeva una “NUOVA RELIGIOSITA’”, un “NUOVO MODO DI VIVERE” e un “NUOVO ORDINE MONDIALE”… Anna Forbes (testimone), per amore di quello che in seguito chiamò un “falso profeta”, ferì in modo irrimediabile la sua femminilità orbandosi, per sempre, della capacità generativa. Anna insegnava inglese in Messico quando sentì parlare di Rajeenesh e subito volò a Puna mossa da un desiderio di “spiritualità” e dalla curiosità. Passata l’infatuazione si accorse presto che sotto la facciata del libertarismo verbale si celava una sorprendente forma di autoritarismo e controllo. In Oregon Anna lavorava come ammistrativa per Sheela, la potente segretaria di Rajneesh, e con tristezza e amarezza crescente ha convissuto con il sistema di procacciamento dei soldi occorrenti al ranch, la sorveglianza e la censura delle comunicazioni, l’arroganza con cui si aggredivano gli abitanti dell’Oregon, con i metodi che si stavano mettendo in essere per perpetuare ed ingrandire la comune. Anna osa criticare, verso la fine del 1985, Rajneesh e Sheela e viene subito messa da parte, deve allontanarsi dal ranch disillusa e disorientata. “Noi diciamo d’essere ribelli spirituali, di essere alla ricerca della nostra propria verità ma é falso… quando lo facciamo veniamo puniti” Anna Forbes “un incubo Orwelliano, la sua immagine ovunque”.

La Comune ebbe un vastissimo seguito e dietro l’apparente e sbandierata “povertà” disponeva di un’immensa ricchezza, che confluiva al vertice. Il ranch venne costruito clandestinamente e contro le leggi urbanistiche. Molti suoi membri erano stati educati nei migliori istituti di cultura, molti membri erano qualificati professionisti fra cui uno stuolo di espertissimi avvocati. Furono spesi, nei cinque anni dell’esperimento, circa duecento milioni di dollari.

Tale cifra è probabilmente una stima basata solo sui consumi dei finanziamenti monetari, alcuni dicono che la comune consumava un milione di dollari al mese, ma non include il lavoro gratuito che migliaia e migliaia di seguaci di Rajneesh, come formiche operaie, hanno volontariamente prestato nell’edificare quella che loro definivano una oasi nel deserto. Un’oasi che era quasi diventata una città con una propria caserma dei vigili del fuoco, una stazione di polizia con 60 agenti, un aeroporto, riserve d’acqua, laghi artificiali dai nomi esotici, un piccolo ma attrezzato ospedale, negozi, una enorme sala convegni, una discoteca, uffici amministrativi, centri acquisti, una enorme fattoria con centinaia di animali, campi coltivati, ristoranti, un albergo, pizzerie, forni per il pane, caffè, bar e quartieri residenziali con impianti di climatizzazione. L’obiettivo era quello di rendersi indipendenti in tutto e per tutto dall’esterno. Per “uscire dal sistema” si era dunque entrati in un nuovo sistema, il “paradiso privato” di Rajneesh.

Alla fine dell’esperimento in Oregon venticinque samnyasin furono accusati di associazione al fine di effettuare intercettazioni ambientali illegali, tredici per associazione al fine di violare le leggi sull’immigrazione, otto per dichiarazioni false a pubblici ufficiali, tre per aver dato rifugio a un latitante, tre per associazione a delinquere, uno per furto, uno per criminalità organizzata , uno per incendio doloso di primo grado, due per aggressione di secondo grado, tre per aggressione di primo grado e tre per tentato omicidio. Rajneesh tentò anche di scappare con il suo Jet privato alle Bermuda ma fu arrestato a Carlotta nella Carolina del nord. La polizia sequestrò sul suo aereo una fortuna in gioielli e danaro, circa un milione di dollari in preziosi e 58.000 dollari, fu trovata anche una pistola calibro 38 caricata con pallottole di teflon.

oshoAnche Sheela fu arrestata in Germania. Rajneesh fu riportato in Oregon dove dovette affrontare 35 capi d’accusa. Il 14 novembre patteggiò con le autorità che lo inquisivano, si dichiarò colpevole, pago le spese processuali e una multa e, secondo gli accordi, fu rilasciato per allontanarsi dagli Stati Uniti. Sotto: la “leader” SHEELA nei liberi costumi del ranch:

Sheela Silverman, la potente segretaria del leader degli arancioni, presidente della Rajneesh Foundation International, gestiva l’immenso patrimonio economico frutto di una oculata e fortunata gestione commerciale dell’affare Rajneesh, fu multata per 400.000 $ e gli fu ordinato di restituirne 69.353. Fu condannata, per un concorso di reati, a 20 anni di prigione per il tentato omicidio di Swami Devaraj, il medico personale di Rajneesh, 20 anni per aggressione di primo grado nell’avvelenamento del commissario William Hulse, 10 anni per aggressione di secondo grado per l’avvelenamento del commissario Raymond Matthew, 4 anni per aver, durante i tentativi preparatori della cospirazione per contaminare la rete idrica della città di The Dallas, infettato, mediante salmonella, 750 persone della stessa città, 4 per intercettazioni telefoniche illegali e 5 anni di libertà vigilata per frodi sull’immigrazione. Anand Puja ricevette 15 anni per il tentativo di omicidio di Devaraj, 15 per lavvelenamento di Hulse, 7 per l’avvelemamento di Matthew, 4 per aver fatto le culture del batterio nei laboratori di Rajneeshpuram che servirono all’avvelenamento con la salmonella dei cittadini di The Dallas, attività che gli fece guadagnare un soprannome stile nazi ”Nurse (infermiera) Mengele ”, e 3 anni di libertà vigilata per associazione al fine di intercettazioni telefoniche. Lo scandalo che questi fatti suscitarono nel 1985 fu di scala planetaria. Inutile dire che per gli arancioni tutto era stato un “complotto cristiano” e che la vittima indifesa era il “povero Rajneesh”. Esiste, però, un altro punto di vista, documentatissimo… Quello dei cittadini dell’Oregon e delle sue autorità pubbliche che hanno sempre descritto questo movimento come una potente e pericolosissima setta che ha attentato alla vita di migliaia di persone. Una setta che coltivava vettori batteriologici e sperimentava test per verificarne l’efficacia sulla popolazione locale in vista di un attacco bioterroristico su vasta scala, una setta che aveva pianificato un attacco terroristico sulla città di The Dallas utilizzando un aeroplano carico di esplosivo.

Come nei casi documentati di moltissimi altri guru (come il Rael dei RAELIANI…) il leader viveva in un lusso e uno sfarzo scandalosi. Lusso e sfarzo creato spremendo i suoi devoti mediante la vendita di milioni di libri e gadgets e mediante una serie di iniziative che hanno fatto dell’insegnamento spirituale un fiorente e lucroso business commerciale. Sotto: una parte del parco macchine PERSONALE di Osho:

Scrive Christopher Calder in “Osho, Bhagwan Rajneesh e la Verità Perduta” : “Rajneesh modellò la comune dell’Oregon sulla sua mente. Si fece dittatore definitivo, la sua foto era collocata ovunque come in un incubo orwelliano. L’atmosfera totalitaria fu solo una delle molte ragioni per cui non mi fermai alla comune e mi limitai a brevi visite. Ero stato catturato nell’interesse per la “meditazione” ma quello che trovai era un grande campo di concentramento dove gli esseri umani venivano trattati come insetti privi di intelligenza propria. Rajneesh metteva tanta enfasi sul fatto che i discepoli dovessero eseguire senza far domande. Sheela e la sua gang, come amava definirli Rajneesh, misero su un sistema di intercettazioni ambientali e telefoniche che stupì gli agenti dell’FBI che lo esaminarono, durante le indagini effettuate dopo la fuga dalla Comune del gruppo dei venti capeggiato da Sheela. Non c’era luogo della Comune che sfuggisse alla loro occhiuta sorveglianza, gabinetti e camere da letto comprese, anche i bambini della scuola venivano sorvegliati. Inoltre i tecnici dell’FBI rimasero meravigliati dal sistema di intercettazione telefonica e della possibilità di poter non solo monitorare tutte le comunicazioni ma di registrarle contemporaneamente. Un sistema avanzatissimo che non avevano mai avuto occasione di vedere altrove”. In breve… il “NUOVO ORDINE MONDIALE”… in piccola scala.

Rajneesh aveva manifestato la sua volontà di serbare il pubblico silenzio. Quindi sostituì gli usuali incontri pubblici che si svolgevano a Poona con delle “passaggiate” in Rolls Royce. Nel 1980 acquisto la sua prima Rolls Royce, una Cornicle protetta da corazze e vetri antiproiettili. Dopo che si fu stabilito nella comune i suoi discepoli dissero che voleva una Rolls per ogni giorno dell’anno e iniziarono a comprarle, a volte, al ritmo di due al mese. (Incredibilmente questo meccanismo é IDENTICO a quello dei RAELIANI, anche il GURU RAEL oggi corre in lamborghini sui circuiti TOTALMENTE SPESATO dai suoi “fedeli”…) La Comune mise su un proprio centro di assistenza e un ingegnere della Rolls si recava periodicamente alla comune per testare le automobili. Una Rolls costa circa 173.000 dollari, dalla vendita della flotta di Rajneesh si ricavarono qualcosa come 1,4 milioni di dollari.

Questa passione smodata per le Rolls Royce fece guadagnare a Rajneesh il soprannome di “Guru delle Rolls” “Io sono il più povero uomo sulla terra. Non ho un solo centesimo con me” Osho Quando si domandò ad OSHO della sua faraonica ricchezza egli scrisse: “Quelle macchine non mi appartengono, nulla mi appartiene. Sono il più povero uomo nell’intero mondo, La mia gente mi ama; vogliono fare qualcosa per me. Tutte quelle macchine appartengono alla comune. Loro le rendono disponibili a me per un’ora ciascun giorno. Io non so che macchina essi portano, ma una cosa è certa, che io sto bene solo in una Silver Spur. E loro mi amano così tanto che stanno tentando di avere trecensosessantacinque Rolls Royce, una per ciascun giorno. E io dico, perchè no? Grande idea!” Queste parole sono una PRESA IN GIRO… Il delirio totale. Ma i fedelissimi pagano… e tacciono. Il lavaggio del cervello é TOTALE.

Sotto: quale forma poteva mai avere il TEMPIO PERSONALE di Osho? inutile chiederlo, la risposta é scontata…

Il furbetto come altri “umili” guru… assunse per sè l’umile titolo (…) di OSHO, “OCEANICO”… e scusate se é poco… ma non disdegnava di farsi riverire come “Bhagwan” (Benedetto-Realizzato) Che Osho si fosse “realizzato” questo é sicuro…

Molti occidentali iniziarono a frequentare i suoi incontri e, sentendosi pienamente soddisfatti, tornati alle loro residenze ne facevano invitanti pubblicità. Durante il soggiorno da Osho i nuovi arrivati erano subito inseriti in piccoli gruppi, e lì venivano invitati ad avere rapporti sessuali con individui appena conosciuti suggerendo anche unioni con più persone. Questa formula (una garanzia di successo…) é stata utilizzata da innumerevoli guru e sette, come quella dei RAELIANI… Si parte cercando “meditazione” e si arriva al sesso di gruppo… il successo é sempre garantito. Tutto questo avrebbe, secondo la dottrina di Osho, procurato un immenso benessere ed avanzamento spirituale. Ogni mattina presto alle sei si iniziava il “seminario” con una meditazione chiamata “dinamica” in preparazione all’apprendimento di ciò che sarebbe poi stato detto nella successiva predicazione del “Bhagwan”.

Il business generato dal personaggio diventò presto COLOSSALE e ogni ombra venne ripulita presto con un’efficace MACCHINA DI PROPAGANDA… I libri scritti da Osho sono ormai letti ovunque e nel mondo se ne vendono centinaia di migliaia di copie. Oggi il movimento è presente in circa 300 centri diffusi in ben 45 nazioni (Italia inclusa). Impressionante è una descrizione dell’Umaniversity di ciò che avviene in Olanda in uno di questi centri, ove sono state documentate orge comprendenti anche duecento persone, incontri omosessuali, prostituzione…

Tratto da: Fonte

Tutta la verità su OSHO: quello che non ci hanno mai detto Lo Sai

Tecnica della rivoluzione colorata

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Tecnica della rivoluzione colorata Lo Sai

- di Sebastiano Caputo -

Il primo a coniare l’espressione “Tecnica del colpo di Stato” fu lo scrittore italiano Curzio Malaparte nel suo saggio pubblicato nel 1931 in Francia. L’idea di realizzare un’opera che tracciasse una teoria generale (e universale) sulla conquista del potere gli venne negli Anni Venti quando, addetto culturale presso l’ambasciata italiana a Varsavia, assistette in prima persona all’assedio dell’Armata Rossa governata da Trotskij che tentò, invano, di espugnare la città. Un testo tagliente, un’analisi impietosa, che coglie il fenomeno “rivoluzionario” – prescindendo dalle ideologie -, come il rovesciamento di un sistema politico volto all’edificazione di un nuovo ordine. Nel mondo occidentale sono emersi secondo lo scrittore toscano i “professionisti del colpo di Stato”, uomini capaci di sovvertire il sistema e imporne uno nuovo qualunque sia il Paese di riferimento, che sia retto dall’anarchia oppure da un regime estremamente stabile. La rivoluzione è un processo che si porta a termine in rapporto alla capacità, volontà, organizzazione e determinazione delle forze rivoluzionarie. Questa è la tesi di Malaparte.

I vertici statunitensi dopo lo smantellamento dell’Unione Sovietica hanno fatto tesoro del manoscritto malapartiano rinnovandone il pensiero (da “tecnica del colpo di Stato” hanno ideato una sorta di “tecnica della rivoluzione colorata”) in un mondo moderno retto dai mass media e dalla tecnologia. Secondo i neocon per legittimare il ribaltamento di un governo sfavorevole ai propri interessi ed insediarne uno funzionale all’ordine occidentale è necessario far montare la protesta falsamente dal basso e calare l’homo novus velatamente dall’alto. Una forma d’imperialismo mascherato che si articola su alcuni elementi imprescindibili come le organizzazioni non governative promotrici della democrazia, gli intellettuali di regime, gli studenti, i mass media, il “marketing rivoluzionario” e i servizi segreti. I primi laboratori di queste “rivoluzioni colorate” sono state le nazioni post-sovietiche: dal 1989 all’attuale crisi ucraina si sono registrati infatti una serie di capovolgimenti estremamente simili tra loro (ancora più rilevanti sono i nomi assegnati dalla stampa e storiografia occidentale). Tra queste c’è la rivoluzione di velluto in Cecoslovacchia (novembre-dicembre 1989), la rivoluzione del 5 ottobre in Serbia (2005), la rivoluzione delle Rose in Georgia (2003), la rivoluzione Arancione in Ucraina (2004), la rivoluzione dei Tulipani in Kirghizistan (2005). Altre “rivoluzioni colorate” si sono poi registrate in altri Paesi, riuscendo in maniera parziale o fallendo completamente ad esempio la purple revolution in Iraq nel 2003, la rivoluzione dei Cedri in Libano (2005), la rivoluzione Verde in Iran (2009), o ancora le recenti primavere arabe in Nordafrica e Medio Oriente.

La tecnica della “rivoluzione colorata”, come gli obiettivi del resto (destabilizzare o capovolgere una nazione sovrana scomoda all’ordine occidentale), è sempre la stessa: le organizzazioni non governative (Amnesty International, Ocse, ecc.) pilotate e finanziate dagli istituti finanziari occidentali (Soros Foundation, ecc.) trovano il pretesto per alimentare lo scontro (brogli elettorali come in Ucraina nel 2004 oppure l’omofobia di Vladimir Putin ai giochi invernali di Sochi). I mass media creano consenso nel blocco statunitense, delegittimano il presidente di turno (Saddam, Putin, Bashar Al Assad, ecc.), e il più delle volte lo dipingono come un sanguinario. Le associazioni studentesche “chiedono” riforme attraverso un marketing politico sottile: si costruiscono di fatto attorno a un colore, un logo ben identificabile e slogan evocativi e sessantotteschi (“Otpor!” in Serbia che significa “Resistenza!”), in maniera da rendere le manifestazioni di grande impatto (vedi in Iran o attualmente in Venezuela). Gli intellettuali e le personalità di regime arrivano in soccorso dei “rivoltosi” per dare “autorevolezza” ai sollevamenti (vedi la recente visita del filosofo francese Bernard Henri Levy a Kiev in sostegno dei manifestanti pro-Ue, l’atto provocatorio dell’ex deputato italiano Vladimir Luxuria a Sochi, l’esaltazione delle “Pussy Riot” in Russia). Infine dopo le manipolazioni interne, le pressioni di governo e il martellamento mediatico, i “tecnici della rivoluzione” passano la palla, se necessario, ai servizi segreti (Golpe in Venezuela contro Chavez nell’aprile del 2002) alle Nazioni Unite (caso siriano) o alla Nato (Libia di Gheddafi). Il piatto (riscaldato) è servito, la pianificazione del nuovo ordine rivoluzionario è in atto.

Fonte: L’intellettuale Dissidente

Tecnica della rivoluzione colorata Lo Sai

Piccoli passi verso il Nuovo Ordine Mondiale

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Piccoli passi verso il Nuovo Ordine Mondiale Lo Sai

- Andrea Bellia -

Piccoli passi verso il Nuovo Ordine Mondiale presso l’Ospedale di Chieti.

Dove è stato effettuato oggi con successo il primo impianto di un innovativo sistema che monitora il cuore del paziente per tre anni. Si tratta del Reveal LINQ, un piccolo monitor cardiaco impiantabile che, iniettato sottocute con una siringa, rivoluziona il monitoraggio cardiaco migliorando la diagnosi per alcune delle patologie più pericolose e difficili da riconoscere quali la sincope e la fibrillazione atriale.

Reveal-XT-and-Linq

Ovviamente non si mette in dubbio il funzionamento di tale impianto espongo soltanto la tesi che con il passare del tempo con la scusa di tali malattie pian piano vi stanno imponendo senza nemmeno accorgervene a cedere la vostra libertà mettendovi dei chip. Uno dei principali obiettivi del Nuovo Ordine Mondiale è inserire chip in tutti gli esseri umani per controllarli a dovere, è ci stanno riuscendo perché ad ogni problema la soluzione è un chip o un impianto di monitoraggio, che risolve tutto. Un esempio clicca qui o qui. Non fatevi ingannare dalla tecnologia e svegliatevi.

Questo non è “complottismo” è la realtà!

Fonte

Piccoli passi verso il Nuovo Ordine Mondiale Lo Sai

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